? Non era forse vero in quella più che in questa che la vita, come disse un grande poeta, è una festa per alcuni ed un duro peso per quasi tutti? La
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proprio. Spesso anzi la festa si deve alla soddisfazione di una vanità, intorno alla quale si raggruppano poi in mille modi superbiuzze grandi e piccine
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esclusivamente feconda di gioie al sesso gentile, il quale in questo campo ha gioie che si procura dalla toeletta alla festa da ballo, dallo studio della più
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diventa come uno specchio, nel quale vediamo muoversi tutte le gioie che, ridendo e danzando, ci invitano alla loro festa. Le gioie dell'avere sono di
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una chiesa addobbata a festa, e lo scintillare dei paramenti sacri e dei busti dorati fra le cento fiammelle di un altare, che in parte si perde fra le
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moltitudini; è una contentezza ridotta a festa, e che non si può leggere che sul volto di molte persone. Si potrebbe rappresentare vestendo l'allegria in
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la prima festa, rallegrandosi con la propria donna della fortuna che il cielo gli concedeva. Quella festa dovette essere semplice e grandiosa, e ne
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piacere prodotto da un sentimento colpevole è un vero male morale, per cui ridesta a vita gli affetti patologici. Una gioia pura invita alla propria festa
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se andasse ad una vera festa. Spesso il suo passo è bizzarro, e volendo risparmiare il tempo o fare un grande esercizio di muscoli, lo accelera o alza
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le forme esterne dei due esseri che devono unirsi, quasi li invitasse ad una festa; e rende poi più intimo ed esteso il contatto delle due superficie
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festa, nella quale i piaceri del senso si associano in mirabile accordo alle delizie del sentimento. Nel desinare della famiglia la parte migliore
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meditazione. In generale la musica allegra ha un tempo meno largo della musica triste: il precipitoso e lieto suonare delle campane a festa può diventar
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, dal fremito delle piogge di fuoco e dal detonar delle granate e dei petardi. È per questo che tanto la sagra di un villaggio, quanto una festa solenne
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Non importa: il passaggio dell'equatore era una festa per tutti, specialmente per la distribuzione straordinaria ch'era stata annunziata, di tre
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E fu festa anche per noi. Per me cominciò dopo colazione nel camerino del Secondo, col col quale passai un'ora piacevolissima, insieme con altri due
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Ma il battesimo, come la festa dell'equatore, non fu che una breve tregua all'irritazione che serpeggiava a prua per effetto del caldo crescente, in
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saltare in quel fuoco, accompagnando il piroscafo, come per unire la propria alla nostra allegrezza. Allora fu un turbinìo di faville, una festa di
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, un'allegrezza di festa, di cui essi medesimi erano stupiti. E così cambiava man mano Ia loro disposizione d'animo verso di noi, e la maniera di
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per fargli festa, uno stormo d'uccelli acquatici del Brasile venne a far tre giri intorno agli alberetti delle gabbie, e poi sparve. Non m'era mai
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anni, che da anni non portavan più camicia fuor che i giorni di festa, che non avevan mai posato le ossa sopra un letto, e pure avevan sempre lavorato
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altri. Il tempo era buono, l'aria tepida. La prua pareva un villaggio in festa. Andandovi, incontrai il marinaio gobbo, meditabondo, che teneva a mano un
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briachi. E anche alla nostra mensa ci fu festa. Tutti sgranocchiarono come lupi, contenti della vita, beffandosi dell'oceano. E il pranzo finì comicamente
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allegri, come una filza di bandiere marine, spiegate in segno di festa. Ma anche lì si cominciava a manifestar l'impazienza: i piedi stropicciavano il
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, che facessero festa a quel lembo di terra, ch'essa vedeva forse assai più vasto di noi. La sola faccia che rimaneva chiusa era quella del garibaldino, e
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