| Egli | soffre! Egli soffre! Io lo sento; io non prego, non voglio |
IL FIASCO DEL MAESTRO Chieco (Racconti musicali) -
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Egli soffre! | Egli | soffre! Io lo sento; io non prego, non voglio esser mai |
IL FIASCO DEL MAESTRO Chieco (Racconti musicali) -
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Egli, - dissi lentamente, - | egli | è di cotesta razza d'uomini che paion vivere, come tutti, |
Il maleficio occulto -
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a questo fatto curioso; con la moglie viva al suo fianco, | egli | si mette alla caccia di un'altra donna, più ricca; per che |
Il maleficio occulto -
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donna, più ricca; per che farne? O la moglie muore, ed | egli | passa a seconde nozze; o la moglie vive, ed egli nella |
Il maleficio occulto -
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muore, ed egli passa a seconde nozze; o la moglie vive, ed | egli | nella nuova conquista si fa l'uomo di fiducia, |
Il maleficio occulto -
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ce n'è una terza, la quale sembra comica o almeno innocua: | egli | ha una collezione di minerali, egli si cammuffa da pedante, |
Il maleficio occulto -
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o almeno innocua: egli ha una collezione di minerali, | egli | si cammuffa da pedante, vive gran tempo fra i libri, così |
Il maleficio occulto -
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non dà frutto: la donna ricca e libera non si trova: | egli | nasce invano dalla solitudine della villa e rinunzia invano |
Il maleficio occulto -
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più inveterate: non corre più a Milano, si seppellisce | egli | pure in quel paese del lago; è un periodo di cogitazione |
Il maleficio occulto -
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perché nuove scene avvengano tra lui e la baronessa: | egli | soffre in quella prigione volontaria: egli non gode più |
Il maleficio occulto -
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e la baronessa: egli soffre in quella prigione volontaria: | egli | non gode più l'inebriante sensazione tattile delle carte e |
Il maleficio occulto -
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innanzi al Boldrella che ha tentato un colpo audace, | egli | non sa frenarsi: il Boldrella gli ha detto che la biada è |
Il maleficio occulto -
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introvabile, che gli avrebbe giuocato il brutto tiro. | Egli | fa finta di credere, dà ordine di vigilare perché nessuno, |
Il maleficio occulto -
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questo punto? Quale voce ha parlato nel cuor del ladro? Ha | egli | osato alzare gli occhi fino al suo padrone e l'ha giudicato |
Il maleficio occulto -
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al barone, intendiamoci; ruba alla baronessa..... Perché | egli | pure, cotesto Boldrella, l'assassino di domani, egli pure |
Il maleficio occulto -
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Perché egli pure, cotesto Boldrella, l'assassino di domani, | egli | pure ha il suo miraggio, la sua idea ossessionante: |
Il maleficio occulto -
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parola, che cosa gli abbian narrato di quel paese; ma | egli | è tutto per l'America; egli per l'America ruba, per |
Il maleficio occulto -
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narrato di quel paese; ma egli è tutto per l'America; | egli | per l'America ruba, per l'America uccide, per l'America |
Il maleficio occulto -
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Che dolore! Che dolore! | Egli | morì da tanti anni ed è ancor piena di peccato l'anima mia. |
IL FIASCO DEL MAESTRO Chieco (Racconti musicali) -
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un giovane ... Centovite! Lo avete mai sentito nominare? | Egli | ha avuto l'ardire di dirmi: Voglio sposare la Reginotta ! |
LE ULTIME FIABE -
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| egli | si fermò un istante per consultare il suo orologio |
ABRAKADABRA STORIA DELL'AVVENIRE -
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ch’egli esercita massime sul sesso debole per il quale | egli | può signoreggiare ancora, benché disprezzato e maledetto, |
Clelia: il governo dei preti: romanzo storico politico -
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- rispondeva costui. - Non abbiamo noi l’orfanotrofio? | Egli | là sarà al sicuro dagli sviamenti di questo secolo perverso |
Clelia: il governo dei preti: romanzo storico politico -
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prete colla strega sul conto suo, non ne fecero più caso ed | egli | rimase in un canto dimenticato come uno straccio, piangendo |
Clelia: il governo dei preti: romanzo storico politico -
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sua menò seco Muzio in una stanza recondita di Roma ove | egli | aveva preso dimora. Gioverà sapere che il padre di Muzio |
Clelia: il governo dei preti: romanzo storico politico -
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e le ruine aveva l’abitudine di condur seco Siccio. | Egli | dunque nelle escursioni col suo padrone erasi fatto pratico |
Clelia: il governo dei preti: romanzo storico politico -
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suo stato di bisogno poiché, col carico del giovine, | egli | non avrebbe potuto più oltre stare a padrone. Come cicerone |
Clelia: il governo dei preti: romanzo storico politico -
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| egli | poteva vivere miseramente sì, ma indipendente ed il |
Clelia: il governo dei preti: romanzo storico politico -
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vedendolo crescere vispo, robusto e bello come un Adone. | Egli | non tornava mai a casa senza portare al suo caro qualche |
Clelia: il governo dei preti: romanzo storico politico -
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al suo caro qualche cosa che sapeva gradirgli, e certo | egli | si sarebbe privato del bisognevole, piuttosto che lasciarne |
Clelia: il governo dei preti: romanzo storico politico -
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da Siccio, ripensando alla trama scellerata con cui | egli | era stato ridotto alla presente poverissima condizione, |
Clelia: il governo dei preti: romanzo storico politico -
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tanto sospirata rivoluzione sociale è finalmente scoppiata. | Egli | ne gode. E' ora, è ora! E' giusto che il popolo, ruttato da |
I sogni dell'anarchico -
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ufficiale e ricostruito su quelle rovine, la società. | Egli | l'aveva sospirata tanto la rivoluzione sociale, veva |
I sogni dell'anarchico -
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veva preparata, ne aveva propagandato l'id'ea. Non era | egli | forse uno dei capi del movimento comunista? Ma non aveva |
I sogni dell'anarchico -
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lo spirito di ubbidienza, tanto meglio procede il partito. | Egli | era uno dei capi del comunismo; avrebbero dovuto attendere, |
I sogni dell'anarchico -
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uno dei capi del comunismo; avrebbero dovuto attendere, che | egli | avesse dato l'ordine di ribellarsi; che il segno della |
I sogni dell'anarchico -
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di suo accordo. Ed invece? La rivoluzione è scoppiata. | Egli | è così felice! Si veste in fretta e corre alla finesra. Già |
I sogni dell'anarchico -
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ricorrono al cannone contro i cittadini? Governo maledetto! | Egli | sente uno sdegno infinito contro il governo, che; cerca di |
I sogni dell'anarchico -
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Ma tò! Da una casa vicina vengono lanciate alcune bombe. | Egli | ne vede le proiettorie luminose; quello sembra un filo |
I sogni dell'anarchico -
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strazianti, d'infinito dolore: e poi la nube si dilegua; ed | egli | vede il suolo rosseggiante di sangue; vede cadaveri, vede |
I sogni dell'anarchico -
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dei grandi ideali del popolo è la bomba ed il pugnale. | Egli | gli aveva proibito le tante volte di ricorrere alle bombe; |
I sogni dell'anarchico -
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soccorso, che invoca le guardie regie, i carabinieri. | Egli | sente una grande nausea di questa gente. Come? questo è il |
I sogni dell'anarchico -
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di questa gente. Come? questo è il popolo oppresso, che | egli | vuole liberare dal giogo di un governo maledettamente |
I sogni dell'anarchico -
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le chiese e riversare la colpa sugli anarchici. | Egli | odia la religione e le chiese, che vorrebbe distrutte; ma |
I sogni dell'anarchico -
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cinque si accapigliano per il possesso della pisside. | Egli | stenta a prestar fede ai suoi occhi. Gli scassinatori, i |
I sogni dell'anarchico -
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anarchici, i più caldi aderenti delie teorie più azzardate. | Egli | freme dallo sdegno. ? Vergognatevi! ? esclama. ? Vergognati |
I sogni dell'anarchico -
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ma nessuno l'ascolta. - Via! via - gridano molti, ed | egli | si vede investito, minacciato. Comprende che ha perduto il |
I sogni dell'anarchico -
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Questo è il frutto di lunghi anni di educazione anarchica? | Egli | si era lusingato di aver condotto i suoi verso l'ideale ed |
I sogni dell'anarchico -
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paura. Li ravvisa. Sono dessi. L'avanguardia anarchica, che | egli | ha educato, ha entusiasmato, ha riempito di sete di sangue, |
I sogni dell'anarchico -
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sei la causa di tutto! ? e lo trascinano seco nella fuga. | Egli | cerca di scolparsi. - Non sono stato io! Vi ho proibito di |
I sogni dell'anarchico -
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di poter sfogare su di lui la loro rabbia, il loro sdegno; | egli | viene maltrattato, battuto, percosso; cento pugni lo |
I sogni dell'anarchico -
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lo minacciano: molti cadono fitti, fìtti, sul suo corpo; | egli | ne sente il dolore: grida, urla, strilla, cerca di parare i |
I sogni dell'anarchico -
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coll'anima piena di entusiasmi e di terrori. In quel mese | egli | aveva percorse le principali città dell'Unione, |
ABRAKADABRA STORIA DELL'AVVENIRE -
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sorprendenti meccanismi. Negli ultimi giorni di dilazione, | egli | aveva provate quella febbre tormentosa della impazienza |
ABRAKADABRA STORIA DELL'AVVENIRE -
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Per illudere sè stesso, per placare quelle ansie affannose, | egli | aveva anticipata di ventiquattro ore la sua partenza da |
ABRAKADABRA STORIA DELL'AVVENIRE -
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| Egli | si destò, sul suo letto di porpora, e apri gli occhi. Un |
I sogni dell'anarchico -
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e magnifiche coltri di porpora ornavano il letto, sul quale | egli | aveva, posato le pingui membra. - Ho sognato! mormorò. Ho |
I sogni dell'anarchico -
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Quel terribile sogno. Ed aveva durato così a lungo; | egli | aveva vissuto molti mesi, anzi anni nello stato obbrobrioso |
I sogni dell'anarchico -
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quarta vigilia. L'alba non era ancora spuntata sul ciclo. | Egli | si era coricato, che la terza vigilia stava per finire. |
I sogni dell'anarchico -
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era Apollo, l'immortale, che invocava gl'immortali. Già. | Egli | era un dio, era lo stesso Apollo. Glielo avevano dichiarato |
I sogni dell'anarchico -
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Glielo avevano dichiarato in Grecia le mille volte. Non era | egli | forse il signore del dolce canto? Non lo avevano supplicato |
I sogni dell'anarchico -
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di deliziare le loro orecchie col suo canto? Non aveva | egli | destato l'applauso infinito della folla delirante, ed era |
I sogni dell'anarchico -
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tutti i rivali colla potenza del suo genio immortale? | Egli | era grande come imperatore; il più grande tra i Cesari, ma |
I sogni dell'anarchico -
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profusione dei cibi più rari; quanto lusso; e quei regali! | Egli | aveva donato ad ogni ospite la tavola di argento incrostata |
I sogni dell'anarchico -
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e dalle leggere tinte rosee nelle guancie di velluto. | Egli | stesso aveva scelto quelle bellissime schiave tra le molte, |
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che possedeva e la sua scelta era stata felice, perché | egli | s'intendeva di bellezza femminile. Ne era il più profondo |
I sogni dell'anarchico -
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canti.... tutti avevano applaudito ai celebri cantanti, che | egli | aveva fatto venire dalla Grecia lontana. Avevano |
I sogni dell'anarchico -
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tra i doni, era impossibile vederlo, e non adorarlo. Ma | egli | sentiva una nausea di questi facili amori, che gli venivano |
I sogni dell'anarchico -
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infinito di lei, la sola degna di appartenere a lui. Ed | egli | l'aveva uccisa. Eppoi ricordò certi cristiani. Ne aveva |
I sogni dell'anarchico -
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ritenessero pari a lui. Volevano ricordargli ... già, che | egli | non era un sovrano assoluto; che sopra di lui v'era un Dio; |
I sogni dell'anarchico -
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e di' amori... Ma il suo canto, il suo canto divino! Poteva | egli | privare il mondo di tanta delizia? Come il mondo sarebbe si |
I sogni dell'anarchico -
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cosi l'umanità non poteva vivere senza il suo canto. Se | egli | non avesse cantato si sfarebbe otturata la maggior sorgente |
I sogni dell'anarchico -
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| Egli | era in preda ad un'angoscia infinita. Le notizie, giunte |
I sogni dell'anarchico -
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era, stramazzato al suolo, estenuato, avanti alla sua casa. | Egli | lo aveva rialzato, si era preso cura di lui, gli aveva |
I sogni dell'anarchico -
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la carne, e raccontato all'agricoltore la propria sventura. | Egli | era stato pure un agricoltore assiduo, laborioso. Aveva |
I sogni dell'anarchico -
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non si era rifiutato di mantenere l'onesto lavoratore ed | egli | si era trovato bene'in quel bell'angolo d'Umbria. Era stato |
I sogni dell'anarchico -
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del cielo, i futuri lavoratori assidui de! suolo. | Egli | riposava, alle volte, seduto sul supremo gradino della |
I sogni dell'anarchico -
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questa ferra, che gli aveva dato la vita e della quale | egli | si sentiva figlio, rampollo e parte; fibra del corpo |
I sogni dell'anarchico -
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scannati i bovi, bruciate le messi, devastati i campi, ed | egli | povero, fuggiasco, orbato della patria, della famiglia, dei |
I sogni dell'anarchico -
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quali rinnovavano tutti gli orrori delle antiche invasioni. | Egli | faceva, tremante, alcuni nomi, che aveva udito con spavento |
I sogni dell'anarchico -
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ro! Un pugno di questi barbari aveva assalito la sua casa; | egli | si era messo alla difesa, ma era stato atterrato. Lo |
I sogni dell'anarchico -
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aspirazioni nostre. Di tal tempra era il fratello d’Irene. | Egli | avea bensì fatto l’ultimo tentativo da noi riferito per |
Clelia: il governo dei preti: romanzo storico politico -
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tutt’altro gli uomini coi quali aveva combattuto, e Romani, | egli | sentì orgoglio di tanta bravura de’ suoi concittadini. Poi |
Clelia: il governo dei preti: romanzo storico politico -
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sentì orgoglio di tanta bravura de’ suoi concittadini. Poi | egli | doveva la vita a quel magnifico e valoroso soldato della |
Clelia: il governo dei preti: romanzo storico politico -
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tra i liberali di dentro e quelli della campagna. | Egli | dunque, quando in Roma per parte dei capi liberali si prese |
Clelia: il governo dei preti: romanzo storico politico -
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che si portavano quelle due angeliche creature, non è | egli | la vita dell’anima, il fomite di quanto s’opera di grande, |
Clelia: il governo dei preti: romanzo storico politico -
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estraneo. Poi per condiscendere al desiderio del padre | egli | aveva accettato un posto nell’esercito pontificio e si |
Clelia: il governo dei preti: romanzo storico politico -
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dai suoi occhi era caduta la benda e senza quell’impaccio | egli | potè arditamente contemplare tutta la grandezza |
Clelia: il governo dei preti: romanzo storico politico -
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per la causa santa del suo paese. Ricco e potente come | egli | era e generoso, diventò nel futuro il più forte sostegno |
Clelia: il governo dei preti: romanzo storico politico -
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intromessa nella questione tra me e il Maralli e pare che | egli | non mi riporti a casa mia come aveva minacciato di fare. - |
IL GIORNALINO DI GIANBURRASCA -
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alla costa; anzi coll’imperversare della tempesta | egli | temette per la salvezza del legno. Dopo aver cercato un |
Clelia: il governo dei preti: romanzo storico politico -
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e in queste pagine si è ingegnato di farvi ridere. Vi è | egli | riuscito? Forse non ha fatto che ripetere in altra cadenza, |
Racconti umoristici IN CERCA DI MORTE - RE PER VENTIQUATTRORE -
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venia, e siategli grati dell'intenzione. Pensate che | egli | dorme alcune braccia sotterra, e che non raggiunse il |
Racconti umoristici IN CERCA DI MORTE - RE PER VENTIQUATTRORE -
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immensa lo vinceva, e il sudore co- privagli la fronte. | Egli | si sarebbe abbattuto, se il pensiero costante della madre, |
Le Fate d'Oro -
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avesse sostenuto; il suo amore dominava la stan- chezza, ed | egli | camminava sempre con ar- dore. A un tratto egli vide |
Le Fate d'Oro -
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chezza, ed egli camminava sempre con ar- dore. A un tratto | egli | vide dinanzi a sè un portico e gli venne voglia di |
Le Fate d'Oro -
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canto degli usignuoli. Desideroso di un momento di riposo, | egli | sedè in uno dei viali del magnifico giardino, quando a un |
Le Fate d'Oro -
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voltatosi, vide un palazzo, dal quale usciva una luce mite. | Egli | si diresse a quella volta, e, oltrepas- sata la soglia e un |
Le Fate d'Oro -
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che gli ram- mentava di non avere mangiato dalla mat- tina. | Egli | prese avidamente un pezzo di pane e lo divorò in pochi |
Le Fate d'Oro -
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andò in una stanza attigna dove ar- deva un bel fuoco. | Egli | sedè in una co- moda poltrona, dinanzi al caminetto, per |
Le Fate d'Oro -
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dalla voce melodiosa, non tardò ad addormentarsi. Allora | egli | vide la fata Lucinda, della quale avevagli tanto parlato il |
Le Fate d'Oro -
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ancora la bella Lucinda. E mentre gli diceva queste parole, | egli | si vedeva, come in un sogno, già adulto, sfol- gorante di |
Le Fate d'Oro -
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della sala vi era una nube nera; a un tratto si diradò, ed | egli | scòrse, sopra un misero letto, una donna col viso coperto |
Le Fate d'Oro -
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dove fu ammesso, dietro suppliche insistenti. | Egli | penetrò in una lunga corsia, fian- cheggiata da letti, su |
Le Fate d'Oro -
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era nell'ultimo letto, col viso coperto di bende, come | egli | avevala veduta in sogno, nel palazzo della fata Lucinda. |
Le Fate d'Oro -
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la speranza dava agli occhi di lui un insolito splendore. | Egli | stendeva verso la bella ammalia- trice le mani |
Le Fate d'Oro -
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- Bernardo si scosse riconoscendo la voce di sua madre. | Egli | fece uno sforzo per cacciare dalla mente le immagini di |
Le Fate d'Oro -
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quella cara e bellissima creatura ora divenuta comare sua | egli | più nulla udiva, né vedeva, tanto che incespicò lungo la |
Clelia: il governo dei preti: romanzo storico politico -
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alla chiesa e senza l’aiuto efficace del braccio di Giulia, | egli | certamente andava ad infrangere il suo bompresso |
Clelia: il governo dei preti: romanzo storico politico -
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ecco Partenope, che esce luminosa dall'onda, e che | egli | vuole deliziare del suo canto, la folla gli si fa incontro |
I sogni dell'anarchico -
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tori dalle corna dorate, per immolarle al sacro nume. | Egli | osserva dalla lettiga d'oro con scherno quella folla, che |
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gli plaude. Dal terrazzino del suo grande palazzo di Baia | egli | domina l'infinita distesa del mare, così bello, cosi |
I sogni dell'anarchico -
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lo ha dichiarato decaduto dal trono e marcia contro Roma. | Egli | diventa pallido dallo sdegno e sfoga la propria collera sul |
I sogni dell'anarchico -
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di marmo; getta tutto a terra, spezza, frantuma, rovina. - | Egli | vuole cingere la corona imperiale? domanda. - No. L'ha |
I sogni dell'anarchico -
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dell'infuriato signore col pretesto di eseguire gli ordini. | Egli | urla, grida, freme. La corona imperiale spetta soltanto a |
I sogni dell'anarchico -
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Il comune di Napoli gli aveva decretato molti onori, ed | egli | volava da festa a festa; nei templi, dove gli si offrivano |
I sogni dell'anarchico -
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umane, dove cristiani venivano dati in preda ai leoni. | Egli | andava a quelle feste, per soffocare i suoi timori, per |
I sogni dell'anarchico -
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supplicato dalla plebe, cantava, cantava. Lo applaudono, ed | egli | è lieto di quegli applausi, e di nuovo pensa a rinunziare |
I sogni dell'anarchico -
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germe della morte. Nessuno gli deve contrastare la gloria; | egli | solo ha da venir ammirato nell'impero. Guai a chi vuole |
I sogni dell'anarchico -
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Virginio Rufo lo ha dichiarato decaduto dall'impero. - | Egli | aspira al trono? chiese fremendo. - No, gli venne offerta |
I sogni dell'anarchico -
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gli venne offerta la porpora dall'esercito vittorioso ma | egli | l'ha rifiutata. ? Galba? - Neppure. Virginio Rufo marcia |
I sogni dell'anarchico -
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un'impero, difficile invece cantare come cantava, lui. | Egli | era grande, non perché imperatore ma perché citaredo; la |
I sogni dell'anarchico -
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non è cosa che soddisfaccia nessuno e meno poi un principe. | Egli | dunque si attenne al più savio consiglio, imbarcossi in |
Clelia: il governo dei preti: romanzo storico politico -
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gondola e così pensò inseguire la sconosciuta. «Voga - | egli | disse al gondoliere - e se raggiungi quella gondola là, |
Clelia: il governo dei preti: romanzo storico politico -
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solenne ripete tre volte): Rinunzio di essere Re! (Appena | egli | ha pronunziato queste parole, si spalanca l'uscio della |
LE ULTIME FIABE -
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la terra dei suoi avi; là lavorò il nonno, là il padre, là | egli | apprese amore al lavoro, alla vita all'aperto, alta piena |
I sogni dell'anarchico -
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lontano, lontano; in altre terre, in altre regioni. | Egli | aveva seguito il suono misterioso di quelle campane, la |
I sogni dell'anarchico -
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la quale lo seguiva continuamente; appariva sempre là dove | egli | si trovava, e gli offriva istintivamente le sue braccia, |
I sogni dell'anarchico -
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Prendila in moglie. Vedi come langue di amore di te. Ma | egli | le volse sdegnoso i! capo e parti in cerca della patria |
I sogni dell'anarchico -
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più fiorita. Anche la sorella era passata a marito, ed | egli | era rimasto solo, il padrone di quel terreno; il capo di |
I sogni dell'anarchico -
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tenuta. Qualche giorno ancora, eppoi, a raccolto terminato, | egli | avrebbe condotto sulla sua casa la nuova padrona, che vi |
I sogni dell'anarchico -
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di terra, ed una pentola ricolma di monete di oro, perché | egli | aveva cercato nella sua futura moglie, la donna sana, la |
I sogni dell'anarchico -
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presto, avrebbe una forte compagna al fianco. L'Italia. | Egli | l'amava tanto, tanto I Non ne sapeva la storia; ne ignorava |
I sogni dell'anarchico -
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ulrimi giorni. Per lui l'Italia era quel pezzo di terra che | egli | lavorava; che aveva là, avanti agli occhi, che dominava |
I sogni dell'anarchico -
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italiani erano quanti conosceva: i suoi vicini, coloro che | egli | vedeva alla domenica in chiesa o sulla piazza del |
I sogni dell'anarchico -
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sotto il bel tiglio; e questa Italia, questi italiani, | egli | sentiva di amare tanto, tanto. Ora i barbari volevano |
I sogni dell'anarchico -
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i forti lavoratori della terra, i pazienti pastori. | Egli | parla loro e diventa eloquente. Dice delle stragi, che i |
I sogni dell'anarchico -
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per mettere in salvo la vita. Scappano, scappano. Invano | egli | dice loro di arrestarsi, di lottare, di difendersi, di |
I sogni dell'anarchico -
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pure; nessuno resta indietro: lo abbandonano tutti. | Egli | resta solo, là, immobile, nel crepuscolo serotino, nelle |
I sogni dell'anarchico -
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la vista di Geromino era il cappellino di lei, da cui | egli | non sapeva distaccare gli occhi. Egli diceva fra sé: - Che |
UNA SERENATA AI MORTI -
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di lei, da cui egli non sapeva distaccare gli occhi. | Egli | diceva fra sé: - Che ne diranno mai i parigini, che hanno |
UNA SERENATA AI MORTI -
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non incaricarsi e di non affliggersi troppo della moglie. | Egli | conduceva e aveva sempre condotto una vita esteriore. A |
UNA SERENATA AI MORTI -
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sempre condotto una vita esteriore. A venticinque anni | egli | poteva già contare di avere fatti più di venticinque |
UNA SERENATA AI MORTI -
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a Torino una zitellona sua vicina di pianerottolo, | egli | si era raccomandato al suo antico compagno di scuola, |
UNA SERENATA AI MORTI -
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(un alloggio di 12 membri ben esposti per 120 lire annue) | egli | si riteneva completamente scampato ai pericoli della |
UNA SERENATA AI MORTI -
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che non si muoverebbe più da quella camera, se | egli | non la sposasse. Il povero Goldi pensò, che per levarsi |
UNA SERENATA AI MORTI -
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un trattamento egualmente energico. Fatto il matrimonio, | egli | si trovò contento di avere acquistata una moglie più |
UNA SERENATA AI MORTI -
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con interesse coniugale e non con intento mercenario. | Egli | aveva i vantaggi del coniugio e della famiglia senza le |
UNA SERENATA AI MORTI -
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fortunato possesso d'una moglie, che portava lei i calzoni, | egli | era impedito di profondere tutte le sue entrate |
UNA SERENATA AI MORTI -
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pagato il fitto, il salcicciaio, il sarto ecc., senza che | egli | pure se ne accorgesse; - sapeva per di più che sua moglie |
UNA SERENATA AI MORTI -
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più che sua moglie tesaurizzava nella Cassa Postale, mentre | egli | ai tempi del celibato si era sempre dichiarato ed era |
UNA SERENATA AI MORTI -
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dei minuti piaceri largiti quotidianamente dalla moglie | egli | se lo guadagnava lautamente a tarocchi, in cui era |
UNA SERENATA AI MORTI -
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l'intontito per disegno e il corbellatore per caso. Quando | egli | si trovava fermo per qualche necessità davanti a una |
UNA SERENATA AI MORTI -
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o era lasciato due minuti solo col sigaro in bocca, | egli | architettava già la caricatura, ruminava già la facezia, |
UNA SERENATA AI MORTI -
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ridere la brigata al suo prossimo comparire. A Geromino | egli | dava sempre del tu, ma condito di quel rispetto, che un |
UNA SERENATA AI MORTI -
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ricco, capo dell'amministrazione che lo stipendia. Quindi | egli | accompagnava ognora il tu con un signore o sindaco o |
UNA SERENATA AI MORTI -
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è da stupire, se nei pochi giorni preparatorii della gita, | egli | aveva voluto ferrarsi molto bene anticipatamente di tutte |
UNA SERENATA AI MORTI -
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francese, a cui aveva assoggettato eziandio la moglie, | egli | aveva ristudiato sulla Storia d'Europa del Ricotti (quella |
UNA SERENATA AI MORTI -
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qualmente, essendo venuti di moda i piccioni viaggiatori, | egli | e sua moglie si erano creduti in obbligo di viaggiare anche |
UNA SERENATA AI MORTI -
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i solitari paesaggi sardi resi più tristi dall'autunno | egli | sentiva una nuova vita. Gli pareva di esser un altro; di |
CENERE -
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libertà, o il pensiero del mondo ignoto verso cui correva? | Egli | non sapeva, né cercava sapere. Un'ebbrezza profonda, fatta |
CENERE -
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lo avvolgeva come un vapore odoroso, attraverso il cui velo | egli | intravedeva orizzonti mai prima sognati. Come era bella e |
CENERE -
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mai prima sognati. Come era bella e facile la vita! | Egli | si sentiva forte, bello, vittorioso: tutte le donne lo |
CENERE -
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ad una città moresca. Di fronte al palazzo nuovo dove | egli | abitava, sorgeva una fila di casette antiche ritinte di |
CENERE -
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di garofani e di stracci stesi ad asciugare al sole; ma | egli | non guardava laggiù; i suoi occhi ammaliati correvano sullo |
CENERE -
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E di nuovo, appena impostata questa prima epistola, | egli | sentì un impetuoso desiderio di correre all'aperto, e salì |
CENERE -
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Anania immense farfalle scese a riposarsi sull'acqua. Mai | egli | si sentì felice come in quell'ora: gli pareva che la sua |
CENERE -
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via; abbiamo ricorso alla questura.» «Di che paese sono?», | egli | domandò. «Una è cagliaritana; l'altra, credo, del Capo di |
CENERE -
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mio, Dio mio! Abbiate pietà di me, Signore!», singhiozzava | egli | a tarda notte, tormentato dall'insonnia e dai tristi |
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dal loro quartiere. «Perché Margherita mi ha scritto?», | egli | pensava, «e perché le ho risposto? Quella donna ci dividerà |
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di vuoto nella sua mente; stanco di tormentarsi, allora | egli | vagava col pensiero dietro visioni estranee al crudele |
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ricordava i boschi dell'Orthobene dove tante volte, mentre | egli | coglieva viole, il rumore del vento sugli elci gli aveva |
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e ricadde nella disperazione. Né l'indomani né poi | egli | poté svelare a Margherita il segreto proposito che lo |
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viltà appunto gli avrebbe impedito di compiere quella che | egli | chiamava la sua missione. A volte, però, questa missione |
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inquiline, gli faceva male; tuttavia, rientrando a casa, | egli | vedeva spesso le due donne, o sul balcone, fra i garofani e |
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figli. La sua voce giungeva fino alla camera di Anania, ed | egli | l'ascoltava con dolore. Maria Rosa gli destava rabbia e |
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sapesse del tal paese, della tale famiglia, qualche volta | egli | tornava nella folle supposizione che ella potesse essere |
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lo fermarono in mezzo alla strada, invitandolo a seguirle; | egli | fuggì, preso da un tremito di disgusto e d'orrore. Dio! |
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Dio! Dio! Gli pareva fosse stata lei a fermarlo ... | Egli | studiava con ardore e scriveva lunghe lettere a Margherita. |
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e che nessun uomo avesse mai amato con l'ardore con cui | egli | amava. Nonostante il dubbio che Margherita potesse |
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Nonostante il dubbio che Margherita potesse abbandonarlo se | egli | ritrovava sua madre, era felice del suo amore; la sola idea |
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Pasqua. Anche a Cagliari, durante il primo anno di liceo, | egli | non ebbe amici e neppure conoscenti; quando non studiava o |
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destra boschetti di pini, e chine ombrose coperte di iris. | Egli | non sapeva dove fermarsi, tanto i posti erano deliziosi; |
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Urpino diventarono il regno dei suoi sogni: a poco a poco | egli | si considerò talmente padrone del luogo che si irritava |
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rassomigliarsi all'astro radioso, così solo nel cielo come | egli | era solo nella pineta. Forse in quell'ora Margherita |
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sera, pensando al suo caro fanciullo lontano. Ed egli, | egli | non pensava quasi mai a lei; egli era un ingrato, un |
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lontano. Ed egli, egli non pensava quasi mai a lei; | egli | era un ingrato, un egoista. Ah, ma che poteva farci? Se al |
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Era viva? Era ricca o mendicante? E se fosse in carcere? | Egli | si meravigliò di non arrossire a questo pensiero. Per la |
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gelati di Olì ... Finalmente il giorno del ritorno arrivò. | Egli | partì, quasi oppresso dalla sua felicità: aveva paura di |
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«Figliuolino mio! Figliuolino mio!» «Come la va? Prendi!», | egli | gridò, e per impedirle di abbracciarlo le gettò addosso la |
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e sparve, lasciando la donna stupefatta. Ecco, ecco. | Egli | deve rivedere la nota strada: ella lo aspetta alla |
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che attraversa di corsa la strada, lo urta, vola via. | Egli | vorrebbe correre così, ma non può, non deve. Prende anzi un |
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si sbatte con due dita i risvolti del soprabito. Già; | egli | ha un soprabito lungo, chiaro, elegante che lei non ha |
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verdi. Margherita non c'è! Perché? Perché, Dio mio? | Egli | si ferma, palpitando. Fortunatamente la strada è deserta: |
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oltre, a scanso di essere notato da qualche occhio curioso. | Egli | comincia a camminare lentamente come la gallina; e benché |
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come la gallina; e benché le finestre rimangano vuote | egli | non cessa di fissarle un istante, e si commuove e sente il |
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pallida di passione, e lo guardava con occhi ardenti. | Egli | impallidì e non pensò neppure a salutare, a sorridere; non |
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cestino nell'altra, apparve ansante in fondo alla strada, | egli | trasecolò, sorpreso, e affrettò il passo. Parte Seconda I. |
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di scuola, gli impedisce di piangere. Eppoi, ormai, | egli | è un uomo. È vero che egli si credeva un uomo fin da quando |
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di piangere. Eppoi, ormai, egli è un uomo. È vero che | egli | si credeva un uomo fin da quando aveva quindici anni: ma |
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Eppure la salute e la gioventù brillano nei suoi occhi; | egli | è alto, svelto, con due seducentissimi baffetti castanei |
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a misura che s'offuscava il cielo. Da quanti anni | egli | aveva sentito la voce che lo attirava lontano! Ricordava |
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la terre d'oltre mare: eppure sul punto di lasciar l'isola | egli | si sentiva triste, e si pentiva di non aver proseguito gli |
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e insieme con lei, fra allegre brigate di compaesani, | egli | aveva trascorso ore indimenticabili. Ella era elegante, |
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donna che per paragonarla a lei e trovarla inferiore; e più | egli | diventava uomo e lei donna, e più la passione lo |
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illuminati dalla luna come gli occhi di perla d'un idolo, | egli | non osava baciarla, ma la fissava silenzioso e sussultava, |
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marezzato delle onde, attirarono gli sguardi di Anania. | Egli | pensò a Renato del quale gli parve intravedere il triste |
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risposta, come pietre buttate nell'acqua. Perché non poteva | egli | fermarsi su quella costa selvaggia, dolcemente melanconica, |
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sulla roccia non poteva essere il suo? Perché non poteva | egli | costrurre una casa sulle rovine della chiesetta? Perché |
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l'amore, la tristezza? Che cosa faceva Margherita? Perché | egli | l'amava? E perché suo padre era servo? E perché suo padre |
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o un pazzo affetto dall'idea fissa dei tesori? Che aveva | egli | ereditato da suo padre? L'idea fissa in forma diversa? Era |
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che sembrava si perdessero in un tenebroso luogo di dolore, | egli | ricordava i più miseri villaggi sardi; nella Roma nuova si |
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troppo alto e troppo profondo. Anche all'Università, dove | egli | cominciò a frequentare assiduamente i corsi di Diritto |
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a vivere. Solo quando il professore cominciava a parlare, | egli | provava una commozione profonda, quasi un senso di gioia. |
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davanti al pensiero turbato di Anania. E fra tante figure | egli | ne distingueva una, che passava e ripassava davanti a lui, |
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a lui, ad occhi bassi. Ma invece di fissarla con orrore | egli | la guardava con pietà, col desiderio di stenderle la mano. |
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ed ore di amarezza, di dubbio, di opprimente melanconia, | egli | pensava: «È inutile illudermi: non sono pazzo, no; ma non |
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Dove devo andare? E se la trovo?». Ah, era di questo che | egli | aveva paura. Non voleva neppur pensare a quanto poteva |
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una voce fraterna gli chiedesse il suo segreto ... Ecco, | egli | palpitava già pensando come cominciare ... Ma attraverso il |
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l'ombrello. Ma perché vai?», chiese l'altro, sbadigliando. | Egli | non rispose. Sulle scale buie si fermò un momento, |
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di chierici rossi, uno dei quali lo urtò lievemente. Allora | egli | parve destarsi da un sogno, si fermò e aspettò il compagno, |
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nel ricevere queste informazioni. I connotati combinavano; | egli | non ricordava precisamente la fisonomia di sua madre, ma |
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era alta, coi capelli neri e gli occhi chiari. Inoltre | egli | sapeva che a Nuoro non esisteva alcuna famiglia Obinu, e |
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la Obinu falsava il suo nome e la sua origine ... Tuttavia | egli | sentì che la donna indicatagli dalla questura non era, non |
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a scoprirla. Dopo giorni e mesi di attesa e di ansia, | egli | provò come un senso di liberazione. La primavera penetrava |
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orizzonti, le nuvole che dalla finestra della sua cameretta | egli | vedeva affacciarsi o tramontare fra gli elci |
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via; lo interessavano per un attimo, ma non si fermavano ed | egli | le dimenticava subito. Più che mai amava la solitudine; e |
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pareva ad Anania di aver un velo davanti agli occhi; | egli | viveva di diffidenza e di dolore. Anche la sua passione per |
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di tristezza e di paura. Un giorno, agli ultimi di maggio, | egli | sorprese il compagno stretto in tenero amplesso con la |
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accanto a una piccola porta che dava su un andito buio, | egli | vide un numero, il numero della casa ove abitava Maria |
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e suonò. Una donna alta e pallida, vestita di nero, aprì: | egli | si turbò, sembrandogli di aver veduto altra volta i grandi |
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Obinu?» «Sono io», rispose la donna con voce grave, «No», | egli | pensò, «non è lei; non è la sua voce.» Entrò. La Obinu gli |
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buio e lo introdusse in un salottino grigio e triste; | egli | si guardò attorno, vide una testa di cervo e una pelle di |
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di giorni, ho una signorina inglese che deve partire ... » | Egli | chiese ed ottenne di veder la camera; il letto stava al |
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Sul tavolino Anania vide, fra gli altri, un volumetto che | egli | amava con passione dolorosa. Erano i versi di Giovanni |
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fosse anche un buco? ... » Rientrarono nel salottino, ed | egli | si fermò a guardare la testa imbalsamata del cervo. «È un |
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caso.» «Anch'io sono nato per caso nel villaggio di Fonni», | egli | disse, guardandola in viso. «Sì, sono nato a Fonni; mi |
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Atonzu Derios.» Ella non batté palpebra. «No, non è lei!», | egli | pensò, e si sentì felice. «Per questi quindici giorni le |
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finalmente la Obinu, cedendo alle insistenze di lui, ed | egli | accettò. La cameretta pareva la cella d'una monaca; il |
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camera? perché si mostrava così premurosa con lui? Mentre | egli | metteva a posto i suoi libri, Maria bussò e, senza |
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che la lampadina delle «Sante Anime» venisse spenta. «No», | egli | rispose con voce forte, «venga avanti, anzi, che le faccio |
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sempre conosciuto il suo inquilino e gli volesse bene. | Egli | teneva fra le mani uno strano oggetto, un sacchettino di |
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il figliuolo abbandonato? Che strana cosa la vita! | Egli | era dunque giunto così al suo destino, solo per forza di |
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Se ella già sapeva di essere vicina a suo figlio, mentre | egli | si dibatteva nel dubbio? No, non poteva essere lei. Una |
CENERE -
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la forza, di emendarsi. Non poteva esser lei. Ma intanto | egli | ricordava la prima notte passata a Nuoro e il bacio furtivo |
CENERE -
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tutto fu silenzio, nella casa, nella via, nella città. Ed | egli | vegliava ancora! Ah, forse quella lampadina? ... «Ora la |
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Un rumore, un fruscio ... È l'uscio che si apre? Oh, Dio! | Egli | si gettò nuovamente sul letto, chiuse gli occhi e attese. |
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gli pulsavano febbrilmente. Ma l'uscio rimase chiuso, ed | egli | si calmò e rise di sé. Però non spense la lampadina. |
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per mio castigo». Questo pensiero lo rattristò di nuovo; ed | egli | sentì orrore della sua tristezza, come aveva sentito orrore |
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vincere né l'una né l'altra. Il tramonto lo avvolse mentre | egli | saliva da Mamojada a Fonni: un velo di dolcezza stendevasi |
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mistico e puro. «Un tempo ho creduto di esser buono», | egli | pensava: «inganno, sempre inganno. Pensando a lei mi |
CENERE -
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quando non ha più nulla da distruggere ... ». A misura che | egli | saliva, il sole calava: era un tramonto meraviglioso. |
CENERE -
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era un tramonto meraviglioso. Passando sotto un albero | egli | fermò il cavallo per contemplare uno squarcio di paesaggio |
CENERE -
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come quel sole morente. Ma ad un tratto s'accorse che | egli | faceva quel sogno esclusivamente per sé, - perché ormai non |
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aspettarlo: un bisbiglìo misterioso sorse intorno, ed | egli | se ne sentì come avvolto, e gli parve che una rete pesante |
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vedere? ... Un cadavere!», gridò, quasi spaventata. Allora | egli | si turbò profondamente. «Nonna! Nonna mia; credete che io |
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fermò esitando, e strinse nuovamente il braccio di Anania; | egli | si accorse che la vecchia tremava, e, non seppe perché, |
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Grathia a bassa voce, quasi in segreto, «non spaventarti.» | Egli | impallidì; il pensiero che da qualche momento lo |
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... » «Si è uccisa?» «Sì ... » «Oh, Dio! Oh, che orrore!» | Egli | gridò due volte, e gli parve che i capelli gli si |
CENERE -
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Ma subito si dominò, e spinse l'uscio. Sul lettuccio, dove | egli | aveva dormito, vide il cadavere di Olì, delineato dal |
CENERE -
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della bocca di Olì. «Dio! Dio! Che orrore, che orrore!», | egli | disse, intrecciando disperatamente le dita e scuotendo le |
CENERE -
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Sono stato io a dirle di uccidersi ... Ah! ah! ah!» | Egli | singhiozzò, senza lacrime, soffocato da un impeto di |
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in quel momento, davanti al terribile mistero della morte, | egli | aveva sentito tutta la grandezza ed il valore della vita. |
CENERE -
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che una volontà eterna ed infinita abbia potuto creare! Ed | egli | viveva; ed egli doveva la vita alla misera creatura che ora |
CENERE -
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eterna ed infinita abbia potuto creare! Ed egli viveva; ed | egli | doveva la vita alla misera creatura che ora gli stava |
CENERE -
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stava davanti immobile e priva di questo sommo bene. Perché | egli | non aveva mai pensato a questo? Ah, egli non aveva mai |
CENERE -
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sommo bene. Perché egli non aveva mai pensato a questo? Ah, | egli | non aveva mai capito il valore della vita, perché non aveva |
CENERE -
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più grande della prima. Come un velo gli cadde dagli occhi; | egli | vide tutta la meschinità delle sue passioni, dei suoi odi e |
CENERE -
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delle sue passioni, dei suoi odi e dei suoi dolori passati. | Egli | aveva sofferto perché sua madre aveva peccato, perché lo |
CENERE -
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per lui la più meritevole delle creature, la madre, ed | egli | dovesse amarla ed esserle riconoscente? Egli singhiozzò |
CENERE -
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la madre, ed egli dovesse amarla ed esserle riconoscente? | Egli | singhiozzò ancora: ma attraverso la sua angoscia sentiva |
CENERE -
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angoscia sentiva sempre più intensa la gioia di vivere. Sì, | egli | soffriva: dunque viveva. La vedova gli si avvicino, prese |
CENERE -
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vieni», ripeteva zia Grathia, dirigendosi verso l'uscio. Ma | egli | non si mosse: guardava sempre i capelli della morta, |
CENERE -
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i capelli, e preso Anania per la mano lo trascinò fuori. | Egli | si voltò per guardare il tavolinetto appoggiato al muro, ai |
CENERE -
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sempre: "Oh, me ne andrò, vedrete, me ne andrò, anche se | egli | non vuole. Gli feci abbastanza del male, zia Grathia mia: |
CENERE -
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Grathia mia: ora bisogna che lo liberi di me, in modo che | egli | non senta più il mio nome. Lo abbandonerò una seconda |
CENERE -
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dolore pareva avesse da lungo tempo pietrificato; ma egli, | egli | che la notte prima aveva pianto d'amore fra le braccia di |
CENERE -
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prima aveva pianto d'amore fra le braccia di Margherita, | egli | non poté piangere di rimorso e d'angoscia: solo qualche |
CENERE -
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tutte le sue manifestazioni era morta per il bene altrui, | egli | ricordò che fra la cenere cova spesso la scintilla, seme |
CENERE -
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prete non si contenta di martoriare, di avvilire il corpo. | Egli | vuole insudiciare l’anima, e quando il sofferente svenuto |
Clelia: il governo dei preti: romanzo storico politico -
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svenuto pei patimenti articola un’indistinta parola, | egli | la raccoglie e l’interpreta a modo suo, spargendo la |
Clelia: il governo dei preti: romanzo storico politico -
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via polverosa. | Egli | procede a piedi, stanco, sfinito. Va alla città vicina per |
I sogni dell'anarchico -
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sue due vacche, rubato il suo denaro, e quando sua moglie, | egli | era assente, li aveva pregati di cessare, di non uccidere |
I sogni dell'anarchico -
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fieri del loro operato, maledicendo agli italiani... | Egli | era ritornato ed aveva trovato ogni suo avere distrutto; si |
I sogni dell'anarchico -
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pessimo italiano: ? Quale via conduce al villaggio di.... | Egli | si sente borire il sangue alla vista di quell'uniforme; |
I sogni dell'anarchico -
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tira il frustino un paio i volte sulla testa, sulle spalle. | Egli | freme dalla rabbia: muggisce come un toro; è la prima |
I sogni dell'anarchico -
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Ma l'altro da di sprone al cavallo e si allontana ridendo. | Egli | lo minaccia nell'impotente collera col pugno chiuso e |
I sogni dell'anarchico -
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privata, ed ora venivano trascinati lontano. lontano. Dove? | Egli | chiede ad uno dei carradori, che camminava a piedi, a |
I sogni dell'anarchico -
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belle d'Italia che vanno a finire a Parigi. Povera Italia! | egli | prova un dolore infinito, come se gl'i avessero catturato!a |
I sogni dell'anarchico -
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con quelli una donna, che gli era stata sempre nemica, che | egli | doveva odiare. Bottino italiano! Non hanno preso a lui |
I sogni dell'anarchico -
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nessuno li avrebbe numerati. Uno di più, uno di meno. Ed | egli | piangeva su tanto sperpero, su questi danni incalcolabili, |
I sogni dell'anarchico -
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piegano le ginocchia e tendono le braccia verso la vettura. | Egli | vede in quella tre uomini, due preti, in veste nera, uno |
I sogni dell'anarchico -
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serio, duro, istecchito. ? Ch'i? domanda. ? Il Papa. | Egli | pure s'inginocchia, tende le braccia verso la carrozza e |
I sogni dell'anarchico -
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labbra del vecchio prete dai dolcissimi lineamenti; ed | egli | alza la scarna destra benedicendo, mentre l'ufficiale |
I sogni dell'anarchico -
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e del popolo; perché ha osato ricordare a Napoleone, che | egli | pure ha il suo superiore, quel Dio, al quale tutti devono |
I sogni dell'anarchico -
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i giorni. | Egli | è assiduo al lavoro; lavora da mane a sera, e la moglie |
I sogni dell'anarchico -
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più sanguinari, più truci; e tutti ci prestavano fede. | Egli | poi li raccoglieva con avidità, li assaporava con una |
I sogni dell'anarchico -
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una vita soprannaturale, cristiana? Ma l'odio che | egli | portava a quanto sapeva di spagnolo era troppo intenso, per |
I sogni dell'anarchico -
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moglie del ferito ed i figliuoletti piangevano desolati. | Egli | era stato a vedere di Tonio, aveva confortato l'amico ed |
I sogni dell'anarchico -
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ha una faccia così dolce; un volto così paterno. Eppure | egli | sente in quell'istante avversione di lui. Quante volte non |
I sogni dell'anarchico -
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in quell'istante avversione di lui. Quante volte non ha | egli | insegnato di ubbidire all'autorità. Era per colpa sua se |
I sogni dell'anarchico -
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di ferro ? disse il parroco e si allontanò a buon passo. | Egli | lo seguì collo sguardo. ? I soli che si prendono cura di |
I sogni dell'anarchico -
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la sua benedizione. La sua persona destava un delirio. £d' | egli | sapeva difendere il suo popolo, anche dagli spagnoli, |
I sogni dell'anarchico -
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attende il ritorno; e mentre le mani assidue lavorano, che | egli | non può rimanere a lungo senza lavorare, il suo sguardo |
I sogni dell'anarchico -
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ritorno del curatore d'anime, curioso di rilevare, ciò che | egli | ha potuto ottenere. Sarà già arrivato; ecco che parla, che |
I sogni dell'anarchico -
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cosa, lo fa cacciare dal castello dai servi, dai cani... Ma | egli | non ritorna. Che l'abbia trattenuto, fatto prigioniero, |
I sogni dell'anarchico -
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che avanza veloce. E' lui, è lui. Gli corre incontro. Ma | egli | viene da una dirczione diversa da quella del castro. Non vi |
I sogni dell'anarchico -
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a raccontare. Don Fernando era. montato sulle furie quando | egli | aveva chiesto un indennizzo per Tonio, voluto che gli |
I sogni dell'anarchico -
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_ Ho finito per ottenere tutto quello che volevo. | Egli | si è ravveduto; ha mandato per il medico; ha promesso di |
I sogni dell'anarchico -
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Intanto per Tonio venne provveduto ? disse il sacerdote. | Egli | si congratula con lui di quanto ha ottenuto. Il sacerdote |
I sogni dell'anarchico -
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Il sacerdote si allontanò per ritornare alla sua cura, ed | egli | rimase indietro e guardò pensieroso il castello, puntato |
I sogni dell'anarchico -
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amarlo per far queste cose, è vero?… A giudizio del mondo | egli | mi costava sacrifizii non lievi – dite, è vero?… Ma se io |
La morte dell'amore -
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mio! Come sarei stata felice se fossi morta di sua mano! | Egli | m’uccise – altrimenti. Egli non credeva all’amor mio perché |
La morte dell'amore -
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se fossi morta di sua mano! Egli m’uccise – altrimenti. | Egli | non credeva all’amor mio perché non credeva a nulla. Vi |
La morte dell'amore -
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da lui la stessa fede ardente che io gli porto…". Infatti | egli | vi sfugge, e questa fede altri avrà forse saputo |
La morte dell'amore -
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che fosse stato vivo, una volta! Con una parola infame | egli | mi tolse quest’ultima lusinga, calpestò la stessa |
La morte dell'amore -
|
m’avevano esaltata, i giuramenti che m’avevano ubbriacata, | egli | mi disse: "E tu li hai creduti?…". E con la stessa bocca |
La morte dell'amore -
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Compresi, tardi, che la colpa non era stata neppur sua, che | egli | non poteva esercitare virtù che non aveva. Non crede chi |
La morte dell'amore -
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donna aveva ancora sospettato il tesoro di sentimenti che | egli | portava in cuore; e questo tesoro tanto grande che non |
La morte dell'amore -
|
esser giudicata facile e pronta. Allora il dubbio che | egli | non mi credesse più cominciò a insinuarsi in me. Era dubbio |
La morte dell'amore -
|
tutti i palpiti del mio cuore erano suoi. Ma questo potere | egli | non lo aveva. Egli doveva paragonare, invece, sé stesso al |
La morte dell'amore -
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mio cuore erano suoi. Ma questo potere egli non lo aveva. | Egli | doveva paragonare, invece, sé stesso al mio primo amante, |
La morte dell'amore -
|
esercitato da costui sulla mia vita – per esecrarlo – più | egli | pensava ad esso – per temerlo. Egli non sapeva le |
La morte dell'amore -
|
– per esecrarlo – più egli pensava ad esso – per temerlo. | Egli | non sapeva le sciagurate contraddizioni del nostro cuore, |
La morte dell'amore -
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toglieva di dare a quest’uomo la luminosa dimostrazione che | egli | era in diritto di esigere! Allora qualcosa di più strano – |
La morte dell'amore -
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meglio difesa contro le folli aberrazioni dell’egoismo; ma | egli | non fece questo, mai! Una tristezza senza fine velava |
La morte dell'amore -
|
della devozione, dell’umiltà. Allora io pensavo che | egli | parlasse così per compassione, che intendesse farmi |
La morte dell'amore -
|
di cercare altrove un altro amore – il pensiero che | egli | stesso accarezzava! – non dovesse neppure affacciarsi alla |
La morte dell'amore -
|
di ingannarmi anche ora? A quel segno poteva riconoscerlo, | egli | che non aveva termini di confronto? Così il nostro inganno |
La morte dell'amore -
|
ch’io feci – ragionatamente, deliberatamente. Pensai che | egli | non mi amava più, che non m’aveva amata mai. Credetti alle |
La morte dell'amore -
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da non poter cadere più giù mi buttò incontro ad un altro. | Egli | s’era accorto di quest’altro e non aveva trovata una sola |
La morte dell'amore -
|
che valevo ancora per gli altri, ottenevo la rivincita! | Egli | vide confermato il suo giudizio sulla mia infamia. Un |
La morte dell'amore -
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lo scatenamento delle tempeste, ci pervase entrambi. | Egli | scomparve ed io ricaddi. Allora, allora soltanto, quando un |
La morte dell'amore -
|
l’animo non del tutto volgare del mio nuovo amante; | egli | credé ch’io facessi tutto ciò per lui – per lui! – e al |
La morte dell'amore -
|
grande passione quel fuoco divampò alto e gagliardo, ed | egli | trovò inaspettatamente una parola, l’accento dell’Altro… |
La morte dell'amore -
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risonavano all’orecchio, e gli ingiungevo di ripeterle, ed | egli | le ripeteva, pensando che l’amore le suggerisse. E per un |
La morte dell'amore -
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che cercavo quest’altro in lui; che invece di farmi obliare | egli | dava nuova forza alla passione mia; che ora, la prima |
La morte dell'amore -
|
da me, attraverso nuove esperienze ed impreviste vicende, | egli | doveva piangere com’io piangevo perché sapeva che lo |
La morte dell'amore -
|
dell’estasi si dipinse sulla sua faccia smorta. – | Egli | mi si fece vicino, mi guardava tacitamente. Tremava. Mi |
La morte dell'amore -
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piangevo, sentivo il cuore battermi in gola. Tra le lacrime | egli | diceva: "Sei dunque tu? Non ho dunque sognato?… Quando io |
La morte dell'amore -
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Ora la luce s’è fatta…". A quelle parole, alla certezza che | egli | mi dava, il cuore avrebbe dovuto allargarmisi dalla gioia, |
La morte dell'amore -
|
mi piegavano, un gran freddo mi faceva rabbrividire… | Egli | diceva ancora: "Bisogna che l’aria ci manchi, per |
La morte dell'amore -
|
sguardo mi s’appannava, le vene mi si vuotavano: perché se | egli | avesse detto che tutto era finito tra noi, io non avrei |
La morte dell'amore -
|
la salute e i beni della vita, passò nel suo sguardo. | Egli | prese le mie mani e rispose: "Noi non ci vedremo più". Mai |
La morte dell'amore -
|
"Noi non ci vedremo più". Mai la sua voce fu così dolce. | Egli | baciò queste mani e questa fronte – soltanto!…– E due |
La morte dell'amore -
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e senza spada, senza mazza e senza cappellone, ignorava | egli | pure la storia della famiglia, dalla quale quattro secoli |
Oro Incenso e Mirra -
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aveva dovuto morire nel più triste abbandono all'ospedale. | Egli | se ne ricordava perfettamente insieme ad altre cose della |
Oro Incenso e Mirra -
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nascondono più nulla perché hanno perduto ogni speranza. Ma | egli | resisteva. Indarno la vita quotidiana gl'insudiciava ogni |
Oro Incenso e Mirra -
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sempre allegro e svogliato, finché la vecchia arte, come | egli | diceva con un sorriso, lo riattirò trasformandolo in |
Oro Incenso e Mirra -
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di rigatino turchiniccio schizzato di colori: allora | egli | s'improvvisò pittore di stanze ed altro, ma quantunque si |
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italiano, tutto fu inutile: la ragazza non volle saperne. | Egli | rimase pittore. Il suo primo lavoro fu la riquadratura di |
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era sempre scarso, e quando il bisogno urgeva più doloroso, | egli | andava dietro un vicolo scuro, dove nella cantonata di una |
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le induriva alquanto la bonarietà grassa della fisonomia. | Egli | lo spazzolò accuratamente il primo giorno pensando di |
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ad alcuno. La notte fredda e ventosa urlava alla finestra. | Egli | aveva bighellonato tutto il giorno cercando qualche lavoro |
Oro Incenso e Mirra -
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mangiare, il digiuno filava verso le quarant'otto ore. | Egli | si prese davanti i calzoni in una mano e li strinse. Da |
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rimaneva sempre la stessa, la candela agonizzava fumando: | egli | era triste, colla testa affondata melanconicamente nel |
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sua fronte tremava come del sorriso della sua bocca, ma | egli | non poteva più ricordarsi le loro parole; solamente gli |
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un nimbo dorato sopra la fronte di un pallore meraviglioso. | Egli | nascosto sotto le coperte cercava di farsi più piccolo per |
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della fame. Poi la ragazza uscì senza guardarlo ed | egli | vide daccapo la vecchia signora immobile nel proprio |
Oro Incenso e Mirra -
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Un profumo delicato ed acuto era rimasto nella soffitta: | egli | avrebbe voluto interrogare la vecchia signora, ma un |
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commissione sperò che gli capiterebbe di farle il ritratto. | Egli | avendo già la sua fisonomia nell'immaginazione era sicuro |
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dei cavalli che dovevano rubare la mano al cocchiere e che | egli | arrestava ad una cantonata salvandole la vita, delle |
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mano all'ostessa. Fuori l'aria era pungente: nullameno | egli | si sbottonò il pastrano e col cappello sulla nuca, le mani |
Oro Incenso e Mirra -
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ella si rattenne, trattenne una risata domandandogli scusa: | egli | s'imbarazzò, ma l'altra rideva, risero insieme. La |
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aveva il visetto aguzzo, sguaiato, e le scarpette, | egli | ne vide una sola, scollate malgrado il freddo della |
Oro Incenso e Mirra -
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accettò di andare con lui. Nel passare dinanzi ad un caffè | egli | la guardò bene nella faccia: era pallidissima, coi pomelli |
Oro Incenso e Mirra -
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pallidissima, coi pomelli rossi dal belletto. Entrarono, | egli | chiese un punch bianco e le disse di ordinare tutto quello |
Oro Incenso e Mirra -
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cena, quando si è mangiato bene, non c'è che un punch - | egli | concluse con una specie di vanteria beata. - Un punch |
Oro Incenso e Mirra -
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mettono ai cappellini. Quindi si curvò col naso sulla tela. | Egli | si era già levata anche la giacca e guardava dietro le sue |
Oro Incenso e Mirra -
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un senso di ammirazione artistica e nient'altro, quale | egli | avrebbe potuto sentirlo per un capolavoro di statuaria o di |
IL BENEFATTORE -
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e non sempre sono seguiti dalla resa. In quest'ultimi mesi | egli | l'aveva avvicinata poco, distratto da una facile avventura |
IL BENEFATTORE -
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affatto a impegnarsi in altro consimile intrigo. Per ciò | egli | si stupiva, anche nel sogno, di vedersi in quel posto, |
IL BENEFATTORE -
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(invece la signora Arici li aveva limpidamente azzurri, ma | egli | nel sogno non si meravigliava di questa circostanza, |
IL BENEFATTORE -
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testa di lui, gliel'aveva coperta ed avvolta con esse. Ed | egli | si era sentito avviluppare da quei capelli, come da |
IL BENEFATTORE -
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l'insistente perduranza della impressione del sogno, | egli | avea finito con lusingarsi che la spiegazione di quel |
IL BENEFATTORE -
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prime esitanti parole da lui dette alla bellissima signora, | egli | aveva capito, dal contegno di lei, di non esserle |
IL BENEFATTORE -
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ad insistere. Oh, il suo bel sogno doveva avverarsi intero! | Egli | doveva provare, nella realtà, quell'ineffabile sensazione |
IL BENEFATTORE -
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brulicanti e di quasi morire nel godimento! Invece! ... | Egli | aveva stretto fra le braccia il divino corpo tanto |
IL BENEFATTORE -
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memoria, senza che il cuore e l'anima vi prendessero parte. | Egli | la scuoteva rabbiosamente, quasi brutalmente. Ma più |
IL BENEFATTORE -
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a lui, che lo impacciava e lo irritava nello stesso tempo. | Egli | aveva ingombrato di fiori il salottino e la camera; ne |
IL BENEFATTORE -
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lontana quasi rincorresse qualch'altro suo sogno. Per ciò | egli | le stringeva le mani così forte da doverle far male, ma |
IL BENEFATTORE -
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di sinistra luce l'intelletto. E rapidamente, spietatamente | egli | giudicò che colei, stimata pura e non mai sospettata, |
IL BENEFATTORE -
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dal viso. - Ah, le oneste! Sono peggio delle peggiori! - | egli | pensava. Si sentiva avvilito da quel che giudicava |
IL BENEFATTORE -
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mormorava: - Amore mio bello! - Abbiamo fatto tardi! - | egli | borbottò, scansando la carezza per guardare l'orologio |
IL BENEFATTORE -
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dall'estremo accesso della sua stessa passione ... Ed | egli | non lo aveva capito! E poteva rinfacciarle: - Così tu ami? |
IL BENEFATTORE -
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lo faceva terribilmente soffrire notte e giorno, quantunque | egli | tentasse ogni mezzo di distrarsi, anche perchè colei non |
IL BENEFATTORE -
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sua infinita tenerezza, l'intiera essenza della sua anima, | egli | l'aveva ricacciata indietro, calpestando quel fiore, |
IL BENEFATTORE -
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perdono! ... Inoltre, chi poteva proprio assicurarlo che | egli | giudicasse dirittamente ora e non allora? Come discernere, |
IL BENEFATTORE -
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signora Arici attribuito a momentanea esaltazione morbosa, | egli | rimase perplesso, con un groppo di singhiozzi che gli |
IL BENEFATTORE -
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non avere una casa propria per ospitarlo. Ostinato celibe, | egli | si era stancato di una successione di cuoche e domestici. |
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dormire barricato nella sua stanza. Un domestico, che | egli | aveva tolto a sfamare da un tabaccaio, gli lasciò una |
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le restituì cavallerescamente. Per tutte queste peripezie | egli | spiantò la casa, eccetto lo studio, di cui affidava la |
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vivendo sulla frasca di un'osteria. Essendo sano, | egli | provava la dolcezza libera dei "senza famiglia": non la |
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bisogno di solitudine. Appena raccoltosi in casa propria, | egli | pregò che si allontanassero dalla sua stanza le persone di |
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commettere l'orrendo reato, che lo costituiva in carcere, | egli | aveva velato di garza bianca i ritratti della sua Nerina |
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nubile, e di garza nera i ritratti di Nerina maritata. Ora | egli | ridona alla luce dei candelabri le sembianze di sua figlia |
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... Si inginocchia a domandare perdono ad entrambe ... Sì | egli | pure, senza volerlo, ha peccato tremendamente per la |
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per la svisceratezza paterna. Mortagli la consorte divina, | egli | avrebbe falsato moneta, per conservare e crescere nella |
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e la dote principesca a Nerina! ... Credendo far bene | egli | ha fatto molto male, allevandola a pasticcini, anziché a |
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La stanza era linda, asciutta e illuminata. Cionondimeno | egli | si sente come un camminante perseguitato dal diluvio, |
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plumbea di maremoto. Unico rifugio, unico scampo la morte. | Egli | sa, egli sente, egli crede nella sua anima di cristiano che |
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di maremoto. Unico rifugio, unico scampo la morte. Egli sa, | egli | sente, egli crede nella sua anima di cristiano che non è |
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Unico rifugio, unico scampo la morte. Egli sa, egli sente, | egli | crede nella sua anima di cristiano che non è lecito, e |
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Appena le strade furono rischiarate dalla luce del mattino, | egli | soletto si condusse alla Chiesa della Consolata, prima che |
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scudo al sacrestano, mentre la Chiesa era tuttavia vuota, | egli | ottenne di inginocchiarsi sulla predella dell'altare |
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di inginocchiarsi sulla predella dell'altare maggiore. | Egli | sospira, implora una morte biblica, quietamente e |
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l'indegnità di vivere sulla Terra ... Nella vita terrena | egli | più che la faccia del prossimo, egli teme lo specchio della |
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... Nella vita terrena egli più che la faccia del prossimo, | egli | teme lo specchio della propria coscienza ... A chius'occhi |
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coscienza ... A chius'occhi la sua psiche si sdoppia ... | Egli | vede passare con la sua immagine deturpata dal rimorso un |
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più profonda preghiera ... Miracolo! ... Miracolo! ... | Egli | si sente alleggerire la vita terrena ... Egli sospira in |
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Miracolo! ... Egli si sente alleggerire la vita terrena ... | Egli | sospira in più elevato silenzio: "Ritrovarsi al di là |
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sancta Mater, consolatrix afflictorum, ora pro nobis ... | Egli | sente la Regina dei Celi che prega per lui ... Le è |
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stato nominato esecutore testamentario del fu commendatore. | Egli | spremette in secreto, affinché non paresse istrionica a se |
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avvocato professore Gioiazza, con la sicura fidanza, che | egli | consacrerebbe l'eredità a scopo analogo, giusta l'aforismo, |
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copiose ed anche originali sul femminismo. Intanto | egli | pensò: * I laboratorii confessionali delle suore |
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fiduciario prevalenti a quelle di esecutore testamentario | egli | dovette recarsi presto a San Gerolamo, dove viveva |
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a visitarlo espressamente, per rispettarne la solitudine. | Egli | ragionava: * A una certa età, come la nostra, si muore, o |
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ma piace pure l'essere dimenticati. Però trovandosi | egli | a S. Gerolamo, gli era umanamente impossibile non fare |
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... Il figlio loro non sapeva più dir altro fuorché | egli | era cassé e opponevasi risolutamente e pietosamente a |
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con un filo bianco, di cui teneva un capo in bocca, | egli | sentì da quelle guancie porporine alitare sulla sua faccia |
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Anche il cognome gli parve bene appropriato, perché | egli | ammirando le protuberanze pettorali della sua prosperosa |
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e riaccesa la pipa col fiammifero da lei offertole, | egli | la allontanò mandandola ad inaffiare i peperoni e il |
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suoi capricci, che filava giù a perdersi nell'abisso ... Ed | egli | con l'acredine misogina, antifemminista del Nevizzano |
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cui era filata la stella cadente di Nerina. Ed in ogni lume | egli | vedeva dantescamente bruciare un capriccio di lei. Due |
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finiti di crepacuore, a forza di sentirlo esclamare, che | egli | era cassé . La maldicenza villana sospettò, che egli si |
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che egli era cassé . La maldicenza villana sospettò, che | egli | si fosse finto perdutamente ammalato per goderne più presto |
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ammalato per goderne più presto la eredità. Invece | egli | sentì l'orrore della solitudine aggravato dal rimorso di |
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più non giovava a rianimargli l'attività del cuore. | Egli | si sentiva irremissibilmente deperire, senza velleità di |
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tenevano al volontario coatto un gattino ed un verdone. | Egli | si credette un Mazzini, quando riuscì ad ottenere che |
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è un esclamare compunto unanime: "Credevamo che da un pezzo | egli | fosse nel Pantheon dei trapassati!" Ma più che l'isolamento |
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non gli consentiva più di scrivere due righe. Pazienza! | Egli | si comandava pazienza, asciugandosi la fronte. Ma quando |
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della scuola, si accorse che non ne capiva buccicata, | egli | diede in un rovescio di pianto amaro, disperato. Nulla |
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un pistolone, già di suo padre, un pistolone, che da tempo | egli | aveva accuratamente caricato; ne alzò il cane, esaminò la |
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inutilmente aperto per ricominciare una vita studiosa. Ora | egli | ha stabilito che lo studio sia il teatro della sua tragica |
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il grilletto, che ripetutamente gli rispose cecca. | Egli | si ostinava, senza esame, nella risoluzione dello sparo, |
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bieche giornate del rigido inverno succedeva il sole ... | Egli | più non sentiva la beneficenza dei raggi solari sulle |
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suscitava nelle brine il scintillio vivace delle gemme ... | Egli | pensò, ripensò, aspirò unico rimedio, l'alta nebulosa ogiva |
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l'alta nebulosa ogiva del vecchio ponte sulla Gerolamia. Ed | egli | che vent'anni prima era accorso ad impedire il tonfo di |
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il tonfo di Spirito Losati precipite nel rapido fiume, | egli | che ora smaniava di sfuggire ad una esposizione mortuaria, |
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Eugenio Napoleone cantato dal Carducci. Alla sua volta | egli | procombeva eroicamente difendendo la libertà dei Boeri |
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e alle imperatrici, proclamava la Contessa De Ritz. Ed | egli | era l'uomo superiore, il superuomo più sprezzante di questo |
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in nessun genere. Non parliamo della sua scienza. Ma se | egli | avesse voluto fare il letterato, l'artista e l'uomo |
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un vicino lo scherniva con lazzi petulanti e sforacchianti. | Egli | la uccise con una schioppettata, dicendole: "Prega per me!" |
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reso divino ossia congiunto ai doveri e senza capricci. Ed | egli | Gioiazza? Egli, che predica così bene, razzola forse male? |
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forse male? Facendo uno spregiudicato esame di coscienza, | egli | crede di avere adottato questo programma, questa filosofia |
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nella presente civiltà giuridica, presagisce, che | egli | finirà con lo sposare Quagliastra almeno con il rito |
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bacio scoccato. È nel discreto e amabile bosco che s'ama… | Egli | errava nei viali, solo, pallido e triste. La città lo |
LEGGENDE NAPOLETANE -
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sottile e pensosa si struggeva lentamente per lui d'amore: | egli | non l'amava. Altrove, altrove era il suo amore. Lassù, |
LEGGENDE NAPOLETANE -
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e fra i serpenti azzurri dagli occhi ammaliatori. | Egli | amava lontano in un punto indefinito, in un paese |
LEGGENDE NAPOLETANE -
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un amore sconfinato ed ignoto, una creatura misteriosa che | egli | aveva creata. Non la chiamava, non la voleva, non la |
LEGGENDE NAPOLETANE -
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i nobili cavalli scalpitavano invano nelle vaste scuderie. | Egli | non si ricordava più di tutto questo. Trascinava la sua |
LEGGENDE NAPOLETANE -
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un velo opalino ed iridescente, in un mattino d'inverno, | egli | la vide. Era una forma snella, senza contorni, fatta |
LEGGENDE NAPOLETANE -
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fu un balenìo lieve, un luccicare, un istante solo di luce. | Egli | corse, ansioso, rinvigorito; nulla ritrovò, la forma |
LEGGENDE NAPOLETANE -
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era il suo amore: giunto sul punto dove gli era apparso, | egli | s'inginocchiava e baciava la terra, adorando così la |
LEGGENDE NAPOLETANE -
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radesse l'erba, con un piccolo e lusinghiero mormorìo. | Egli | non osava parlarle, tremava, la voce gli moriva nella gola; |
LEGGENDE NAPOLETANE -
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non lasciando traccia sull'erbetta calpestata; appena | egli | la raggiungeva, ella riprendeva la sua corsa. Lui dietro, |
LEGGENDE NAPOLETANE -
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ogni giorno ella restava più a lungo con colui che l'amava. | Egli | le parlava lungamente, poi stanco, la voce gli si abbassava |
LEGGENDE NAPOLETANE -
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Ella non aveva voce, non si muovevano le labbra. Invano | egli | la pregava, la scongiurava, s'inginocchiava, ella non gli |
LEGGENDE NAPOLETANE -
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Era inflessibile e serena. Ma in un crepuscolo d'autunno, | egli | trovò le frasi più eloquenti per esprimere la propria |
LEGGENDE NAPOLETANE -
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Sì - parve un sussurrìo. Allora, in un impeto di passione, | egli | l'abbracciò. Un orribile scricchiolìo s'intese e la divina |
LEGGENDE NAPOLETANE -
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i mesi, lunghi, durante i quali | egli | gira di qua, di là, organizzando le masse, destando |
I sogni dell'anarchico -
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dell'invasore. Alla lotta, per la tede e per l'Italia. | Egli | comprende, che quest'i due concetti non possono venir |
I sogni dell'anarchico -
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di patria senza vero, sentito, intenso amore alla Chiesa. | Egli | sente che la religione è la scintilla che accende i cuori |
I sogni dell'anarchico -
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Date fiato alle vostre trombe. Le odano i governatori che | egli | ha lasciato in Lombardia e riferiscano a lui, che Milano |
I sogni dell'anarchico -
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un bagliore misterioso di lucerna sospesa nell'infinito. | Egli | proseguì lentamente. Una tristezza vasta e silenziosa come |
Oro Incenso e Mirra -
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lamento. L'ombra e il silenzio si dilatavano nella notte. | Egli | alzò macchinalmente gli occhi ed incontrando lo sguardo |
Oro Incenso e Mirra -
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s'inoltrasse: l'ombra rimaneva immobile, la terra tremava. | Egli | attese; in quella precipita ruina s'intendeva già la |
Oro Incenso e Mirra -
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spiccarono un salto e l'omnibus rotolò fragorosamente. | Egli | si rivolse e lo vide scomparire poco dopo a destra, per la |
Oro Incenso e Mirra -
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verso la campagna. La notte non si era accorta di nulla. | Egli | proseguì, l'aria era sempre così tiepida, il buio così |
Oro Incenso e Mirra -
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dall'ultimo uscio socchiuso sboccava un'onda di luce. | Egli | lo spinse insensibilmente e si arrestò. Il gabinetto |
Oro Incenso e Mirra -
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con un gesto sulla pelle nera. - Dimmelo subito, mi ami? - | Egli | non rispose. - Rodolfo... - Mi ami?! - esclamò con più |
Oro Incenso e Mirra -
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m'importa? - gridò. - Ti amo io. - Mi hai sempre amato - | egli | rispose con voce quasi dolce mirandola negli occhi, e una |
Oro Incenso e Mirra -
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non mi riconoscerai sempre. Ella si era fatta malinconica, | egli | era rimasto tetro: il gabinetto pieno di luce e di profumi |
Oro Incenso e Mirra -
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chinò scoraggiata la fronte, mormorando: - Mi soffochi. | Egli | era ancora nella stessa posa, sdraiato colla testa nel suo |
Oro Incenso e Mirra -
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tu almeno nel tuo genio? - Sei tu sicura di Dio? - Quindi | egli | si rialzò, le tese la mano: i suoi occhi brillavano come |
Oro Incenso e Mirra -
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febbrile d'amore, mormorò: - Vieni, dunque, dormiamo.... | Egli | le rattenne quel gesto. - È già l'alba - rispose |
Oro Incenso e Mirra -
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stella non era ancora sommersa. Quando fu presso la città, | egli | piegò macchinalmente a dritta lungo lo stesso viale. Le |
Oro Incenso e Mirra -
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Lo schiocco della frusta imitava la battuta delle nacchere. | Egli | era venuto sul ciglio della strada. Questa volta il balenìo |
Oro Incenso e Mirra -
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cocchiere era come il riverbero di una vetriata. - Ferma! - | egli | gridò stendendo la mano. I cavalli si arrestarono |
Oro Incenso e Mirra -
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frusta sui fianchi dell'omnibus. - Salgo? - In serpe? - | Egli | vi si arrampicò, ma non si era ancora assettato che il |
Oro Incenso e Mirra -
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e i cavalli si slanciarono. Allora esaminando il cocchiere | egli | s'accorse che era uno scheletro vestito di una livrea nera, |
Oro Incenso e Mirra -
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Andavano colla rapidità di un sogno. - Donde vieni? - | egli | domandò nel piegarsi sopra di lui ad una voltata vorticosa. |
Oro Incenso e Mirra -
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Amati, aveva subito soggiunto di mandarlo a chiamare: | egli | ne aveva bisogno. La faccia ansiosa del marchese Cavalcanti |
IL PAESE DI CUCCAGNA -
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Lo ripeto, bisognerebbe chiamare il dottor Amati, | egli | conosce la paziente. - È impossibile, - rispondeva, |
IL PAESE DI CUCCAGNA -
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Maria era giovane, era forte, avrebbe vinto il male. Così | egli | si ostinava nella sua superbia, tornando al letto della |
IL PAESE DI CUCCAGNA -
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ostinato, scorante, quello di allontanare suo padre. | Egli | si abbassava ancora, angosciato e offeso, dicendole |
IL PAESE DI CUCCAGNA -
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e sulla soglia compariva il viso inquieto di Margherita: | egli | si fermava: ella gli faceva cenno di chetarsi, il rumore |
IL PAESE DI CUCCAGNA -
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Margherita assentiva, sì, era vero, anche da lontano | egli | la faceva soffrire, per reprimere un impulso d'ira, egli |
IL PAESE DI CUCCAGNA -
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egli la faceva soffrire, per reprimere un impulso d'ira, | egli | prendeva il cappello e usciva di casa. Allora |
IL PAESE DI CUCCAGNA -
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la mano, adesso, i Cavalcanti! Da molte settimane | egli | non aveva più denaro per giuocare, e fuggiva il Banco lotto |
IL PAESE DI CUCCAGNA -
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che era un delitto familiare, quello che commetteva, | egli | giungeva a scongiurare Margherita che gli desse due lire, |
IL PAESE DI CUCCAGNA -
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primo della malattia di Bianca Maria, non aveva osato: | egli | era colpito inguaribilmente, quel corpo di fanciulla |
IL PAESE DI CUCCAGNA -
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l'ordine della natura. Ah in questi minuti di angoscia, | egli | si sentiva così debole, così antico, così consumato, |
IL PAESE DI CUCCAGNA -
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senza neppure guardare dalla parte del letto di sua figlia, | egli | veniva a sedersi al suo solito posto, abbandonandosi come |
IL PAESE DI CUCCAGNA -
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confusi, in quei lunghi, incomposti balbettii, | egli | aveva teso l'orecchio per udire il proprio nome o quello |
IL PAESE DI CUCCAGNA -
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ella aveva sempre chiamato sua madre, nessun altro. Ed | egli | tremava, tremava di udirle uscire dal labbro quel nome, |
IL PAESE DI CUCCAGNA -
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Talvolta, quando il delirio cresceva, e lo perseguitava, | egli | fuggiva via dalla stanza, turandosi le orecchie, temendo |
IL PAESE DI CUCCAGNA -
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mano, questa volta gli sorrise. Fu una luce rapidissima. | Egli | non sapeva dire altro, balbettando: - Figlia mia, figlia |
IL PAESE DI CUCCAGNA -
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sue, a espressione di affettuosa carezza. Due o tre volte, | egli | si era chinato e le aveva domandato: - Vuoi qualche cosa? |
IL PAESE DI CUCCAGNA -
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ma dove già un turbamento fremeva. - No, figlia mia, - | egli | rispose, cercando di frenarsi, pensando alla malattia, |
IL PAESE DI CUCCAGNA -
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no, no, - urlò lui, a sua posta, senza capire più nulla, - | egli | non metterà mai piede qua dentro, finché io sono vivo. |
IL PAESE DI CUCCAGNA -
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fuori, sentendo di non regger più. Ma dal salone dove | egli | aveva portato il suo furore, egli udì un urlo alto, lungo, |
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più. Ma dal salone dove egli aveva portato il suo furore, | egli | udì un urlo alto, lungo, straziante, come se all'inferma le |
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di una complessa emozione d'ira, di pietà, di paura, | egli | si avvicinava alla stanza, ma non entrava, chiamando la |
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e cieco dei vecchi, che non sanno perdonare. Invano, invano | egli | cercava di distrarsi, di non udire, di non sentire il |
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sentire il dolore disperato di quella invocazione; invano | egli | chinava il capo, turandosi le orecchie, fuggito nell'ultima |
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oramai: e malgrado la distanza, malgrado le porte chiuse, | egli | udiva distintamente, precisamente, le parole di amore e di |
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come per far finire quella follia parlante, invocante, | egli | si appressava alla porta della stanzetta, e udiva la voce |
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entrato, dunque? Quando Margherita apparve nella stanza ove | egli | si era rifugiato e lo chiamò con un cenno, egli la seguì, |
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stanza ove egli si era rifugiato e lo chiamò con un cenno, | egli | la seguì, docilmente. Presso il letto dell'ammalata, |
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venuto… - E dunque? - Ha letto la lettera… e ha detto che | egli | era troppo occupato, che la signorina aveva certo qualche |
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ma il dottore mi ha maltrattato, sono un povero servo… - | Egli | ha ragione, - disse il vecchio lentamente, - io l'ho molto |
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potentemente all'idea di umiliarsi innanzi all'uomo che | egli | aveva ingiuriato: soffriva atrocemente; la voce di sua |
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immensa tenerezza, un immenso dolore. Fuggiva l'ora, mentre | egli | passeggiava su e giù, rodendo il freno degli ultimi vincoli |
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non sapeva dire altro che il nome di Antonio Amati. Oramai | egli | non trasaliva più di collera, l'odio taceva e quando, di |
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Morelli, che era andato e che era ritornato, domandandogli, | egli | rispose: - Non è venuto: vado io. - Lo condurrete? - Lo |
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ricomparve subito, facendo cenno al marchese di entrare. | Egli | attraversò due salotti e si trovò in uno studio, tutto in |
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labbra. E non osò fare rimproveri al marchese. Non aveva, | egli | stesso, abbandonata la povera creatura, a cui aveva |
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ma il capo era affondato nei cuscini e gli occhi socchiusi. | Egli | vide tutto immediatamente, e lo scompiglio del suo animo, |
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animo, dovette esser tale che non giunse a padroneggiare, | egli | il forte, egli l'invincibile, il suo volto. Ed esitò un |
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esser tale che non giunse a padroneggiare, egli il forte, | egli | l'invincibile, il suo volto. Ed esitò un minuto, prima di |
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eh, non mi lascerai morire? - Creatura mia, taci, taci… - | egli | disse, incapace di frenarsi, volendo disciogliere la catena |
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l'atto, e mentre si abbassava, attirò a se anche lui ed | egli | dovette chinarsi, poiché quelle braccia non volevano |
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non volevano sciogliersi. Restarono così, ella assopita, | egli | inclinato in una posizione dolorosa, così angosciato di |
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fanciulli moribondi, che fa impazzire di dolore le madri. | Egli | crollò il capo, come se non sapesse più che cosa fare, che |
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mai più innanzi, mai più, hai capito? - Aspetta, - | egli | disse, decidendosi, rassegnandosi. E la lasciò, staccandosi |
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che non poteva soffrir nessuno nella sua stanza, e che se | egli | amava sua figlia, se non voleva udirla dare in |
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- ella proclamò, a voce chiarissima, guardando suo padre. | Egli | chinò gli occhi, dove comparvero le ultime lacrime della |
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- pensava il padre, trasalendo. E mentre le ore passavano, | egli | sentiva di là l'andirivieni del medico che tentava il |
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frettolosi, l'uscire di Giovanni, di un assistente accorso. | Egli | non aveva più diritto di presentarsi, di sapere: e difatti |
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abbandonato? - E giusto, è giusto, - pensava fra sé. | Egli | tendeva l'orecchio, ogni tanto, come se i rumori che |
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all'affaccendarsi dei servi, dell'assistente, del dottore, | egli | non udiva altro che il grido straziante, continuo: - Non |
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- Non voglio morire, non voglio morire, amore, salvami! | Egli | si assopì, coll'antico capo appoggiato alle braccia, verso |
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gli apparivano innanzi, solo a vedere il loro abbattimento, | egli | non domandava più nulla loro. Non sentiva egli forse che |
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egli non domandava più nulla loro. Non sentiva | egli | forse che ella delirava sempre, gridando che a quell'età |
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salute e quasi quasi, nei piccoli intervalli di silenzio, | egli | si augurava che quel delirio ricominciasse. Ma il terzo |
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la mamma che non la facesse morire. Ogni tanto, taceva: | egli | si guardava intorno, atterrato da quegli improvvisi silenzi |
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Quando si svegliò, il silenzio era così profondo, che | egli | si sgomentò. Aspettò, per udire quella voce che chiedeva di |
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fa. - Non ha… non ha domandato di me? - No, Eccellenza. | Egli | provò a levarsi. Non poteva. Pensò che la morte lo avrebbe |
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studio e di tacito accordo si venne subito all'argomento. | Egli | parlò per più di tre ore col linguaggio sobrio e al tempo |
MEMORIE DEL PRESBITERIO SCENE DI PROVINCIA -
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non si è ancora rinnovato e generalizzato per confermarla, | egli | è che la via dell'umanità è lunga - più lunga quelle delle |
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La purezza e l'armonia delle sue linee erano meravigliose; | egli | vestiva con estrema eleganza; e guardava quà e là, un poco |
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allo sguardo. Ma ciò che mi era parso rimarchevole era che | egli | sembrava non essersi avveduto di quel circolo che s'era |
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e gli venne d'appresso quasi per domandarglieli, giacchè | egli | nè li aveva presi, nè aveva scosso il mantello per farli |
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una specie di tenerezza piena di soavità e di malinconia. | Egli | aveva posto tanto affetto in quell'atto che, ove anche la |
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da modificarle e da imprimervi il loro suggello; ma | egli | è ben certo che il cuore trasparisce dal viso, anche da |
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discuterci sopra. Non mi mossi di là finchè non se ne mosse | egli | pure. La festa incominciava a languire, la folla |
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grigia e pesante. Eravamo a due passi da un caffè, ed | egli | vi entrò con aria d'uomo che non sa come passare il suo |
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e gli tenni dietro. Ci sedemmo di faccia, io a guardarlo, | egli | a leggere. Se non che egli pareva sì poco occupato della |
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di faccia, io a guardarlo, egli a leggere. Se non che | egli | pareva sì poco occupato della sua lettura, che se anche |
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aveva veduto poco prima assistendo al corso delle maschere. | Egli | era solo e non mi sembrava più nè sì triste, nè sì |
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so se fosse inganno mio, o allucinazione, e che altro, ma | egli | mi pareva straordinariamente bello, assai più di quanto mi |
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benchè torbida, benchè appannata, che ha l'alabastro. | Egli | aveva difatto la stessa pallidezza: a non guardarne gli |
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mano: la sua testa così inclinata pareva ancora più bella. | Egli | aveva quella specie di bellezza che hanno le donne, e che |
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prima al corso delle maschere, voglio dire quel trovarsi | egli | così isolato in un palco intorno al quale ve n'erano cinque |
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termine di poche ore, che io vedeva una persona alla quale | egli | aveva dato segno di predilezione, venir colpita |
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improvvisamente da una sventura. Rientrai nella platea. | Egli | occupava ancora il suo posto, era rimasto nella posizione |
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una pallidezza cadaverica. Non era difficile accorgersi che | egli | soffriva, che s'era avveduto degli sguardi curiosi e quasi |
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parve che il pubblico avesse cessato di occuparsi di lui, | egli | uscì dal teatro, e ne uscii io pure. Nessuno conosceva |
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singolare e incomprensibile di quella specie di vuoto che | egli | pareva formare intorno a sè, nè aveva posto mente ai |
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accennandomi col dito. Io non conosco il giovine di cui | egli | ha parlato poco fa, e non posso far fede dell'influenza che |
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conte Corrado di Sagrezwitcth? -Nessuno-È strano, giacchè | egli | si è formato in quasi tutti gli Stati d'Europa e in molte |
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provincie degli Stati Uniti una terribile reputazione. | Egli | è considerato come l'uomo più fatale di cui si abbia |
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la sua presenza segnala dovunque una sventura immancabile, | egli | si è trovato sempre sul teatro delle calamità più |
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più terribili, ha assistito ai disastri più spaventosi. | Egli | si trovava nell'America del Sud allorchè bruciò la chiesa |
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la chiesa di S. Jago in cui perirono più di mille persone; | egli | viaggiava or fanno due anni sulla ferrovia del Pacifico |
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in cui perdettero la vita più di trecento viaggiatori; | egli | era a Pietroburgo allorchè rovinò il palazzo del principe |
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irlandesi e in quelle di Alstau Moor in Scozia - luoghi che | egli | ha spesso visitati - il suo nome non viene ascoltato mai |
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è stato già parecchie volte in Italia; vuolsi che | egli | si trovasse a Torino all'epoca della convenzione allorchè |
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Sagrezwitcth; i minatori scozzesi lo chiamano l'uomo fatale | Egli | parla correttamente molte lingue, ha le abitudini e i |
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dei paesi in cui si trova. A giudicarne dallo sperpero che | egli | fa ordinariamente del suo danaro, lo si direbbe assai |
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che dispongono di mezzi assai limitati. È fama che | egli | abbia coscienza della sua fatalità, e che si compiaccia di |
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mondo non può essere senza uno scopo. Del resto si sa che | egli | non ebbe mai affetti, non amicizie, forse nemmeno |
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questa specie di missione arcana e terribile, riprese | egli | vedendo che alcuni di noi sorridevano con aria di |
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Nessuno può provare che le sciagure avvenute nei luoghi ove | egli | si è trovato, e negli istanti in cui vi si è trovato, |
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sua volontà, o in ciò che noi chiamiamo la sua influenza. | Egli | è d'altronde un uomo come tutti gli altri; parla, veste, |
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dirci dove l'avete incontrato la quarta volta. -Ah! riprese | egli | un poco rassicurato dalle mie parole. Quest'ultimo incontro |
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allorchè vi bruciò il teatro della regina. Seppi anzi che | egli | aveva intenzione di passare presto in Italia, e se egli ha |
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che egli aveva intenzione di passare presto in Italia, e se | egli | ha scelto questa stagione per venirvi, vi è nulla di più |
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della verità della mia asserzione. - Osservereste, riprese | egli | dopo qualche istante, una cosa assai rimarchevole nel suo |
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voglio dire la freschezza e la finezza de' suoi guanti che | egli | suole mutare più volte in un sol giorno, per modo che |
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da quella sorpresa, ci alzammo unanimemente a salutarlo. | Egli | portò la mano al berretto con atto di cortesia schietto ma |
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fortunato - non m'era stato difficile accorgermi che | egli | amoreggiava la fanciulla. Come tutti gli altri uomini non |
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in una lotta qualunque con un nemico siffatto. Che cosa è | egli | un dotto, un letterato, un sapiente al confronto di ciò che |
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aveva più veduto da quel tempo e che mi parve molto mutato. | Egli | mi strinse le mani e mi guardò con espressione triste e |
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che le rimangono. Sarà felice anche senza di me, aggiunse | egli | con amarezza. È facile avvedersi che ella deperisce ogni |
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sconosciuto che io aveva veduto al corso e al teatro. | Egli | aveva avvicinata la sua sedia a quella della fanciulla in |
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ma di quello che dà l'abitudine del pensiero e del dolore. | Egli | era ancora più bello di quanto mi fosse sembrato al teatro |
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nativo di Pilsen in Boemia. Ci inchinammo scambievolmente. | Egli | mi guardò con uno sguardo sì dolce che io gli porsi la mia |
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poi, di che famiglia! Baroni, e dei più illustri di Boemia. | Egli | ha dovuto emigrare per affari di politica, credo che |
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di Sassonia, figuratevi!, Ma tanto era lo stesso, oramai | egli | non aveva più interesse a restare nel suo paese, giacchè |
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traccie spaventose sulla sua via. Tutti gli esseri che | egli | prediligeva soccombevano a questa influenza; il fanciullo |
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facevano fede di questo suo potere terribile. E ne fosse | egli | o no consapevole, questo potere non era meno reale e meno |
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che minacciava quella casa. -Vi ringrazio, mi rispose | egli | dopo avermi ascoltato con molta attenzione; quelle nozze |
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mattina Davide venne per tempo a trovarmi in mia casa. | Egli | era calmo, ma di quella calma fredda e convulsa che si |
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le meno apparenti sono le più profonde. -Vengo, | egli | mi disse, a chiedervi alcune notizie riguardo alle |
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dell'influenza funesta che esercitano questi due uomini, | egli | ed il barone di Saternez, e del potere che hanno di |
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che mi abbisognano. - Ma lo troverò, lo troverò continuò | egli | con risolutezza. Non vi sono a Milano che pochi alberghi |
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Non vi sono a Milano che pochi alberghi eleganti, nei quali | egli | possa aver preso alloggio, li girerò tutti, domanderò di |
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li girerò tutti, domanderò di lui a tutte le porte, e se | egli | o qui ancora, o se è partito da poco, non dispero di |
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cosa gli aveva detto il conte di Sagrezwitcth? come poteva | egli | parlarmi con tanta sicurezza di una vendetta che doveva |
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vendetta che doveva compiersi senza di lui? e perchè era | egli | partito? Anche la salvezza di Silvia, se tal cosa era |
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di recarmi a visitare il giovane barone, e secondo ciò che | egli | avrebbe risposto alle mie insinuazioni, confidargli |
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la lettera di Davide: e valendomi dell'indirizzo che | egli | mi aveva dato del suo rivale, mi recai tosto alla sua casa. |
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naturale che io vi aspettassi. Io chinai il capo e tacqui: | Egli | riprese dopo un nuovo istante di silenzio: -Non vi |
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ed io ci conoscevamo da tempo, fors'anche ci cercavamo. - | Egli | pronunciò in modo più inarcato queste parole - Tra me e lui |
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il suo segreto. Costui, questo miserabile, proseguì | egli | con crescente esaltazione, non ha avuto finora la virtù di |
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che ne aveva già reso tante infelici; ed ecco la sua colpa. | Egli | era nato per il bene. La natura gliene aveva posta |
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come un'ideale brillante, come una meta soave e luminosa. | Egli | avrebbe voluto amare, beneficare, gioire della felicità che |
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voi avete questo potere, ne esagerate per certo il valore. | Egli | sorrise come per mostrare di compatire al mio dubbio, e |
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dell'impotenza di coloro che avrebbero voluto impedirlo. | Egli | pronunciò queste parole con una specie di alterezza che |
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singolarmente severa. -Sì, è troppo tardi, continuò | egli | con entusiasmo; voi avete voluto impedire le mie nozze; |
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fu mia! Che monta che essa abbia a morire? E che cosa è | egli | il morire? Ebbe mai l'amore altra aspirazione? Ebbe egli |
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è egli il morire? Ebbe mai l'amore altra aspirazione? Ebbe | egli | mai altra ricompensa che questa? O preceduto, o seguito, io |
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un pericolo, non certo per minacciarvene. -È vero, rispose | egli | con dolcezza, perdonate. E mi porse la mano che ritrasse |
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contatto. Io lo guardai in volto come per interrogarlo. | Egli | era sì bello, sì sereno, era tornato sì nobilmente calmo; e |
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misera cosa in confronto della dolcezza di quell'amore. | Egli | conosceva forse il potere della sua bellezza, o mi lesse |
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del destino. Io crollai il capo con espressione di dubbio. | Egli | osservò quell'atto e riprese: -No, io non tenterò alcuna |
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quasi dubitoso di lasciarlo così fermo in quel proposito. | Egli | sorrise con espressione di gratitudine, e disse: - quando |
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di lui da potermi formare una convinzione a suo riguardo. | Egli | era indubbiamente onesto, indubbiamente buono. Ho |
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di violento, di forzato, di convulso nella sua gioia, e che | egli | viveva sotto l'apprensione di un pensiero che lo riempiva |
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di accondiscendere. Da quella notte apparve evidente che | egli | tentava stordirsi, con ogni mezzo possibile, da qualche |
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con ogni mezzo possibile, da qualche grande affanno. | Egli | aveva incominciato a chiedere al vino la dimenticanza di |
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ma subito Nanna si ribellò: «Ed io me ne vado! Perché deve | egli | fingere di lavorare? Perché lo insultate, zio Pera Sa |
CENERE -
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zio Pera Sa Gattu, che voi siate pelato? Non sapete che | egli | era ricco, e che anche così come è vale sempre più di |
CENERE -
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straniero, come ad un fratello lungamente atteso! Ma mentre | egli | apriva e richiudeva qualcuna di quelle scatole legate |
CENERE -
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la gioia puerile di Anania. A che serviva? Perché aveva | egli | introdotto quel mandriano nella cameretta ove assieme con |
CENERE -
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l'amore senza confine e senza speranza? Ma perché s'era | egli | abbassato fino alla menzogna? Ah, vergogna, vergogna! Gli |
CENERE -
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e della sorgente improvvisa, - venivano fatti da lui; ed | egli | si compiaceva delle sue immagini poetiche, ma non |
CENERE -
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donne bibliche come lo sono ancora tutte le Barbaricine. | Egli | la chiamava ed essa volgeva il viso illuminato dal bagliore |
CENERE -
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e gli sorrideva voluttuosamente. «Dove vai, bella?», | egli | chiedeva. «Vado alla fontana.» «Posso venire con te?» |
CENERE -
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alla fontana.» «Posso venire con te?» «Vieni pure, Nanìa.» | Egli | andava: e scendevano assieme alla fontana, camminando |
CENERE -
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alte della montagna, come il desiderio di Anania invocava. | Egli | allora cingeva con un braccio la vita della fanciulla; |
CENERE -
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fanciulla; Margherita posava il capo sulla spalla di lui; | egli | la baciava ... In quel tempo Anania, poco più che |
CENERE -
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non lo amo e non lo odio, ma non lo disprezzo come dovrei. | Egli | non è cattivo e neppure completamente triviale come tutti i |
CENERE -
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con la sua fedeltà costante per la famiglia del padrone, | egli | mi riesce talvolta simpatico, e questo mi dispiace, perché |
CENERE -
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cioè un ragazzo religioso e obbediente, ma anche così come | egli | era, indifferente a Dio, maldicente dei preti e del re, |
CENERE -
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i suoi difetti, sarebbe diventato un grande uomo. | Egli | rideva e scherzava con lei, la faceva ballare, le |
CENERE -
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o brutta; tutte le domeniche, poi, gli prometteva denari se | egli | andava a messa. «No, ho sonno», egli rispondeva; «ho |
CENERE -
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prometteva denari se egli andava a messa. «No, ho sonno», | egli | rispondeva; «ho studiato tanto ieri notte.» «Allora andrai |
CENERE -
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ieri notte.» «Allora andrai più tardi», ella insisteva. | Egli | non prometteva, ma zia Tatàna gli dava egualmente i denari. |
CENERE -
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della sua finestruola, appena Zuanne ritornò dal Tribunale | egli | lo condusse fuori, con la buona intenzione di fargli bere |
CENERE -
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famigliarità. «Che vuoi, bello?» «Che vuoi?», ripeté | egli | a Zuanne. «Quello che vuoi tu», disse impacciato il |
CENERE -
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Anania, ed anche Anania la guardò. Dopo tutto | egli | non era un santo; ma si avvide che Zuanne arrossiva e |
CENERE -
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timidamente: «Anche quella è tua innamorata?». «Perché?», | egli | domandò un po' irritato, un po' allegro. «Perché mi |
CENERE -
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da te. Ti vuole il direttore. Tu dunque farai da donna», | egli | disse, fermando Anania. «Io? Macché donna d'Egitto! Non |
CENERE -
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Nanna ripeteva dappertutto, fece ridere e calmò Anania; ma | egli | tenne la parola e non prese parte alla commedia. E non se |
CENERE -
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E non se ne pentì, perché la sera della rappresentazione | egli | poté assistervi seduto in seconda fila, subito dietro la |
CENERE -
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non vide e non udì più nulla. «La finisca, dunque!» Sì, | egli | non poteva scherzare, non poteva parlare: sì, egli aveva |
CENERE -
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Sì, egli non poteva scherzare, non poteva parlare: sì, | egli | aveva capito benissimo; non poteva sollevare neppure gli |
CENERE -
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capito benissimo; non poteva sollevare neppure gli occhi: | egli | era povero, era figlio della colpa ... «La finisca, |
CENERE -
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si incontrarono ed ella s'offuscò vedendolo triste, ed | egli | se ne accorse e le sorrise. Immediatamente tornarono |
CENERE -
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di poterla prendere e stringere gli parve un delitto. | Egli | parlava e gli pareva di tacere e di pensare a cose ben |
CENERE -
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del vento che veniva e passava. Ella rideva e scherzava, ed | egli | aveva ben veduto negli occhi di lei il riflesso della sua |
CENERE -
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uccello, il fremito arcano d'un ramo fiorito sul quale | egli | poteva posarsi e cantare. |
CENERE -
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figlio della foresta; ma repugnante o no, come avrebbe | egli | potuto vivere senza la caccia, obbligato com’era a tenersi |
Clelia: il governo dei preti: romanzo storico politico -
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a tenersi lontano dall’abitato? Per quella volta intanto, | egli | con molta grazia distese la sua preda sull’erba, trasse il |
Clelia: il governo dei preti: romanzo storico politico -
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più allegro degli altri quando è a terra e da lungo tempo | egli | non l’ha toccata. Questo non era veramente il caso del |
Clelia: il governo dei preti: romanzo storico politico -
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ma, comunque fosse, in questo nuovo mondo della foresta, | egli | si trovava perfettamente e non invidiava punto i suoi |
Clelia: il governo dei preti: romanzo storico politico -
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Nell'arco del mantice si disegnava lo stesso paesaggio che | egli | aveva intraveduto quel giorno, mentre abbandonava la |
CENERE -
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e del sudiciume. Anania si sentì stringere il cuore: | egli | conosceva perfettamente il dramma tristissimo svoltosi |
CENERE -
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patate dove l'altra volta Olì ed Anania si erano fermati. | Egli | ricordò la donna che zappava, con le sottane cucite fra le |
CENERE -
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al laccio e ritornato alla libertà delle tancas. Sì», | egli | pensava, mentre la corriera rallentava la corsa su per la |
CENERE -
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io vivo? Che cosa è, dopo tutto, la vita?». Come sempre, | egli | non seppe rispondere alla sua domanda: la corriera saliva |
CENERE -
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sonnolento, con quel cielo luminoso e triste. Ecco, | egli | aveva sonno; e come l'altra volta finì col chiudere gli |
CENERE -
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lentamente, guardando sempre lo straniero. Ma appena | egli | sorrise chiedendole: «Ma non mi riconoscete dunque?», zia |
CENERE -
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La vedova diventò cupa. Disse: «Ebbene, non parlarmene! | Egli | mi ha fatto tanto soffrire! Era meglio che ... egli avesse |
CENERE -
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Egli mi ha fatto tanto soffrire! Era meglio che ... | egli | avesse seguito l'esempio del padre ... Ebbene, no, non |
CENERE -
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seguito l'esempio del padre ... Ebbene, no, non parliamone. | Egli | non è un uomo; sarà un santo, come dicono, ma non è un |
CENERE -
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di riconoscere sua madre. Dove era sua madre? Perché | egli | non aveva osato, pur desiderandolo, parlarne alla vedova, - |
CENERE -
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alla sua ingrata ospite? Per sfuggire ai ricordi amari | egli | andò alla posta e inviò una cartolina illustrata a |
CENERE -
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che andavano alla fontana, strette nelle tuniche bizzarre, | egli | ripensò ai suoi primi sogni di amore, quando desiderava |
CENERE -
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stesero un drappo violaceo su tutte le cose: allora | egli | rientrò nella casa della vedova e sedette accanto al |
CENERE -
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la vecchia preparava la cena e parlava con voce tetra, | egli | rivedeva Zuanne dalle grandi orecchie, intento a cuocer le |
CENERE -
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altri pensieri gli passavano per la mente. «Sentite», | egli | disse, appena la vedova ebbe finito la pietosa storia della |
CENERE -
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e apriva le mani come per raccogliere le parole di lui. | Egli | si rasserenava pensando a Maria Obinu: quando disse «ella |
CENERE -
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chiese la vecchia, sbalordita. «Ma sì! Ma sìii! ... », | egli | rispose, imitando Margherita nel pronunziare quel sì lieto |
CENERE -
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voce mutata, scoprendosi il volto lievemente impallidito. | Egli | vedeva il viso della vedova, di solito impassibile e |
CENERE -
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di cenare, Anania, figlio caro? ... Parleremo poi ... » | Egli | non sentiva e non vedeva più nulla. «Parlate! Parlate! Voi |
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vedova. «Certissima: perché dovrei ingannarti?» «Ditemi», | egli | insisté, «ma c'è davvero? Io vidi alla finestra una donna |
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ti dico. Era lei certamente.» «Ed io ... io l'ho vista!», | egli | ripeté, e si strinse il capo fra le mani, torcendoselo, |
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sue ali funebri e squarciava i vapori dell'illusione, ora | egli | rispondeva alle sue domande e sapeva che cosa era l'uomo, |
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in confronto di tanti altri dolori?». «Ma io non soffro!», | egli | protestò. «Dovevo aspettarmelo, questo colpo; me lo |
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viso, con le labbra pallide contratte, e scuoteva il capo. | Egli | prosegui: «Ma perché nessuno mi ha detto mai nulla? Eppure |
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questi anni? Come ha vissuto? Perché non ha lavorato?» | Egli | sembrava di nuovo calmo, e faceva le sue domande senza |
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e vivere onestamente ... Ma il filo l'ha tirata ... », | egli | s'accese in volto, e di nuovo contorse le dita e si sentì |
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lo sei ... ». «Zia Grathia! Non fatemi arrabbiare! ... », | egli | interruppe impetuosamente. «Tranquillità! Pazienza!», gridò |
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carabiniere e la loro relazione continuò per qualche mese; | egli | aveva promesso di sposarla, ma invece si stancò presto di |
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mendicanti girovaghi. Il cieco cantava certe poesie che | egli | stesso componeva: aveva una bellissima voce. Qui, mi |
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la vecchia. «Perché ti lasci crescere così le unghie?» | Egli | non rispose, ma balzò in piedi e camminò su e giù, furioso, |
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ripeté, dolcemente spingendolo. Anche nella stanzetta ove | egli | aveva dormito con sua madre nulla era cambiato; vedendo il |
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cui c'era un mucchio di patate ancora odoranti di terra, | egli | ricordò il lettino di Maria Obinu e le illusioni ed i sogni |
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e amare come il miele amaro gli salivano agli occhi; ma | egli | le respingeva, queste lagrime, le respingeva come un nemico |
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alle spalle, inesorabile. VIII. Nella lunga notte insonne | egli | decise, o credette decidere, il proprio destino. «Io la |
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giornata era triste, annuvolata e nebbiosa, ma senza vento: | egli | volle partire egualmente, con la speranza, diceva, che il |
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delle montagne, degli orizzonti, del mondo intero? Ma | egli | voleva fare ciò che aveva stabilito di fare. Solo un |
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impegnandosi a far venire Olì al più presto possibile, ed | egli | partì. La guida, su un cavallino forte e paziente, |
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seguiva: tutto era nebbia intorno a lui, dentro di lui, ma | egli | distingueva attraverso quel velo fluttuante il profilo |
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indicazioni della guida e guardava col binocolo; ma appena | egli | cercava di godere la dolcezza del panorama magnifico, il |
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contro i colossi granitici del Gennargentu. Al ritorno | egli | credeva di trovare sua madre presso la vedova, e |
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passò. Nonostante la stanchezza che gli fiaccava le membra, | egli | dormì pochissimo, - su quel duro giaciglio dove era |
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la più orrenda sventura e la perdita inesorabile di Olì. | Egli | lo sentiva, lo sapeva; e provava una tristezza mortale, |
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destava nel cuore di Anania impeti di terrore e di pietà, | egli | l'avrebbe accolta con tenerezza; ma la notte passò, e |
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e spuntò una giornata che il vento rendeva melanconica, ed | egli | trascorse ore che mise fra le più tristi e irrequiete della |
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più tristi e irrequiete della sua vita. Durante quelle ore | egli | girò per le viuzze, come spinto dal vento, andò in qualche |
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«Bada che ella ha paura di te ... » «Andate, santa donna!», | egli | disse con disprezzo. «Non la guarderò neppure: le dirò |
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e mosse per chiuderla, nervoso e col volto cupo d'ira. | Egli | apparve così alla misera donna che si avanzava tremando, |
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si avanzava tremando, timida e lacera come una mendicante. | Egli | la guardò: ella lo guardò: lo spavento e la diffidenza era |
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contro il muro, poi chiuse a chiave la porta. «Nooo!», | egli | gridò, mentre la donna s'accoccolava per terra, |
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una frenetica irrisione alle ultime parole di Anania; ed | egli | lo sentì, e la vergogna subitanea per le mostruose parole |
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barbaro e feroce, vibravano nei suoi nervi frementi: ed | egli | lo sentiva, ma non sapeva dominarsi. Zia Grathia lo |
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s'era immaginata una scena ben diversa da quella! «Sì», | egli | riprese, abbassando la voce, e fermandosi davanti a Olì, «i |
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una casa, un muro, così, pietra per pietra, così ... » | Egli | faceva atto di buttar giù un muro; si curvava, sudava, |
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Un senso di gelo lo invase. Chi era quella donna che | egli | ingiuriava? Quel mucchio di stracci, quella lurida lumaca, |
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quell'essere senza anima? Poteva ella capire ciò che | egli | le diceva? ciò che ella aveva fatto? E d'altronde che |
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non era sua madre, non era una madre, sia pure incosciente: | egli | non le doveva nulla. Forse non aveva diritto di |
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ma non più irato; e siccome ella piangeva più forte, | egli | si volse alla vedova e le fece cenno di confortarla e farla |
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figlia. Fatti coraggio, abbi pazienza. È inutile piangere; | egli | non ti divorerà, poi; è figlio delle tue viscere, dopo |
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fuori: poi ragionerete meglio. Va fuori, gioiello d'oro.» | Egli | non si mosse, ma Olì si calmò alquanto, e quando zia |
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nel viso piccolo, sfuggivano lo sguardo freddo di Anania. | Egli | guardava il grembiale bucherellato e pensava: «Bisognerà |
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sedere Olì, e pretendeva di fare altrettanto con Anania, ma | egli | si scosse bruscamente. «Lasciatemi dunque; non sono un |
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dunque; non sono un bimbo, vi ho detto! D'altronde», | egli | riprese, camminando su e giù per la cucina, «c'è poco da |
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«rispondete voi: che cosa rispondete dunque?» Credendo che | egli | parlasse con la vedova, Olì non rispose. «Hai sentito?», le |
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rivelatrici. Zia Grathia prese la carta e gliela diede; | egli | la svolse, la lesse, la restituì. «Perché ve la siete |
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quella vista dolorosa. Eppure qualche cosa lo tratteneva; | egli | sentiva che la scena non poteva terminare così, dopo poche |
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Non si ribellerà». Eppure ella si ribellò. «Ecco», | egli | ricominciò, dopo un lungo silenzio, «voi rimarrete qui |
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forte: «Io non voglio nulla. Io no ... ». «Come no?», | egli | chiese, fermandosi di botto davanti al focolare. «Io non |
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di botto davanti al focolare. «Io non resto.» «Che cosa?», | egli | gridò sporgendosi in avanti, coi pugni stretti e gli occhi |
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perché voleva sfuggirgli ancora? Non capiva che | egli | le avrebbe impedito di far ciò, anche a costo d'un delitto? |
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di far ciò, anche a costo d'un delitto? «Spiegatevi!», | egli | ripeté, dominando a stento la sua collera. E stette ad |
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Grathia lo fissava, pronta anch'essa a gettarglisi sopra se | egli | osava toccare Olì. Fra le tre creature selvagge, riunite |
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chiese la vedova. «Anch'io gli ho detto queste cose, ma | egli | non capisce la ragione: ci sarebbe però un mezzo ... Rimani |
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invece di andar per il mondo: non diremo chi tu sei ed | egli | vivrà tranquillo come se tu fossi lontana. Perché, povera |
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neppur più ripetere che non volete restare qui. Non osate», | egli | disse come in delirio. «Credete che io scherzi, forse? Non |
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Se voglio andar via non è per il tuo bene? Rispondi. Ah, | egli | neppure mi ascolta!», disse poi, rivolta alla vedova. |
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lasciami andare ... per il tuo bene ... ». «No!», | egli | ripeté. «Lasciami andare, te ne supplico: sono ancor buona |
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nulla di me: sparirò come la foglia portata dal vento ... » | Egli | s'aggirò su se stesso; una terribile tentazione lo insidiò: |
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«A scuola mi hanno insegnato questa ed altre cose», | egli | disse, abbassando la voce che gli si era fatta rauca. «Mi |
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nauseato. Le parole della vecchia lo avevano colpito; | egli | ritornava cosciente, ricordava che si era sempre ritenuto |
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"figlio mio?" (Sì, ella ebbe il coraggio di dir così, ed | egli | non protestò). Io so tutto ... Tu devi sposarti con una |
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una madre può fare il male a suo figlio? Lasciami andare». | Egli | ebbe desiderio di gridare: «Eppure voi non mi avete fatto |
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vinse. A che serviva gridare? Era inutile e indecoroso; no, | egli | non voleva più gridare: solo, col capo sempre stretto fra |
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che ella voleva a modo suo compiere il proprio dovere, come | egli | a modo suo voleva compiere il suo. Egli però era il più |
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dovere, come egli a modo suo voleva compiere il suo. | Egli | però era il più forte e voleva e doveva vincere con tutti i |
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so chi tu sei ... Io sono libera ... e me ne andrò ... » | Egli | sollevò il volto e la guardò. Non era più irato; ma i suoi |
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di vivere!» Olì lo guardava con terrore: in quel momento | egli | era rassomigliantissimo a zio Micheli, il padre, quando |
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una carità», disse finalmente Olì. «Parla.» «Chiedetegli se | egli | ha ancora la rezetta che gli diedi il giorno che siamo |
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la mente in delirio: che Anania non fosse suo figlio. No, | egli | era troppo crudele e spietato; ella, che era stata la |
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rifiuta, mandala avvolta in un fazzoletto di colore ... » | Egli | promise di contentare la vecchia. «Ma tu quando tornerai?» |
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molto certamente, appena avrò aggiustato i miei affari.» | Egli | partì senza aver riveduto Olì; un'angoscia infinita |
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avvenire è distrutto». Un'altra speranza inconfessabile, | egli | sentiva però in fondo al cuore: che Olì fuggisse ancora: |
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sentiva però in fondo al cuore: che Olì fuggisse ancora: | egli | non osava palesare a se stesso questa speranza, ma la |
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cercò il sacchettino, e per un'idea superstiziosa, - poiché | egli | credeva che le cose prevedute non avvengono, - lo avvolse |
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Ma poi pensò che i tristi avvenimenti di quei giorni | egli | li aveva sempre attesi e preveduti, e si irritò contro la |
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Eran circa le due; un meriggio caldissimo e silenzioso. | Egli | aveva ancora nelle orecchie il rombo del vento, ricordava |
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Passò, ma gli lasciò una oppressione così spaventosa che | egli | sentì il bisogno di scuotersi per liberarsene. Solo allora |
CENERE -
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gli pareva d'esser in preda alla più cupa disperazione, | egli | sperava sempre. «Margherita! Margherita! Parlerò con lei |
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quattro sarò dal signor Carboni.» Alle quattro, infatti, | egli | passò davanti alla porta di Margherita, ma non poté |
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Nulla pareva mutato nella sua vita e nelle sue abitudini; | egli | aveva ripreso a dar lezioni agli studentelli in vacanza, |
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di Fonni attraversare la viuzza, impallidì mortalmente. Sì, | egli | aspettava qualche cosa ... qualche cosa d'orribile: la |
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nei primi giorni dopo il suo abbandono! Quella notte | egli | sognò che l'uomo di Fonni gli aveva portato la novella: |
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di Fonni gli aveva portato la novella: ella era fuggita ... | egli | la inseguiva, la inseguiva ... attraverso una pianura |
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di chiodi ... Eccola, ella è là, all'orizzonte: fra poco | egli | la raggiungerà e la ucciderà; ma egli ha paura, ha paura |
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fra poco egli la raggiungerà e la ucciderà; ma | egli | ha paura, ha paura ... perché ella non è Olì, è il |
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... Anania corre, corre; i chiodi non lo pungono, eppure | egli | vorrebbe che lo pungessero ... Olì, trasformata in |
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del Lenau: I Masnadieri nella Taverna della landa; ecco, | egli | sta per raggiungerla e ucciderla, e un gelo di morte lo |
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un sudore freddo, mortale; il cuore non gli batteva più, ed | egli | scoppiò in un pianto d'angoscia violenta. Il terzo giorno |
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violenta. Il terzo giorno Margherita, meravigliata che | egli | non scrivesse, lo invitò al solito convegno. Egli andò, |
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che egli non scrivesse, lo invitò al solito convegno. | Egli | andò, raccontò la gita, si abbandonò alle carezze di lei |
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l'insinuazione di Agata accrebbe i suoi sentimenti: oramai | egli | riteneva Margherita capace di tutto. Verso sera si mise a |
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a piangere; ma appena Margherita cominciò a parlare, | egli | sentì un invincibile disgusto per lei, poi un senso di |
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un invincibile disgusto per lei, poi un senso di gelo. No, | egli | non l'amava più, non la desiderava più. Si alzò e andò via |
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e sanscrite ed in filosofia e storia patria ed universale | egli | era un ignorantone nella animalità passionale. Egli |
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egli era un ignorantone nella animalità passionale. | Egli | misurava la distanza dei modi per gli inviti d'amore tra |
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in Iudea , quale ignoranza relativa si attenda innanzi! Se | egli | si presentasse a una affittacamere, e le facesse |
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la vecchia megera, che per i due gozzi sembrava tricipite, | egli | dopo venticinque giorni di lutto vedovile aveva impalmata |
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piano al terreno. E si direbbe per l'attrazione del nome, | egli | aveva cambiato di mestiere principale Senza abbandonare del |
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e la larga cerchia degli affari diversi, purché onesti , | egli | aveva impiantato ed annesso alla portieria terrena un |
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... Ed alla sua erudizione antiquata sorridevano, mentre | egli | ardeva estremamente della concupiscenza per una donna, |
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dal Nevizzano nella Sylva Nuptialis contra il bel sesso. | Egli | spiegava mentalmente la sciarada latina: Arbor inest sylvis |
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lo ripigliava il relativo rimorso. Per ricacciarlo in fuga, | egli | profanava la preghiera dell'inno cristiano: Accende lumen |
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che serrava a chiave: * Potevi trovare anche di meglio! | Egli | si sentì mortificato, ma vinse la mortificazione con uno |
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e strage contra la sublime provocatrice di peccati, | egli | scendeva a più miti propositi, pensando di imitare Dante, |
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fa portar via da Losati il vaso da notte, mostrando, pensa | egli | ancora dantescamente, mostrando l'ubertà del suo cacume . |
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la pelle, c'è quello di riempirla. E Nerina esige che | egli | la conduca a cena in una trattoria da studenti e modiste. |
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spere I salsi flutti beve. Bea Delia i rai del sole ... Ed | egli | beveva un bicchierino di nebiolo, dopo aver ottenuto che |
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E perché la dignità di professore ripigliasse il disopra, | egli | cenando per la prima volta in una trattoria di straforo con |
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di affittare per il ritrovo uno stanzino meno fetente. | Egli | con mille comiche circospezioni locò una stanzetta da |
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dei Cappuccini. Ma nel rendersi al primo appuntamento colà | egli | trovava la porta listata di nero per la tragica caduta di |
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imperdonabili ed irresistibili la giudicò una bambinata; ed | egli | dovette farle il sacrifizio anche dell'istante di |
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ed elevazione religiosa. * Sei l'angelo dei demonii! * | egli | disse subendo la condanna dei sensi. Quasi maledicendo di |
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Losati era in predicato quale uno dei primarii oratori. | Egli | ne parlò alla moglie, che lo infiammava alla più santa |
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indetto il comizio, ella volle un lungo convegno con lui. | Egli | si recò sentendo, agitando nella testa e nel cuore una |
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in cui possa svolgersi l'attività di tutti. Pertanto | egli | domanderà a Nerina, che lo lasci integro a quella |
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intronizzata, spettoracciata, sul canapè, sentì che | egli | omne tulit punctum , toccava il vertice della bestia umana, |
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maggiore, alla più forte delle leggi, alla legge di Natura. | Egli | con la malinconia dell'animale, dopo il congresso, ricuperò |
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ancora, e poi si profferiva di accompagnarlo al Comizio. | Egli | scese sulla strada infiacchito, estereffatto, barcollante |
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amore subìto. Nell'avviarsi al teatro Vittorio Emanuele, | egli | invece del fremito di comunicare ad una folla pulsante, |
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Nerina, che pigliasse posto nelle sedie chiuse, mentre | egli | doveva salire al palcoscenico fra i promotori. Si trovò sul |
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come versanti di colline in vendemmia ideale. Ma | egli | è oramai un operaio inutile per la vigna del Signore. |
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d'occhi invidi o intelligenti si rivolgono a lui. | Egli | si lascia pigliare il primo, il secondo, il terzo turno da |
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Spirito Losati si è messo fuori di combattimento. | Egli | resta compresso, abbattuto dalla persuasione della sua |
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e della Ragione, quando si è in peccato carnale. Così | egli | è impedito dalla debolezza fisica e dalla coscienza morale |
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Ma, appena cessato il comizio, lo invasa l'orazione, che | egli | avrebbe dovuto o potuto fare. A casa, a scuola, per via, |
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avrebbe dovuto o potuto fare. A casa, a scuola, per via, | egli | soffre i tormenti del discorso rientrato, che gli ulula |
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i tormenti del discorso rientrato, che gli ulula dentro. | Egli | si abbandona per parecchi giorni ad una masturbazione |
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del Comizio già da tre giorni disciolto. * L'oratoria, | egli | riflette, rassomiglia un po' all'amore. Quando l'amante si |
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e di velluto, e di fascino sempre irresistibile. Pertanto | egli | venuto ad esaminare e giudicare i giovani per la direzione |
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pur incapace di reagire, ne sentiva ribrezzo, come se | egli | con quella diavolessa avesse importato la corruzione in |
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i suoi ristretti di romanzo e spunti di commedia. | Egli | era il giovane farmacista Evasio Frappa, che a divagazione |
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anni, quando alcuno gli domandava chi intendesse sposare, | egli | rispondeva: * Voglio sposare Don Procopio! A venticinque |
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A venticinque anni, il padre gli replicò la domanda. Ed | egli | rispose, che voleva sposare la Chiesa. Il padre pianse alla |
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Chiesa. Il padre pianse alla pochezza d'ingegno del figlio, | egli | che voleva tirarne un diplomatico, un uomo di stato. Gli |
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Eterno od il suo figliuolo nostro Signore Gesù Cristo, | egli | si levava il berrettino pretesco, e si faceva fieramente il |
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il segno della Santa Croce in Parlamento. Dopo il sessanta, | egli | pianse su Casa Savoia e si recò nel suo Castello di |
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Abolite le corporazioni religiose anche nel Napoletano, | egli | ospitò a Frappaglia un monastero di suore carmelitane. Una |
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spadino e fioretti ... Contento della relativa conquista, | egli | si arrese a trasportare i lari in città. Quivi dava delle |
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Mentre gli altri ballavano o si divertivano altrimenti, | egli | diceva il breviario, e finito il ballo andava a messa. La |
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dalla filatessa degli amanti di Stella. Per riabilitarsi | egli | ha bisogno di un gran colpo: trae di tasca un portafogli; |
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Erano gli ultimi giorni che Anania passava in famiglia, ed | egli | si sentiva sempre più lieto, come l'uccello che sta per |
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sua esistenza come il musco alla pietra, gente tutta che | egli | abbandona con gioia e con dolore! E addio dolcezza e luce |
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«dove dunque hai deciso di andare? A Cagliari o a Sassari?» | Egli | veramente aveva fino a quel momento accarezzato il sogno di |
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l'aveva condotto alla scuola nel convento, non aveva | egli | pensato ad un'altra cosa che non era lo studio? Le ragioni |
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il signor Carboni ti darà tante lettere di raccomandazione: | egli | conosce tutta Cagliari: anche un marchese conosce. Ebbene, |
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volto sorridente, «mandagli un anello col diamante, perché | egli | deve sposarsi con la figlia del sindaco!» «E perché no?» |
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biblico di Eli; dopo gli chiese: «Dove dunque sei stato?». | Egli | ricominciò a narrare: il gattino gli si era arrampicato |
CENERE -
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le orecchie, dandogli un solletico strano che lo faceva, | egli | non sapeva perché, pensare a Margherita. Mentre raccontava |
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«Non capite niente!» «Sì,» disse Nanna, «io lo so; | egli | è pazzo. Ha chiesto la mano delle figlie del medico; voleva |
CENERE -
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uno ... » S'avvicinò ad Anania, porgendogli i confetti; ma | egli | balzò indietro gridando: «Puzzate come una botte! Lontana |
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questo pensiero, ed appunto alla morte di sua madre | egli | pensava quando desiderava che il loro incontro non si |
CENERE -
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questa soluzione, gli sembrava una grande viltà. Più tardi | egli | si domandò se era stata la sua natura sentimentale a |
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sua natura sentimentale: ma alla vigilia della sua partenza | egli | accettava ancora le sue sensazioni ed i suoi sentimenti |
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una notte febbrile. Ah, era già lontano il tempo quando | egli | si contentava di veder Margherita nei piccoli viali |
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colore dei suoi capelli e alla forma del suo busto. Allora | egli | sognava cose fantastiche, rapimenti, incontri, fughe in |
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univa un sonetto, uno dei molti sonetti dialettali che | egli | aveva già composto per lei. Si svegliò, s'alzò ed aprì la |
CENERE -
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in parte onde poter continuare la sua strada, così | egli | sentiva il bisogno di lasciare un po' del suo segreto a |
CENERE -
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«Che freddo!», disse a voce alta. Il sonetto che | egli | voleva mandare a Margherita era già copiato a stampatello, |
CENERE -
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delicato dell'aurora, e ridiventò pensieroso. Addio! Domani | egli | sarebbe al di là delle montagne, e Margherita penserebbe |
CENERE -
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dal padrino? Cosa guardi? C'è qualche formica nel caffè?» | Egli | guardava fisso la piccola scodella rossa filettata d'oro, |
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pianura bianchiccia con un laghetto azzurro. Che avrebbe | egli | veduto dalla finestra della cameretta che l'aspettava a |
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d'aver contristato zia Tatàna, ma che poteva farci? Sì, | egli | sentiva d'essere ingrato, ma i nervi son nervi e non si può |
CENERE -
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ma i nervi son nervi e non si può loro comandare. Però | egli | non vuole essere completamente ingrato, no! Lascia la |
CENERE -
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e imitando lo sbuffare del treno. Chiusa la valigia | egli | andò a congedarsi dai vicini di casa, cominciando da |
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con disgusto la storiella di Maestro Pane. «Sì, poveretto! | Egli | si ricorda sempre di me, e tutti i giorni mi porta qualche |
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e zio Pera fece venire il medico e portò le medicine. Ah, | egli | fa per me ciò che farebbe mio padre se ... Ma egli mi ha |
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Ah, egli fa per me ciò che farebbe mio padre se ... Ma | egli | mi ha abbandonata! Basta!» disse poi Rebecca, accorgendosi |
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Ma Agata gli versò un calice di vino bianco, e mentre | egli | beveva, ella, appoggiatasi languidamente al banco, guardava |
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Così ci rivedremo ... Oh, diavolo, ecco che viene Antonino; | egli | mi vuole in isposa ed è molto geloso di te. Ah, gioiello |
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felino e lo baciò sulla bocca; poi lo spinse ad uscire, ed | egli | andò via sbalordito e turbato; e incontrando Antonino capì |
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io ne morrei di dolore ... » Per impedire la morte di Nanna | egli | prese l'involtino; poi trasalì sentendo sulla sua guancia |
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vedeva grandi nuvole bianche passare sul cielo turchino; | egli | guardava e sentiva una dolcezza infinita calare da quelle |
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la mente, confusi con le impressioni recenti. Ecco, | egli | rivede il paesaggio melanconico vigilato dai pini sonori, |
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e profondi come il cielo.» Gli occhi di Margherita? No; | egli | offende Margherita pensando così; ma intanto è felice di |
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andrai dal padrino?», chiese zia Tatàna, scuotendolo. | Egli | balzò in piedi con un occhio chiuso e l'altro aperto, una |
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lì? quando dunque andrai?», gridò la vecchia dal cortile. | Egli | si affacciò alla finestra. «Cosa dunque gli dirò!» «Che |
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d'Agata che venire a riverire i benefattori.» «Auff!», | egli | sbuffò, appoggiandosi alla finestra dello studio. Ah, la |
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la serva lo umiliava come in quella notte lontana quando | egli | con Bustianeddu eran venuti per chiedere una scodella di |
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per chiedere una scodella di brodo: nulla era cambiato; | egli | era sempre un servo, un beneficato. Lagrime di rabbia gli |
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quella busta. D'un tratto una viva luce inondò la stanza; | egli | vide Margherita entrare, ed ebbe appena il tempo di lasciar |
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sulla scrivania, «ti hanno lasciato al buio.» «Buona sera», | egli | mormorò, deciso a spiegarsi e poi fuggire e non lasciarsi |
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e poi fuggire e non lasciarsi vedere mai più. «Siedi.» | Egli | la fissava con occhi attoniti; sì, quella era Margherita, |
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attoniti; sì, quella era Margherita, ma in quel momento | egli | la odiava. «Scusa», cominciò a balbettare. «Non l'ho fatto |
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in attesa del suo grido d'amore. «Ha letto, tuo padre?», | egli | chiese a bassa voce. «Sì, ha letto; e rideva», ella |
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rapidamente, mentre Anania ricadeva nel massimo turbamento. | Egli | sentì la mano calda e molle del padrino stringere la sua, e |
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non aveva detto nulla a proposito, nei preziosi istanti che | egli | s'era così stupidamente lasciato sfuggire. L'aspetto |
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sfuggire. L'aspetto turbato di lei non gli bastava; no; ed | egli | voleva sapere di più, voleva sapere tutto ... «Che cosa?», |
CENERE -
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Agata. Come attirata dal fascino di quello sguardo, quando | egli | andò via ella lo seguì e lo accompagnò fino al portone. La |
CENERE -
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«Addio ... Ti scriverò ... Anania ... » «Addio», | egli | disse, tremando di gioia; ma invece di andarsene si |
CENERE -
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è più possibile, né con temporale né con morale autorità. | Egli | applaude alla longanimità con cui avete sin’ora sofferto e |
Clelia: il governo dei preti: romanzo storico politico -
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pretesto a creare degli imbarazzi. Nello stesso tempo | egli | è dell’opinione che, ove il Governo Italiano continui a |
Clelia: il governo dei preti: romanzo storico politico -
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volle dare un ultimo addio all’infelice sua donna che | egli | non poteva ristarsi dall’amare. Tornò dunque alla casa |
Clelia: il governo dei preti: romanzo storico politico -
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rendimi la stella della mia vita!» quasi istintivamente | egli | esclamava fissando lo sguardo al cielo; e lei volgendosi |
Clelia: il governo dei preti: romanzo storico politico -
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I rivoluzionari sono rinsaviti; si sono convinti, che | egli | era un loro benefattore, che dovevano il trionfo a lui; lo |
I sogni dell'anarchico -
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? Non sono medico. Speri ? osserva la voce con imbarazzo. | Egli | solleva le braccia piagate, fasciate, dolenti, e vuole |
I sogni dell'anarchico -
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pozione calmante ? dice la voce, porgendogli una tazza. | Egli | la respinge bruscamente. - Come posso essere calmo se non |
I sogni dell'anarchico -
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? Quali misure intende di prendere? ? Non lo so. | Egli | fa una pausa lunga, lunga, nella quale riflette. I suoi |
I sogni dell'anarchico -
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mi avete raccolto, me, il loro capo? - domanda. ? Perché | Egli | lo vuole. Non chiese altro e meditò la nobilissima |
I sogni dell'anarchico -
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dai due durante il viaggio. Silvio aveva un cuore d’angelo. | Egli | sapeva che la società tollera ogni specie d’impudicizia, |
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sia essa stata la vittima dell’insidia o della violenza. | Egli | sapeva che mercé questo pregiudizio passeggia a fronte alta |
Clelia: il governo dei preti: romanzo storico politico -
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In cuor suo protestava contro questa evidente ingiustizia. | Egli | che aveva tanto amato la sua Camilla e che la ritrovava ora |
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la sua Camilla e che la ritrovava ora sì infelice, poteva | egli | non impietosirsi alla sua sorte? Oh! anche in questa |
Clelia: il governo dei preti: romanzo storico politico -
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alla sua sorte? Oh! anche in questa terribile notte | egli | avrebbe difeso la povera fanciulla contro un esercito! |
Clelia: il governo dei preti: romanzo storico politico -
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col suo mantello per preservarla dal freddo mattutino ed | egli | frattanto si avanzò in esplorazione. L’abbaiare di Fido |
Clelia: il governo dei preti: romanzo storico politico -
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| Egli | era uscito dalla sua piccola casa dove abitava colla moglie |
I sogni dell'anarchico -
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e già incominciava su quelle ad alzarsi una torre. | Egli | osservava sdegnato, adirato, con un grande, immenso fremito |
I sogni dell'anarchico -
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Qualche settimana ancora ed il castello sarà ultimato. | Egli | vi abiterà ed allora guai a noi! Ci tratterà da schiavi, |
I sogni dell'anarchico -
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altrove. Ritengono queste nostre terre paese di conquista. | Egli | fa il pugno e freme, dalla grande rabbia, dallo sdegno |
I sogni dell'anarchico -
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molti; avevano con se la forza, l'autorità, tutto tutto; ed | egli | era solo. Nessuno la pensava come lui; nessuno aveva il suo |
I sogni dell'anarchico -
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del cielo! Che nessuno ti oda? Il mondo è pieno di spie. | Egli | guardava, e il suo sdegno diventa sempre più intenso; il |
I sogni dell'anarchico -
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? Faremo i conti! ? gli disse minaccioso. Si allontanarono. | Egli | li seguì collo sguardo, in preda ad una rabbia infinita... |
I sogni dell'anarchico -
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aveva la sua statua sul finire: semplicemente, essendo | egli | rappresentato mitrato, col pastorale nella mano e col manto |
STORIA DI DUE ANIME -
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argento, il suo fiore favorito, il suo fiore simbolico, che | egli | porta fra le dita. Tutte queste statue erano in |
STORIA DI DUE ANIME -
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piccola fortuna di pittore dei santi e coi suoi guadagni, | egli | era stato costretto a mantenere la sua sposa in |
STORIA DI DUE ANIME -
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e di tutto aver fatto bene. A ogni sacrificio novello cui | egli | si sobbarcava, sia facendole dei doni di vesti e di |
STORIA DI DUE ANIME -
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compisse molto meglio i suoi doveri. E quante volte, | egli | aveva distolto gli occhi da quel bellissimo volto che egli |
STORIA DI DUE ANIME -
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egli aveva distolto gli occhi da quel bellissimo volto che | egli | adorava, volto muto e chiuso, temendo di leggervi la |
STORIA DI DUE ANIME -
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aveva permesso che Domenico le donasse una sant'Anna, che | egli | aveva dipinta, con ardore, per fargliene una sorpresa, non |
STORIA DI DUE ANIME -
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umilmente, veniva a gittare, innanzi a lei, quanto | egli | guadagnava, malcontento che non fosse di più, sognando |
STORIA DI DUE ANIME -
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o diceva di non averne, e il suo contegno era tale, che | egli | non osava domandarle, ove il danaro fosse passato. E se, |
STORIA DI DUE ANIME -
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ove il danaro fosse passato. E se, due o tre volte, | egli | si era azzardato, quasi, a chiederne conto, Anna lo aveva |
STORIA DI DUE ANIME -
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punito con tale un'aria di noia sdegnosa, che giammai più | egli | aveva tentato una ricerca simile. Oltre a ciò, la |
STORIA DI DUE ANIME -
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suo marito:, tutto un piano che ella aveva formato, perchè | egli | non la infastidisse, piano che ella eseguiva |
STORIA DI DUE ANIME -
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goccia a goccia, il balsamo di un oblio temporaneo. E ciò | egli | riteneva per un miracolo, tutto a lui dedicato, per un |
STORIA DI DUE ANIME -
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che i santi e le Madonne compivano solo per lui, poichè | egli | li aveva sempre onorati, poichè egli aveva dedicato le sue |
STORIA DI DUE ANIME -
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solo per lui, poichè egli li aveva sempre onorati, poichè | egli | aveva dedicato le sue umili fatiche alla loro |
STORIA DI DUE ANIME -
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e correva a casa. Ahi, che nulla era mutato, in colei che | egli | adorava! Talvolta la trovava più tacita e più pensosa della |
STORIA DI DUE ANIME -
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ella passava da una camera all'altra, lasciandolo solo: | egli | udiva la voce breve, comandare nettamente a Mariangela, |
STORIA DI DUE ANIME -
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poltrona: e appena schiudeva gli occhi. Deluso e umiliato, | egli | fingeva di cercar qualche cosa, per non confessare di esser |
STORIA DI DUE ANIME -
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ella teneva queste visite improvvise d'innamorato goffo, | egli | vi mandava lo sciancatello Nicolino, con un bigliettino, |
STORIA DI DUE ANIME -
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amato mai, trasaliva tristemente. E a malgrado che tutto | egli | volesse nascondere, vergognandosi della sua inquietudine, |
STORIA DI DUE ANIME -
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Ursomando, che nulla aveva mai l'aria di vedere e dì udire, | egli | soggiungeva, ansioso: - Uscita? Dove è andata? Da quanto è |
STORIA DI DUE ANIME -
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per Mimì, uomo di popolo, nato da gente di popolo, a cui | egli | aveva dovuto sacrificare Anna Dentale, una signora! |
STORIA DI DUE ANIME -
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sottintesi nelle frasi; e citavan nomi, fatti e date che | egli | ignorava; e si abbandonavano alle memorie, ai progetti, |
STORIA DI DUE ANIME -
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ai progetti, alle speranze, isolandolo, obliandolo, come se | egli | mai fosse esistito, escludendolo, persino, da ogni discorso |
STORIA DI DUE ANIME -
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sempre al principio, un po' scherzando, un po' sul serio, | egli | aveva rivolto, a tavola, qualche dimanda suggestiva. |
STORIA DI DUE ANIME -
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alle più lontane, se la figurava... dove, dove, posto che | egli | si confondeva, in tanta parentela, in tante amicizie, con |
STORIA DI DUE ANIME -
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lei, per punirlo delle sue investigazioni. Raumiliato, | egli | cessava d'indagare. E le doveva credere sulla parola: |
STORIA DI DUE ANIME -
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raramente, suo marito. Con un'abilità perfetta, dovendo | egli | stare a bottega, tutto il giorno, non facendosi restituire |
STORIA DI DUE ANIME -
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pochissime visite, non andando con lui, di domenica, quando | egli | era libero, che a messa, a passeggiare in Villa e, la sera, |
STORIA DI DUE ANIME -
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prossimi, a qualche atto di cortesia, di familiarità che | egli | aveva voluto compiere, ella aveva opposto un rifiuto secco: |
STORIA DI DUE ANIME -
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di trattarlo. Immediatamente, nella sua triste semplicità. | egli | aveva ceduto. Sempre gli ricadeva sulle spalle, come un |
STORIA DI DUE ANIME -
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rigido, inesorabile: e tutto, lentamente, malvolentieri, | egli | aveva dovuto mutare, anche quello che più gli era caro, |
STORIA DI DUE ANIME -
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era stato caro a suo padre, a suo nonno, anche quello che | egli | vedeva fare a tutta la gente della sua condizione. |
STORIA DI DUE ANIME -
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brutte conseguenze, da questo matrimonio; e se, per caso, | egli | s'incontrava con uno di costoro, se egli andava loro |
STORIA DI DUE ANIME -
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e se, per caso, egli s'incontrava con uno di costoro, se | egli | andava loro incontro, con le braccia aperte, con il suo |
STORIA DI DUE ANIME -
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l'altro assumeva un contegno gentile ma distaccato: se | egli | nominava sua moglie, l'altro, subito, troncava il discorso. |
STORIA DI DUE ANIME -
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sua moglie, l'altro, subito, troncava il discorso. Tutto | egli | comprendeva, Mimì Maresca, con una sensibilità profonda, |
STORIA DI DUE ANIME -
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di angioletto, senza fremere di invincibile malinconia. | Egli | voleva fare, nel suo ardente desio, una statuetta del |
STORIA DI DUE ANIME -
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questo già potente e dolente desiderio del marito, poichè | egli | non osava parlarne. Solo, qualche volta, indirettamente, |
STORIA DI DUE ANIME -
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ribatteva: - Anche tua madre, non ne ha fatto che uno. | Egli | impallidiva mortalmente. Era una cosa insopportabile, per |
STORIA DI DUE ANIME -
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stanze dell'appartamentino. Anna non vi era. Sconvolto, | egli | corse in cucina, ove la serva si affaccendava attorno ai |
STORIA DI DUE ANIME -
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pranzo, al vostro posto, dove si mettono sempre le lettere. | Egli | vi corse. Un bigliettino era deposto, sul suo tovagliolo: |
STORIA DI DUE ANIME -
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vi è chi mi accompagna - Anna". In una profonda confusione, | egli | cadde sovra una sedia, al suo posto, in quella stanza da |
STORIA DI DUE ANIME -
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- Servi pure. Ma della buona zuppa di erbe fumanti, | egli | non prese che una cucchiaiata: brancicò, col coltello e con |
STORIA DI DUE ANIME -
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la casa e il marito, per andarsene a pranzo, da parenti che | egli | non vedeva mai, in un rione lontano, per ritornare chi sa a |
STORIA DI DUE ANIME -
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ora della sera, forse avanzata. - Me lo imaginavo... - | egli | mormorò, come fra sè... - Era naturale che donna Francesca |
STORIA DI DUE ANIME -
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in piedi, guardandosi intorno con quello sguardo sperso che | egli | assumeva, nelle ore difficili della sua vita. - Volete del |
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che non avrebbe resistito, ad attendere, in casa, Anna. | Egli | non esciva mai, dopo pranzo: e certo, Mariangela, avrebbe |
STORIA DI DUE ANIME -
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di pietà. Voleva dirgli qualche cosa, si vedeva, mentre | egli | fremeva di fuggire. - Che vuoi? - chiese lui, rodendo il |
STORIA DI DUE ANIME -
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venivano da lontano, dai quartieri estremi sul mare, quando | egli | fu tra la gente, camminando in fretta, si sentì sollevato. |
STORIA DI DUE ANIME -
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e floscio viso, tutto assorto in un pensiero fisso, ed | egli | stesso andava, andava, verso via Fontana Medina. verso |
STORIA DI DUE ANIME -
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così vivido e così simpatico della sera di estate: | egli | si urtava con le persone, scansandosi macchinalmente, |
STORIA DI DUE ANIME -
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al fattorino. No, tutto ciò gli era sfuggito dalla mente; | egli | correva, soltanto, per ritrovare Anna, non sapeva altro, |
STORIA DI DUE ANIME -
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egli, forse, l'indirizzo di Francesca Dentale? Dove andava? | Egli | sapeva soltanto che la bella cugina di Anna, sua moglie, |
STORIA DI DUE ANIME -
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Riviera di Chiaia, ma dove, specialmente, a qual numero, | egli | lo ignorava, Dove si dirigeva? A chi chiedere? In che posto |
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così lontana dalla sua, in vie belle e popolose, ma che | egli | non frequentava quasi mai, dove andava, a cercare sua |
STORIA DI DUE ANIME -
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egli, dunque, a cercare Anna, in una casa sconosciuta, | egli | non esperto, non pratico, profondamente scosso e già |
STORIA DI DUE ANIME -
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Perchè andava, quando niuno lo desiderava, quando, | egli | ne era certo, sarebbe giunto inaspettato e mal gradito? |
STORIA DI DUE ANIME -
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sarebbe giunto inaspettato e mal gradito? Dove andava | egli | mai, quando la volontà di Anna era stata così chiara, così |
STORIA DI DUE ANIME -
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di un pericolo morale di cui, con singolare percezione, | egli | pareva sentisse la imminenza, Mimì Maresca, mise moltissimo |
STORIA DI DUE ANIME -
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di ritrovare questa casa e di ritrovar questa donna. | Egli | si era arrestato, macchinalmente, in un punto ove l'andare |
STORIA DI DUE ANIME -
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nel biancore delle tende e della tavola da stiro, | egli | fissò bene la donna e la riconobbe Gelsomina, che toccava i |
STORIA DI DUE ANIME -
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- E tu, Mimì, tu? Che fai? Hai già un figlio? - No - | egli | disse, trasalendo. - Come? Non hai un figlio? Me lo avevano |
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ti vuol bene, Anna? Ti vuol bene? Alla domanda incalzante, | egli | seguitava a non rispondere. Un'altra ambascia lo soffocava: |
STORIA DI DUE ANIME -
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ambascia lo soffocava: ma in quell'ambascia, almeno, | egli | poteva concentrare tutto quanto aveva sofferto in quel |
STORIA DI DUE ANIME -
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sola, in quell'ora tarda, in quel quartiere di piacere, | egli | sentiva di poter denudare il suo cuore, senza tema di esser |
STORIA DI DUE ANIME -
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lui. - Ti fa orrore? Pure a me. Ogni giorno, ogni sera, | egli | viene da me... e io debbo dargli quel che vuole, quello che |
STORIA DI DUE ANIME -
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e non so come fare certi giorni, per mangiare... ed | egli | vuol sempre quattrini... capisci, capisci?. - Capisco! È |
STORIA DI DUE ANIME -
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tanto le mie labbra sono piene di peccato, Domenico, | egli | mi fa schifo, e intanto, egli viene, e io gli do quello che |
STORIA DI DUE ANIME -
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piene di peccato, Domenico, egli mi fa schifo, e intanto, | egli | viene, e io gli do quello che ho, così, per debolezza, per |
STORIA DI DUE ANIME -
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battuta, la sera e la mattina... - E non puoi lasciarlo? - | Egli | mi ucciderebbe - disse lei, tetramente. . . . . . . . . . . |
STORIA DI DUE ANIME -
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scorse Gelsomina che parlava con Domenico, si fermò. | Egli | attese, così, un minuto. Poi un fischio leggiero e lungo |
STORIA DI DUE ANIME -
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suo marito negli occhi, con tale una collera gelida che | egli | allibì. - Con Mariano... con Mariano... - gridò Domenico, |
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dalla soglia - prendo il cappello e me ne vado. Ed | egli | tacque. |
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la sua coscienza gli rappresentava inviolabili. Del resto | egli | non desiderava o non sapeva di desiderare; le gravi |
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lo premunivano contro gli eccessivi abbandoni. Ma | egli | usava passare qualche ora del pomeriggio nella solitudine |
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forse voi conoscete. E Rosilde cominciò a seguirlo colassù. | Egli | non fu sorpreso di trovarla in quel soave rifugio dove egli |
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Egli non fu sorpreso di trovarla in quel soave rifugio dove | egli | dava da quindici anni convegno ai sogni della sua gioventù; |
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vaghe carezze della fantasia. La fantasia fu la galeotta. | Egli | non seppe mai bene ciò che gli accadesse colà. La realtà si |
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smagliante di amore. Al povero uomo parve una visione, | egli | cadde sbalordito, delirante ai suoi piedi. Da quel giorno |
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meno dinanzi all'altare e visse come rapito in un sogno. | Egli | non viveva più veramente che alla Carbonaia, dove |
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la vita, dove obblioso del suo cielo muto, impassibile | egli | trova un paradiso di delizie ardenti. La povera Rosilde fu |
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rispettare la pace dell'uomo per cui ella stava morendo. - | Egli | non sa nulla, mi disse torcendosi le mani, non sa nulla |
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ma mi ringraziava e mi scongiurava: - fatelo per lui - | egli | è innocente ... io sola ... io sola ... Venni da lei |
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il De Boni, così permaloso. Ma circa sette mesi dopo venne | egli | stesso a cercarmi e mi condusse nella stamberga dove aveva |
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la sua preda, la povera Rosilde e dov'ella era agonizzante. | Egli | mi fe' visitare la donna e s'informò da me minutamente del |
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ho bisogno che me lo promettiate solennemente ... | egli | deve credere quello che voglio io ..... Mi ritrassi |
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con noi e a Sulzena dove si recava tutte le settimane. | Egli | aveva per lei una di quelle sue feroci concupiscenze che |
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delle confessioni scritte di una paternità supposta. Quando | egli | andava a Sulzena, gli scriveva fingendo una subita |
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alle torture del De Boni. Attilio era commosso quanto me. | Egli | disse che era persuaso e che non avrebbe tenuto conto della |
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acclamato dalle più cordiali risate degli astanti, a cui | egli | unisce il proprio cachinno fragoroso. Egli nel muovere |
UNA SERENATA AI MORTI -
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astanti, a cui egli unisce il proprio cachinno fragoroso. | Egli | nel muovere verso il villaggio si era fatto il più saldo |
UNA SERENATA AI MORTI -
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la fascia ai fascicoli di Riviste Mediche che riceve; | egli | che forse sarebbe riuscito felice umorista anche nella |
UNA SERENATA AI MORTI -
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? Ho ancora sete. Allorché viaggia in ferrovia, | egli | è lo spasso del vagone di terza classe, su cui sale. |
UNA SERENATA AI MORTI -
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francese di Biella un bisciuar. Nell'ultima festa del paese | egli | si avvinazzò tanto, ballonzolò tanto, si arrovellò tanto di |
UNA SERENATA AI MORTI -
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la gamba a posto nello stesso tratto di strada, in cui | egli | era ruzzolato. Sdraiatosi nella polvere rizzò la testa e si |
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alla gamba slogata alcune doghe di un barile sfasciato, che | egli | aveva comandato gli recassero da casa. Guarì completamente, |
UNA SERENATA AI MORTI -
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fosse mestiere quello di dire buffonate. Non c'era caso che | egli | ridesse alle spiritose barzellette del medico; questi per |
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o pel vino del bottale, o per il nebiolo imbottigliato; ed | egli | beveva e pagava da per tutto con una flemma e una |
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che anche il diavolo teneva per lui. Però nella sua banda | egli | prediligeva l'organista Protaso e il bel Rolando, che |
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ma non si era spinto più in là, tra per la poca voglia che | egli | aveva di studiare, e per il desiderio della mamma di averlo |
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villaggio, alieno dai lavori di campagna, senza mestiere, | egli | consumava il tempo bruciando pipate di tabacco da tre |
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e domandargli qualche impiego. Ma, sopraggiunto l'autunno, | egli | si sentiva così bene, si gatteggiava così tiepidamente nel |
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un vecchio cartolaro di danzeria del maestro Caronti, che | egli | aveva portato da un paesello di montagna, dove aveva fatte |
UNA SERENATA AI MORTI -
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e pianoforte, non poté mai accordarsi col terzetto, avendo | egli | avuto delle coraggiose velleità di introdurre a Borgo |
UNA SERENATA AI MORTI -
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