qualcosina. Il libro era pieno di figure, inframezzate a' racconti. C' era, fra le altre, la storia d'un bastimento francese, narrata da un vecchio marinaro
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vicino e farci coraggio), c' era la famiglia Delpiano, composta solamente d' una giovane vedova, buona come un angelo, e del suo figlioletto Vittorio
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In casa Sernici era tornata la ricchezza di prima. Il conte, che aveva fatto coraggiosamente tanti sacrifizi, pur di pagare fino all' ultimo soldo i
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fiori di una forma inaspettata, dai colori vivi e smaglianti. La mamma di Rita e di Nello, ch' era una bella signora ancor giovane, e si chiamava la
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Moschino, lo abbiamo detto, era uno spiritello curioso, sempre in giro, sempre pronto a cambiar di luogo, con la smania dell'ignoto, con un desiderio
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era il mondo? Una carrozza a due cavalli che passava ratta come un baleno, e alcuni carri pesanti, carichi di pietre, che facevan tremare tutto il
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gli fece dar un balzo a dietro: era una lucertolina color di smeraldo, che corse via come se avesse visto il diavolo. - Chi sa che signore sarà, così
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come una grandinata. A un tratto, Moschino sentì accanto a sè qualcosa che lo solleticava leggermente. Si volse. Era un topo comune, d' un bigio cupo
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dov' era capitato per caso, gettatovi dal temporale, stimò una fortuna di poter barattare due parole con qualcuno della sua razza, e s' affrettò a
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sa come, egli si trovò di nuovo in giardino, sotto le piante, per quei lunghi viali che ora gli parevano eterni. Ogni cosa era bagnata dalla pioggia
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Ah, era proprio lui quel topolino! O Dodò, Dodò! come avevi ragione! I dentini gli battevano, non più per la gioia, ma per il freddo e per lo
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sempre più da presso: - Moschino! Moschino mio!... - Era la Rita. Un singhiozzo le rispondeva. Era Nello. La Letizia, anch' essa turbata, consigliava ai
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che gli facessero quel che volevano. Povero Moschino! Com' era brutto così, con la pelle rossiccia che gli si vedeva, spelacchiato, le orecchie basse
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peggio era che il pelo non gli sarebbe cresciuto prima d' un par di mesi!... Rimase lì fino a sera, quando la Letizia lo sorprese e lo portò a tavola. - Oh
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A questo punto Dodò tacque, perchè era l' ora del pranzo. Quel giorno la contessa stava meglio assai, e volle che i topini mangiassero sul letto con
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suo solito. Quanto a Bellino, così giuochino com' era, ebbe soltanto un successo di leggiadria, per il candore di neve della sua veste e per gli
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Ma Vittorio da quell' orecchio non ci sentiva; e continuò a dar la caccia alla Ninì, finchè sua madre non lo chiamò ..a pranzo. Era un ragazzo di
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cuore duro più del macigno. In quel momento una testa ricciuta di bimbo s' affacciò al balcone di dove la bestiolina era precipitata: era Vittorio. Gli
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queste birichinate! La Lilia, invece, è una sorcetta disamorata verso di noi! - Il ricordo della Ninì era sempre accompagnato di sospiri e rimpianti
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' era fatta pallida la punta del naso; la Lilia tremava per paura che suo fratello non assalisse quell' altro con tanti morsi, da lasciarlo lì mezzo
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La Lilia ubbidì, svelta, perchè sapeva che Dodò era buono e non abusava della propria forza; ma ch'era terribile quando qualcuno lo faceva montar su
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pure, era molto soddisfatto della sua divisa all' antica. Stava bene in quell' abito di panno turchino con le rivolte rosse e i galloni d' argento, in
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poco o molto, conoscevano i topini di Casa Sernici; e il nome della Lilia, la sorcetta tutta bianca, non era nuovo per nessuno di loro. Ma chi può
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ogni cura e premura, togliendo dal proprio piatto quel che c' era di meglio. Il latte, per Caciotta, fu a dirittura una rivelazione. Che differenza con
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quello che la circondava le era nuovo e le tornava gradito, si fece animo e, per curiosità, allungò la linguetta e cominciò a leccare. Bono
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gentilezza. A poco a poco Ragù s' era pienamente ristabilito in salute. I fianchi, prima scarni, che gli facevano due incavi, s'eran venuti arrotondando
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Un giorno la contessa Sernici e i suoi bambini erano a colazione; e c'erano anche i due topi, perchè la piccola Rita s' era messa in testa d
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badava a dire: - Fermi! fermi! State boni! Chetatevi! - Ma sì: era come dire al muro. Alla fine, vedendo che con le buone non c'era verso di farli
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Allora, ma allora soltanto, una testina nera e irrequieta s' affacciò timidamente di dietro un divano; fiutò l' aria in giro per sentire se c'era
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di Parigi la metà del bene che voglio a queste creaturine! - dichiarava la Rita, che pure, quand' era più bimba aveva adorata la stupenda puppattola
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studiava la letteratura con amore straordinario. Ma non era certo il valore morale di quei volumi che potesse importare a Dodò. A lui piaceva innanzi
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mezzo inclinato, tra un vapor denso che lo avvolgeva tutto: una gran macchia nera sopra, che voleva dire i nuvoloni; sotto era bianco, non c' era
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da fogna! - A poco a poco, a furia di tirate d' orecchie, la Lilia capì e si corresse. Ma era sempre d' un naturale un po' irrequieto; e quando non
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ciascun individuo di quella bizzarra famiglia di topi. Ninì, fra tutti, era davvero la più seria e malinconica. Fin da piccolina non ischerzava mai di suo
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. Perchè la Ninì era così triste, mentre tutti di casa le volevan bene tanto e la colmavano di cure e di carezze? Era affettuosa quanto mai, ma non dava baci
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soggiunse, volgendosi a Rita, che era felice di veder il suo grave babbo occuparsi dei sorcetti con tanta bontà: - Come gli dici tu, Rita, quando lo
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A quattro mesi Dodò pareva già un vecchio topo di tre anni, tanto era serio e ordinato in tutte le sue faccende. In uno scaffale della libreria s
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; ma glielo perdonavano in grazia della sua molta saggezza e del molto grasso che gli era venuto, da farlo parere un padre guardiano. Era un po' pigro
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speculazioni. Delle volte, mentre si torturava il cervello a trovar qualche accomodamento, d' un tratto sentiva un balzo su le ginocchia: era Dodò, che dal
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diè tanti baci, tanti baci, per dirle che proprio era contento d' aver morso quel soggettaccio, che tormentava gli uomini e trattava male le povere
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