Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Il romanzo della bambola

222181
Contessa Lara 30 occorrenze
  • 1896
  • Ulrico Hoepli editore libraio
  • Milano
  • paraletteratura - romanzi
  • UNICT
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ERA la sera dell'antivigilia di Natale. Una gioconda animazione regnava in tutte le vie di Milano: i magazzini fiammeggiavan di lumi; una gran folla

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facile che non si sa come ci possa essere della gente cattiva, quando, delle volte, una sola parola basta per consolare il proprio simile. Intanto era

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, pensosa. È proprio vero che Dio non abbandona mai chi soffre. Quando la Marietta s'era scordata di lei per il puledro, ecco che ad amarla con tutto il cuore

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Ma non era scritto nel libro del destino che la Giulia dovesse finir così: perchè anche le bambole, come noi e come le bestie, hanno, a quanto pare

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che non chiede da mangiare - diss'egli, respingendoli un'altra volta nel carretto. Rise anche la donna, perchè, secondo lei, il motto era assai

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- La pace? È dunque la pace più desiderabile di tante belle cose, perfino del pane? - si chiedeva con un sospiro represso la Giulia. Era una faccenda

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La vita, là su, era davvero tranquilla. Nannina e Lucietta, avvezzate ammodo dalla madre, che intendeva crearne due buone massaie, da fare, col tempo

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sorella, o la riprendeva perchè avea sbagliato; ma con buon garbo; tanto che fra loro non c'era mai una questione. Se alzavan la voce, era per cantare; e

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Al mattino seguente, la Marietta non ebbe bisogno, come al solito, d'essere svegliata; era appena giorno quando lei stessa chiamò la governante

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, degli spettacoli al teatro; sicchè l'unica sua compagna era la bambola, che la distraeva senza stancarla. Appena sveglia, ella stendeva la mano e se la

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ostacoli, ballava la polka, camminava ritto su le zampe di dietro, s'inginocchiava; poi quando ella era discesa, faceva il morto. - Shake hand

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babbo; quello era arabo, un cavallo particolare, che non tutti, anche pagandolo a peso d'oro, avrebbero trovato. A forza di cercare, viaggiando per i

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spoglia da molte ore. A volte, un passo rapido e leggiero attraversava d'improvviso la stanza dove giaceva la Giulia. Era la Marietta; la bambola la

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- Allora, con questo velluto me ne faccio la guarnizione d'un mantello per me - finì col dire la Cerchi. Quasi di tutto era così: osservava la roba

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Giunta che fu a casa, Camilla s'affrettò a chiudersi nella sua cameretta con la Giulia. Era una stanza delle più modeste, mobiliata d'un lettino a

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la piccola mano additava; e la bambola gli parve carina davvero. Era quasi alta un metro, vestita d'un costume celeste, da ballo. Su' capelli

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Ma, in vece, Camilla, che non era affatto ghiotta, pensò subito di comprare con quel soldo una cosa alla Giulia. Che cosa? Questo era il difficile

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, era costretta a fermarsi un istante, per ripigliar fiato. A scuola, le maestre, notando il suo pallore e la stanchezza di tutto il piccolo corpo, le

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... Liberata! - chiamò Camilla e fece l'atto di voler sedersi sul letto, senza però riuscirvi. La vecchia serva abruzzese, era lei, accorse e baciò più

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quando, un rumor di voci e di passi giungeva fino a lei, dal resto della casa. Ma subito le voci s'affievolivano; s'allontanavano i passi; non era, no

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Una volta, dinanzi all'uscio serrato della cameretta di Camilla, dove nessuno s'era più fatto vivo, la Giulia udì proprio fermarsi gente; e la chiave

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storti, e la tunica fu messa su; quindi la bimba trovò in un sacco, giù in bottega, un pezzetto di gallone da tenda che una volta era stato dorato, e Io

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le era rimasto un gran desiderio d'affetto: ma un affetto che non poteva aver che fare con la Rachele. - Fortuna che non dovrò mai dire t'amo a

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- È matto! - disse la Giulia fra sè, seguitando a fissare co' suoi larghi occhi azzurri l'individuo che le stava davanti. Costui era armato di

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voce, a quella figura, la povera Giulia si senti quasi venire le lagrime agli occhi. Chi era quest'Orlando che le parlava cosi minaccioso? E proprio

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burattini, i più famosi guerrieri, le più belle dame che fossero mai state al mondo. C'era Rinaldo di Montalbano, c'era Rodomonte, c'era Sacripante

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- Il male era, capisci, che quasi tutti i cavalieri, cristiani e pagani, eravamo innamorati d'Angelica. Pensa che vita! Lei mi fuggiva; io dietro a

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tirava buccie di cocomero, in segno d'ammirazione; ma, in tanto, Angelica fuggiva, e non c'era più verso di rintracciarla. - Un profondo sospiro s'esalò

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sola corona di Carlo Magno valeva di più. Girammo ancor qualche mese per la Ciociaria, per i castelli romani: ma cosa vuoi? Il nostro padrone non c'era

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sento che per Angelica avrei fatto non so che cosa! Lei non si meritava nulla, questo è vero, ma in somma... - Era poi bella di molto, codesta Angelica

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