. E mentre nota la macchia di oleandro contro l'edera ecco il secondo pensiero; come guardare meglio, come raccogliere quel dettaglio dal silenzio. E
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Caro, apro solo oggi internet. Ed ecco che ti sento dar di cozzo, come quei cerbiatti che nei riti di Venere, cioè in Lucrezio, si scontrano
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Eccoli di nuovo sulla porta di casa, ecco il ritorno dal viaggio della vita di un giorno. Tutte le ore canoniche: dalla Compieta ai Vespri trascorse
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con quella loro furia improvvisa le campane del Cristo risorto, ecco anche il suono della trenula che ruota nell'aria sospinta dalle mani di un
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signorine del paese attonite di quel mistero. "E' così Parigi? Ecco Londra. La battaglia di Muckden." Noi guardavamo intorno: doveva essere tardi. Tutte
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fanciulla della razza nuova, Occhi lucenti e le vesti al vento! ed ecco: selvaggia a la fine di un giorno che apparve La riva selvaggia là giù sopra
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bestemmia, ahimè, non è neppure la nostra peggiore.) Essere sempre tra i primi e sapere, ecco ciò che conta, anche se il perché della rappresentazione ci
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? Ecco la terra ancora si congiunge coi nuovi mondi in alto, e la striscia di fuoco ecco dirompe la tenebra, ed io stesso abbacinato nel vortice di
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- Ecco un battesimo nella città ; mio saggio demone, che mai sarà? - Rispose: - All'ombra di quel velo bianco, in mezzo al cor di un tuo fratello
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albore! Oh schiudimi la porta, e schiudimi le braccia... - ecco il crepuscolo, la luce è sorta! Giovinettina lieta come una lieta mattinata, e candida
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intemerato e l'animo pudico, benché, or lungi da me tu sia sepolto, ti parlo ancora, e ti riveggo in volto. Ecco il canuto crine, e il mite sguardo! Oh
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A un muricciuol che scalda il sol d'aprile ecco il vecchio girovago appoggiato; agitato da un tremito febbrile, spende in avemarie l'esile fiato. La
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l'universo in un minuto. L'universo imparai! Non domandate al levita e al filosofo gli arcani: un vagito di bimbo, ecco la fede, ecco il segreto dei
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i vezzi non invidiano dei fiorellini estivi; ho un uccellino in gabbia, un canerin gentile... febbraio, marzo, aprile... ecco l'estate ancor! L'estate
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... Ma un canto ecco s'innalza, e un uomo, al muro brancicando, arriva. - Chi è, chi non è ? Oh povero me!... Il prete lo giura, ma nulla io ne so: chi
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insudici il sen. Ed ecco un incolpevole bimbo che il capo ha tronco, e inonorati Scevola dall'esil braccio monco, ed orbi crani, e faccie cui sul lercio
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Tele antiche, io vi saluto, che dall'arte profumate, qui vivete, come mummie delle razze trapassate!- Ecco appeso alle pareti lungo stuol di
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! Conta l'ore coi baci e i bicchier; la bottiglia ed un candido petto, ecco il nume, ecco il culto, ecco il Ver!- - Ahimè! ho libato al calice dei
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indolenti tramutato in tessuti e in gioielli, mentre intorno mieteva fratelli la miseria suffusa d'onor! Ecco un cadavere d'adolescente; guardate, è un
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, garrule del monte abitatrici, e i mandriani intuonano a bassa voce i canti, che le greggie vaganti chiamavano all'ovil ; ed ecco, ecco le vittime
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Ecco una landa solitaria e bella come la speme di un morente. Il cielo è di un vivido azzurro e senza velo; contadina che spigoli sul prato, né carro
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, striscianti, e il volar dei cavalli, e dita bianche strette in guanti gialli, potrà forse l'amore, dopo tanto bussar, trovarsi un core? O pallido poeta, ecco
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. Dove? alla pergola che ombreggia il pozzo buio, profondo e tozzo. Desìo lo assal dell'alto... ecco già in tralice lungo il nodoso salice si inerpica e
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ciarpa. Inganniamo il destino: in una queta stanzuccia di villaggio ecco la cella, cella di solitario e di poeta! - Da qui, fra l'oro delle bionde anella
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gleba pietosa geme di voluttà! Ecco dagli olmi e i frassini la vetustà sparita; la selva ha nuova vita, le foglie... eccole là! E colle foglie i nidi. - O
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Coronato di rovi e di pruina ecco il Febbraio. Buone madri, cui desta alla mattina la pioggia che vien giù rapida e fina, e il canto del rovaio
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