Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Trasparenze

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Praga, Emilio 17 occorrenze

Coll'ultima cadenza l'aurora in ciel spuntò, coll'ultima cadenza la bella si svegliò! Al davanzal la povera fanciulla accorsa è già, ed occhieggiando

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senza scorta e a piedi scalzi. Fra un sì ed un no tutto quaggiù tentenna: la nube, il vento, il cuor dell'uomo e il mare... Io mi son un che quando

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O Musa bionda, o giovinetta mia, bella, dolce, soave, che mi dici al mattin la Poesia ed alla sera l'Ave... tu che, in mezzo alla torbida procella di

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, alla noia ed agli incùbi; e il tuo sguardo frattanto si riposa sopra un abisso di deserte nubi. In casa di Cletto Arrighi il 21 dicembre 1862.

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AD ARRIGO BOITO S'anco accoglier dovesse indifferente un sorriso o una celia il verso mio, (giacché sta tra il passato ed il presente o il disdegno o

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fantastico, ed in mezzo a celestiale olezzo e a qualche po' di odor di sepoltura, medito e scrivo sotto dettatura.

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, badate al fanciullin di quando in quando, se mai la coltre allontanò sognando. Triste si fa la vita al cantoniere ed al soldato per gli spalti perduto e

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inneggio o bestemmio tu ascoltami e taci. Deh!... Taci ed ascoltami : mi adora e non parla! L'amore ineffabile detesta la ciarla! Di sguardi satanici, di

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(Versi scritti in giardino) ALLA SIGNORA CONTESSA ERMELLINA DANDOLO Mi parve una farfalla, ed era un bruco. Movea sul tavolo coll'incesso di un bimbo

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beati inganni, milite sacro ad una santa guerra - milite già vincente - ed a trent'anni posto sotterra! Gentile e casto e intemerato ingegno, amico

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prepotenti amori! Ed Ei brillava come un bardo antico dei mercatanti fra l'ignobil greggie, che stupito il vedea, del plettro amico, a passeggiar le

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tu verresti a fermar spesso alle grate il più tranquillo dei morelli tuoi, e, per le vaghe arcate, mediteremmo insiem messale ed arpa, cilizio e

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mio pensier le imagini funeste ho cancellate; sono larve obliate, sogni ed ubbie e d'allor! "A Bacco e all'amicizia!" dicea l'augusto prete, quando le

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O primavera, gioventù dell'anno, gioventù, primavera della vita. Creso pagò con lucciole ed Elena ha sorriso: la terra e il paradiso favellano d'amor

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moscherin che su un verso si posa. Amo la casa mia, penso al deserto, all'oasi ed ai ghiacciai... ho ancor sogni bizzarri alle mie notti... e crudi e cotti. I

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Talpa, il Bòtolo e il Ramarro da molte albe tacevano nell'edere e nel loto. Il giardino pareva attonito ed immoto, e dal loto e dall'edere correano

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sfinge davanti all’Obelisco. Se folleggia, se canta e se m’insidia concedendomi un po’ della sua mano pel Dio Termine! E’ Clori, è Filli, è Lidia ed

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