figlio, E che il figlio del figlio, lattante bambinello, Dell’avo un dì sarebbe sceso anch’ei nell’avello; E pareva dicesse con sorriso estremo: Non
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si rinvoltola accidioso e rincardina le porte. Se lo scuoti e lo palesi, marzo giovane pazzia, la sua trista nostalgia sogna il sonno di sei mesi. Ei
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forte volere e la speranza esaltando più viva, quando il giorno con la luce pietosa alla vita mortale ogni cosa mortale riadulava non ei si scosse che
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burbero, noi mesti e giovinetti, oltrepassiamo i tetti, chiediamone al seren! Ei ti dirà che brillano gli astri, che l'aura è pura, che raggi il sol
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cruenta pioggia che gli cadrà dall'ale, germoglieranno i mistici orti dell'avvenire! Pregate - ei dee soffrire, sciogliere il volo ancor
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? * Temea che, s'ei parlava, nostra madre morisse. * * E sparì quando io venni? * Sparve! * * E nulla ti disse? * No, e la madre già, triste, era
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di eroe: la scossa foglia il bagna, lo punge il rovo... ei va, sosta, si arrampica, scende, incespica, cade..., e non si lagna. E va, lento, ma va
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prepotenti amori! Ed Ei brillava come un bardo antico dei mercatanti fra l'ignobil greggie, che stupito il vedea, del plettro amico, a passeggiar le
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