Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Numero di risultati: 36 in 1 pagine

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Il romanzo della bambola

222182
Contessa Lara 18 occorrenze
  • 1896
  • Ulrico Hoepli editore libraio
  • Milano
  • paraletteratura - romanzi
  • UNICT
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Il romanzo della bambola

non c'era folla, perchè non tutti, a questo mondo, hanno quattrini da buttar via in oggetti di lusso. I più popolati erano i magazzini de' venditori di

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Il romanzo della bambola

contadina; e questa, ridacchiando, li depose alla sua volta, nel proprio barroccino: quasi vuoto, perchè gli erbaggi e le frutta erano già stati venduti

Pagina 106

Il romanzo della bambola

Ma l'ottava s'arrestava a mezzo: Orlando non avea più voglia di proseguire; la Giulia appena appena avea voglia d'ascoltarlo: erano tutti e due in un

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Il romanzo della bambola

la gloria - rumore sempre vano - che lo aveva accompagnato. Adesso, certo, erano presso a cambiar vita l'uno e l'altra; e peggio di quel ch'era loro

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Il romanzo della bambola

velluto del suo antico palazzo di Roma. Non era passato neanche un mese da quando ella e Orlando eran capitati là su, che tutti e due già s'erano abituati

Pagina 114

Il romanzo della bambola

, l'idea del matrimonio non le era mai passata per la testolina vuota: neppure nel ricco negozio di Milano, dove erano fantocci Dio sa quanto più belli del

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Il romanzo della bambola

ma delle quali, certo, non poteva profittare, perchè la sua natura non ne aveva bisogno; sì che a poco a poco gli ottimi bocconcini erano mangiati

Pagina 13

Il romanzo della bambola

non lo maneggiavano; le palpebre le si erano chiuse da loro, come le si chiudevano sempre quando la coricavano supina; e così muta, immobile, pareva

Pagina 21

Il romanzo della bambola

quanto tutti erano contenti di vederla. Da quella bestiola ella si faceva obbedire come da un grosso cane. Il cavallino saltava, montato da lei, gli

Pagina 27

Il romanzo della bambola

poco, perchè a lui erano serbate più carezze, e prodigate maggiori premure. Quando la Marietta lo vide, dichiarò ch'esso era anche più bellino di

Pagina 29

Il romanzo della bambola

quando passava sul suo puledro cosi piccolo, con dietro il servitore montato sur un cavallo grande. Gli occhi della gente erano tutti per lei. Le faceva

Pagina 35

Il romanzo della bambola

modo alla sua persona. I merletti dei piccoli capi di biancheria infantile diceva che li avrebbe staccati, tanto per la Camilla erano un lusso

Pagina 41

Il romanzo della bambola

recitava una piccola orazione insegnatale a scuola; poi ricominciava a lavorare. I giorni più tranquilli per lei erano quelli in cui i suoi genitori

Pagina 45

Il romanzo della bambola

, in cui alle memorie del passato s'univan le fantasticherie dell'avvenire. A dir vero, le memorie di codesta bambola non erano molte nè fino allora

Pagina 5

Il romanzo della bambola

c'erano specchi; ma le piaceva d'aver in testa quell'umile ornamento più assai di quando ci aveva tenuto lo spillo di brillanti; le piaceva non più per

Pagina 53

Il romanzo della bambola

calare del sole erano piccoli brividi a intervalli che le davano una scossa fredda in tutto il corpo. Ella badava a stropicciarsi le manine magre, che

Pagina 59

Il romanzo della bambola

di nuovo. Le forze le andavano sempre scemando; v'erano momenti ne' quali parlava tanto a fatica e con voce così fioca ed esile che appena si udiva

Pagina 67

Il romanzo della bambola

lei, per selve, per monti, per piani; ma ogni cinque passi, tàffete! eccotene un altro che mi si parava davanti per impedirmi il cammino. Erano, si

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Il romanzo della bambola

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Contessa Lara 18 occorrenze
  • 1896
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non c'era folla, perchè non tutti, a questo mondo, hanno quattrini da buttar via in oggetti di lusso. I più popolati erano i magazzini de' venditori di

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contadina; e questa, ridacchiando, li depose alla sua volta, nel proprio barroccino: quasi vuoto, perchè gli erbaggi e le frutta erano già stati venduti

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Il romanzo della bambola

Ma l'ottava s'arrestava a mezzo: Orlando non avea più voglia di proseguire; la Giulia appena appena avea voglia d'ascoltarlo: erano tutti e due in un

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la gloria - rumore sempre vano - che lo aveva accompagnato. Adesso, certo, erano presso a cambiar vita l'uno e l'altra; e peggio di quel ch'era loro

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velluto del suo antico palazzo di Roma. Non era passato neanche un mese da quando ella e Orlando eran capitati là su, che tutti e due già s'erano abituati

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Il romanzo della bambola

, l'idea del matrimonio non le era mai passata per la testolina vuota: neppure nel ricco negozio di Milano, dove erano fantocci Dio sa quanto più belli del

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ma delle quali, certo, non poteva profittare, perchè la sua natura non ne aveva bisogno; sì che a poco a poco gli ottimi bocconcini erano mangiati

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non lo maneggiavano; le palpebre le si erano chiuse da loro, come le si chiudevano sempre quando la coricavano supina; e così muta, immobile, pareva

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quanto tutti erano contenti di vederla. Da quella bestiola ella si faceva obbedire come da un grosso cane. Il cavallino saltava, montato da lei, gli

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poco, perchè a lui erano serbate più carezze, e prodigate maggiori premure. Quando la Marietta lo vide, dichiarò ch'esso era anche più bellino di

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quando passava sul suo puledro cosi piccolo, con dietro il servitore montato sur un cavallo grande. Gli occhi della gente erano tutti per lei. Le faceva

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modo alla sua persona. I merletti dei piccoli capi di biancheria infantile diceva che li avrebbe staccati, tanto per la Camilla erano un lusso

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Il romanzo della bambola

recitava una piccola orazione insegnatale a scuola; poi ricominciava a lavorare. I giorni più tranquilli per lei erano quelli in cui i suoi genitori

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, in cui alle memorie del passato s'univan le fantasticherie dell'avvenire. A dir vero, le memorie di codesta bambola non erano molte nè fino allora

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c'erano specchi; ma le piaceva d'aver in testa quell'umile ornamento più assai di quando ci aveva tenuto lo spillo di brillanti; le piaceva non più per

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calare del sole erano piccoli brividi a intervalli che le davano una scossa fredda in tutto il corpo. Ella badava a stropicciarsi le manine magre, che

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di nuovo. Le forze le andavano sempre scemando; v'erano momenti ne' quali parlava tanto a fatica e con voce così fioca ed esile che appena si udiva

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lei, per selve, per monti, per piani; ma ogni cinque passi, tàffete! eccotene un altro che mi si parava davanti per impedirmi il cammino. Erano, si

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