aperta alla più larga variabilità degli effetti, e quindi luministica. Come sistema luministico, in un armonico crescendo di altezze, di grandezze, di
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teoriche in fatto d'architettura. Soltanto un artista che studi l’architettura in funzione della rappresentazione pittorica, e cioè di effetti visivi
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scenografico effetto, ma di una variazione continua, quale normalmente si da soltanto all’esterno, degli effetti di luce. Così il Rainaldi porta alle
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lo spazio assume nell’articolazione e modellazione delle pareti, della mobilità continua delle prospettive e degli effetti di luce. Come sempre, la
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spettatore privilegiato che, vedendo le cause attraverso gli effetti, le rendeva manifeste agli altri. Ora questa distinzione è ben chiara, anche sul
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filosofia e la matematica perché queste saranno anche le cause supreme, ma il mondo in cui si vive è il mondo degli effetti. Quanto al Juvarra, è un
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vero che anche la scolastica assegna all’arte un fine educativo: ma si tratta di un’educazione religiosa, i cui effetti si estendono automaticamente
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articolato e descritto pittoricamente, con uno slancio dimensionale e con una ricchezza di effetti illusivi che soltanto la pittura può avere suggerito
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infinitamente complicato ed oscuro dell’anima umana, il cieco rincorrersi delle cause e degli effetti, il corso ora sotterraneo ora scoperto delle
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legittimo di Shakespeare; capace come lui di percorrere, con un solo abilissimo arpeggio, tutto il registro di effetti, dal basso brontolio del comico agli
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tempo per i cosiddetti quadri plastici (ne parla anche Goethe), agli effetti di luce. Ciò che l’artista specialmente cerca è «the command of horizon», e
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