«Dovendo servirsi dei materiali più diversi era costretto a saper martellare il ferro, gettare in bronzo, come anche rinettare e pulire i lavori in
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«Si comprende bene che con delle cognizioni così estese l’orefice del Rinascimento era fra tutti gli artisti il più capace di dare ai suoi allievi un
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, rese necessario che il colore si fosse mantenuto in ogni parte dell’opera quale era uscito dal pennello dell’artista.
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Il disegno ultimato e dorate quelle parti che si era destinato di mettere ad oro, si veniva al colorire la tàvola, seguendo, le norme già descritte
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La gran forza di colorito delle tempere dei quattrocentisti era alcune volte sostenuta dal concorso dell’olio, mesticandosi con questo alcune tinte
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’arte, e prima della tradizione che attribuisce a Tiziano il merito di ottenere da soli cinque colori la ricchezza del suo straordinario colorito, era
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Il secondo era un’ocria di un bel giallo che sottoposto alla calcinazione passava facilmente al rosso, per cui osserva giustamente M. Chaptal, che il
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L’azzurro chiaro, corrispondente al numero sei, era una sabbia mescolata di grani biancastri, costituiti dagli stessi principii del colore precedente
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passava al bianco senza sviluppo d’odore ammoniacale: sciolto nell’acido idroclorico, con qualche effervescenza, era precipitato dall’ammoniaca in
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Trovò pure nel vaso dei colori mescolati tre differenti varietà di verdi, l’una con tendenza al verde oliva che era terra di Verona, l’altra un verde
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rive del Mediterraneo. Vitruvio afferma che il colore differiva secondo il paese di derivazione della conchiglia e che il suo colore era più violaceo
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ristrettissima classe di persone, ma perchè Plinio assicura che si dava per suo mezzo l’ultimo grado di bellezza alla Sandice, la quale era una composizione
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Sino dal Cennini la provenienza artificiosa di certi colori era soggetto di speciale avvertimento, non sapendosi allora che nel seno della natura si
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Se la vernice non è stata fatta ad un fuoco troppo vivo, e le droghe furono ben scelte, ed il matraccio era bene asciutto, la vernice non deve essere
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avorio, e la tavola era pronta per essere dipinta.
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ciò fatto quasi subito si spiccò e mestica e colore e quanto era sopra la tela accartocciato in minuti pezzi andò in terra, senza che altro del bel
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la sua opinione era quella del tempo ed era stata quella di tanti che l’avevano preceduto. Anzi era quella istessa dei suoi contradditori pure abituati
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era scopo principale fare lucidi gli encausti ed i musaici e, come scrive l’Eastlake: «Lustre erano ed anzi lucide chiamavansi le vernici del medio evo
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Mengs era del parere che nelle opere di imitazione si presenti sempre, per rilevante che possa essere l’abilità dell’imitatore, un visibile contrasto
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principio colorante era dovuto essenzialmente al rame.
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presentando screpolature era difficile determinare quali eccipienti avessero servito a sciogliere e conglutinare i colori. Pure essendo noto come l
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, appartenenti a mummie del primo secolo dell’èra nostra, che figurarono all’Esposizione di Parigi nel 1889, seppure interessanti pel senso di vita colto dall
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ciascheduno ha il proprio processo da contrapporre a quanti si conoscono, quasi a dimostrare che sostanzialmente non si era preoccupati dal pensiero dell
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attentamente osservassero, quanto io era nuovamente per eseguire; dopo avere dunque uno di loro letto meco l’articolo «encaustique» dell’Enciclopedia, e con
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bianco e comune era capace di fare migliore effetto che il sale di tartaro: feci infatti la prova ed essa mi riesci a meraviglia. Scaldai entro un
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che il sapone nominato da Plinio era tanto diverso dal nostro quanto il sal di tartaro adoperato da M. di Bachellière dalle feccie di vino calcinate
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pitture pompeiane. Consisteva questo nel bagnare l’intonaco di calce e sabbia già secco e dipingervi poi mentre era così bagnato coi colori diluiti in
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», dà una prova sicura che la proprietà singolare degli intonachi di calce bagnata di fissare i colori, era stata osservata, e sapevasi all’occasione
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La ragione che porta il Vasari non è atta a persuadere, dicendo che quel modo di fare era il cartone che i nostri maestri vecchi facevano per
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’arricciato fu così presto abbandonata, tanta era la forza delle tradizioni scolastiche in quei tempi, e quanto dice il Vasari, nella vita di Simone e Lippo
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cose secondo il cervello degli uomini sofistichi, come egli era. — Ora avendo una volta fra l’altre durato grandissima fatica in dipingere una tavola
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, che era una delle cause del cattivo scorrere del pennello, e delle più facili da togliersi. Eguale il modo di applicare il colore piazzando tinte locali
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Aggiungasi che verso il 1400 la pratica del dipingere ad olio era conosciuta ed usata già da due secoli. E sebbene debbasi ritenere che per la
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scriveva, il perfezionamento recato dal pittore fiammingo non era più un segreto, ma oramai noto dovunque e nel possesso di tutti gli artisti siccome una
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Per tali motivi i verdi dei pittori oleanti fiamminghi sono sempre misti, e contrariamente allo scopo principale di quegli artefici che era la
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Il metodo per purgare gli oli dalla mucillaggine era il lavaggio ad acqua e l’esposizione, o cottura, al sole, questa preferendosi come mezzo più
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. Ciò si spiega perchè l’orafo era obbligato, al pari di quelli del medio evo, a conoscere la teoria e la pratica di tutte le arti, dacchè via via
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la sottile imprimitura quel passaggio alle influenze atmosferiche cui non era mestieri provvedere sulle grosse tavole.
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La scuola dei Carracci era troppo teorica infatti per arrestare la fatale deriva dei procedimenti materiali verso l’empirico formulario di decoratori
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dar frutto, i rapporti mai interrotti che l’arte ebbe coi chiostri, sino dai primi secoli dell’era cristiana, focolari d’ogni umano sapere. Dai
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grande trasparenza e luminosità ai colori ma io ne ho fatta anche con gomme di altri alberi ed era altrettanto buona. Se per caso dunque non si trovasse
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