squadrò Ghereb: — Malgrado tutto, sei un bravo ragazzo. Ghereb! — Il generale acconsente? — Sì. Ghereb salutò ma rimase fermo davanti al generale. — Che
si fermò in gola. Non riusciva a continuare: Franco Ats lo stava fissando severamente e gli parlò anche, con quella voce cupa e forte che faceva
. Continuarono a procedere tra i cespugli di sambuco, inoltrandosi tra le pietre delle rovine. Cionacos era in testa: d'un tratto si fermò. Alzò il braccio destro
nella pace della viuzza: — Ghereb! Ghereb si fermò, voltandosi. Quando riconobbe Boka rise a lungo. E se la svignò, sempre ridendo. Tra le case di
. Si fermò sul posto dove Nemeciech aveva atterrato Franco Ats come una volta Davide Golia. Si curvò per cercare le orme: ma la terra era smossa e non si
timbro sociale! II professore intascò il timbro. — Silenzio! — ordinò. Ma Barabas non stava più fermo. — Allora — disse —, bisogna anche prendere a
richiamava l'esercito per comunicare l'accaduto. L'ambasciata s'avviò frettolosa verso la via Racos: si fermò davanti alla casa di Nemeciech. Chiesero ad una
corsa. Ettore si fermò sotto una catasta abbaiando con furore. La catasta era una di quelle sulle quali era costruita una fortezza. Sulla cima del
nelle fortezze. Tutti deposero le bombe di sabbia e si misero sull'attenti. Ma il capo si fermò a metà strada e si voltò come in ascolto. Poi tornò
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il cane corse via con la preda in bocca. Sapete che accadde? Mario si fermò e si mise a piangere; e «Moschino» dopo aver trascinato il berretto un po
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è di Sèrafo, un ragazzetto coetaneo di Mario, vispo che non sta mai fermo. I ragazzi si mettono in circolo: oltre a Mario e al suo amico, v'è Giorgio
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