CENERE
mare; più ella era lontana, più egli si sentiva capace di ritrovarla. Eppure egli non la amava: non la amava perché da lei aveva sempre ricevuto più
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di volte preso in mano la penna per scriverti, senza riuscirci. Eppure ho tante cose da dirti. Ho cambiato casa: sto presso una signora sarda che
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potessero formare la stessa persona. «Eppure bisogna sapere», pensava, camminando distratto per le vie animate da una folla sempre più scarsa. «Se non è
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! Perché devo piangere?» «Eppure ti farebbe bene, figlio! Ah, sì, io so quanto fa bene piangere! Quanto fu picchiato alla mia porta, una notte, ed una voce
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in risposta qualche paio di schiaffi e gli proibiva di tornare nel cortile (eppure una volta egli la vide discorrere con un carabiniere) ma egli
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osava pensare a Margherita; eppure entrambi, lo studente e il vizioso, dopo aver veduto la figura bonaria dell'uomo retto, provavano una gioia timida e
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cucina, la figura e i racconti della vedova di Fonni, e la cucina pulita e calda e la figura soave e le storielle meravigliose di zia Tatàna! Eppure
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nelle immote solitudini sarde avevano ragione: sì, muoversi, andare, correre vertiginosamente, questa era la vita. Eppure! ... passando sotto un nuraghe
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sette ricomincia sempre. Così arriva l'alba, e appena vede la luce il vampiro fugge. Tu ridi? Eppure è vero. Che Dio ti benedica», disse poi la
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mucchiettino di cenere gli parve un simbolo del destino. Sì, tutto era cenere: la vita, la morte, l'uomo; il destino stesso che la produceva. Eppure, in
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cominciò a sbadigliare, sollevando i grandi occhi gialli verso Anania. Egli si guardava attorno quasi con stupore. Ah, nulla era mutato; eppure egli