passaggio Principe Umberto, Sofia cercava cogli occhi una carrozza vuota. Il vento di marzo faceva svolazzare il suo abito leggero coperto di trine; e
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scaturivano a lei da ogni oggetto e dai confronti che le riusciva impossibile il non fare - che faceva anche con una gioia amara, l'unica che le fosse
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faceva ribrezzo; le allontanò, fregandole sul vestito, pensando nuovamente al tempo passato, quando le accadeva di baciarsele perchè Emanuele le aveva
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sprezzante che lo faceva disperare. I giorni di Emanuele erano diventati un supplizio senza nome. Trascurava gli studi, gli amici, le solite occupazioni
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primo argomento. Il dottore prese la mano, la lisciò, la strinse; Sofia rise, dicendo che le faceva il solletico; la ritirò; venne ripresa, riesaminata
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, al quale faceva ressa una folla di contadini. Un po' più in là, verso un campo di trifoglio, un gruppo attrasse l'attenzione di Maria; era una donna
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volto. Eppure la sua risoluzione era presa; voleva darsi a Emanuele, interamente, attirata dalla grandezza del sacrificio che le faceva distruggere
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prospettiva di divertirsi tutta notte, le faceva dimenticare qualunque preoccupazione. Emanuele Campo sempre un po' impacciato, aveva quella sera un
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, per impulso di lei e per la viltà del cuore che si faceva, a sua insaputa, alleato dei sensi. Una volta, la lettera che Maria trovò in fondo al
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vita di pensiero, quella esistenza meschina e superficiale la irritava e le faceva male; vedeva chiaramente la china per cui Sofia scivolava e avrebbe
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gran collo di trine alla Richelieu, che faceva cornice alla testa di una virilità precoce e di una bellezza non comune; il suo sguardo duro e imperioso
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essenze di cui Sofia faceva uso; ma poco dopo, avendo la viaggiatrice slacciata la leggera spolverina che la copriva, l'amica le vide, alla cintura, una
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