Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Risultati per: esse

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Regio Decreto 27 febbraio 1936, n. 645 - Approvazione del Codice postale e delle telecomunicazioni.

21785
Regno d'Italia 7 occorrenze
  • 1936
  • LLI - Lingua legislativa Italiana
  • diritto
  • ITTIG
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È vietato a chiunque di esplicare qualsiasi attività che possa arrecare danno alle telecomunicazioni ed alle opere ad esse inerenti.

Quando l'appoggio, l'occupazione o l'attraversamento interessino monumenti od opere pubbliche, piazze, vie pubbliche o il sottosuolo di esse, si

relativo personale, ed hanno in particolare le attribuzioni, anche deliberative, ad esse conferite dalla legge e dal regolamento.

finanziarie relative a tributi dello Stato, e la cognizione di esse spetta in ogni caso all'Autorità giudiziaria.

tasse postali o l'avvenuta corresponsione di esse, sono puniti con l'ammenda da L. 25 a L. 2000, salvo che il fatto costituisca reato punito con pena

Quando si tratti di concessioni a tempo determinato, alla scadenza di esse, salvo non sia diversamente stabilito nel decreto di concessione, lo Stato

Le variazioni del saggio d'interesse sono disposte con decreto del Ministro per le finanze, da pubblicarsi nella Gazzetta Ufficiale; esse hanno

Fondamenti della meccanica atomica

443645
Enrico Persico 39 occorrenze
  • 1936
  • Nicola Zanichelli editore
  • Bologna
  • fisica
  • UNIPIEMONTE
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Le (94) e la (95) esprimono il principio di indeterminazione per i fotoni: esse sono, come si vede, conseguenze puramente matematiche del fatto

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e che inoltre per esse il mezzo è sempre dispersivo, poichè l'indice di rifrazione dipende da v.

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Queste funzioni si chiamano «funzioni associate di Legendre» esse sono, naturalmente, ortogonali nell'intervallo (— l, + 1), ma non sono normalizzate

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L'interesse di queste funzioni sta nel fatto che esse sono soluzioni di una notevole equazione differenziale, come può vedersi nel modo seguente

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Come si vede, si ottengono per Y due espressioni (che indicheremo con ed ) a seconda che nel primo termine si prende : una di esse si ottiene

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perturbazioni (campo elettrico o magnetico): in questi casi spesso si osservano difatti nello spettro delle righe proibite, ma esse sono generalmente, come è da

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(1) Purchè, beninteso, siano tali che abbia senso l'applicazione dell'operatore ad esse. Questa condizione si sottintenderà sempre nel seguito.

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dove f, g sono due funzioni qualunque (1) Purchè, beninteso, siano tali che abbia senso l'applicazione dell'operatore ad esse. Questa condizione si

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Analogamente per la differenza di due matrici, e per la somma di quante si vogliono di esse.

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siano descritte queste operazioni e sia indicato l'istante nel quale esse devono compiersi. P. es. uno dei dispositivi perimentali del § 23 p. II, con

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Si dirà poi che più osservabili contemporanee A, B, C,... sono compatibili, se ognuna di esse è compatibile con tutte le altre.

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esiste nessun'altra osservazione che sia indipendente da esse e con esse compatibile.

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Tornando al caso delle N particelle elementari, diremo che esse sono «statisticamente indipendenti» se la P ha la forma seguente (1) Si verifica

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, anche se tra esse non agiscono forze: è questa una considerazione assai importante sulla quale torneremo in seguito.

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Si riconosce facilmente che, se in un dato istante le particelle sono statisticamente indipendenti, esse lo sono anche in qualunque altro istante

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L'aspetto paradossale di queste equazioni scompare quando si tenga presente che esse si riferiscono non alle grandezze fisiche e ma ai loro operatori

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x, y, z rispettivamente, e ricerchiamo anzitutto gli operatori ad esse corrispondenti.

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estensione di esse. Tale estensione verrà fatta, come le precedenti, prendendo a guida le considerazioni del § 19.

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reciproco per avere v˜, mentre le v si debbono ricavare da esse con la formula v=c/λ: ora, essendo c nota con precisione di poco superiore ad 1 : 1000

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che si esprime dicendo che esse formano i coefficienti di una «sostituzione ortogonale».

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esse abbia come soli autovalori ± 1. Le chiameremo senz'altro «componenti dello spin» (sottintendendo: in unità ) e, secondo l'uso, denoteremo con gli

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(125). Poichè queste valgono per momenti misurati nelle ordinarie unità, dovremo in esse sostituire con , ecc.; troviamo così le relazioni di

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e imponiamo a ciascuna di esse di essere anticommutativa con : si ha, per la (241),

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, se si tratta di uno stato stazionario non degenere (1) Esclusa, s'intende, la degenerazione dovuta allo spin. , esse devono differire solo per un

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introdurre, in luogo delle quattro , due coppie di funzioni , legate ad esse dalle seguenti relazioni

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fine di pag. 428 si potrebbe passare a una rappresentazione in cui invece risulta diagonale , oppure . . Inoltre ciascuna di esse ha per autovalori

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Le matrici definite dalle (298), sono hermitiane al pari delle , e soddisfano anche esse (come si vede subito) le relazioni:

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esse si riducono alle due seguenti equazioni nelle funzioni F(r), G(r):

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Poniamoci dapprima nell'approssimazione zero, cioè trascuriamo l'interazione tra le due particelle. Possiamo allora considerare ciascuna di esse come

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(1) Esse furono proposte, indipendentemente e quasi contemporaneamente, da W. Wilson (Phil. Mag. 29, 795 (1915)), Ishiwara (Tokyo Math. Phys. Proc. 8

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Ricerchiamo ora le autofunzioni di approssimazione zero corrispondenti a questi autovalori: esse sono date (v. § 39) da:

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con costanti. Poichè alla corrisponde in prima approssimazione l'autovalore e a l'autovalore Ea, esse potranno scriversi sotto la forma:

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che le particelle siano elettroni o protoni il principio di Pauli porta ad escludere la prima di esse, e resta solo la a rappresentare uno stato

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(392'), che chiameremo : esse corrispondono tutte, in approssimazione zero, all'autovalore .

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Ogni atomo ha evidentemente una serie di energie di eccitazione la prima delle quali è quella chiamata «di risonanza»; esse si addensano verso un

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cristallo le onde riflesse. Uscendo, esse subiscono una rifrazione, e quindi il raggio emergente (normale alle onde emergenti) forma con la normale

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per ognuna di esse altre infinite autofunzioni non indipendenti tra loro, e che quindi non interessa di considerare come soluzioni distinte. Per

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Consideriamo due autofunzioni yn, ym, della (14), relative alle condizioni (α), ed appartenenti a due distinti autovalori λn, λm: esse soddisferanno

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abituale in fisica atomica, che vi è degenerazione. Queste due autofunzioni, normalizzate, siano Y1(x), Y2(x)(ricordiamo che esse in generale non

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Enciclopedia Italiana

533235
Enrico Fermi 4 occorrenze
  • 1936
  • Istituto dell'Enciclopedia Italiana
  • Roma
  • fisica
  • UNIPIEMONTE
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. Una di esse:

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, le molecole non si possono considerare indipendenti le une dalle altre a causa del fatto che esse sono indistinguibili tra di loro.

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si riducono a zero allo zero assoluto; esse tendono invece a valori limiti (detti rispettivamente pressione ed energia allo zero assoluto), dati da

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considerevoli deviazioni tra di esse.

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