Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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la candela. Proprio allora si sentì: Toc, toc! ma non  era  ancora Rosetta. Era Tit, questa volta, il quale viene
allora si sentì: Toc, toc! ma non era ancora Rosetta.  Era  Tit, questa volta, il quale viene sempre da lontano, e,
suoi occhi erano celeste scuro e i suoi bei capelli gialli.  Era  molto bello, ma si vedeva che era stanco; aveva in mano la
suoi bei capelli gialli. Era molto bello, ma si vedeva che  era  stanco; aveva in mano la sua trombetta
 era  molto confusa mentre saliva la scala d'oro del castello,
due o tre lucciole si misero a ridere vedendo che le si  era  sciolta la treccia. Per fortuna il castello era deserto, e
che le si era sciolta la treccia. Per fortuna il castello  era  deserto, e anche la Signora tornò subito dai suoi ospiti, e
e allora Caterí si senti piú tranquilla. Il castello  era  tutto illuminato e lucidato, e le lunghe tavole erano piene
a carte in quel castello magnifico, e anche Tit. Egli  era  assai allegro, e, gettando tre carte sulla tavola verde,
SOLDO BUCATO C'  era  una volta una povera donna rimasta vedova con un figliolino
una povera donna rimasta vedova con un figliolino al petto.  Era  di cattiva salute, e con quel bimbo da allattare poteva
lei e la sua creatura non morivano di fame. Quel figliolino  era  bello come il sole; e la sua mamma, ogni mattina, dopo
RACCONTA-FIABE C'  era  una volta un povero diavolo, che aveva tatto tutti i
un povero diavolo, che aveva tatto tutti i mestieri e non  era  riuscito in nessuno. Un giorno gli venne l'idea di andare
C'  era  una 'volta un Re che avea una bimba. La Regina era morta di
C' era una 'volta un Re che avea una bimba. La Regina  era  morta di parto, e il Re avea preso una balila che gli
— disse malinconicamente l'impiegato della stazione, che si  era  fatto il suo sportello nel tronco della Vecchia Quercia.
fatto il suo sportello nel tronco della Vecchia Quercia.  Era  un gufo molto gentile e freddoloso e aveva gli occhiali. Il
gentile e freddoloso e aveva gli occhiali. Il suo berretto  era  rosso e bianco. Fu una vera tristezza vedere la faccia
bianchi, e finalmente gli staccava il gatto dalla coda; ma  era  un semplice sogno. Tit la svegliò scuotendo il letto, e le
aspettava; dovevano, disse, andare in cerca di Bellissima.  Era  ancora notte, e due lucciole li accompagnarono con la
guidava questa carrozza e uno scoiattolo la tirava;  era  tutta di legno dorato, e il manico della frusta era d'oro
tirava; era tutta di legno dorato, e il manico della frusta  era  d'oro vero; per far luce, tre lucciole correvano davanti e
e forse aveva dimenticato la presenza di Caterí. Egli si  era  alzato in piedi, mentre la carrozza correva, e guardava
loro con molta gentilezza, offrì loro qualche cosa che  era  rimasto della merenda, mentre i ragazzi guardavano. Era
che era rimasto della merenda, mentre i ragazzi guardavano.  Era  domenica, come ben vi ricordate: ma Fafòn voleva ritornare
durante la ricreazione imparassero qualcosina. Il libro  era  pieno di figure, inframezzate a' racconti. C' era, fra le
dall' età di dieci anni fin quasi a' sessanta; e quella  era  una storia piena di peripezie inaspettate, d' avventure
che  era  bello e alto e tutto vestito di ferro, ma non conoscevo la
Ma la Principessa non venne perché all'ultimo momento  era  stata imprigionata dalle Tigri. Il Principe Felice voleva
correre a salvarla, ma fu trattenuto perché dissero che  era  impossibile combattere le tigri e la morte era certa.
dissero che era impossibile combattere le tigri e la morte  era  certa. Allora io senza dir niente presi una spada e andai
non ce n'erano piú. Allora venne la Principessa e la vidi.  Era  la piú bella di tutte le Principesse e i suoi capelli
Principesse e i suoi capelli rilucevano come quelle cupole.  Era  ben vestita e i suoi occhi erano buoni. Io mi misi in
PIA. Accadde questo fatto. Cherubino, voi lo sapete bene,  era  tanto somaro quanto presuntuoso e quindi non si fidava mai
parole di quelli che ne sapevano più di lui. Sergio non  era  un pozzo di sapienza, ma insomma qualche cosina la sapeva,
qualche cosina la sapeva, sopratutto perchè il padre  era  un severo professore. Dunque, una volta si trovarono tutti
che pareva l'azzurro del cielo quando piove. Sergio invece  era  tutto lindo e camminava con una certa serietà. Si era
era tutto lindo e camminava con una certa serietà. Si  era  lasciato però poco prima tentare dall'amico Cherubino, e,
Quel castagnaccio, che nella teglia pareva una luna piena,  era  stato davvero buono, ma ora ai due amici capitava che non
Prova! - disse con ardore Sergio pur sapendo che Cherubino  era  molto più forte di lui. Cherubino lo guardò bene, poi
 era  molto triste; inoltre il tempo era scuro, e Caterinuccia
era molto triste; inoltre il tempo  era  scuro, e Caterinuccia aveva paura. Dovete compatirla perché
scuro, e Caterinuccia aveva paura. Dovete compatirla perché  era  piccola. Spesso pensava a Rosetta e a Bellissima e alla sua
CAPUANA C'  ERA  UNA VOLTA.... FIABE TREDICESIMA EDIZIONE AUMENTATA E
strana condizione. -  Era  proprio una strana condizione - seguitò il signor Goffredo
- quella fra il Re d' Italia e il Pontefice. Fra loro  era  sempre stima e spesso affetto, ma le esigenze politiche,
il Pontefice a restare rinchiuso. Questo stato di cose  era  increscioso: tutti parlavano della Questione Romana, che
e baciò il lembo del grembiule della Principessa.  Era  la seconda volta nella sua vita, che Tit stava in
di Roma. - Giuseppe Garibaldi. Già dicemmo che Pio IX si  era  ritirato dalla prima guerra per l'indipendenza nazionale.
nazionale. Ma il malcontento di Roma per questo fatto  era  stato tale, che il Papa aveva dovuto abbandonare la città e
dietro la pietra, ma intanto si accorgeva che il canino  era  scappato in fondo alla via e di là guardava ridendo e
là guardava ridendo e dimenando la coda. Ma siccome quello  era  il canino di una Marchesa, e quindi molto rispettabile, il
andò a letto, nella stessa camera in cui dormiva il canino.  Era  tanto stanco, e pensava alla sua compagnia che se ne era
Era tanto stanco, e pensava alla sua compagnia che se ne  era  andata, e specialmente alla signorina Alberelli, che era
ne era andata, e specialmente alla signorina Alberelli, che  era  fatta di un bel legno bianco e si chiamava cosí perché
Alberelli gli aveva promesso di sposarlo, ma ora tutto  era  finito. E il povero Negretti sospirò e si addormentò. Poco
FASCISTA. L'Italia in balia dei sovversivi. La guerra  era  durata quattro anni, era stata asprissima, aveva imposto
in balia dei sovversivi. La guerra era durata quattro anni,  era  stata asprissima, aveva imposto penosi sacrifici: era
anni, era stata asprissima, aveva imposto penosi sacrifici:  era  naturale che, anche dopo la sua fine, i disagi fossero
a lacerare ed abbattere il nostro bel tricolore. L'Italia  era  su l'orlo di un terribile baratro Ma su la sua salvezza
non aveva voluto concedere nulla. Anzi il suo dominio  era  divenuto ancor più
I Fratelli Bandiera. Per opera dei Carbonari la lotta  era  ormai impegnata. La dolorosa esperienza avrebbe insegnato
efficaci per conquistare la vittoria finale. Per vincere,  era  anzitutto necessario che gl'Italiani riunissero tutte le
questo libro si chiuda, come si  era  cominciato, nel nome del Padre e del Figliulo e dello
 Era  una ninna-nanna così dolce che si addormentò perfino
il Re di Sardegna, fra i principi regnanti in Italia,  era  veramente italiano e animato da sentimenti schiettamente
da sentimenti schiettamente italiani. In quegli anni  era  Re di Sardegna Carlo Alberto di Savoia. Prode e
che amava di sincero affetto. Il sogno di Carlo Alberto  era  quello di mettersi alla testa degl' Italiani per cacciare
voleva salutarli e andarsene, ma la signora disse che  era  tardi, e buio, e che volentieri avrebbe dato ospitalità a
raccontava del suo signor marito, che quella sera  era  lontano, e del suo cingallegrino maggiore che già andava a
i maestri lo affermavano, non c'era niente da dire, ma  era  svogliato, svogliato! E la signora raccontò tante storie
la casa, e finalmente li accompagnò nella loro camera che  era  assai bella, tutta di paglia.
morto! — Andarono a vedere in istrada; ma il Nano non c'  era  più. Si era rizzato di terra, si era ripulito il vestitino,
Andarono a vedere in istrada; ma il Nano non c' era più. Si  era  rizzato di terra, si era ripulito il vestitino, ed era
ma il Nano non c' era più. Si era rizzato di terra, si  era  ripulito il vestitino, ed era andato via, lesto lesto, come
Si era rizzato di terra, si era ripulito il vestitino, ed  era  andato via, lesto lesto, come se nulla fosse stato. — Buon
- Anche la Regina non viveva tranquilla: — Quel Nano  era  potente: aveva vinto l' Uomo selvaggio; doveva tramare
— Intanto essendosi sparsa la notizia che la Reginotta  era  stata liberata dalle mani dell'Uomo selvaggio, il Reuccio
e ne fece un regalo a suo suocero. Il giorno delle nozze  era  vicino. La gente accorreva in folla nel giardino del Re,
in folla nel giardino del Re, dove il cavallo di bronzo  era  stato collocato su un magnifico piedistallo. Restarono
si erano impadroniti di Solferino. sicchè la vittoria  era  completa su tutta la linea. Ma Napoleone III era assai
vittoria era completa su tutta la linea. Ma Napoleone III  era  assai preoccupato dalle perdite subite dal suo esercito e
servi obbedirono; e il maestro, che nulla sapeva di quanto  era  avvenuto, trovò che quel vino era assai migliore di quello
nulla sapeva di quanto era avvenuto, trovò che quel vino  era  assai migliore di quello servito fino allora. Questo fu il
ricordate, ragazzi, a questo racconto del signor Goffredo  era  presente anche Anselmuccio che era zoppetto. Il signor
del signor Goffredo era presente anche Anselmuccio che  era  zoppetto. Il signor Goffredo rispose: - La tua osservazione
i dintorni di una città non erano illuminati e quindi non  era  meraviglia incontrare qualche persona con una lucerna o una
aveva il bastone da una parte e la torcia dall'altra? Non  era  come le scimmie che hanno quattro mani - chiese Cherubino
Bimbo mio, tu sarai Re! - E si  era  avverato. Stretta è la foglia, larga è la via, Dite la
1859-1860. Sin dal primo annunzio di guerra la Toscana si  era  ribellata al granduca. Il suo esempio era stato rapidamente
la Toscana si era ribellata al granduca. Il suo esempio  era  stato rapidamente seguito dalle popolazioni dei ducati di
questo nuovo accrescimento del Regno di Sardegna, che non  era  stato previsto nei patti dell'alleanza. Ma l'imperatore
fossero cedute in compenso la Savoia e Nizza. La Savoia  era  la culla della Famiglia Reale; Nizza, città italiana, aveva
perché il bel modo letterario a ogni piè sospinto  era  uno dei fiori più frequenti del suo linguaggio abituale,
abituale, tutto fiorito di parole e di frasi eleganti.  Era  vedova e sola, come la Roma di Dante; non più giovane,
di letteratura e d' arte discorresse quasi sempre;  era  anzi in tali discorsi molto guardinga e modesta. Quel
Quel linguaggio, che a noi riusciva affettato, per lei  era  naturalissimo, ed era in fatti in perfetto accordo con
che a noi riusciva affettato, per lei era naturalissimo, ed  era  in fatti in perfetto accordo con tutte le altre
delle cose più comuni usava questo linguaggio di gala.  Era  famosa fra i suoi conoscenti la frase con cui aveva
un'affettazione. - Ah, signor mio! - aveva detto. Tale  era  la moltitudine di piccoli insetti che infestavano la cute
animaletto.... Ma benché affettato il linguaggio,  era  sempre sincero il sentimento ch' ella esprimeva. Era
era sempre sincero il sentimento ch' ella esprimeva.  Era  commossa veramente quando raccontava d'esser stata
albergasse nel petto un animo così malvagio! Che schianto  era  stato per lei lo scoprire una nemica in quella donna, con
il maggior piacere che ci attirasse nel suo salotto  era  quello d'ammiccarsi l'un con l'altro e di sorridere di
delle sue frasi: dico le più belle perché il suo discorso  era  un ordito così fitto di poeticherie, che non si sarebbe
detta davvero a una delle sue amiche più strette, ed  era  un modo comunissimo, che dice un'occorrenza altrettanto
lei nella nuova forma: - andare della persona. - Ammirabile  era  la costanza con cui usava certi modi illustri invece di
non li avesse mai nè intesi nè letti, da tanto che le si  era  connaturata l'affettazione. Non diceva mai sposare, per
metter fuori un sostantivo senza attaccargliene uno, che  era  sempre pescato fra i più signorili della lingua. È un
fosse germinato in casa un nuovo giardino. La malattia le  era  saltata addosso ad un tratto, a guisa d'un colpo di
a guisa d'un colpo di folgore. Stava per uscire di casa,  era  già sul limitare dell'uscio, quando una subita nube le
pianto; poi l'avevan portata sul suo letticciuolo, ed essa  era  rimasta tre giorni cosi, quasi inconsapevole, come in
le scale, il medico faceto ci disse che la povera signora  era  stata veramente gravissima; ma che anche quando si trovava
a proposito d'un condannato a morte, il cui discorso gli  era  parso mancante di naturalezza: che tutto si cancella
ma nello stesso tempo eterno. Anche Cherubino, che si  era  arrampicato sull'unico salice che s'ondulava nella grande
scese, si scorticò le mani, ma volle vedere. Infatti  era  bello vedere. Era una visione antica, con lo sfondo rosato
le mani, ma volle vedere. Infatti era bello vedere.  Era  una visione antica, con lo sfondo rosato del tramonto. Le
TÌRITI, TÌ C'  era  una volta un contadino che aveva un campicello tutto sassi,
grazia della sua molta saggezza e del molto grasso che gli  era  venuto, da farlo parere un padre guardiano. Era un po'
che gli era venuto, da farlo parere un padre guardiano.  Era  un po' pigro, e amava i comodi e il benestare: oh quello
per fare un salto da una sedia su la tavola da pranzo,  era  ruzzolato per terra e s' era mezzo slogata una gamba, non
sedia su la tavola da pranzo, era ruzzolato per terra e s'  era  mezzo slogata una gamba, non c' era più verso di farlo
per terra e s' era mezzo slogata una gamba, non c'  era  più verso di farlo muovere altro che su' tappeti. Ora,
e aveva un debole per quello sventato di Moschino, ch'  era  riuscito, con le sue buone grazie, a vincer persino la
la serietà del fratello fìlosofo. Soltanto a Moschino  era  permesso d' andar qualche volta a trovare Dodò nella
da un grande ministro, Camillo Benso, conte di Cavour.  Era  nato a Torino nel 1810. Aveva 42 anni quando Vittorio
mattina Cuddu  era  andato, al solito, da compare Sidoro; e, non avendolo
da compare Sidoro; e, non avendolo trovato in casa, si  era  diretto verso la merceria che quegli aveva nella Piazza
fosse poi tale da meritare quel qualificativo. La piazza  era  affollata di contadini, a gruppi, che parlavano sotto voce
dalla cantonata della chiesa di San Rocco. La merceria  era  chiusa. Molti ragazzi, popolani la più parte, su gli
un divertimento. In mezzo alla piazza, compare Sidoro si  era  fermato. Quella trentina di persone circondarono il
essere nata da poco tempo, perché  era  circa della statura di Bellissima; aveva un grembiule
d'oro e una reticella d'oro in testa. Il suo fazzoletto  era  grandissimo affinché vi potessero entrare tutte le sue
sono una povela pincipessa. Allora tutti capirono che essa  era  tanto piccola che non sapeva ancora parlare; ma era tanto
essa era tanto piccola che non sapeva ancora parlare; ma  era  tanto bella quanto una principessa grande e loro le fecero
PORTA PIA: 1870. Vi dissi che il governo di Napoleone III  era  il maggior ostacolo che impediva al nuovo Regno d'Italia di
perchè acconsentisse a cedere Roma. Il Papa non volle. Ma  era  ormai impossibile esitare più oltre: bisognava agire ad
attività di uomini e di macchine, sembrava che vibrasse: vi  era  un grande caldo, l'odore particolare delle dinamo: si
con quei lingotti!», «In azione il trapano elettrico!». Ed  era  nell'officina metallurgica un fervore e un brusio di lavoro
figliuolo non arrivava a spuntare. Una bella giornata eh'  era  freddino, la Regina s' era messa davanti il palazzo reale
spuntare. Una bella giornata eh' era freddino, la Regina s'  era  messa davanti il palazzo reale per riscaldarsi al sole.
richiamarla; ma la vecchiarella aveva svoltato cantonata ed  era  sparita. Otto giorni dopo, si presentava un forestiero,
Brennero, sbarcarono a Trieste ed a Pola. L'ordine del Re  era  stato eseguito: la bandiera d'Italia era piantata sui
L'ordine del Re era stato eseguito: la bandiera d'Italia  era  piantata sui termini sacri della Patria! Da per tutto le
casa discutendo sulla storia dei lupi. Chi ci aveva creduto  era  soddisfatto, chi non ci aveva creduto peggio per lui. Ad
ci aveva creduto peggio per lui. Ad ogni modo quella gita  era  stata per loro sana, istruttiva e sopratutto fantasiosa.
la giovinezza di alcuni poveri studenti di Pest. Il campo  era  vuoto come deve essere un campo. Lo steccato si allungava
si allungava sul lato della via Pal. A destra ed a sinistra  era  limitato da due grandi case e nel fondo, sì, nel fondo
ad una segheria a vapore, e quindi il terreno, quivi,  era  ingombro di cataste di legna. Enormi cubi di legna
tra le oscure e mute cataste di legname e non  era  cosa facile orientarsi in questo labirinto; ma chi riusciva
una piazzetta dove c'era una casupola e questa casupola  era  la segheria a vapore. D'estate la casupola era tutta
casupola era la segheria a vapore. D'estate la casupola  era  tutta coperta di viti selvatiche e lo snello fumaiolo nero
giù nel carro, fitte come se piovesse. E quando il carro  era  pieno di legna, il cocchiere gridava e il fumaiolo smetteva
ai nostri sogni di pellirossa. Il campo della via Pal  era  un magnifico spiazzo liscio e questo sostituiva per noi le
il suo capitano; capitano, tenente e sottotenente. Questo  era  l'esercito. Soldato semplice, purtroppo, era uno solo. Su
Questo era l'esercito. Soldato semplice, purtroppo,  era  uno solo. Su tutt'il campo, capitani e tenenti comandavano
Non c'è nemmeno bisogno di dire che quest'unico soldato  era  Nemeciech, il biondino. Capitani e tenenti si salutavano
comandare. In questo il ragazzo è già uomo. Perciò  era  naturale che sul campo tutti fossero ufficiali e soltanto
soldato semplice. Alle due e mezza del pomeriggio il campo  era  ancora deserto. Davanti alla piccola capanna di legno sopra
gli arresti di fortezza. In genere la disciplina militare  era  severissima. Nemeciech seduto sopra una pietra, masticava
Grandi avvenimenti erano sull'orizzonte e Nemeciech  era  fierissimo di appartenere al campo della celebre compagnia
si fermò sotto una catasta abbaiando con furore. La catasta  era  una di quelle sulle quali era costruita una fortezza. Sulla
con furore. La catasta era una di quelle sulle quali  era  costruita una fortezza. Sulla cima del cubo c'era un
il biondino al cane, perchè bisogna sapere che il biondino  era  molto amico del cane nero, forse perchè, all'infuori di
del cane nero, forse perchè, all'infuori di lui, Ettore  era  l'unico soldato semplice dell'esercito. Nemeciech guardò su
il muro basso del bastione, la sua gamba che già si  era  alzata rimase sospesa per lo spavento. — Gesù! E
più la camicia rossa di Franco Ats. Ma anche la bandiera  era  scomparsa dal bastione, la bandiera rosso e verde che era
era scomparsa dal bastione, la bandiera rosso e verde che  era  stata cucita dalla sorella di Ciele. Il nemico era
che era stata cucita dalla sorella di Ciele. Il nemico  era  scomparso tra le cataste di legna. Uscito forse dalla parte
molto, ma a dir la verità il giovane gli piaceva.  Era  un bel ragazzo bruno, largo di spalle e la camicia rossa
Nemeciech modestamente veniva ultimo, in parte perchè  era  soldato semplice, in parte perchè non era ben sicuro che in
in parte perchè era soldato semplice, in parte perchè non  era  ben sicuro che in qualche angolo non fosse nascosto Franco
sulla fortezza e constatarono che l'asta della bandiera  era  stata spaccata da Franco Ats: non rimaneva più che il
Dal campo giunsero richiami: — Ahò, oò! Ahò, oò! Questa  era  la parola d'ordine: anche gli altri erano dunque arrivati e
di Boka tutti si misero sull'attenti perchè Boka  era  il capitano. — Salute a tutti — disse Boka. Colnai si fece
— disse — che quando siamo entrati, la porticina non  era  chiusa. Secondo il regolamento la porticina deve essere
la mano ancora sul petto e voleva proprio giurare che non  era  stato lui a lasciarla aperta, quando il capitano domandò: —
Chi è entrato per ultimo? Si fece un gran silenzio. Nessuno  era  entrato per ultimo. E allora il viso di Nemeciech si
tenente, scrivete il mio nome sul libro delle punizioni! Si  era  volto a Ghereb e Ghereb tolse di tasca un taccuino nero sul
aggiunse: «porticina». Questo piacque ai ragazzi. Boka  era  un giovane giusto. Questa autocondanna era un esempio di
ai ragazzi. Boka era un giovane giusto. Questa autocondanna  era  un esempio di virilità quale non si trova nemmeno nella
di latino sia sempre piena di caratteri romani. Ma Boka  era  anche un uomo e neanche Boka era esente dalle debolezze
caratteri romani. Ma Boka era anche un uomo e neanche Boka  era  esente dalle debolezze umane. Aveva fatto segnare il suo
taccuino e scrisse il nome di Colnai. Nemeciech che  era  in fondo balò in segreto di gioia per non essere questa
centrale e di portar via la bandiera. L'indignazione  era  generale. Tutti stavano intorno a Nemeciech che ripeteva
E qui il biondino inghiottì saliva, perchè sentiva che non  era  precisamente la verità. Anzi era proprio il contrario della
perchè sentiva che non era precisamente la verità. Anzi  era  proprio il contrario della verità. Sarebbe stato come se
A queste parole risero tutti perchè in verità non  era  verosimile. Nemeciech rimaneva sconcertato in mezzo al
D'altra parte Chende affermava che il berretto di Colnai  era  ancora più unto. Vollero far subito la prova del grado di
esasperò definitivamente Nemeciech. II cuore del poverino  era  troppo addolorato e le lagrime ora si misero a scorrere
distribuiti. Ognuno si ritirò in disparte, perchè l'affare  era  di somma importanza. Poi il soldato semplice raccolse i
avevano più da vergognarsi. Se anche il berretta di Ciele  era  unto, allora voleva dire veramente che il mondo era
Ciele era unto, allora voleva dire veramente che il mondo  era  sottosopra. Raccolti i foglietti, Boka cominciò lo spoglio
I ragazzi si scambiarono un'occhiata: sapevano che questa  era  la scheda di Boka il quale aveva votato per Ghereb per
avrebbero lottato, se fosse stato necessario, per essa.  Era  una specie di amor di patria. Gridavano: «Evviva il campo»
anch'essa aveva gridato: «Ci andremo!» Si volsero tutti.  Era  lo slovacco. Era lì, con la pipa tra i denti, e rideva.
gridato: «Ci andremo!» Si volsero tutti. Era lo slovacco.  Era  lì, con la pipa tra i denti, e rideva. Ettore gli era
Era lì, con la pipa tra i denti, e rideva. Ettore gli  era  vicino. I ragazzi risero. Lo slovacco anche: gettò il suo
le racchette . E Nemeciech corse al magazzino. Il magazzino  era  sotto una catasta di legname. Scivolò sotto e ricomparve
vi fece la prova dell'untume. Il cappello dello slovacco  era  senza dubbio il più unto di tutti. Boka si accostò a
cominciò ad abbaiare: veramente sembrava che ruggisse tanto  era  potente la sua voce: i ragazzi, a dir la verità,
il passo. Ma allorchè si accorsero che il mastino  era  legato si fecero più coraggiosi. Venne incontro un giovane
più di quella raffinata che si usa in certi salotti. Non  era  davvero un salotto lo stanzone del casolare, dove Martino
di ospitalità la nostra comitiva: invece che profumi vi  era  un odore forte di uomini, invece che mobili d'oro, v'erano
invece è ancora caldo? - domandò Cherubino. La domanda  era  veramente imbarazzante, giacchè il latte era davvero
La domanda era veramente imbarazzante, giacchè il latte  era  davvero tiepido e odoroso. Come odorose furono le grandi
offrì lieto come se offrisse un'ostia. Intanto il gregge  era  stato inoltrato nell'ovile e i mandriani, nell'attessa
- girarono chi qua chi là per il casolare e l'ovile. Tutto  era  semplice, quasi rudimentale, dagli attrezzi agli utensili:
arrivò troppo tardi: la figliuola dei Re di Spagna s'  era  maritata il giorno avanti. Il Reuccio volea impiccato l'
arrivò troppo tardi: la figliuola del Re di Francia s'  era  maritata il giorno avanti. Il Reuccio volea ad ogni costo
arrivò troppo tardi: la figliuola del Gran Turco s'  era  maritata il giorno avanti. Il Reuccio non sapea darsi pace;
i ministri gli stavano attorno: — Mancavano principesse? C'  era  la figliuola del Re d'Inghilterra: si mandasse per lei. -
camminando giorno e notte finchè non arrivò in Inghilterra.  Era  una fatalità! Anche la figlia del Re d'Inghilterra s' era
Era una fatalità! Anche la figlia del Re d'Inghilterra s'  era  maritata il giorno avanti. Figuriamoci il Reuccio! Un
lo servì a tavola. All' ultimo il vecchio gli diè quel che  era  avanzato. — Buttati lì; è il tuo posto. — Il povero Reuccio
di strame in un canto, ma non potè dormire. Quel vecchio  era  il mago, padrone del bosco. Quando andava via, stendeva
un giorno, non si sa come, arrivò la notizia che il Reuccio  era  schiavo del mago. Il Re spedì subito i suoi corrieri: —
mano della Regina, e il Reuccio sarà libero. — Oh, questo  era  nulla! — La Regina stacciò la farina, la impastò, fece la
scaldò il forno di sua mano e le infornò. Ma non  era  pratica; pagnotta e stiacciata furono abbruciacchiate.
Poi scaldò il forno di sua mano e le infornò. Ma non  era  pratica. La pagnotta e la stiacciata riusciron mal cotte.
e il Re può disfarlo! - Tizzoncino, diventata Reginotta,  era  andata ad abitare nel palazzo reale. Ma nos s'era voluta
di scarpe: — Quando verrà il Reuccio, allora mi ripulirò. -  Era  possibile? E aspettava, chiusa nella sua camera, che il.
sua camera, che il. Reuccio andasse a trovarla. Ma non c'  era  verso di persuaderlo. — Quella fornaia mi fa schifo! Meglio
la camera di Tizzoncino: volea tagliarle la testa. L'uscio  era  chiuso. Il Reuccio guardò dal buco della serratura e la
bisognava sgominare i senzapatria. Ma per la santa impresa  era  anzitutto necessario un capo. Dio non abbandonò l'Italia,
capo. Dio non abbandonò l'Italia, che nella lunga guerra si  era  così splendidamente condotta, e gl'Italiani, che in essa
Inoltre il fascio di verghe legate con una scure  era  stato nell'antica Roma l'insegna del supremo potere e della
Roma l'insegna del supremo potere e della giustizia, ed  era  perciò portato dai littori, cioè dagli uomini che
tempo dei tempi regnava in Sicilia il re Guglielmo II che  era  così virtuoso, onesto e pio, che il suo popolo gli aveva
detto il Malo per le sue scelleraggini. Guglielmo II  era  buono con tutti: coi Cristiani come coi Saraceni, coi
la neve, non faceva mai torto a nessuno, aiutava i poveri,  era  misericordioso con tutti. Ma Guglielmo, benchè fosse anche
tutti. Ma Guglielmo, benchè fosse anche bello e colto, non  era  felice. Il pessimo governo del padre, le tante ingiustizie
prossimità del mare, tutto abitato da Saraceni pescatori.  Era  triste secondo il solito e si recava con poco seguito a
dalla quale il bisavolo suo, il conte Ruggiero d'Altavilla  era  penetrato con l'aiuto della Vergine Maria in Palermo,
di Lazzaro. Lazzaro di Betania, l'amico di Gesù,  era  morto da quattro giorni. Quando il Divin Maestro entrò
bende, e con la faccia avvolta in un pannolino, così come  era  stato Seppellito, secondo l'uso degli Ebrei.
Cerca, chiama per, tutto il giardino; nulla! La bimba  era  scomparsa. Come presentarsi al Re, che andava matto per
- Ma eran già passati sei mesi, e al palazzo reale non s'  era  visto nessuno. I banditori andavano di regno in regno: —
un anno, e al palazzo reale non si presentò nessuno. Il Re  era  inconsolabile: piangeva giorno e notte. Nel giardino reale
c'era un pozzo. La Reginotta, mentre la balia dormiva, s'  era  accostata all' orlo e vi si era affacciata. Vedendo,
mentre la balia dormiva, s' era accostata all' orlo e vi si  era  affacciata. Vedendo, laggiù, nello specchio dell' acqua,
chiamata. - Ehi! ehi! — accennando colle manine. Allora  era  sorto dal fondo del pozzo un braccio lungo lungo, peloso
una per servirla a pranzo, una per metterla a letto. S'  era  già abituata e non ci nivea di cattivo umore. Il Lupo
di rado: non volea spaventarla. Intanto la Reginotta s'  era  fatta una bella ragazza. Una sera, entrata in letto, non
piedini sull'orlo della secchia. La tiravano su lentamente;  era  un po' pesa. A un tratto la corda si rompe, e secchia e
non venne giù. Bisognava trovare un altro mezzo: ma non  era  come dirlo. Quale? La grotta non aveva che quell'unica
La Reginotta non si perdette d' animo. Appena aggiornava,  era  al suo posto; ma la secchia non calava. E passarono altri
coda bianca e dalle tre macchie nere sulla schiena, s'  era  accostato alla sponda: — Se tu fossi di sangue reale e