Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Risultati per: era

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Ma quella disgraziata sorella nostra!... Povera Rosalia!...  Era  la nostra gioia, povera piccina... Le volevamo bene come a
povera piccina... Le volevamo bene come a una figlia, tanto  era  più piccola di noi tre... Anche la mamma: era la sua
figlia, tanto era più piccola di noi tre... Anche la mamma:  era  la sua favorita, un tempo...
marchesa  era  così inquieta....
aveva beni di fortuna, non  era  nobile...
 era  la mia!... Ne sono passati degli anni!...
non si sbaglia compar Alfio.  Era  lui, Turiddu!
no; non  era  mai più stato così dolce come prima! Era stata una passione
no; non era mai più stato così dolce come prima!  Era  stata una passione sovrumana, una vera fusione di anime, il
ma avevano provata un'esultanza immortale! Come tutto ciò  era  potuto finire? E che cosa, dopo dieci anni, quando tanta
finire? E che cosa, dopo dieci anni, quando tanta cenere si  era  accumulata sul fuoco, poteva aver spinto quella donna a
aver spinto quella donna a rivolgersi ancora a lui?... Si  era  ella pentita dei suoi sospetti? Un caso fortuito, come era
era ella pentita dei suoi sospetti? Un caso fortuito, come  era  accaduto a lui stesso, glie ne aveva rivelata tutta
e leggerla; ma, in quella sovraeccitazione cerebrale a cui  era  in preda, trovava una specie di strana voluttà a prolungare
una specie di secreta, di inconfessata paura...  Era  egli tanto sicuro di sè da poter sentire impunemente tutto
sentire impunemente tutto ciò che ella gli avrebbe detto?  Era  ben sicuro che il fuoco di quell'amore fosse tutto ridotto
come al soffio vivificatore dell'ossigeno?... Egli non  era  più giovane, gli anni erano passati anche per lei; ma, non
dal lungo silenzio, intanto che l'ora del desinare  era  trascorsa, gironzava nella stanza attigua. La sera era già
era trascorsa, gironzava nella stanza attigua. La sera  era  già discesa, soavissima. Ora sarebbe stato impossibile di
profitto da questo nuovo pretesto di ritardo, il Landini si  era  tolto dalla finestra, e rovesciatosi sopra un divano, aveva
Dal giustificarla, ad accusare sè stesso, il passaggio  era  meno facile; nondimeno egli lo compì. Trovava di non avere
cercato di lei, quando il motivo di quella rottura gli  era  stato fatto intravedere. Allora sarebbe stato dover suo
bugiarda, far rifulgere la propria innocenza. Il dover suo  era  di non abbandonare quella donna, suo malgrado! Chi gli
Chi gli diceva, infatti, che il tradimento di cui ella si  era  creduta vittima, non l'avesse spinta a rappresaglie; che,
lo vinceva, a poco a poco, pensando a tutto quello che  era  stato fra di loro, a quel romanzo bruscamente troncato e
quella lettera improvvisamente pervenutagli, quando egli si  era  già rassegnato all'assurdo, era la parola che avrebbe tutto
quando egli si era già rassegnato all'assurdo,  era  la parola che avrebbe tutto spiegato. Egli riconosceva a
l'indole fiera, appassionata, di quella donna di cui si  era  fatto un tipo ideale. Si era creduta offesa, e nulla era
di quella donna di cui si era fatto un tipo ideale. Si  era  creduta offesa, e nulla era valso a piegarla; ora, dopo
si era fatto un tipo ideale. Si era creduta offesa, e nulla  era  valso a piegarla; ora, dopo l'espiazione di tanti anni, ora
reggeva affacciandosi all'uscio, il Landini si accorse che  era  già notte fatta. - Si sente male, signore?... - chiedeva
non fosse ammattito, perchè all'annunzio che la zuppa  era  in tavola, lo aveva guardato con occhi stralunati, come uno
gli occhi. Credeva di aver sognato, tanto quella lettera  era  incredibile, tanto egli era rimasto male! Che grossolana
sognato, tanto quella lettera era incredibile, tanto egli  era  rimasto male! Che grossolana illusione era stata la sua!...
tanto egli era rimasto male! Che grossolana illusione  era  stata la sua!... Gli anni erano davvero passati, se quella
la sua!... Gli anni erano davvero passati, se quella donna  era  così mutata, se scriveva di quelle lettere, se domandava
il carattere di lei, mentre, appena scorta la lettera, gli  era  mancato il respiro! E diceva di sapere che egli si era
gli era mancato il respiro! E diceva di sapere che egli si  era  divertito, mentre quell'imagine gli era stata sempre
sapere che egli si era divertito, mentre quell'imagine gli  era  stata sempre inchiodata nel cuore, come un rimpianto, come
come l'aspirazione di tutta la sua vita!... Ma, dunque,  era  realmente mutata quella donna, o era stata sempre ad un
vita!... Ma, dunque, era realmente mutata quella donna, o  era  stata sempre ad un modo e soltanto la sua fantasia di
Landini scrollò le spalle, sedendo a tavola. Il suo romanzo  era  finito, definitivamente; e quella lettera ne rappresentava
il cognato  era  moribondo... Gli avevano portato il viatico poco fa...
mamma l'avrebbe maritata...  Era  la sua prediletta!... Ma con un altro...
ler sera  era  ancora qui. L'hanno visto a due ore di notte.
della sua camera alta, Cosima sognò la nonnina. La nonnina  era  viva, tale quale s'era lasciata vedere l'ultima volta, col
profittare mai del tesoro equivoco di Elia. Si vedrebbe se  era  una nana o una gigantessa. Verso la nonnina Cosima aveva un
la nonnina Cosima aveva un rimorso. L'ultima volta che  era  venuta a far visita in casa, ella non le aveva dato il
E d'un tratto, voltandosi, Cosima vide che la nonnina  era  vestita da sposa, con un costume di orbace, scarlatto e
un costume di orbace, scarlatto e broccato: il grembiale  era  ricamato a vivi colori, sulle punte davanti del corsetto
adesso, sí, sembri davvero una fata." Ma perché la vecchina  era  vestita cosí? "Ho ritrovato il nonno Andrea, e adesso siamo
Cosima non lo aveva conosciuto, ma sapeva che anche lui  era  un giorno arrivato di lontano, chi diceva da Genova, chi
aspra piena di macchie e di bestie selvatiche. Anche lui  era  selvatico, ma tanto buono che gli uccelli gli si posavano
gatti selvatici gli facevano compagnia. La gente diceva che  era  un po' matto; ma con questo nome la gente spiega il mistero
della nonnina viva le destava, adesso le appariva chiaro:  era  l'apparizione dello spirito sognatore del nonno, di cui la
ancora innamorata portava l'immagine, nella pupilla, e che  era  anche l'immagine di lei, di Cosima sognatrice. Ma nessuno
Ma nessuno le aveva mai raccontato chiaramente donde egli  era  venuto; pareva che neppure la madre lo sapesse con
paurosa: ma il nonno, questo ella lo sapeva benissimo,  era  morto povero in canna, lasciando nella sua capanna una
da un paese di mare, sí, dove la gente è buona, e suo padre  era  pescatore: Andrea però non amava il mare perché troppo
che vengono venduti e divorati anch'essi quasi vivi: certo,  era  un po' sempliciotto, ma buono, cristiano e dolce. Giunse
gli dava dei colpetti su la testa e su le guance quand'egli  era  voltato di là e non poteva accorgersi a chi appartenesse la
alla meglio; poi aveva ricorso dalla mamma, che si  era  messa a ridere e non gli aveva dato retta; allora gli era
era messa a ridere e non gli aveva dato retta; allora gli  era  balenata un' idea, che gli parve stupenda. Zitto, zitto,
balenata un' idea, che gli parve stupenda. Zitto, zitto,  era  corso in camera del babbo, s'era messo in testa il berretto
aveva preso la valigia sempre pronta per ogni occasione, ed  era  comparso con aria che voleva essere terribile, impacciato
pregarlo di non abbandonarle... E invece le sorelle, chi si  era  rimessa a leggere, chi a lavorare di ricamo, chi stava a
meravigliato, stupito che lo lasciassero andar via. Gli  era  parso anzi che gli ridessero dietro. — La carrozza è pronta
presso il tavolino, al posto dove s'era seduto il nano.  Era  tutto vestito di nero, con la cravatta rossa, ed ebbe cura
scarpini gialli bene annodati. Lo guardai bene in viso;  era  quasi un bell'uomo: arcigno e nero, ma quasi bello: sì, di
un senso di allegria. Egli se ne accorse; non si sdegnò; lo  era  già tanto! però mi parve che dentro i suoi occhi foschi
ride bene chi ride l'ultimo. Intanto al rumore dei passi  era  venuta fuori Ia zia; pareva si fosse preparata per questa
che qualcuno voleva comprare il mio terreno e che il Tobia  era  incaricato della mediazione. Domandai subito quanto
momento più opportuno non si poteva trovare. In fondo  era  sempre un desiderio di vendetta che mi spingeva contro di
come per dirmi: - Giacchè sei tu a volerlo, parlo. Forse  era  venuto con quella sola intenzione, ma voleva salvare le
come l'altra volta, come si trattasse di cosa non mia. Ed  era  forse mio, il terreno? No, non era più mio. La zia lo
di cosa non mia. Ed era forse mio, il terreno? No, non  era  più mio. La zia lo difendeva, l'altro lo voleva, - o, per
suoi, e poichè se ne presentava I'occasione. E l'occasione  era  questa: che realmente qualcuno, sapendo dell'ipoteca che
terreno, s'era rivolto a lui per la mediazione. L'offerta  era  superiore al valore del terreno: perchè non accettarla?
Benigna aveva dato una vampata; giacchè il fuoco le si  era  appiccato sin dal primo istante, quella sera che,
aveva visto Zitu davanti al letto e aveva saputo che  era  stata portata da lui in collo, fino a casa, come una
collo, fino a casa, come una bambina malata. Donna Sara si  era  sùbito accorta di qualcosa, ma era stata zitta. - Guardia
malata. Donna Sara si era sùbito accorta di qualcosa, ma  era  stata zitta. - Guardia municipale non è un bel mestiere -
- Ma, se il patriarca San Giuseppe vuole così!... Anche lei  era  abbagliata dalla divisa e dai luccicanti bottoni di rame e
non ci deve più venire nessuno! Quel nessuno, si capiva,  era  Zitu. - Perchè? Che cosa significa? - osò di domandare
mantenuto il segreto della loro gentile congiura. Non  era  passato un solo giorno che non ne avessero parlato insieme,
accorgesse? — Se se n'accorgeva, il meglio della sorpresa  era  bell'e ito, e il loro piacere dimezzato. Pensa e ripensa,
incoraggiata a star fuori di casa più a lungo, Neo, che  era  un demonio e ne faceva di tutti i colori e aveva sgridate
sgridate ogni momento — e anche busse, quando capitava — si  era  ridotto a star cheto come l'olio. La mamma non lo
bambino, sua disperazione, povera donna! Lo strattagemma  era  riuscito. Vedendo che per conto dei bambini poteva star
ed amiche di antica data. Due giorni avanti la festa, Neo  era  irrequieto. Appena uscita la mamma, egli correva al
E andavano a riporre l' involto. La vecchia Maddalena  era  già stata messa parte della congiura. Quella mattina
la cosa procedeva benissimo e che niente del loro segreto  era  trapelato. — Maddalena non ci tradire! — Silenzio,
con me.... Tutto il piccolo armadio della stanza da letto  era  stato dedicato a lui; le sue lettere erano riunite in
dolci parole per esprimerle la gratitudine di cui  era  pieno. - Guarda quante lettere, in due mesi appena! - disse
fatto a pronunziarle. Cento volte aveva tentato, ma non gli  era  ancora riuscito. Il pensiero di addolorare, di offendere
di offendere anche con dubbii atroci la donna amata gli  era  stato insostenibile. Come dire a colei che gli confessava
il proprio amore: Tu pensi ad altri? Egli intuiva che non  era  vero; che, se vera, sarebbe stata una cosa mostruosa, da
non che l'amore, la stima; ma di quella cosa mostruosa egli  era  arrivato ad ammettere la possibilità. Il passato di quella
ad ammettere la possibilità. Il passato di quella donna  era  una macchia, e quella macchia si allargava, si diffondeva,
atroce, insinuante, rinascente non sì tosto scacciato, gli  era  penetrato nell'anima, non gli dava più quiete.... Ella
diceva di amarlo; quali prove, infine, glie ne aveva dato?  Era  venuta a cercarlo quando egli era fuggito.... Per qualcun
glie ne aveva dato? Era venuta a cercarlo quando egli  era  fuggito.... Per qualcun altro ella aveva disciolta una
le prove più eloquenti, e quando egli le aveva chiesto se  era  stata mai amata così, gli aveva risposto: Una volta! Una
ricordo, se tutto quello che egli aveva fatto per lei non  era  bastato a vincerlo, ad eclissarlo? Quali altre prove di
prove di amore doveva egli darle per dimostrarle che si  era  ingannata, che mai era stata amata così?... Una volta!... E
egli darle per dimostrarle che si era ingannata, che mai  era  stata amata così?... Una volta!... E le altre? Le altre
Una volta!... E le altre? Le altre volte, dunque, non  era  stata amata; lo riconosceva implicitamente lei stessa! E la
inverisimile diventava la sua presuntuosa vanteria... Ed  era  dunque possibile? Ella sarebbe discesa fino a quell'essere
a quell'essere abietto? Ed egli avrebbe amata una donna che  era  stata del Sammartino?... No, no; non era possibile, era
una donna che era stata del Sammartino?... No, no; non  era  possibile, era un'aberrazione dello spirito ammalato, era
che era stata del Sammartino?... No, no; non era possibile,  era  un'aberrazione dello spirito ammalato, era un incubo
era possibile, era un'aberrazione dello spirito ammalato,  era  un incubo prodotto dalla impotente gelosia di quel passato
aveva dunque ragione? Perchè gli aveva dette quelle parole?  Era  anch'egli stato un amante della baronessa?... Ah! delirava,
se mai, più cara - sì, le stesse parole di colui - ed  era  sincero anche in quel momento che le rinfacciava il suo
per un altro più di quello che aveva fatto per lui!...  Era  dunque un egoista; nient'altro che un egoista
egoista; nient'altro che un egoista sofisticatore?... No;  era  che egli non la sentiva più sua, più tutta sua; che
memoria se non nel cuore di lei; che i fatti dai quali  era  stata ridotta nella condizione in cui l'aveva trovata erano
trovata erano di quelli che lasciano indelebili traccie.  Era  finita, l'amore non era più possibile; quella donna era
che lasciano indelebili traccie. Era finita, l'amore non  era  più possibile; quella donna era indegna d'un amore come il
Era finita, l'amore non era più possibile; quella donna  era  indegna d'un amore come il suo; a momenti avrebbe voluto
metterla alla tortura per farle confessare che Sammartino  era  stato il suo amante, per avere il diritto di disprezzarla,
- Fatene quel che volete. D'un movimento istintivo egli si  era  gettato sulla valigia come sopra una preda. Erano dunque lì
aveva cominciato per non curare e che, suo malgrado, gli si  era  imposto inesorabilmente, fino a farlo dubitare di
irrefutabili, dinanzi a quelle indelebili traccie che si  era  lasciato dietro.... E quando pure egli avesse stracciato ad
poteva nessuno contro quella fatalità. Chi, chi mai ne  era  stato la causa?... Ah! avere fra le mani uno di quegli
la pace! Cogli occhi accesi, febbrilmente, Andrea si  era  messo a disfare i pacchi, di cui la valigia era piena. Le
Andrea si era messo a disfare i pacchi, di cui la valigia  era  piena. Le lettere ricascavano da tutte le parti, si
si rialzò di scatto. Il suo primo pensiero fu che ella  era  impazzita. - Costanza! Costanza! E fece per avvicinarsi.
le nari aperte, gli occhi sfavillanti, la baronessa  era  bella d'una fiera e selvaggia bellezza. Al colmo
Alla baronessa Costanza di Fastalia, sue adorabili mani.  Era  il carattere del cavaliere di Sammartino. In quello stesso
aveva cercato, avidamente, il ritratto di Elvira. Non  era  insieme alle lettere, come non era unito alle ardenti
ritratto di Elvira. Non era insieme alle lettere, come non  era  unito alle ardenti parole della dedica; nè altro chiudeva
dalla mente di suo marito quei ricordi. E con altri ricordi  era  possibile l'amore pieno, illimitato come se lo era
ricordi era possibile l'amore pieno, illimitato come se lo  era  immaginato lei? Se i suoi baci succedevano ad altri baci,
ripetizione di cento e cento altre dette prima, che cosa  era  ella dunque se non l'ultima arrivata, la grama viaggiatrice
consolarla, ma che invece aggiungeva amarezza ad amarezza.  Era  questa la persuasione che Alberto non aveva corrisposto
dimenticati, quella dedica appassionata che egli non si  era  menomamente curato di aggiungere al ritratto, e la taccia
pari della salamandra, insensibile a qualunque fiamma. Non  era  dunque per esaurimento di passione che mostravisi nemico
de' suoi principii. Egli amava Marta nel solo modo che gli  era  possibile di amare. Poteva ella lagnarsene? No, no, sarebbe
lampo  era  passato negli sguardi del maestro Albani. Il Natali, senza
sguardi del maestro Albani. Il Natali, senza far rumore, si  era  alzato, aveva scelta una tela e dispostala sul cavalletto
aveva scelta una tela e dispostala sul cavalletto si  era  nuovamente seduto dinanzi ad esso con la tavolozza passata
me ne ricordo! - e, preso posto dinanzi al cavalletto, si  era  messo di nuovo a studiare la figura dell'amico. - La
fu composta in un'ora - riprese l'Albani. - Dissero che  era  una rivelazione; credo che abbia fatto il giro d'Italia. A
Un mese dopo, il 20 maggio, la nostra muta promessa  era  compiuta.... - Come fu? - chiese il Natali che, lavorando
l'acqua della cantina nella strada. Anche la strada  era  diventata un torrente; l'orto uno stagno: si aveva
grosse gocce di rugiada parvero cadere da quel fiore:  era  ardente, però, quella rugiada; e Cosima ne sentí anche il
disse la madre, con voce rauca. E la parente andò a vedere:  era  morta Giovanna, la piú bella di tutte le cinque sorelline.
Dopo la morte di Giovanna, l'umore della mamma cambiò.  Era  stata sempre seria; adesso diveniva melanconica, taciturna,
di un dovere dal quale non si aspetta nessun premio.  Era  giovane ancora, bella, ben fatta, sebbene di piccola
mistero della sua tristezza derivava dal fatto ch'ella si  era  sposata senza amore, ad un uomo di venti anni piú vecchio
come quello della divinità. Inoltre la famiglia della mamma  era  tutta un po' strana. Il padre, d'origine straniera, chi
di una casa e di un piccolo podere nella valle, si  era  ritirato in questo, in una capanna, e viveva da eremita,
perché la loro piccola madre li educava santamente: uno  era  prete, l'altro segretario comunale in un paese del
aveva messe a letto ed  era  andato a letto anche lui, dopo aver governato l'asino e
che la legge gli dèsse torto; infatti la tutrice  era  colei, la sola parente. — Bella legge! Dà la pecora in
non le stimava più sangue altrui. Lui, la sua casa, tutto  era  tornato a rivivere con quelle due creature, che ora gli
staccato, come si vedeva, da una lunga lettera. La carta  era  sottile, rasata; la calligrafia femminile, diceva: «mai,
me lo hai messo tu e ribaciandole lo risento.» Il rimanente  era  stracciato. Quel brano di lettera bruciava nelle mani di
non vi fosse un dato positivo, ella sapeva già a chi  era  stata diretta, e i pochi o molti anni trascorsi, non
indirizzate: fin dalla seconda lettera il nome d'Alberto  era  scritto e ripetuto con una compiacenza raffinata, con una
gettò questa lettera in un canto. Il suo interesse  era  per le prime, per quella Elvira appassionata che non
insieme, le mani frattanto le tremavano e la sua testa  era  in fiamme. Fu distratta un'altra volta da un bigliettaccio
una donnaccia che dava del tu al suo Alberto, e che da lui  era  stata guardata, preferita, amata forse - e senza forse
piccolo pacco. La prima, l'unica che avesse una mezza data,  era  questa:
sul contraccambio. Sapeva che egli aveva vissuto, che  era  stato di altri, che le rughe solcanti la sua fronte
Non le aveva dato certo prove di amore caldo e sincero? Non  era  tornato, con forze cresciute, al lavoro? Non aveva
alla nuova vita che si agitava nelle sue viscere!... Tutto  era  stato inutile! Tutti i suoi sforzi erano stati invano
i suoi sforzi erano stati invano sprecati! L'amor suo non  era  bastato! Quando egli le aveva detto di amarla, non aveva
il suo spirito alla disciplina di studii severi. Egli  era  venuto, e il sole aveva sorriso!... Come pretendeva ella di
che vi mantiene in vita? Non viveva ella per lui, non  era  ella la sua creatura, la sua cosa?... "L'amore!... le
quelle grosse parole; ella sapeva soltanto che egli  era  il suo culto, che bisognava stargli innanzi in ginocchio,
aspettando l'elemosina di un suo sguardo benigno. Egli  era  fatto per una vita di comando e di gloria; ella per
gloria; ella per l'abnegazione e per il sacrifizio. Egli si  era  abbassato fino a raccoglierla, bisognava adorare quelle
avrebbe voluto essere lei, sollevarla dalla bara in cui  era  stata composta, spirarle la sua propria vita, per ridarla a
dello spettacolo della sua felicità.... No, la morta non  era  da compiangere; la morta era degna d'invidia! Ella avrebbe
felicità.... No, la morta non era da compiangere; la morta  era  degna d'invidia! Ella avrebbe voluto essere morta ed essere
amata rendeva ancor più potente!... No, la morta non  era  da compiangere; da compiangere era lui, ridotto a
No, la morta non era da compiangere; da compiangere  era  lui, ridotto a combattere contro tutto ciò che cospirava
cospirava per portargli via la sua pietosa memoria. Infine,  era  una colpa se la povera morta aveva ancora un posto nel suo
un posto nel suo cuore? Come essere gelosa di chi non  era  più?... Se ella avesse osato!... Gli avrebbe parlato di
mia buona!... Le loro teste si confusero di nuovo. Come  era  già buio, egli non potè vedere gli occhi di lei, dove
Catalani non poteva darsene pace!  Era  lei, proprio lei che ricusava recisamente di sposarlo! Chi
piena di reticenze e come spaventata dinanzi a lui? Vi  era  di mezzo un mistero, qualcosa d'incomprensibile. Aveva
prima di prendere quella determinazione! Certo, Maria non  era  la donna adattata ad essere la compagna della sua vita; non
non lo avrebbe reso felice come intendeva lui, questo se lo  era  detto tante volte, dappoichè non poteva esserci fra loro
per la diversa condizione in cui ciascuno di loro  era  nato e cresciuto.... Ma ella era così buona, così devota a
in cui ciascuno di loro era nato e cresciuto.... Ma ella  era  così buona, così devota a lui, così dolce e retta, che egli
docile, tenerissima e questo doveva bastargli. Eppoi, vi  era  di mezzo quella creaturina, la vera causa della sua
sì, sentimentalismi, se volete, ma la sua anima, in cui  era  tanta alta idealità, e come una specie di misticismo, non
indicibile provato per la soave ed umile fanciulla che si  era  abbandonata a lui, inconsapevolmente forse, ma sempre
loro vita. Il pensiero di sposare la giovane contadina gli  era  venuto subito dopo la nascita della figlioletta, ma non
sicuro del fatto suo, per non fare tre disgraziati. Si  era  perciò allontanato dal villaggio in cui era andato per
disgraziati. Si era perciò allontanato dal villaggio in cui  era  andato per certi studî, e dove era poi rimasto per più di
dal villaggio in cui era andato per certi studî, e dove  era  poi rimasto per più di un anno, non volendo lasciare la
un anno, non volendo lasciare la Maria in quello stato....  Era  tornato in città, aveva ripresa la sua vita consueta, aveva
stati infelici tutti e due.... Egli aveva tentennato,  era  stato ancora irresoluto, in lotta con la sua coscenza, ma
per istallarsi un po' più comodamente... Invece tutto  era  sfumato dinanzi alla inaspettata resistenza di Maria,
Allora, Roberto Catalani volle rimaner solo con lei:  era  sicuro di persuaderla, e pregò il padre e i fratelli di
lui, dicendole che il suo dovere di donna veramente onesta  era  appunto quello di cancellare la colpa, se colpa vi era, ma
era, ma che il solo mezzo vero e santo per raggiunger ciò  era  di divenire sua moglie, e di far sì che la piccola Ghita
con le lagrime agli occhi: Ma dunque, non aveva cuore? Si  era  ingannato nel credere che gli fosse affezionata, che fosse
buona, che volesse bene almeno a quella creaturina che  era  sangue suo... Lo facesse per lei, per lei... Che cosa era
era sangue suo... Lo facesse per lei, per lei... Che cosa  era  accaduto? Perchè la trovava tanto cambiata? Quando era
cosa era accaduto? Perchè la trovava tanto cambiata? Quando  era  partito, l'aveva lasciata affettuosa, innamorata,
senso morale, e l'avrebbe stritolata con le sue mani, tanta  era  l'ira, I'angoscia, il disgusto che sentiva bollire dentro
ad essere evidente: il bel colorito roseo, sano, di prima,  era  scomparso e un pallore unito, senza sfumature, dal tono
come velato e invecchiato precocemente dalla tiratura che  era  agli angoli della bocca, dalla mancanza di ogni vivacità,
suoni nasali; il gesto, una volta pronto e vivacissimo, si  era  fatto sobrio e lento; le mani rimanevano spesso incrociate
profumo agreste di gioventù florida, spensierata, che gli  era  piaciuto tanto in lei, era scomparso, e ritrovava, dopo
florida, spensierata, che gli era piaciuto tanto in lei,  era  scomparso, e ritrovava, dopo pochi mesi soltanto, un essere
soltanto, un essere avvizzito di corpo e di spirito, su cui  era  passato un soffio distruggitore che ne aveva disseccata la
da una punta di rimorso: non avrebbe dovuto lasciarla; egli  era  responsabile di tutto.... Bisognava condur via subito lei e
ora, per forza, giacchè non poteva per amore. Finalmente,  era  la madre della sua bambina ed aveva l'obbligo di seguirlo:
la madre della sua bambina ed aveva l'obbligo di seguirlo:  era  così giovane, così semplice, che tolta di lì si sarebbe
si sentì inondato da una grande tenerezza: la bimba  era  bella, sana, tenuta bene, ed era sua... tutta sua,
grande tenerezza: la bimba era bella, sana, tenuta bene, ed  era  sua... tutta sua, dappoichè la mamma l'aveva rigettata, con
rigettata, con una crudeltà indegna perfino di una belva.  Era  possibile che una madre, dopo averla baciata, rinunziasse
tutta la vitalità naturale dei migliori anni giovanili! Vi  era  da andarne orgogliosi, da tenersela come un tesoro
fuori, sull'aia, che incominciava ad annottare. In cucina  era  stato acceso un lume, se ne vedeva il chiarore fioco
accendere il fuoco, chino sul focolare basso e largo, ove  era  appeso il paiuolo. - Chiamatemi la Maria, fatemi il piacere
mano che se n'era andata. La donna con la bambina in collo,  era  rimasta ritta, nel vano dell'uscio illuminato. Il vecchio
vista, l'ha vista; quelle mura agguantano, ma non rendono;  era  tanto che lo diceva, stasera poi s'è decisa... Per me, non
metto nè sale nè pepe: guà, chi si contenta gode... Roberto  era  rimasto sbalordito: questa poi non se l'aspettava... La sua
in viso, capite? Me l'hanno ammazzata... se vedeste...  era  un fiore... e la mia bambina, la mia povera bambina non
un agnellino sperduto: guardando meglio si accorse che  era  un bambino, avvolto in una vecchia sciarpa di pelo nero;
a tempo a scansarsi, si fermò di botto. Davide però non  era  un uomo curioso, nè si turbava facilmente: adesso poi, dopo
dopo la morte in guerra del suo unico figlio diciottenne,  era  diventato ancor più duro, col cuore arso da una invincibile
della strada: ma ii cavallo, per la prima volta dacchè  era  suo, non gli obbediva; non andava avanti: sollevava e
riflettessero il luminoso cielo del crepuscolo. Davide non  era  uomo da commuoversi neppure per questo. Non amava i
non aver quasi mai accarezzato e baciato suo figlio quando  era  piccolo: e questo rimorso, come tutti i rimorsi veri,
già presso alla soglia della vecchiezza, la passione  era  divampata subitanea, irresistibile, divorante. Quando era
era divampata subitanea, irresistibile, divorante. Quando  era  stato presentato alla baronessa Costanza di Fastalia, in
su tutta la sua vita. Subito dopo, un'esultanza gli  era  entrata nell'anima. Conosceva dunque da vicino, e avrebbe
soltanto che aveva posto piede a Napoli, ed alla quale si  era  spesso sorpreso di pensare con un segreto sentimento di
aver chiuso da molto tempo e per sempre l'èra delle pazzie,  era  bastato il dolcissimo sguardo che la baronessa gli aveva
le derisioni, le malignità di tutta Napoli. Che cosa vi  era  stato nella vita della baronessa? Andrea Ludovisi non lo
Andrea Ludovisi non lo sapeva con precisione; sapeva che  era  da molti anni divisa dal marito, che si parlava di parecchi
divisa dal marito, che si parlava di parecchi amanti, che  era  stata a lungo fuori di Napoli, dove il soggiorno le era
che era stata a lungo fuori di Napoli, dove il soggiorno le  era  divenuto, un tempo, impossibile. Di più il Ludovisi non
al Gran Caffè, fra una comitiva di conoscenze, il discorso  era  caduto su di lei, egli fu visto andar via di furia, senza
Fastalia, i segni non dubbii di una viva simpatia per lui.  Era  gratitudine per il rispetto di cui si vedeva circondata?
gratitudine per il rispetto di cui si vedeva circondata?  Era  ammirazione per l'ingegno dell'artista che faceva parlare
non fosse finalmente successo. La baronessa di Fastalia  era  forse, fra le signore napoletane, una delle più circondate.
baronessa si trovava in tali condizioni che farle la corte  era  la prima idea dei frequentatori del suo salotto. Erano
imitazione di quelle sconvenienti attitudini di cui egli  era  spettatore. Talvolta, quando l'impeto della passione era
era spettatore. Talvolta, quando l'impeto della passione  era  meno frenabile, egli credeva di persuadersi a vedere in
maturato. L'espressione abituale della sua fisonomia  era  una grande serietà, dalla quale non si dipartiva se non
qualche volta, nella intimità della baronessa alla quale  era  legato da un'amicizia fatta di simpatia, di rispetto e di
per i primi appena fuori di casa sua o del suo palco. Qual  era  il sentimento che persuadeva la baronessa a tollerarli? Il
senza l'impulso di circostanze eccezionali; ed  era  infatti una specie di sfida a quella società ipocritamente
da cui ella si sentiva messa al bando immeritamente,  era  una specie di ostentazione di successi, di corteggiamenti,
provato per quella gente frivola, inetta, malvagia, si  era  concentrato verso uno solo: il cavaliere di Sammartino, un
siciliano spavaldo, provocatore, la cui splendida esistenza  era  un enimma per tutti. In verità, egli non era fra i più
esistenza era un enimma per tutti. In verità, egli non  era  fra i più assidui attorno alla baronessa; ma in questa
di dovere increscioso, ma inevitabile. Fuori, egli  era  uno dei più accaniti denigratori della baronessa. Andrea
avevano contratto un tremito irrefrenabile, la sua mente si  era  smarrita, nè egli rientrò in uno stato di calma relativa se
che tu riuscirai invece a compromettere orribilmente.-  Era  troppo tardi. Il duello ebbe luogo egualmente; il cavaliere
in quel momento deserta, senti schiudersi l'uscio.  Era  la baronessa Costanza di Fastalia.
donna Isabella Ballanti domenica, in chiesa, non  era  suo figlio?
di strade, monumenti, palazzi di grandi città. Roma  era  la sua mèta lo sentiva. Non sapeva ancora come sarebbe
laggiú: eppure sentiva che ci sarebbe arrivata. Ma non  era  ambizione mondana, la sua, non pensava a Roma per i suoi
mondana, la sua, non pensava a Roma per i suoi splendori:  era  una specie di città santa, Gerusalemme dell'arte, il luogo
fino a lei i giornali illustrati non si sa: forse  era  Santus, o lo stesso Andrea a procurarli: il fatto è che
nella capitale, dopo l'aristocratico editore Sommaruga,  era  venuto su, da operaio di tipografia, un editore popolare
e i ventagli di piume simili a quelli del Sultano,  era  la gioia, il tormento, la corruzione delle ragazze. Nelle
una grande firma: non solo, ma il direttore del giornale  era  un uomo di gusto, un poeta, un letterato a quei tempi
altri lavori, in paese la notizia che il nome di lei  era  apparso stampato sotto due colonne di prosa ingenuamente
avvertita del cambiamento, il cuore le sussultò. Ella  era  sposa. Guardò subito suo marito. Alberto dormiva, coi
marito di non essersi svegliato prima di lei; fors'anche  era  meglio così; sì, sì meglio. Un altro ordine di idee la
tutta la vita quello che avrebbe fatto il primo giorno;  era  amica dell'ordine e del sistema; voleva essere una buona
romanzi inglesi. Il sogno della sua ardente giovinezza si  era  avverato a puntino; un uomo giovane, simpatico, onesto,
dato il suo nome, la conduceva con sè; l'amava dunque.  Era  l'amore ideale, vero, indistruttibile - forte come la
che suo marito teneva allungata fuori della rimboccatura.  Era  però strano ch'ella si trovasse chiusa nella stessa camera
i gusti, le abitudini, gli affetti, le ripugnanze. Ella che  era  stata allevata nell'idea intangibile del pudore femminino,
un fratello, ad un zio, aveva pur dormito con quest'uomo!  Era  giusto, legale, approvato dal codice e dalla religione;
piccino ancora con la peluria gialla tra le piumine grigie.  Era  brutto, con la testa grossa, sproporzionata pel corpicino,
e sarebbe diventato piuttosto grazioso che no. Divorava;  era  sempre affamato e con tanto di becco aperto, strillante; il
vicina, quell'anno aveva disertato il suo antico posto ed  era  venuta a covare sotto le tegole alla cantonata di casa mia.
anni sfogarsi a cantare deliziosamente. Quello che allevavo  era  cascato dal nido sul tetto della casa sottoposta, e io
E come batteva le ali quando s'accorgeva che finalmente  era  stato compreso! Pareva quasi mi rimproverasse la mia corta
si formino di noi le nostre bestioline? Più volte mi  era  accaduto di dare anche al l'altro uccellino un pezzetto di
la sua provvisoria bruttezza m'impediva di voler bene. Ed  era  spettacolo curioso l'atteggiamento del passero solitario
del suo richiamo da quello del passero solitario;  era  più debole, con inflessione di tristezza. Si poteva dire
povera verlia ! la trovai stecchita sul fondo della gabbia.  Era  piume e ossa; non pesava due grammi ! Pensai quanto siamo
nel suo studio. Se negli anni della sua prima giovinezza si  era  parlato di lui come di uno cui l'avvenire arrideva, il
di lui come di uno cui l'avvenire arrideva, il fatto si  era  lasciato indietro le più liete promesse. A poco meno di
egli aveva conseguita la più chiara delle reputazioni, si  era  fatto un posto eminente non solo fra i suoi compagni, ma
non solo fra i suoi compagni, ma perfino fra i maestri, ed  era  talmente affollato di affari, da vedersi spesso costretto a
casa sua ai troppo numerosi clienti. Quel giorno, l'ordine  era  stato appena impartito, il Landini aveva appena chiusa
la lettera in mano, ma senza decidersi ancora ad aprirla...  Era  stato tutto un romanzo, un romanzo di passione, di
di tormenti, di felicità, un romanzo in fondo al quale non  era  stata però scritta la parola piena di soave rammarico e di
ingiunto di non tentar di rivederla, mai più! Che cosa  era  avvenuto? Perchè quella risoluzione incredibile, contro la
incredibile, contro la quale ogni sua insistenza si  era  spuntata?... Non aveva potuto saperlo. A tutte le lettere
di minaccia, ella non aveva voluto rispondere. Un momento,  era  stato per ismarrire la ragione dinanzi a tanta ostinatezza
a costo di mille rischi e di mille sacrifizii , egli  era  stato sul punto di andarlo a rivelare a chi più interessava
a dir tutto al marito di lei!... Pazza minaccia, che non  era  stata seguita da effetto, grazie al sopravvenire del freddo
ragionamento, non già perchè ella si fosse piegata!... Ed  era  stato per un caso, molto tempo dopo, quando ella era
Ed era stato per un caso, molto tempo dopo, quando ella  era  scomparsa nella solitudine di una campagna ignorata, che
Durante tutto il tempo da costei passato a Firenze, egli si  era  perciò messo a sua disposizione; le aveva reso tutti quei
la sua posizione disgraziata. Ed ecco che una voce si  era  sparsa a sua insaputa, ed ecco che tardi, troppo tardi,
sarebbe stata la sua propria amante!... Allora, egli si  era  tutto spiegato: l'invenzione assurda, malvagia, aveva
non si decideva ad aprirla. Un tumulto di sentimenti gli si  era  scatenato nell'anima, e con quell'acutezza di indagine
a forza di carezze e moine fatte al suo babbo; quello  era  arabo, un cavallo particolare, che non tutti, anche
avrebbe corrisposto anche a quello della sua figliuoletta.  Era  poco più grande d'un cane di Terra Nuova, col pelo nero,
con le zampe sottili, sbruffando. Il giorno che il Moro -  era  questo il nome del piccolo cavallo - fu condotto nella
lo sarebbe meritato: lo capiva ella stessa. Ma il suo babbo  era  tanto indulgente! Troppo, anzi; ed era criticato molto,
Ma il suo babbo era tanto indulgente! Troppo, anzi; ed  era  criticato molto, poveretto, perchè a quel modo avvezzava la
in mezzo alle due pariglie di cavalli da tiro: e siccome  era  tanto piccino, gli dovettero fare una mangiatoia bassa
premure. Quando la Marietta lo vide, dichiarò ch'esso  era  anche più bellino di quello della cavallerizza; e cominciò
spasso volentieri con la mamma; anche il teatro, che prima  era  per lei un premio per quando era stata buona, non le
anche il teatro, che prima era per lei un premio per quando  era  stata buona, non le interessava più affatto. Il Moro, il
le interessava più affatto. Il Moro, il montare a cavallo  era  tutto il suo gusto. Quanto alla Giulia, povera bambola, che
suo arrivo a Roma! Allora, tutto l'affetto della bambina  era  dedicato a lei; per lei le ore migliori della giornata,
certo, meno leggerezze e meno crudeltà. Il Moro  era  il rivale temuto e odiato dalla Giulia. Ella aveva inteso
cavallino: sapeva di quale colore aveva il manto e quanto  era  acuta la sua intelligenza; sapeva perfino, oh dolore! di
consumando il cuore, l'anima, chi sa? e la sensazione  era  delle più penose. Dov'erano i tempi in cui la Marietta le
prima messa, a San Giorgio,  era  poco frequentata: delle donne di umile condizione, in vesti
loro rosarii: una trentina di persone, in tutto. La chiesa  era  piccola, moderna, dall'architettura semplicissima, senza
solo della concentrazione interiore e dell'adorazione.  Era  padre Ladislao il rettore di San Giorgio, l'officiante di
quell'ambiente severo e luminoso ad un tempo. San Giorgio  era  tutto un mondo per il padre Ladislao, l'oggetto delle sue
che gli spianavano così la via ai più alti gradi;  era  ancora, e più, la vasta intelligenza, la varia cultura, lo
seduzioni del mondo, alla eccelsa posizione che egli vi  era  naturalmente chiamato a sostenere, per l'umile nera veste
per l'umile nera veste del seminarista. Più tardi, quando  era  giunta l'ora di pronunziare i voti irrevocabili, quando una
una sua sola parola avrebbe deciso dell'intera sua vita, si  era  creduto che egli si sarebbe arrestato dinanzi alla
l'aveva pronunziata con voce ferma e sicura; e tutto  era  stato detto, per sempre. Per iscoprire l' ignoto autore di
della verità. Dando un addio al secolo, egli primogenito,  era  suo fratello minore che ereditava, col titolo del
Ladislao, col suo carattere mite, ossequente, rassegnato,  era  stato persuaso a compire. Pronunziando i suoi voti, egli
in rappresentazioni sacre; in quella sua vita Ladislao  era  entrato interamente, senza transazioni di sorta, col
rigidamente impartiti, fuori di ogni personale esperienza,  era  stato lungo tempo un argomento di sconforto il ritorno
propria coscienza aveva ridotto padre Ladislao, quando egli  era  perfino arrivato a temere che quella sua ingenua
inconfessabili suggestioni della mente, la sua vocazione si  era  fatta più salda, più sicura, col dovere che gli si
maggiore sollecitudine quanto più grande, più naturale  era  la probabilità della colpa. Una reputazione di santità era
era la probabilità della colpa. Una reputazione di santità  era  il frutto di quella abnegazione; una reputazione di cui
persuadeva della propria indegnità, dell'ipocrisia che vi  era  da parte sua nel presumere di farsi curatore di anime, lui
un turbamento profondo.... Un istante dopo, la crisi  era  superata; egli aveva degli slanci interiori di sommessione,
colazione. Accettai: accettavo tutto, quel giorno. II pasto  era  buono: c'era un grosso pesce dalla polpa lievemente rosea
di un gran peso all'idea che l'avvenire della mia creatura  era  assicurato: e mi piaceva, anche, di vendicarmi così di
della sua famiglia, della zia. II giorno della vendetta  era  dunque giunto per me. E mi vendicavo anche del mio
Rammento quando venivamo qui a far le serenate... C'  era  sempre il fiasco dietro, per annaffiare la gola di colui
si domandava se  era  religiosa, o superstiziosa, o visionaria e d'animo debole:
d'animo debole: ma sentiva in fondo che la sua rettitudine  era  una cosa superiore a tutte le forze sovrapposte
cosí serena in apparenza, cosí travagliata in realtà. Beppa  era  allora assai fanciulla: era intelligentissima anche lei,
travagliata in realtà. Beppa era allora assai fanciulla:  era  intelligentissima anche lei, spregiudicata, allegra e
le rinfacciava di averle tagliato il filo della lingua. Ma  era  bella, bianca, i capelli d'un castaneo dorato e gli occhi
però le capitò un adoratore piú serio degli altri.  Era  niente meno che il direttore della Scuola Normale, pezzo
lo adoravano. In una di queste riunioni vide Beppa, che vi  era  andata per un caso straordinario con la madre di uno degli
con la madre di uno degli studenti, e ne rimase colpito.  Era  un tipo diverso dalle altre ragazze del luogo: quasi
prominente, un calore animalesco: ma d'altronde l'occasione  era  ottima; il grande sogno di poter lasciare un giorno la
avessero lasciati soli i curiosi fidanzati. Neppure Cosima  era  contenta; ma anche lei provava un certo piacere per gli
contrada. Si cominciò a dir peste del signor Direttore: che  era  un libertino, che teneva in casa una bella ragazza mora,
le vacanze nel suo lontano paese alpino, scrisse che  era  stato traslocato, che in ottobre non sarebbe tornato,
giorno si presentò alla signora Francesca un avvocato, che  era  stato in relazione con lui per certi affari della scuola, e
quanto ascendesse la dote di Beppa. Fu un colpo: ma questo  era  l'uso dei paesi del fidanzato. E, dopo tutto, la piccola
Quel bestione, dunque, quel porco grasso e vile, non  era  entrato in casa delle sorelle per amore, ma per interesse,
di non rivelare a nessuno il segreto di lui. Se egli  era  colpevole, lo era davanti a Dio, e potevano intendersela
a nessuno il segreto di lui. Se egli era colpevole, lo  era  davanti a Dio, e potevano intendersela fra di loro. Per
già pronto venne chiuso in una cassa, come un morto. Andrea  era  cupo, preoccupato, piú che per il dispiacere, per il
primi di novembre Cosima rivide in sogno la piccola nonna:  era  sempre vestita da sposa, col rosario di madreperla fra le
il rimorso di non averle dato il caffè, l'ultima volta che  era  venuta, e si affaccendava a prepararlo; ma la bevanda
e ti porto anche i saluti di Francesco." Francesco  era  il nome del fidanzato di Beppa: pareva che la nonnina
dell'ora del sogno di Cosima, il commendator Francesco  era  morto, dopo appena tre giorni di polmonite. Cosí secondo la
monumentale, il cui piano, foderato di panno rosso,  era  per la dodicesima volta libero dai soliti fasci di carte e
si volse a destra, a manca, ed indietro, tanto gli  era  parso spiccato il suono della frase dubitativa. Non c'era
Non c'era nessuno, e il signor Ascanio sorrise. Non  era  la prima volta che gli accadeva un fatto simile; ond'egli
in casa per nessuno, avete capito? E come il cameriere si  era  inchinato a quegli ordini pronunziati con voce breve e
luce filtrava delle stuoie abbassate ed il raccoglimento  era  tutt'intorno profondo. I soffici tappeti, le tendine
e vi restò a lungo, guardandosi. .... Nessun dubbio  era  più possibile. Aveva sperato un momento che fosse stata
un giuoco di luce, un riflesso; ora il dubbio non  era  più possibile. I suoi capelli imbiancavano, sulle tempie,
Annina Fiorelli, a diciotto anni - una bambina! - non  era  quasi grigia? Che meraviglia dunque se, alla sua età,
fra le chiome corvine?... Però, da quella volta, non si  era  più guardata attentamente, come di consueto; mentre la
miste al lucente ebano della sua chioma!... Il dubbio non  era  più possibile, l'illusione non era più permessa, eppure
chioma!... Il dubbio non era più possibile, l'illusione non  era  più permessa, eppure ella non sapeva rassegnarsi alla
apparissero. Quanti!... Quanti!... Come non se ne  era  accorta finora? E ad ogni nuovo ciuffo che ne scopriva, una
dei denti che si sarebbero scossi, che sarebbero caduti....  Era  finita! Il suo regno di donna cessava. Cessava allo stesso
regno di donna cessava. Cessava allo stesso modo con cui  era  cominciato: inutilmente.... - Inutilmente! La parola,
anni durante i quali un coro di lodi e di ammirazioni le si  era  levato dintorno. Il gran pro che ella aveva ricavato dalla
della provincia e la colmavano di ridicolo!... Infine, le  era  diventata di peso quella inutile onestà! Una voce di
avrebbero preso il sopravvento? E a trentacinque anni ella  era  ridotta ancora a fantasticare come a quindici! Nell'età in
in cui le altre cominciavano a vivere di ricordi, ella  era  condannata a nutrirsi di speranze, di speranze che si
Ella si alzò e si fece alla finestra. La giornata si  era  coperta; dei nuvoloni grigiastri si rincorrevano, sospinti
in quella stagione e la disposizione del proprio spirito.  Era  l'autunno che oramai le conveniva, l'autunno in campagna,
di soddisfazione gli si dipinse subito in volto. -  Era  quello.... - Poi, quasi pentito. - Non è una bella
dal romitorio, preso posto nel landau della marchesa, si  era  intavolata una discussione sulle cose dell'arte e della
e che lo avrebbe rivisto con piacere in casa propria. Come  era  stata fredda, rigida, antipatica! Doveva certamente aver
aver fatto un effetto di repulsione invincibile. Già,  era  così mal messa! Quella povera vesticciuola grigia!...
Per l'appunto, la rigida sorveglianza del duca si  era  in quel momento rallentata. Suo marito la lasciava lunghe
per andare in città, dove lo chiamava una sua tresca che  era  dappertutto il discorso del giorno. Egli non la giudicava
di quei suoi scherzi feroci di enfant terrible! Ah, ella  era  vecchia? ella aveva i capelli bianchi?... GIi avrebbe fatto
le avrebbero dato ragione, se ella fosse caduta.... Caduta?  Era  dunque una colpa il reclamare la propria parte di felicità,
romanzo al primo capitolo; romanzi ella non poteva farne,  era  condannata a leggerli soltanto!... Suonava ad un tratto
in quella campagna, nell'assenza del marito; e l'illusione  era  così forte che ella provava il rimorso del fallo non per
mille altri. - Verrà?... Non verrà?... Intanto, ella  era  venuta in campagna senza pensare alla sua toletta; non
delle figlie di Maria. O non  era  figlia di Maria anche comare Nedda? Il marito però a lei
di ricercar le doppie lettere sul frusto vocabolario che  era  appartenuto a suo padre, e ancora aveva odore e macchie di
romanzo. Di fotografie Cosima ne possedeva solo una, che  era  stata anch'essa una delle prime sue disillusioni personali.
viola di mezzo lutto e il fermaglio d'argento al collo: ne  era  venuta una immagine torva, corrucciata, con gli occhi
fisiche dell'adolescenza ella sentiva invece bella e fina.  Era  abbastanza vanitosa per non pensar neppure di mandare quel
all'apertura del suo libro di sogni: ma farne un altro  era  un po' difficile, ed anche dispendioso. Forza e coraggio, e
suo di che si trattava. Aveva capito che quell'immagine  era  destinata a un amatore, a qualcuno che Cosima voleva
lontano, ricco come un re e forse anche piú potente,  era  il pubblico dei lettori, specialmente giovani, intelligenti
una bottega di barbiere e spacciava giornali e riviste.  Era  un intellettuale anche lui, a modo suo, perché mandava la
opaca della sua selvaggia castità urlava contro Erodiade  era  meno inesorabile. Lo stesso Andrea era scontento: non cosí
contro Erodiade era meno inesorabile. Lo stesso Andrea  era  scontento: non cosí aveva sognato la gloria della sorella:
barone don Pietro-Paolo non si  era  mostrato in famiglia meno despota del barone don
famiglia meno despota del barone don Calcedonio. Come egli  era  rimasto zitto e quasi tremante davanti a l'assoluta
nere sotto le folti sopracciglia. Il barone, quando non  era  via per affari, cioè per la lite di rivendicazione di
rimesso in onore il nome dei Zingàli. Questa illusione egli  era  arrivato a trasfonderla, dopo qualche anno, nella baronessa
la pretensione di far tutto da sè. Da principio la lite  era  andata a vele gonfie; il marchese di Camutello, che non
non s'attendeva quell'attacco, sbalordito e sconcertato,  era  andato avanti a furia di cavilli, di intrighi e di alte
di intrighi e di alte protezioni; poi, tutt'a un colpo, si  era  messo a litigare per davvero, opponendo documenti a
che non poteva buttar via i quattrini a manciate, come  era  cosa facile per lui, amministratore meticoloso, un po'
bene chi ride l'ultimo! E là, nella Gran Corte, la lite  era  rimasta arrenata otto anni! Pareva che gli avvocati delle
l'olio del lume, che egli metteva fuori dell'uscio quando  era  vuota e dovevano riempirgliela. Mariangela, che badava alle
da sedere mentre parlava; e voltate le spalle alla tavola,  era  uscito dalla sala da pranzo accigliato, un po' pallido, ma
e stette da solo fermo, serio; poi camminò. Dio, Dio mio!  Era  come Gesù che camminava sulle acque del mare. Ti ricordi,
si divertiva ad afferrarsi i piedini e portarli alla bocca.  Era  tanto bello: come la rosa di maggio. Sembra ieri.... Qui in
anzi, ch'egli si sia portato appresso questa creatura. -  Era  meglio che non la portasse, davvero! Così vossignoria non
serva; pur ricordando che la padrona dopo la disgrazia non  era  più stata in chiesa, nè soleva far celebrare messe per il
sommesso, tremolò nel silenzio, con la luce e le ombre:  era  il bambino che s'agitava nel letto, fra le braccia della
andava incontro, prima del desinare, ma senza entusiasmo.  Era  diventata indifferente, pressochè apata; ella stessa non si
Accudiva alle sue domestiche faccende, lavorava,  era  premurosa, gentile con Alberto. Seguiva le variazioni del
trovare un appoggio al suo continuo bisogno di un perchè.  Era  stata fantastica, ideale, ed aveva avuto torto; ora cercava
non doveva essere la sua parte di felicità per lei stessa?  Era  dunque felice appieno. Ma perchè non aveva mai voglia di
nessun impeto giulivo le faceva mai balzare il cuore? Tutto  era  scolorito e monotono in lei, principio di una anemia
di un sogno... Il medico le dava la sicurezza che  era  incinta. Ella aveva avuto, qualche mese prima, dei leggeri
come quelle udite sull'amore, esageratissime; oppure ella  era  una disgraziata priva di sensi e di viscere, sospetto che
se questo amore ella non lo capiva, se un estraneo si  era  avvicinato a lei senza infonderle il brivido della
il frutto dell'amore. No, l'amore non esiste! Ella  era  giunta a questo. Padre, fratello, amico, socio, marito,
i suoi calcoli, lei, e sapere che la creatura a quell'ora  era  nata: e mi spiava in viso i segni della verità, ma non mi
donne, all'amore, al mio avvenire: volevo la bambina perchè  era  mia, perchè era giustizia che l'avessi. Il pensiero di
al mio avvenire: volevo la bambina perchè era mia, perchè  era  giustizia che l'avessi. Il pensiero di riprenderla non mi
mi parve di sognare, o di aver sognato, perchè nulla  era  mutato in quella stanza: la moglie del mio creditore
lavorava seduta accanto al braciere, la sua fisionomia  era  la solita, e solo si alterò al vedermi, ma di un turbamento
ma già vivo, balzante verso di me da una profondità che  era  quella dell'anima mia stessa. Gli occhi erano aperti,
il minuto perduto. Ma perchè aveva voluto la bambina se  era  per continuare la sua vita inerte? Io invece mi sentivo
portarmi via intatta quell'impressione indefinibile che non  era  di gioia, nè di dolore perchè trascendeva l'una e l'altro;
s'allontanavano i passi; non era, no, Camilla.  Era  qualche indifferente. Allora ella si ricordò del tempo in
quando il sorcio le rosicò il piede. Adesso il suo strazio  era  assai maggiore. Avrebbe voluto che una frotta di topi la
non sa quel che si faccia. Compar Alfio, suo marito,  era  andato verso la mezzanotte dal suocero per chiamare aiuto.
dalla stalla di compar Menico. Che stridìo! Ma il vecchio  era  stanco e non si poteva muovere; invece mandò sua moglie, la
a dire che se non dava segno di vita voleva dire che  era  morta. Eppoi doveva essere accaduto qualche cosa di grosso
moglie e marito, perchè sul far del giorno una vicina si  era  vista comparire dinanzi Alfio, bianco come un panno lavato,
così turbato! Egli aveva raccontato che sua moglie si  era  sentita molto male; l'aveva vegliata un pezzo eppoi,
male; l'aveva vegliata un pezzo eppoi, vedutala calma, si  era  addormentato; ma allo svegliarsi non l'aveva più trovata nè
in faccia e tutti erano andati a tastoni. Il lume non si  era  potuto accendere, perchè in tutta la casa non si trovava
nel cortile della casa accanto, il cadavere di Sara  era  già stato tirato fuori, e stava disteso sul selciato,
di fango, gli occhi spalancati e spaventosi. Il marito  era  là anche lui - era stato uno di quelli che avevano pescato
occhi spalancati e spaventosi. Il marito era là anche lui -  era  stato uno di quelli che avevano pescato Sara - più pallido