LUIGI CAPUANA C' ERA UNA VOLTA.... FIABE TREDICESIMA EDIZIONE AUMENTATA E RIVEDUTA DALL' AUTORE CON ILLUSTRAZIONI DI E. MAZZANTI
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, tutte le volte che il Re andò a caccia, non potè più tirare un sol colpo. La selvaggina era sparita, come per incanto, dai forteti e dai boschi. Non
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Passato un po' di tempo, ricomparve la solita vecchia. Era la fata comare della Reginotta di Spagna. — Maestà non vi affliggete. La Cecina è viva, e
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— C' era la strega.... Sta' zitto, allontànati; sento la strega che ritorna. Se per disgraziati trovasse, incanterebbe anche te. — Il Re corse a
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dove fiutavan le pedate. Ma per sua buona sorte era buio fitto; e l'Orco, cercato inutilmente per un po' di tempo, andava via chiamandosi dietro i
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E gli scatenò dietro i cento mastini di suo padre. Ma sì... il Re era sparito. Con quell'olio le carni della Regina tornarono subito morbide, e si
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sangue. C' era dentro un bambino piccino piccino: lei gli aveva schiacciata la testa! Il Re, visto quell' atto di superbia e il bambino schiacciato
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cavallo, la sollevò, e, visto che non s' era fatta nulla di male, cavò di tasca le poche monete che aveva e gliele mise in mano: — Vecchina mia, non
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, colla granata in mano, mentre tutto il popolo rideva, perchè Sua Maestà pareva proprio uno spazzino. — Con chi prendersela? La colpa era della sua
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accorto che gli era stato rubato l' anello, ed era uscito dal palazzo reale, piangendo la sua sventura. Fuori le porte della città avea trovato la
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bolliva. — Chi siete? dove andate? — La Reginotta cominciò a raccontarle la sua storia. — Zitta, zitta, chiacchierona! Zitta, zitta! — Era la pentola che
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: lei stessa non si riconosceva. Da che il mondo è mondo, non s' era mai vista una bellezza pari a quella. Tornò nella città, dov' era il Reuccio, e
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era più difficile. Fra tante migliaia di pesci va a pescare per l' appunto quello lì! Eppure bisognava pescarlo. Prese canna, lenza ed amo, e so n
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era trascorsa una settimana, che il Re riceveva un avviso: — Domani, allo spuntar del sole, si trovasse presso il bosco, colla Regina, con la corte e
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' era più. Si era rizzato di terra, si era ripulito il vestitino, ed era andato via, lesto lesto, come se nulla fosse stato. — Buon viaggio! — disse
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moglie e mandò a domandare la figliuola del Re di Spagna. Ma l' ambasciatore arrivò troppo tardi: la figliuola dei Re di Spagna s' era maritata il giorno
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chiamare la vecchia: — Quell'uovo era barlaccio. — Maestà, non può essere; la gallina avea fatto lo stesso giorno. — Eppure non è nato. — Bisognava lo
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In cucina gli tirarono il collo e lo messero a lessare. Appena la pentola diè il primo bollore: — Chicchirichì! — Il galletto era scappato fuori
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moglie: — Vi piacerebbe, figliuolo mio, la Reginotta di Spagna? — Maestà, dovendo sposare,.... vorrei sposare una pollastra! — Si era dunque sempre
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Il giovinotto non avea viso di presentarsi al Re; ma saputo che la Reginotta se l'era cavata con poche scottature, perchè tutti quei della Corte
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quel gonfiore sulle spalle, gli domandò: — Maestà, che portate addosso? — Porto la mia disgrazia! — E raccontò com' era andata. La Regina risolse di
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stanze reali? — Maestà, non è più lì. — Quando il Re apprese quello che sua moglie avea fatto, cominciò a strapparsi i capelli: — La loro rovina era
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. — La Reginotta, con quella pelle squamosa, era un orrore. La Fata gobba cominciò a strusciarla da capo a piedi, e in poco d' ora la mondò, in guisa
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rabbia che aveva, lo buttò via. La mattina dopo, apre un cassetto.... il soldo bucato era lì! — Soldaccio maledetto! Non ti voglio neppur vedere! — E lo
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Chi era? Non si vedeva nessuno. Si sedeva a tavola per mangiare? E gli portavano via il piatto: — Maestà, non si mangia! — Chi era? Non si vedeva
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— Bimbo mio, tu sarai Re! - E si era avverato. Stretta è la foglia, larga è la via, Dite la vostra, chè ho detto la mia.
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, più bella della luna e del sole. Non gli parea neppur vero! Intanto che cosa era accaduto? Era accaduto che i suoi ministri e il popolo ritenendolo
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mamma cagna. Non c' era mai stato verso d' indurla a dormire nel suo letto. La Regina, sentendole ripetere ogni giorno: — Mamma cagna, mangiate; la mia
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più quella schifosa testa di rospo; ma era così bella, che, al paragone, la Gigliolina, bella e bianca come un giglio, sarebbe parsa proprio una
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quelli che accorrevano al palazzo reale, ripetevano la stessa storia: — Che mi vale, Maestà, l'esser barone, se non ho da mangiare? Ma il Re, ch' era un
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gatti affamati, e stettero ad aspettare. Quando riapersero la stanza, Topolino non c' era più. E i gatti si leccavano i baffi, come se avessero
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era diventato un altro. Domandò umilmente perdono del male che gli aveva fatto, e conchiuse: — Giacchè questo è il volere di Dio, sposatevi e siate
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il motivo della loro venuta: — Questo povero disgraziato ha tentato tutti i mestieri e non è riuscito in nessuno. Si era anche messo a fare il
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quegli era già diventato un ranocchio e saltellava qua e là. Il povero padre rimase spaventato. Fàtti coraggio! — gli disse la vecchia. — Fruga in quel
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E bandì feste reali per otto giorni. Poi, siccome era vecchio, volle lasciare il regno. E il Re Pesciolino e la Regina Senza-orecchie regnarono a
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IL SOLDO BUCATO C' era una volta una povera donna rimasta vedova con un figliolino al petto. Era di cattiva salute, e con quel bimbo da allattare
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IL RACCONTA-FIABE C' era una volta un povero diavolo, che aveva tatto tutti i mestieri e non era riuscito in nessuno. Un giorno gli venne l'idea di
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SENZA-ORECCHIE C' era una 'volta un Re che avea una bimba. La Regina era morta di parto, e il Re avea preso una balila che gli allattasse la piccina
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TÌ, TÌRITI, TÌ C' era una volta un contadino che aveva un campicello tutto sassi, e largo quanto la palma della mano. Vi avea rizzato un pagliaio e
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arrivava a spuntare. Una bella giornata eh' era freddino, la Regina s' era messa davanti il palazzo reale per riscaldarsi al sole. Passa una
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si svegliò, non trovò più la Reginotta. Cerca, chiama per, tutto il giardino; nulla! La bimba era scomparsa. Come presentarsi al Re, che andava matto
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Re, e sentito: Bimbo mio, tu, sarai Re, la prese in mala parte, perchè non aveva avuto ancora figliuoli e ne era accorato assai. — Comarina, — le
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SERPENTINA C' era una volta un Re e una Regina. La Regina era incinta. Un giorno passò una di quelle zingare che van dicendo la buona ventura, e il
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, tra quelle rarità, l' albero che parlava non c'era. Con, questa pulce nell' orecchio, il Re non dormì più. Mandò corrieri per tutto il mondo in cerca
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pagnotte e le stiacciate bell' e cotte. Insomma non riposava un momento. Tizzoncino era sempre di buon umore. Un mucchio di filiggine; i capelli
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il pane della gente, e Tizzoncino, come la chiamavano, era attorno da mattina a sera: - Ehi, scaldate l' acqua! Ehi, impastate! — Poi, coll' asse
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RANOCCHINO Questa è la bella storia di Ranocchino porgi il ditino, e sentirete qui appresso perché si dica così. Si racconta dunque che c'era una
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IL CAVALLO DI BRONZO C' era una volta un Re e una Regina, che avevano una figliuola più bella della luna e del sole, e le volevano bene come alla
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accorsero da tutte le parti, e gli fecero ressa attorno. Lui cominciò: — C' era una volta un Re e una Regina, che non avevano figliuoli, e facevano voti e
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CECINA C' era una volta un Re, elle amava pazzamente la caccia, e per essere più libero di andarvi tutti i giorni, non aveva voluto prender moglie. I
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