Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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qui è entrata,  e  di qui è uscita....
zia Filomena, oggi che è la Santa Pasqua,  e  fanno pace suocera e nuora, abbiamo da abbracciarci e
Filomena, oggi che è la Santa Pasqua, e fanno pace suocera  e  nuora, abbiamo da abbracciarci e baciarci anche noi?
e fanno pace suocera e nuora, abbiamo da abbracciarci  e  baciarci anche noi?
 e  vero! Mentite a posta per illudermi, per ingannarmi.... Non
a posta per illudermi, per ingannarmi.... Non vi credo!  E  se è vero che avete calpestato ogni legge di Dio.... Chi è
Grandi è un eccellente pittore della natura,  e  sa animare i suoi paesaggi con garbate figure tratte dalla
narrazione alla antipatica cognata, fa riscontro la nobile  e  buona donna Claudia, madre di Massimo; e compiono il quadro
la nobile e buona donna Claudia, madre di Massimo;  e  compiono il quadro l'ottimo Sante, marito di Paolina,
il notaio poeta, l'antico sindaco colla sindachessa,  e  sopratutto lo zio vescovo nelle parole dette sul suo letto
morale del lavoro. La lingua è di buon conio paesano;  e  lo stile corre via rapido e spigliato. Sicchè il nuovo
lingua è di buon conio paesano; e lo stile corre via rapido  e  spigliato. Sicchè il nuovo racconto del Grandi è degno
altri, che gli han data meritata lode, ed offre onesta  e  piacevole lettura.» A. FRANCHETTI.
la giornata è trascorsa,  e  tutti son riuniti in casa, fa piacere - specialmente se il
amiche. In Toscana, quest'abitudine era diffusissima,  e  si diceva « andare a veglia »; ma si è venuta a mano a mano
quasi non vi fosse piú bisogno di un po' di svago intimo  e  sano. In questi ritrovi, si conversa, si fa della musica,
si fa della musica, si gioca, si ascolta la radio, si balla  e  si sgranocchia e beve qualche cosa. È modo piú alla mano e
si gioca, si ascolta la radio, si balla e si sgranocchia  e  beve qualche cosa. È modo piú alla mano e piú lecito di
e si sgranocchia e beve qualche cosa. È modo piú alla mano  e  piú lecito di procurarsi un tantino di spensieratezza, di
di procurarsi un tantino di spensieratezza, di ricreazione;  e  i giovani vi dovrebbero prender gusto piú che ai caffè e ai
e i giovani vi dovrebbero prender gusto piú che ai caffè  e  ai circoli; non fosse altro, per abituarsi a quel domestico
la caratteristica di queste riunioni è il sorriso cordiale  e  accogliente. Gli uomini meglio se vestiti semplicemente, di
sala; molta luce; temperatura secondo la stagione; qua  e  là fiori. È consentito alle signore di attendere a qualche
di attendere a qualche lavorino di facile esecuzione  e  grazioso a vedersi. Usa offrire pasticcini, caffè, liquori,
trattenimenti cominciano, generalmente, verso le nove,  e  non si protraggono oltre a mezzanotte. Si può anche andare
andare al di là; sopra tutto, se v'è parecchia gioventú,  e  se scopo principale della riunione è il ballo. Ma, in tal
», con i dischi del grammofono! Quindi, ci vuole un piano,  e  chi sappia ben mettervi le mani: è opportuno che
Tanto meglio se si sarà provveduto a un'orchestrina.  E  la sala dovrà esser ampia, in modo che le coppie si possano
si possano muovere senza darsi vicendevolmente fastidio,  e  senza urtare nelle estremità inferiori della tappezzeria,
della tappezzeria, rappresentata, per lo piú, da madri  e  da zie. Gl'invitati debbono far ballare la padrona di casa
da zie. Gl'invitati debbono far ballare la padrona di casa  e  le sue figlie; i giovanotti di casa debbono far ballare
tutte le signorine intervenute. Se la padrona di casa  e  le sue figlie non ballano alcuni balli moderni - forse,
perché questi non sono di loro gusto - è bene non proporli.  E  non basteranno piú i vassoi in giro, ma ci vorrà, in una
tramezzini, fette di galantina, pasticcetti di carne;  e  posate, e molti bicchieri e bicchierini; con bottiglie di
fette di galantina, pasticcetti di carne; e posate,  e  molti bicchieri e bicchierini; con bottiglie di vini e
pasticcetti di carne; e posate, e molti bicchieri  e  bicchierini; con bottiglie di vini e liquori; e abbondanza
e molti bicchieri e bicchierini; con bottiglie di vini  e  liquori; e abbondanza di tovagliolini, anche se di elegante
bicchieri e bicchierini; con bottiglie di vini e liquori;  e  abbondanza di tovagliolini, anche se di elegante velina. Ma
Editore Giannotta, sarebbe superfluo tesserne gli elogi  e  parlarne a lungo. Diciamo soltanto che essa, accogliendo
che essa, accogliendo lavori dei più chiari Scrittori  e  letterati contemporanei, s'è resa addirittura
indispensabile per chiunque tenga a cuore l'arte  e  la vita intellettuale italiana. Ora con queste pagine A
pagine A Zonzo di Ferdinando Martini, rapide impressioni  e  scenette di viaggio rese magistralmente con sobrii tocchi
di viaggio rese magistralmente con sobrii tocchi di penna  e  che hanno il solo difetto di essere (peccato!) troppo
s'é acquistato un altro diritto a la nostra gratitudine  e  riconoscenza. E noi, da canto nostro, lo ringraziamo di
un altro diritto a la nostra gratitudine e riconoscenza.  E  noi, da canto nostro, lo ringraziamo di cuore. (Helios di
i vicini buttano orzo addosso agli sposi gridando: Salute  e  figli maschi! - MASTRO NUNZIO spalanca il portone. Entrano
spalanca il portone. Entrano COLA, MASSAIO PAOLO, NEDDA  e  uomini e donne che, li accompagnano. I ragazzi affollano,
il portone. Entrano COLA, MASSAIO PAOLO, NEDDA e uomini  e  donne che, li accompagnano. I ragazzi affollano,
I ragazzi affollano, spingendosi, urtandosi. MASTRO NUNZIO  e  gli altri sonatori distribuiscono pugni e scapaccioni.)
MASTRO NUNZIO e gli altri sonatori distribuiscono pugni  e  scapaccioni.)
comare Camilla. Il mio mestiere è di fare il vetturale  e  di andare sempre in viaggio di qua e di là.
è di fare il vetturale e di andare sempre in viaggio di qua  e  di là.
pieno inverno, come non si fosse ballato tutto l' inverno  e  tutta la primavera, si balla, in estate, in ogni salone di
degli stabilimenti di bagni, sulle terrazze delle ville  e  nei giardini odorosi. E tutti coloro, che sono restati, in
bagni, sulle terrazze delle ville e nei giardini odorosi.  E  tutti coloro, che sono restati, in città di buona voglia o
albergo pieno di gente di malumore, tutti costoro, sorpresi  e  disgustati, esclamano: come è mai possibile ballare anche
spensieratezza, la gaiezza, il bel fremito della gioventù  e  della salute, non esistono, in nessuna stagione! Sappiate
trasporto. Quando i vecchi sono andati a giocare alle carte  e  i mariti si sono collocati intorno a un biliardo, che cosa
cinquanta anni - sì, anche cinquanta - o la serata è bella,  e  il pianoforte suona una vivace fox-trot o l'orchestrina un
fare, alla sera, quando l'aria è dolce, la luna è dolce,  e  l'ampiezza del salone v'invita a flirtare, ballando, o a
alberi di un giardino o alla ringhiera di una terrazza,  e  degli occhi, più seducenti di qualunque lanterna giapponese
che cosa fare, se non ballare? Quando le donne sono belle  e  giovani, e gli uomini hanno la fantasia sana e il cuore
fare, se non ballare? Quando le donne sono belle e giovani,  e  gli uomini hanno la fantasia sana e il cuore sanissimo, e
sono belle e giovani, e gli uomini hanno la fantasia sana  e  il cuore sanissimo, e il vento del mare è profumato, e i
e gli uomini hanno la fantasia sana e il cuore sanissimo,  e  il vento del mare è profumato, e i leggeri abiti bianchi
sana e il cuore sanissimo, e il vento del mare è profumato,  e  i leggeri abiti bianchi sembrano di neve, che cosa fare, se
sottile, per tenerla con sè, in una illusione fugace,  e  quando la notte è piena di farfalle nere, volitanti intorno
l'intervallo: si evita di fare dei via vai inutili  e  fastidiosi per sé e per gli altri, e di mettere il piede in
si evita di fare dei via vai inutili e fastidiosi per sé  e  per gli altri, e di mettere il piede in fallo o su altri
dei via vai inutili e fastidiosi per sé e per gli altri,  e  di mettere il piede in fallo o su altri piedi. Per le
mettere il piede in fallo o su altri piedi. Per le signore,  e  specialmente per le signorine, è prudente non andar sole;
non andar sole; perché i maleducati son sempre molti,  e  il buio è un loro buon alleato. Essendovi costrette,
dei moti dell'anima. Il sentimento è un movimento,  e  nel movimento consiste la principale virtù del suono.
immaginazioni più ardenti, ai temperamenti più sensibili  e  più curiosi, alle anime più mobili e più inquiete, alle
più sensibili e più curiosi, alle anime più mobili  e  più inquiete, alle buone, deliziose e talvolta perfide
alle anime più mobili e più inquiete, alle buone, deliziose  e  talvolta perfide creature, che hanno tutto in sè, e che,
e talvolta perfide creature, che hanno tutto in sè,  e  che, quindi, più aspettano, più desiderano, più invocano il
aspettano, più desiderano, più invocano il dono: ai bambini  e  alle donne! Questa è la tenera sapiente legge umana, che
legge umana, che viene dall'alto criterio della forza  e  della debolezza, della grandezza e della piccolezza, di chi
criterio della forza e della debolezza, della grandezza  e  della piccolezza, di chi deve proteggere e di chi deve
della grandezza e della piccolezza, di chi deve proteggere  e  di chi deve esser protetto: tenera e savia legge, che mette
di chi deve proteggere e di chi deve esser protetto: tenera  e  savia legge, che mette nelle nobili mani degli uomini, che
sanno amare, anche la sorgente delle gioie infantili  e  muliebri. L'idea schietta, l'idea semplice, in tutte le
semplice, in tutte le cose: l'uomo deve donare alle donne  e  ai fanciulletti. È lui che provvede al necessario, egli
deve dare la lietezza. Così sempre è stato, così sempre è,  e  così sempre sarà. Un dono dato da una donna a un uomo, da
i doni: ma chi forma il nerbo di queste passeggiate  e  di queste compre, è l'uomo. Oh santo diritto, nobile e
e di queste compre, è l'uomo. Oh santo diritto, nobile  e  sacro diritto di fare la felicità delle persone che ci
di vedere il tremore di emozione nelle manine dei piccoli  e  il luccicare degli sguardi femminili, innanzi al dono, è un
è un diletto dell'animo così squisito, che tutti i buoni  e  onesti cuori degli uomini, lo pregustano con delizia. così
questi giorni, poetizzati dalla nascita del più affettuoso  e  più amato fra i bimbi, del Piccolo Figlio, poetizzati dalla
bene? Vi voglio bene? Per me è come se già fossimo marito  e  moglie.
 E  questa è la chiusa della predica!... Non dubitate...
siete benedetta fra le donne  e  benedetto il frutto del ventre vostro, Gesù... Chi è che è
 E  come Eccellenza! E' durata fino all'alba...
questa bona creatura? Doveva prendersela con lui...  E  poi, dovea guardarsela da sé quella mocciosa di sua
sposata?... Uno scricciolo! Dote?... Quattro stracci,  e  quattro sassi al sole dove non nasce, nulla, neppure il
 E  adesso, care donne, cari uomini, che siete tutti tornati
come volete voi «liquidare», diciamo così, l'assenza  e  il ritorno? Avete una idea delle visite che dovete fare e
e il ritorno? Avete una idea delle visite che dovete fare  e  di quelle che dovete ricevere? Sapete voi a chi dovete
dovete ricevere? Sapete voi a chi dovete chiedere scusa,  e  da chi dovete ricevere scusa? È una materia piuttosto
celebre, sovra una collina famosa: troppissime conoscenze!  E  alcune, così poco accettabili, alcune così indesiderabili!
di averli mai conosciuti, di aver parlato, scherzato  e  persino ballato con loro. In città, essi non esistono più,
in una zona neutra, gruppi di persone simpatiche, così  e  così, importanti così e così, con cui, in fondo, non fa nè
gruppi di persone simpatiche, così e così, importanti così  e  così, con cui, in fondo, non fa nè male nè bene, essere in
simpatiche, abbastanza importanti, con cui si ha desiderio  e  necessità sociale di restare in rapporti, in città. E ci si
e necessità sociale di restare in rapporti, in città.  E  ci si resta! Ci si resta! Talvolta, care donne, cari
in città, bisogua dividere in due categorie parenti  e  amici che si debbono rivedere: parenti e amici a cui si
categorie parenti e amici che si debbono rivedere: parenti  e  amici a cui si tiene molto, di riguardo e a cui si va a far
rivedere: parenti e amici a cui si tiene molto, di riguardo  e  a cui si va a far visita: parenti e amici che tengono,
molto, di riguardo e a cui si va a far visita: parenti  e  amici che tengono, essi, molto, a voi e voi, molto meno a
far visita: parenti e amici che tengono, essi, molto, a voi  e  voi, molto meno a loro e, allora, sono essi che vi debbono
è gente che vi ha dimenticato: bisogna aspettarne le scuse  e  accettarle con disinvoltura. Dopo di che badare molto a non
continuo, attraente, dalla visione nitida delle piccole  e  delle grandi cose, e, sopratutto, dalla suggestione
allegre che fanno riflettere nella loro continua allegria,  e  riflettere seriamente su taluni casi della vita! Lo stile è
Iarro, nome caro ai lettori italiani, pei suoi romanzi  e  per le sue novelle: stile brillante, arguto, acuto, che
stile brillante, arguto, acuto, che invita alla lettura  e  che va significando le cose con moltissima semplicità,
semplicità, quella semplicità che è un dono di natura  e  che Iarro conosce tanto bene. Il libro, dice Iarro, é
chi ha mostra di aver senno, di averne tanto da comprare  e  leggere questo volume della Biblioteca dei Semprevivi che è
Semprevivi che è divenuta patrimonio del pubblico italiano  e  che onora davvero il Cav. Giannotta, editore. VIRGILIO
compare Nino.  E  gli sposi?
l'ora del Santo Rosario. In nome del Padre, del Figliuolo  e  dello Spirito Santo, così è...
Iana. A sinistra, alla parete, altarino. In fondo, finestra  e  letto; A desera, cassettone e tavolino ZIA PINA e MASSAIO
altarino. In fondo, finestra e letto; A desera, cassettone  e  tavolino ZIA PINA e MASSAIO PAOLO, poi IANA.
finestra e letto; A desera, cassettone e tavolino ZIA PINA  e  MASSAIO PAOLO, poi IANA.
I loro vestiti sono davvero buffi, con la sottana larga  e  lunga allacciata alla vita intorno alla camicetta a sprone
è la borsa per i libri: hanno anch'esse le calze bianche  e  gli scarponcini coi chiodi; e in testa fazzoletti di seta
anch'esse le calze bianche e gli scarponcini coi chiodi;  e  in testa fazzoletti di seta che già però esse annodano con
non ha l'età di andare a scuola, le guarda con ammirazione  e  invidia, ma anche con un certo timore, poiché esse,
giocano volentieri con lei, ma le prodigano pugni, spintoni  e  bòtte e parolacce: tutta roba imparata dalle compagne di
volentieri con lei, ma le prodigano pugni, spintoni e bòtte  e  parolacce: tutta roba imparata dalle compagne di scuola.
scuola, il ragazzo scende, ma disdegna di prendere il caffè  e  latte; roba di donnicciuole, dice. Lui mangerebbe già una
Lui mangerebbe già una fetta di carne rossa mezzo cruda,  e  non essendoci questa si contenta di tirar giú il canestro
questa si contenta di tirar giú il canestro dei servi  e  rosicchia coi suoi forti denti il pane duro e una crosta di
dei servi e rosicchia coi suoi forti denti il pane duro  e  una crosta di formaggio. Nanna gli va appresso
questo Andrea è il suo idolo maggiore, il suo affanno  e  la sua sola preoccupazione. «Mi sembri un pastore» dice,
Cosí parla Andrea del suo professore di latino;  e  lo dice con convinzione poiché tutta la gente che vive di
di lavoro intellettuale è per lui piú povera dei mandriani  e  dei manovali. La sua mentalità è davvero da ricco pastore,
ricco pastore, che fa una vita rude ma ha bestiame, terre  e  denaro; e sopra tutto libertà di azione, tanto per il bene
che fa una vita rude ma ha bestiame, terre e denaro;  e  sopra tutto libertà di azione, tanto per il bene come per
eppure egli monta anche senza sella sui puledri indomiti,  e  i suoi urli per aizzarli gareggiano coi loro nitriti.
una seggiolina bassa, con la scodella in grembo, le sorrise  e  prima di uscire le si avvicinò dicendole sottovoce, con un
eh!» I grandi occhi di lei si aprirono, lucenti di gioia  e  di speranza: e questa promessa del fratello, piena di
occhi di lei si aprirono, lucenti di gioia e di speranza:  e  questa promessa del fratello, piena di lusinghe e di
speranza: e questa promessa del fratello, piena di lusinghe  e  di visioni straordinarie, si mischiò alle sue
mandano i soldati alle serve. Certo, è meglio fare un ricco  e  squisito dono, per questa festa; meglio dare dei
che questo biglietto d'augurio, di cartoncino lucido  e  carta ricamata, con una fantastica decalcomania sopra,
di augurio, di mille forme, ingenuamente sentimentali  e  talvolta anche comiche, è una gran risorsa, in questi
troppo ed ha l'aria graziosa; poi, porta un motto, sempre,  e  ciò risparmia degli sforzi d'immaginazione, a chi sente
degli sforzi d'immaginazione, a chi sente qualche cosa  e  non la sa esprimere; poi, per quanto banale possa essere,
le sue bambolette, coi suoi mottetti, con le sue lucidità  e  i suoi colori gentili, è il messaggio della gente semplice
i suoi colori gentili, è il messaggio della gente semplice  e  amorosa, della gente piena di cuore e scevra di rettorica,
della gente semplice e amorosa, della gente piena di cuore  e  scevra di rettorica, della gente che ama e che non trova
piena di cuore e scevra di rettorica, della gente che ama  e  che non trova parole per dire il suo amore, della gente che
di tenerezza, ma non sa scrivere una lettera tenera.  E  poi, e poi, lettrice elegante mia, questo costume del
di tenerezza, ma non sa scrivere una lettera tenera. E poi,  e  poi, lettrice elegante mia, questo costume del biglietto di
importa? In fondo, il sentimento sempre il medesimo, tenero  e  forte, anche se è muto, tenero e forte come la morte,
sempre il medesimo, tenero e forte, anche se è muto, tenero  e  forte come la morte, specialmente se è muto!
Fra tutti, ce n'è uno particolarmente lusinghiero,  e  che riesce specialmente gradito ; quello in cui
si è sempre « in tono »; per cui si riesce simpatici  e  amabili a tutti quelli che si avvicinano. Talora, la
Certo che la buona educazione è frutto di lavoro lungo  e  difficile: comincia da quando si muovono i primi passi
comincia da quando si muovono i primi passi incerti  e  dura tutta la vita; né è mai perfetta, perché, se si
le convenzioni, quando vengano applicate con intelligenza  e  con misura, servono a rendere piú tollerabile questa
ma in quanto sono la espressione genuina di convinzioni  e  di sentimenti. Né la buona educazione è merce di
d'altri, in modo differente. Egli è signore dovunque  e  sempre; e il primo giudizio - e quello che piú teme e a cui
in modo differente. Egli è signore dovunque e sempre;  e  il primo giudizio - e quello che piú teme e a cui
Egli è signore dovunque e sempre; e il primo giudizio -  e  quello che piú teme e a cui maggiormente tiene - è il
e sempre; e il primo giudizio - e quello che piú teme  e  a cui maggiormente tiene - è il proprio. Un grande uomo di
rispose: «È colui il quale, pur quand'è in casa propria,  e  solo, si serve delle pinzette per prendere le zolline di
l'ostentazione, l'esibizionismo della signorilità,  e  c'è la signorilità autentica, quella che ha come
in un certo ufficio, avevo un superiore immediato borioso  e  truculento. Costui entrava sempre senza bussare né chiedere
migliorare se stesso; far l'abito costante della cortesia,  e  tale che, come una rivestitura di cristallo, riveli la
rivestitura di cristallo, riveli la serietà del pensiero  e  la finezza dei sentimenti. La Regina Madre d'Inghilterra,
sono una principessa ». La nonna chiamò a sé la nipotina  e  le disse: « Senza dubbio, voi siete una principessa; ma
balli: chi ha molti inviti, deve potersi decidere a tempo,  e  chi molto invita, deve sapere chi interverrà al suo pranzo.
bianca: appena spunta maggio, può indossare lo smoking  e  il panciotto bianco: così, i suoi invitati porteranno la
bianco: così, i suoi invitati porteranno la marsina  e  la cravatta nera, e nella crescente primavera lo smoking e
i suoi invitati porteranno la marsina e la cravatta nera,  e  nella crescente primavera lo smoking e il panciotto bianco.
e la cravatta nera, e nella crescente primavera lo smoking  e  il panciotto bianco. Nei pranzi di mezza cerimonia, si è
per calmare le impazienze di quelli che hanno fame  e  non vogliono dimostrarlo. Il cerimoniale per recarsi nella
primo, è il padrone di casa con la signora più importante,  e  la padrona di casa chiude la marcia. Il pranzo di mezza
una discussione viva, ma amabile: ciò è richiesto, anzi,  e  gli uomini e le donne di spirito sono invitati a questi
viva, ma amabile: ciò è richiesto, anzi, e gli uomini  e  le donne di spirito sono invitati a questi pranzi,
per tubare o per litigare. Badare molto alla bontà  e  alla generosità dei vini: nei pranzi sontuosi, la sostanza
- voglio dire un artifizio. Il periodo non esce bello  e  foggiato dal cervello; esso è invece il frutto di mille
le pagine del nitido volume allettano per la vita vera  e  palpitante, che emana forte e spontanea... Il libro
allettano per la vita vera e palpitante, che emana forte  e  spontanea... Il libro s'intitola dalla prima novella, che
volume. «Ma la migliore, a mio giudizio, è la terza, Amore  e  fame. In essa è tratteggiata splendidamente la lotta contro
l'esaurimento delle forze intellettuali, a cui sopravvive  e  grandeggia l'amore. «Non prenderò qui in esame le altre
libro, potrà trovare da solo le bellezze in esso contenute,  e  gustare quei pregi di cui il rinomato Autore sa ornare i
sociale: l'educazione, diciamo in Toscana, è mezza santità;  e  un nostro filosofo la definì « luce che risplende dalla
dalla convenevolezza delle cose, che sono ben composte  e  ben divisate l'una con l'altra, e tutte insieme; senza la
che sono ben composte e ben divisate l'una con l'altra,  e  tutte insieme; senza la qual misura, eziandio il bene non è
senza la qual misura, eziandio il bene non è bello,  e  la bellezza non è piacevole ». Le porte di tutte le case -
di tutti i cuori - a nessuno si spalancano tanto presto  e  tanto volentieri quanto alle persone bene educate; sí che
esagerazione affermare che la buona educazione è il primo  e  piú essenziale fattore di successo nella vita. Il clima
fattore di successo nella vita. Il clima politico  e  sociale nel quale siamo fino a poco tempo addietro vissuti,
siamo fino a poco tempo addietro vissuti, con l'affare  e  il godimento spostati in primo piano, col cosí detto
di divise, in genere - ha ucciso lo spirito della cortesia;  e  il popolo italiano sarebbe divenuto quanto mai insolente,
la stessa di « virtú »; che « virtú » vuol dire « valore »  e  « gentilezza d'animo »; e che nessuna educazione fu e sarà
« virtú » vuol dire « valore » e « gentilezza d'animo »;  e  che nessuna educazione fu e sarà mai piú virile di quella
» e « gentilezza d'animo »; e che nessuna educazione fu  e  sarà mai piú virile di quella dei nostri grandi
sempre ben lieti - considerarono, anzi, come loro primo  e  graditissimo dovere - mettere la propria spada a servizio
religione: modelli autentici ed insuperabili d'ogni valore  e  d'ogni cortesia. Ottima cosa, senza dubbio, rinnovarsi,
mania iconoclastica, per travolgere, senza distinzione  e  senza riguardo, politica, arte, speculazione filosofica
della soffitta. Chi distrugge ha il dovere di riedificare;  e  la nuova costruzione dev'esser tale che s'imponga per la
che s'imponga per la sua evidente superiorità non materiale  e  pratica soltanto, ma anche, e sopra tutto, ideale e
superiorità non materiale e pratica soltanto, ma anche,  e  sopra tutto, ideale e spirituale. Quei giovani che guazzano
e pratica soltanto, ma anche, e sopra tutto, ideale  e  spirituale. Quei giovani che guazzano spesso e volentieri
ideale e spirituale. Quei giovani che guazzano spesso  e  volentieri in un mare di rettorica antiottocentesca
se, come loro, si affrettassero, per esempio, sempre  e  dovunque, a cedere il passo e il posto alle signore; se, di
per esempio, sempre e dovunque, a cedere il passo  e  il posto alle signore; se, di fronte a queste, si
che altri si , comportasse con la propria sorella  e  con la propria mamma. E si deve esser grati indovinate a
comportasse con la propria sorella e con la propria mamma.  E  si deve esser grati indovinate a chi? - a Jia Ruskaja la
»: nessuno è convinto piú di me che è passata,  e  definitivamente, l'epoca della eccessiva valutazione
della eccessiva valutazione dell'esteriore, delle forme;  e  che ben altri problemi attirano, oggi, la nostra attenzione
che ben altri problemi attirano, oggi, la nostra attenzione  e  s'impongono al nostro interesse; ma non si deve passare da
negare che esse ebbero, hanno ed avranno importanza, sempre  e  da per tutto, per le donne specialmente. La delicatezza, la
oggi, imitano gli uomini, si sostituiscono a loro, lavorano  e  lottano coraggiosamente come loro: non è, forse, bene e non
e lottano coraggiosamente come loro: non è, forse, bene  e  non è, forse, bello che esse rimangano pur sempre donne,
nome? Nessuno mette in dubbio che « ognuno ha i suoi gusti  e  che i gusti degli altri vanno rispettati »; ma i gusti
che tutte le belle maniere sociali sieno rimaste travolte  e  sepolte, è sopravvissuto, invece, e perdura, un notevole
sieno rimaste travolte e sepolte, è sopravvissuto, invece,  e  perdura, un notevole senso di aristocrazia; e il nostro
invece, e perdura, un notevole senso di aristocrazia;  e  il nostro illustre orientalista Giuseppe Tucci, scrivendo
hanno quasi connaturato in quella gente; ma la gentilezza  e  la cortesia non sono una convenzione o un rito, qualche
non sono una convenzione o un rito, qualche cosa di formale  e  di esteriore; si vede che sono diventati istintivi. Due
 e  figli maschi! Salute e figli maschi!
e figli maschi! Salute  e  figli maschi!
nei paesi meridionali, in cui basta che un giovanotto  e  una signorina si siano guardati per cinque minuti, uno
l'altra del balconcino, per credersi legati in vita  e  in morte, tutti quanti si chiamano fidanzati. Ma,
di due che si vogliono bene, intensamente, profondamente  e  che hanno giurato di appartenersi, preferendo un celibato
giurato di appartenersi, preferendo un celibato eterno  e  uno struggimento eterno, al non appartenersi: il secondo, è
non ha norme costanti, non ha consuetudini secondo i paesi  e  secondo le condizioni, non ha regole che si possano
un affare di cuore, in cui gli estranei non debbono entrare  e  in cui non deve entrare neanche un povero cronista. Ognuno
che vuole, in generale, nell'amore, malgrado i contrasti  e  malgrado i consigli: gli innamorati combattuti, diciamo
del fidanzamento, cioè in quello di fidanzati bene accetti  e  di cui il matrimonio non è lontano. Allora soltanto, il
loro. Il fidanzamento ufficiale è una materia così delicata  e  così complicata, comporta tanti diritti e anche tanti
così delicata e così complicata, comporta tanti diritti  e  anche tanti doveri, muta così di forma secondo i paesi,
doveri, muta così di forma secondo i paesi, secondo i ceti  e  secondo le idee della famiglia, che il cronista considera
tutte le cose che egli deve scrivere, su questo soggetto:  e  avrebbe bisogno di un potente crogiuolo per condensarle.
sono, purtroppo, la prova del fuoco per le fanciulle  e  per i giovanotti, fuoco in cui, talvolta, il matrimonio si
mi rammento, signore  e  signori, di un assai vecchio e assai malinconico libro di
mi rammento, signore e signori, di un assai vecchio  e  assai malinconico libro di Carlo Dickens, intitolato I
pagine di questo romanzo dimenticato una di quelle acute  e  irrimediabili tristezze a cui neppure la indulgente e
acute e irrimediabili tristezze a cui neppure la indulgente  e  assolvente filosofia dell'autore osa trovare, infine,
onde colui che legge, piega il capo sull'ultimo foglio  e  sente salire, dal fondo della sua anima, tutto quanto v'è
la storia di un padre che ha due figliuoli, un maschio  e  una femmina, che egli ama molto, ma a cui, per un suo
loro qualità positive, mentre tutte le facoltà fantastiche  e  poetiche sono, da questo padre, distrutte nello spirito dei
immaginazione: la ritiene come una facoltà sconveniente  e  quasi simile alla follia. Dice, questo Tommaso Gradgrind,
voglio, sono dei fatti. Insegnate dei fatti ai giovanetti  e  alle giovanette, non altro che dei fatti. I fatti sono la
cosa di cui vi sia bisogno quaggiù. Non piantate altra cosa  e  sradicate tutto il resto. Non è che coi fatti che si forma
due perfetti animali ragionanti: l' aridità più profonda  e  più larga regna in quelle due nature, poichè tutte le
larga regna in quelle due nature, poichè tutte le piante  e  i fiori e le frutta ne furono sradicati e inceneriti.
in quelle due nature, poichè tutte le piante e i fiori  e  le frutta ne furono sradicati e inceneriti. Tommaso
tutte le piante e i fiori e le frutta ne furono sradicati  e  inceneriti. Tommaso Gradgrind è orgoglioso dell'opera sua.
Gradgrind è orgoglioso dell'opera sua. Sua figlia Luisa  e  suo figlio Tom, a guardarli nell'apparenza, sono due
nell'apparenza, sono due macchine bene oliate che girano  e  gireranno così, fino all'ora della morte. Ma ad un tratto,
della morte. Ma ad un tratto, l' ingranaggio si ferma;  e  innanzi agli occhi del padre, prima stupefatto e poi
si ferma; e innanzi agli occhi del padre, prima stupefatto  e  poi straziato, si leva la figura desolata e convulsa di sua
stupefatto e poi straziato, si leva la figura desolata  e  convulsa di sua figlia, che ha accettato di sposare un uomo
di sua figlia, che ha accettato di sposare un uomo ricco  e  tronfio, non amato da lei e che s' innamora di un altro: si
di sposare un uomo ricco e tronfio, non amato da lei  e  che s' innamora di un altro: si eleva la figura del suo
si eleva la figura del suo figliuolo diventato un ipocrita  e  un vizioso, il quale semina intorno a sè la vergogna e la
e un vizioso, il quale semina intorno a sè la vergogna  e  la sventura. E queste due creature delle sue viscere,
il quale semina intorno a sè la vergogna e la sventura.  E  queste due creature delle sue viscere, agitantisi fra il
delle sue viscere, agitantisi fra il dolore, il disonore  e  la morte, gridano la maledizione su colui che tolse ai loro
pietà, di poesia, di entusiasmo con cui si lotta, vincendo  e  perdendo, nella vita. Essi imprecano contro una educazione
che disseccò in essi tutte le fluide sorgenti sentimentali  e  che li lasciò in balìa di ogni tranello e di ogni
sentimentali e che li lasciò in balìa di ogni tranello  e  di ogni seduzione, senza guida morale, senza sostegno della
Tommaso Gradgrind s'accorge d'aver compiuto un'opera iniqua  e  scellerata, uccidendo nei suoi figli la forza che li
invano il padre che fu così duro con sè stesso, coi suoi  e  con quanti lo circondano, s' intenerisce, si pente, perde
non troveranno mai più il sentiero che conduce alla quiete  e  all'affetto: Luisa sarà votata a un'eterna vedovanza,
per viaggi lontani, a redimersi dei suoi gravi falli  e  morirà lungi dalla casa paterna, in un ospedale straniero.
morirà lungi dalla casa paterna, in un ospedale straniero.  E  intanto, intorno a questa intima e duplice tragedia, altra
un ospedale straniero. E intanto, intorno a questa intima  e  duplice tragedia, altra gente, molto più umile, molto più
fissi in un orizzonte dell'anima, che nulla velerà giammai.  E  non siamo noi, di buona voglia e contro voglia, un poco
che nulla velerà giammai. E non siamo noi, di buona voglia  e  contro voglia, un poco Tommaso Gradgrind, tutti quanti?
per qualunque cosa, noi lo guardiamo con occhio sospettoso  e  nell'affetto che gli portiamo, non manca un certo sgomento
nell'affetto che gli portiamo, non manca un certo sgomento  e  una certa pietà. Se una nostra amica ha delle qualità di
qualità di entusiasmo, se ella si trasporta facilmente  e  arde di zelo, magari per cosa impari al suo ardore, noi
le tarpiamo le ali con qualche discorsetto freddo  e  ripetiamo anche noi, purtroppo, la regola del due e due
freddo e ripetiamo anche noi, purtroppo, la regola del due  e  due fanno quattro secondo la quale, pare, tutti dovremmo
vivere. Il figlio nostro che più c' inspira tenerezza  e  più ci dà preoccupazioni, è quello che mostra troppa
avvenire, quasi egli portasse in sè un pericolo permanente  e  minaccioso. La figliuola che più ci tormenta col suo
carattere, è quella che ha delle idee poetiche per la testa  e  i suoi genitori cercano di far presto a maritarla, per
Ragioniamo. - Giammai la ragione, la ragione pura, semplice  e  fredda, trovò tanti adoratori, tanti devoti, tanti
a un uomo, è di dichiararlo, ahimè, pieno di senso comune;  e  il maggiore elogio che si faccia, ora, a una donna, è di
cuore troppo tenero, spegnesse i colori della loro fantasia  e  li lasciasse nella vita gelidi, forti, ferrei, senza gioje
li lasciasse nella vita gelidi, forti, ferrei, senza gioje  e  senza dolori. Oh quanto la temiamo, noi, la vita, per noi e
e senza dolori. Oh quanto la temiamo, noi, la vita, per noi  e  per quelli che amiamo!
 E  tanto peggio per lui, non è vero?
o rinnovi la loro, per cosí dire, espressione esteriore.  E  poiché, nella vita dei popoli, vi sono epoche differenti,
per,la rappresentazione de I Suppositi dell' Ariosto,  e  Giulio II « rifrustava con una mazza e faceva spigner fuori
dell' Ariosto, e Giulio II « rifrustava con una mazza  e  faceva spigner fuori da un palafreniere» un prelato che,
codificava, nel Galateo, le norme del vivere elegante  e  il conte di Castiglione, «uno dei migliori cavalieri del
degli squisiti « conversari » nei palazzi principeschi;  e  si pensi alla Italia contraffatta, barocca,
alla Italia bamboleggiante dei cicisbei incipriati  e  imparruccati, rappresentata e sbeffeggiata dal Parini; e
dei cicisbei incipriati e imparruccati, rappresentata  e  sbeffeggiata dal Parini; e all'Italia sentimentale,
e imparruccati, rappresentata e sbeffeggiata dal Parini;  e  all'Italia sentimentale, sospirosa e, nel tempo stesso,
sentimentale, sospirosa e, nel tempo stesso, cospiratrice  e  fiera del Romanticismo...: in questi vari periodi, il
questi vari periodi, il fondo, squisitamente cavalleresco  e  signorile, del nostro popolo rimase sostanzialmente lo
con cui si effettuano le riforme delle correnti di pensiero  e  delle istituzioni. Il costume è, si potrebbe dire, un atto
è, si potrebbe dire, un atto riflesso; quindi, lento  e  quasi inconsapevole; né è veramente « costume », se non
alla finzione, alla slealtà, alla menzogna.  E  ci vorranno, forse, de' decenni prima che la vera anima
è istintivamente gentile pur nel gesto talora primitivo  e  rozzo; che è sobrio, laborioso, tollerante, generosissimo.
generosissimo. I cosí detti galatei non mancano,  e  ce ne sono di ben fatti. Però qualcuno mi par sorpassato;
Però qualcuno mi par sorpassato; qualche altro troppo -  e  non troppo italianamente - innovatore; nella maggior parte,
di insegnare le belle forme, è quanto mai trascurata  e  sciatta la forma: il che è sommamente deplorevole, perché
deplorevole, perché ogni eleganza comincia dal rispetto -  e  dall'uso! - della buona lingua nazionale. E vi son, poi,
dal rispetto - e dall'uso! - della buona lingua nazionale.  E  vi son, poi, galatei per gli uomini e galatei per le donne,
lingua nazionale. E vi son, poi, galatei per gli uomini  e  galatei per le donne, per i giovani e per i maturi, per i
per gli uomini e galatei per le donne, per i giovani  e  per i maturi, per i laici e per gli ecclesiastici, per i
per le donne, per i giovani e per i maturi, per i laici  e  per gli ecclesiastici, per i collegiali e per i
per i laici e per gli ecclesiastici, per i collegiali  e  per i militari...: il che mi par grottesco, perché il
il che mi par grottesco, perché il costume è un fatto vasto  e  complesso, che vuol esser riguardato e curato
è un fatto vasto e complesso, che vuol esser riguardato  e  curato simultaneamente, in tutte le età, condizioni ed
- eccettuato, si capisce, il cosí detto « protocollo » -  e  deve essere la rappresentazione reale e complessiva della
« protocollo » - e deve essere la rappresentazione reale  e  complessiva della vita, nella quale ciascuno di noi passa
nella quale ciascuno di noi passa appunto per tutte le età,  e  può appunto trovarsi nelle piú svariate condizioni, da
di soldato a quella di funzionario o di ecclesiastico;  e  deve mettere in evidenza quegli elementi di logica, di
moralità, di armonia che presiedono al costume in generale  e  al costume italiano in particolare, e nel clima storico
costume in generale e al costume italiano in particolare,  e  nel clima storico nuovo che si va preparando ed affermando.
storico nuovo che si va preparando ed affermando. Troppo  e  da troppi si parla di « democrazia », ma non sempre né da
a proposito. Giacché non son pochi coloro i quali credono  e  dicono che, in questi tempi democratici, non possono piú
ristorante in ciabatte, a far visita in maniche di camicia  e  salutare con un gran colpo sulla spalla il cittadino
non è democrazia; ma è ciò che è sempre stato: villania  e  null'altro! La democrazia non va calunniata: democrazia
La democrazia non va calunniata: democrazia sana  e  vera vuol dire piena comprensione vicendevole, vivo senso
non rispondeste - o rispondeste freddamente - al suo saluto  e  gli procurereste piú soddisfazione e gioia stringendogli
- al suo saluto e gli procurereste piú soddisfazione  e  gioia stringendogli cordialmente la mano incallita che non
sani, forti, perennemente giovani, pieni di fiducia in sé  e  nell'avvenire. Né una vita facilona, divertente, fatuamente
ma la vita reale, di tutti i giorni, con i suoi culmini  e  i suoi avvallamenti, con i suoi trionfi e con le sue
i suoi culmini e i suoi avvallamenti, con i suoi trionfi  e  con le sue immancabili delusioni. Né potrebbe esser
piú ridenti della Terra, fra un incanto eterno di natura  e  di arte; per un popolo che si seppe dimostrare sí degno di
è mutato adesso! Un tempo, nel buon tempo della severità  e  della poesia del fidanzamento, i genitori, o i parenti, o i
una volta o, al più, due volte la settimana, il giovedì  e  la domenica. E le ragazze si maritavano lo stesso, anche
al più, due volte la settimana, il giovedì e la domenica.  E  le ragazze si maritavano lo stesso, anche meglio, e gli
E le ragazze si maritavano lo stesso, anche meglio,  e  gli amori, le passioni erano sempre ardenti, ma più caste e
e gli amori, le passioni erano sempre ardenti, ma più caste  e  più rispettose, e i matrimoni, diciamolo malinconicamente,
erano sempre ardenti, ma più caste e più rispettose,  e  i matrimoni, diciamolo malinconicamente, riuscivano meglio!
ufficiale di una signorina, è ammesso in casa ogni giorno,  e  per varie ore al giorno: accompagna la signorina in teatro,
la guardia ai fidanzati: ed eccoli soli, questi due. Soli!  E  se il fidanzato, è un mezzo galantuomo, invece di un
signorina che si è portata dietro il fidanzato, dapertutto,  e  che, a un tratto, deve apparire senza costui, abbastanza
da tutta quella troppo prolungata ed esagerata convivenza!  E  se anche il matrimonio si fa, non è desiderabile che tutta
delle uscite insieme, di tutta la vita comune, venga dopo,  e  non prima? Non desiderabile che tutte queste piccole gioie
comunicarsi ogni impressione, vengano dopo, dopo le nozze,  e  non prima? Il riserbo, la correttezza, una certa fierezza,
non sono, forse, le qualità più belle di una fidanzata  e  di una futura moglie? Non è una migliore speculazione -
così - far molto desiderare la presenza di una fidanzata,  e  tutte le piccole grazie dell'amore, e tutto ciò che è l'
di una fidanzata, e tutte le piccole grazie dell'amore,  e  tutto ciò che è l' incanto tenero dell'amore, anzi che
in casa della fidanzata. O genitori, pensateci  e  pensateci voi, ragazze, perchè io ho ragione!
c'è una dignità che è comune a tutti, una dignità umana;  e  primissimo dovere della persona bene educata è di
in « orgoglio ». L'orgoglio è molto sensibile;  e  derivano dalle offese ad esso - vere o presunte - le cosí
leggerezza compromesso il proprio. Ciò che piú facilmente -  e  piú frequentemente - fa trascurare la dignità è l'eccessivo
pectora cogis auri sacra fames? Quanta povertà dignitosa,  e  quanta indecorosa ed esosa e spregevole ricchezza! L'avaro
Quanta povertà dignitosa, e quanta indecorosa ed esosa  e  spregevole ricchezza! L'avaro non può avere il senso della
con la propria dignità oltre che con le proprie convinzioni  e  con la propria coscienza - dovendo blandire, adulare e, non
sempre il superlativo della viltà ». In fondo, l'avarizia  e  l'ambizione sono due aspetti dell'egoismo - che è la piú
inconciliabile con la vera, con la grande signorilità.  E  c'è, in fine, la paura: trista parola e tristissimo
grande signorilità. E c'è, in fine, la paura: trista parola  e  tristissimo sentimento, diffuso tra noi specialmente dal
la propria personalità, si calpesta il proprio decoro  e  ci si rende schiavi di chi, in un modo o in un altro, ha
un altro, ha saputo far nascere in noi quell'incubo. Parola  e  sentimento ignoti all'uomo « di carattere », all'Uomo,
», all'Uomo, cioè, veramente tale, nel significato piú alto  e  piú nobile della parola.
 E  Bista, un bel pezzo di diavolo, gongolava con gli occhi
la Gegia non era brutta; aveva un bel personale diritto  e  forte, dei bei capelli cresputi, degli occhi grandi e
e forte, dei bei capelli cresputi, degli occhi grandi  e  nerissimi, dei denti bianchi e sani, che mostrava spesso,
cresputi, degli occhi grandi e nerissimi, dei denti bianchi  e  sani, che mostrava spesso, perchè o cantava o rideva. Il
pensava lui e, con la Gegia, le cose sarebbero andate bene;  e  allora c' era andato a veglia. In paese invece dicevano che
si erano proprio annusati: lei era figliola di un ladro,  e  lui aveva il precetto delle ventiquattro. Per questo erano
degnati dai compagni di lavoro; ma a loro importava poco,  e  i castagneti del Casentino risuonavano continuamente delle
del Casentino risuonavano continuamente delle risate  e  dei canti della Gegia. Tutto il giorno lavoravano insieme:
insieme: Bista saliva sulla scala con l'abbacchio,  e  lei di sotto a raccattar le castagne che cascavano,
le castagne che cascavano, pigliando con le mani le peglie  e  con le molle i ricci, che metteva in due panieri differenti
con le molle i ricci, che metteva in due panieri differenti  e  vuotava in ricciaia quando erano pieni. La sera, finito il
o le castagne che loro toccavano, chiacchierando sottovoce  e  seguendo con gli occhi gli altri che cantavano rispetti
o ballavano facendo un gran brusìo in quella stanza calda  e  soffocante, piena di fumo; poi, a poco a poco, vinti dalla
piena di fumo; poi, a poco a poco, vinti dalla stanchezza  e  dal sonno, si buttavano, chi di qua chi di là, sui pancacci
chi di qua chi di là, sui pancacci per dormir qualche  e  ora. Bista distendeva il suo pastrano e tutti e due ci si
per dormir qualche e ora. Bista distendeva il suo pastrano  e  tutti e due ci si mettevano sopra e dormivano accanto,
qualche e ora. Bista distendeva il suo pastrano e tutti  e  due ci si mettevano sopra e dormivano accanto, separati
il suo pastrano e tutti e due ci si mettevano sopra  e  dormivano accanto, separati dagli altri. Per diversi giorni
Bista si accorse che la Gegia, già levata, era seria  e  si strascicava per forza, senza poter tenere gli occhi
strascicava per forza, senza poter tenere gli occhi aperti  e  il capo alzato. Forse aveva ancora un po' di sonno. Quando
par d'averlo come un cestone. Si mise a raccattar castagne;  e  Bista, che si spenzolava ogni tanto di sopra, la vedeva
spenzolava ogni tanto di sopra, la vedeva riposarsi spesso  e  stropicciarsi la fronte e gli occhi. Tirò avanti così tutto
sopra, la vedeva riposarsi spesso e stropicciarsi la fronte  e  gli occhi. Tirò avanti così tutto il giorno, sbadigliando e
e gli occhi. Tirò avanti così tutto il giorno, sbadigliando  e  stirandosi; la sera non volle mangiare e si buttò giù tutta
sbadigliando e stirandosi; la sera non volle mangiare  e  si buttò giù tutta rinvoltata nel pastrano di Bista; la
Bista; la mattina di poi, quando provò a levarsi, traballò  e  non potè stare in piedi; aveva un febbrone da cavallo. - E
e non potè stare in piedi; aveva un febbrone da cavallo. -  E  ora come si fa? Badava a dire il giovanotto impensierito,
era questa la prima volta che non si levava col sole,  e  Dio sa quel che gliene sarebbe - venuto. Bista dovette
gliene sarebbe - venuto. Bista dovette andarsene a lavorare  e  lei provò un grande sgomento nel trovarsi sola in quella
in tanto, di corsa, a domandarle se avesse bisogno di nulla  e  la trovava col viso sempre più infiammato e colle labbra
di nulla e la trovava col viso sempre più infiammato  e  colle labbra aride aride: il capo poi pareva proprio che le
la bocca riarsa, le accomodava il pastrano sui piedi  e  ritornava via al lavoro. Passò quel giorno e il giorno dopo
sui piedi e ritornava via al lavoro. Passò quel giorno  e  il giorno dopo e l'ammalata peggiorava: la febbre era
ritornava via al lavoro. Passò quel giorno e il giorno dopo  e  l'ammalata peggiorava: la febbre era sempre più gagliarda e
e l'ammalata peggiorava: la febbre era sempre più gagliarda  e  a momenti le dava anche il delirio: lì intanto non ci era
potesse custodirla. Allora Bista si fece un animo risoluto  e  deliberò di riportarla al suo paese; almeno sarebbe morta,
la voleva, nel su' letto, custodita dalla sua mamma,  e  lui non avrebbe avuto rimorsi all'anima. E nonostante lo
dalla sua mamma, e lui non avrebbe avuto rimorsi all'anima.  E  nonostante lo sconsigliassero perchè il viaggio era lungo,
era lungo, egli la prese, la rinvoltò ben bene nei vestiti  e  nel suo cappotto, senza che lei facesse resistenza, più di
resistenza, più di là che di qua, se la caricò sulle spalle  e  coraggiosamente riprese la via della Chiana, accompagnato
ora  e  mezzo dopo, la chiave stride nella toppa e il bidello,
ora e mezzo dopo, la chiave stride nella toppa  e  il bidello, dall'uscio semiaperto, dice: — La vuole il
seduto dietro la sua scrivania, gli accennò d' accostarsi  e  di sedersi su la seggiola vicina. Dino, a testa bassa,
bassa, pensava: — Se mi ha visto dal buco della serratura!.  E  a testa bassa stette a sentire la benevola paternale con
Così passava per discolo, si faceva mal volere dal Maestro  e  dai compagni... Da ora in poi non avrebbe osato più niente,
benevolenza, rispondeva di sì col capo a ogni domanda,  e  sentiva rimorso di tutte quelle firme fatte poc'anzi, e non
e sentiva rimorso di tutte quelle firme fatte poc'anzi,  e  non sapeva come confessarle. Intanto il bidello aveva
bidello aveva portato un vassoio con due tazze, una cuccuma  e  dei biscotti; e il direttore, versato il cioccolatte,
un vassoio con due tazze, una cuccuma e dei biscotti;  e  il direttore, versato il cioccolatte, diceva a Dino : — Non
Scombussolato, vinto dai rimorsi, si levò da sedere  e  con voce piagnucolosa biascicò : — Ma... ho fatto le firme
ho fatto le firme ! Il direttore, distratto, non capì,  e  soggiunse : — Intingi i biscotti. Poteva insistere il
: — Intingi i biscotti. Poteva insistere il povero Dino?  E  intinse i biscotti, e prese la tazza di cioccolatte,
Poteva insistere il povero Dino? E intinse i biscotti,  e  prese la tazza di cioccolatte, dimenticando rimorsi,
la tazza di cioccolatte, dimenticando rimorsi, discolerie  e  ogni cosa. Il direttore lo aveva licenziato, ma Dino non si
ho fatto le firme! — egli replicò, più rassicurato ora  e  forse più fortificato dalla cioccolatte e dai biscotti.
rassicurato ora e forse più fortificato dalla cioccolatte  e  dai biscotti. Neppure questa volta il direttore badò alla
Neppure questa volta il direttore badò alla confessione  e  andò a ripresentarlo al maestro. ***
io non posso non rimpiangere la folla di giovanette  e  di donne che si spostano, sempre più trascinate da una
agenti esterni, ma dalla loro stessa condizione femminile  e  che, quindi, non troverà mai riparo. Uno dei principali
non troverà mai riparo. Uno dei principali spostamenti  e  il più seducente, senza dubbio, non è, forse, il tentare
femminile, l'intraprendere fatiche mentali troppo forti  e  troppo alte, il mettersi per vie scabre, che sono piene di
alte, il mettersi per vie scabre, che sono piene di triboli  e  che dopo aver sacrificato gli anni giovanili e la salute e
di triboli e che dopo aver sacrificato gli anni giovanili  e  la salute e la gaiezza delle giovanette, non conducono a
e che dopo aver sacrificato gli anni giovanili e la salute  e  la gaiezza delle giovanette, non conducono a nessuna mèta
delle giovanette, non conducono a nessuna mèta sicura  e  onorevole? Forse che tante giovani, oramai, non frequentano
Forse che tante giovani, oramai, non frequentano ginnasi  e  licei e università, mescolati agli uomini? E che serve
che tante giovani, oramai, non frequentano ginnasi e licei  e  università, mescolati agli uomini? E che serve predicar
ginnasi e licei e università, mescolati agli uomini?  E  che serve predicar loro, che questa scienza mal appresa,
digerita, ha sottili fonti di veleno, nelle vene muliebri?  E  non è, anche, doloroso dover predicare l'ignoranza, per
riserbo, studiando fra giovanotti, non sempre rispettosi  e  non sempre onesti. La Germania, dove la gioventù maschile è
La Germania, dove la gioventù maschile è così austera  e  la gioventù feminile così semplice e seria, ha già
è così austera e la gioventù feminile così semplice  e  seria, ha già provveduto a questo, fondando dei ginnasi
dei licei feminili, per tutte coloro il cui spirito agitato  e  malcontento domanda alla scienza un pane dell'anima e del
e malcontento domanda alla scienza un pane dell'anima  e  del corpo, che, spesso, la scienza non può dare: e se, fra
e del corpo, che, spesso, la scienza non può dare:  e  se, fra noi, troppo ci vorrebbe, troppo costerebbe, troppo
sarebbe difficile, di fondare molti di questi ginnasi  e  di questi licei, almeno che i ginnasi maschili abbiano, fra
siano sole, non unite a studenti, non esposti a dileggi  e  a tentazioni. Imparino il latino e il greco, le giovanette,
non esposti a dileggi e a tentazioni. Imparino il latino  e  il greco, le giovanette, se sperano che giovi alla loro
italiana, latina, greca, siano sole col professore  e  non in una folla di studenti, che se la ridono, mentre esse
due camere per piano, grandi, un po' basse, coi pianciti  e  i soffitti di legno; imbiancate con la calce; l'ingresso
di ferro, aveva un battente che picchiava come un martello,  e  un catenaccio e una serratura con la chiave grande come
un battente che picchiava come un martello, e un catenaccio  e  una serratura con la chiave grande come quella di un
dell'ingresso era adibita a molti usi, con un letto alto  e  duro, uno scrittoio, un armadio ampio, di noce, sedie quasi
col pavimento battuto. Null'altro. Un uscio solido pur esso  e  fermato da ganci e catenacci, metteva nella cucina. E la
Null'altro. Un uscio solido pur esso e fermato da ganci  e  catenacci, metteva nella cucina. E la cucina era, come in
esso e fermato da ganci e catenacci, metteva nella cucina.  E  la cucina era, come in tutte le case ancora patriarcali,
patriarcali, l'ambiente piú abitato, piú tiepido di vita  e  d'intimità. C'era il camino, ma anche un focolare centrale,
un focolare centrale, segnato da quattro liste di pietra:  e  sopra, ad altezza d'uomo, attaccato con quattro corde di
pecorino, delle quali l'odore si spandeva tutto intorno.  E  attaccata a sua volta a uno spigolo del graticcio, pendeva
affacciava a uno dei becchi. Del resto tutto era semplice  e  antico nella cucina abbastanza grande, alta, bene
alta, bene illuminata da una finestra che dava sull'orto  e  da uno sportello mobile dell'uscio sul cortile. Nell'angolo
finestra sorgeva il forno monumentale, col tubo in muratura  e  tre fornelli sull'orlo: in un braciere accanto a questi si
in un braciere accanto a questi si conservava, giorno  e  notte accesa e coperta di cenere, un po' di brace, e sotto
accanto a questi si conservava, giorno e notte accesa  e  coperta di cenere, un po' di brace, e sotto l'acquaio di
giorno e notte accesa e coperta di cenere, un po' di brace,  e  sotto l'acquaio di pietra, presso la finestra, non mancava
di ferro che potevano servire da sedili. Tutto era grande  e  solido, nelle masserizie della cucina; le padelle di rame
il mortaio di marmo per pestare il sale, la tavola  e  la mensola sulla quale, oltre alle pentole, stava un
un recipiente di legno sempre pieno di formaggio grattato,  e  un canestro di asfodelo col pane d'orzo e il companatico
grattato, e un canestro di asfodelo col pane d'orzo  e  il companatico per i servi. Gli oggetti piú caratteristici
erano sulla scansia; ecco una fila di lumi di ottone,  e  accanto l'oliera per riempirli, col lungo becco e simile a
ottone, e accanto l'oliera per riempirli, col lungo becco  e  simile a un arnese di alchimista: e il piccolo orcio di
col lungo becco e simile a un arnese di alchimista:  e  il piccolo orcio di terra con l'olio buono, e un armamento
alchimista: e il piccolo orcio di terra con l'olio buono,  e  un armamento di caffettiere, e le antiche tazze rosse e
di terra con l'olio buono, e un armamento di caffettiere,  e  le antiche tazze rosse e gialle, e i piatti di stagno che
e un armamento di caffettiere, e le antiche tazze rosse  e  gialle, e i piatti di stagno che parevano anch'essi venuti
di caffettiere, e le antiche tazze rosse e gialle,  e  i piatti di stagno che parevano anch'essi venuti da qualche
anch'essi venuti da qualche scavo delle età preistoriche:  e  infine il tagliere pastorale, cioè un vassoio di legno, con
ecco una sella attaccata alla parete accanto alla porta,  e  accanto un lungo sacco di tessuto grezzo di lana, che
sacco di tessuto grezzo di lana, che serviva da mantello  e  da coperta al servo: e la bisaccia anch'essa di lana, e
di lana, che serviva da mantello e da coperta al servo:  e  la bisaccia anch'essa di lana, e nell'angolo del camino una
e da coperta al servo: e la bisaccia anch'essa di lana,  e  nell'angolo del camino una stuoia di giunchi, arrotolata,
di rame pieno d'acqua attinta al pozzo del cortile,  e  su una panca l'anfora di creta con l'acqua potabile,
distante dall'abitato. L'acqua era allora un problema,  e  se ne misurava, d'estate, ogni stilla; a meno che non
le altre del piano terreno, si vedeva il verde dell'orto;  e  fra questo verde il grigio e l'azzurro dei monti. La porta
si vedeva il verde dell'orto; e fra questo verde il grigio  e  l'azzurro dei monti. La porta invece, come si è detto, dava
si è detto, dava sul cortile triangolare, piuttosto lungo  e  occupato quasi a metà da una rustica tettoia dalla quale,
una catasta di legna da ardere, rifugio di numerosi gatti  e  delle galline che vi nascondevano il nido delle uova.
ceppi, accanto al muro laterale della casa, ancora grezzo  e  sul quale, al primo piano, si apriva una sola finestra (le
finestre erano tutte senza persiane), serviva da sedile.  E  un grande portone fermato anch'esso da ganci e stanghe,
da sedile. E un grande portone fermato anch'esso da ganci  e  stanghe, tinto di un color marrone scuro, dava sulla
della facciata, serviva per il passaggio degli abitanti  e  degli amici di casa. A questo portone, una mattina di
una bambina bruna, seria, con gli occhi castanei, limpidi  e  grandi, le mani e i piedi minuscoli, vestita di un
seria, con gli occhi castanei, limpidi e grandi, le mani  e  i piedi minuscoli, vestita di un grembiale grigiastro con
con le tasche, con le calze di grosso cotone grezzo  e  le scarpe rustiche a lacci, piú paesana che borghese, e
e le scarpe rustiche a lacci, piú paesana che borghese,  e  aspetta, dondolandosi, che passi qualcuno o qualcuno si
comunicare una notizia importante. Ma la strada, stretta  e  sterrata, in quell'ora fresca del mattino è ancora deserta
del mattino è ancora deserta come un sentiero di campagna,  e  nella vecchia casa di contro, anch'essa con l'alto muro di
di contro, anch'essa con l'alto muro di un cortile a fianco  e  un portone rossastro, non si vede nessuno. Questa casa è
nessuno. Questa casa è abitata da un canonico, un lungo  e  nero asceta taciturno, e da una sua giovane nipote
è abitata da un canonico, un lungo e nero asceta taciturno,  e  da una sua giovane nipote intelligente, che avrebbe voluto
per la sua cagionevole salute. Gente per bene, semplice  e  austera. Il canonico si lamenta che nessuno, per la strada,
lo saluti: è lui, invece, che cammina sempre ad occhi bassi  e  assorto nelle sue speculazioni religiose: la nipote, visto
converrebbe a lei. La bambina sul portone, sa queste cose,  e  considera i suoi vicini di casa come personaggi
lei: pare venuta da un mondo diverso da quello dove vive,  e  la sua fantasia è piena di ricordi confusi di quel mondo di
vengono dal fondo della strada; il silenzio è profondo,  e  solo il rintocco delle ore e dei quarti suonati
il silenzio è profondo, e solo il rintocco delle ore  e  dei quarti suonati dall'orologio della cattedrale, lo
Finalmente una finestra si apre nella casa di fronte,  e  un viso bruno, coi grandi occhi velati dei miopi, si sporge
coi grandi occhi velati dei miopi, si sporge a guardare qua  e  là negli sfondi della strada. È la signorina Peppina, la
allo spigolo del portone per allungarsi meglio,  e  grida la notizia per lei importantissima: «Abbiamo un
era una femmina: ma la bambina desiderava un fratellino;  e  se lo era inventato, col nome e tutto.
desiderava un fratellino; e se lo era inventato, col nome  e  tutto.
II aveva dato la costituzione  e  quindi l'amnistia; gli emigrati napoletani, a cui l'esilio
un emigrato di Terra di Lavoro, partito studente, nel '48;  e  da paesi assai lontani portava seco la moglie giovane,
a Napoli, egli prevedeva rivolgimenti, tumulti o sangue;  e  pensò, a mettere in sicuro Ia moglie o la bambina. Così le
nella casa paterna, le raccomandò ai suoi parenti  e  ripartì per Napoli. Nè troverete Ventaroli sulla carta
anime, tre case di signori, una chiesa tutta bianca  e  un cimitero tutto verde: vi erano allora un gobbo idiota,
verde: vi erano allora un gobbo idiota, una vecchia pazza  e  un eremita in una cappelluccia, nella campagna: il nome del
sopra una pietra: i protettori sono i SS. Filippo  e  Giacomo, la cui festa ricorre il primo di maggio; la
a mezzogiorno, si dorme, si passeggia, si cena alle sette  e  si ridorme alle otto; alla sera vi è la messa; alla sera il
alle otto; alla sera vi è la messa; alla sera il vespro  e  il rosario. Verso I'imbrunire e un gran grugnito di
messa; alla sera il vespro e il rosario. Verso I'imbrunire  e  un gran grugnito di maialetti che ritornano dal pascolo; e
e un gran grugnito di maialetti che ritornano dal pascolo;  e  un mormorio di voci umane, strilli di donna e pianti di
dal pascolo; e un mormorio di voci umane, strilli di donna  e  pianti di fanciulletti. II parroco, don Ottaviano, uomo
di fanciulletti. II parroco, don Ottaviano, uomo bruno  e  segaligno, era propriamente cugino dell'emigrato e capo
bruno e segaligno, era propriamente cugino dell'emigrato  e  capo della prima famiglia del paese.
un cambio, Nino?... - Ne ho invidia, questa è la verità...  E  la colpa è di vostra sorella che è diventata una lima: non
tua; che ti sei messa in capo non so che cosa;  e  vai a svergognarmi con questo e con quello; e a spiare dei
in capo non so che cosa; e vai a svergognarmi con questo  e  con quello; e a spiare dei fatti miei, come se fossi ancora
so che cosa; e vai a svergognarmi con questo e con quello;  e  a spiare dei fatti miei, come se fossi ancora un ragazzo, e
e a spiare dei fatti miei, come se fossi ancora un ragazzo,  e  non sono più padrone di fare ciò che voglio?
Gesù? Avere una donna ch'è tutto per un pover'uomo....  e  tenerla in palma di mano.... e darle il sangue e la pelle
tutto per un pover'uomo.... e tenerla in palma di mano....  e  darle il sangue e la pelle perchè se ne faccia scarpe.... e
e tenerla in palma di mano.... e darle il sangue  e  la pelle perchè se ne faccia scarpe.... e vedersi poi
e darle il sangue e la pelle perchè se ne faccia scarpe....  e  vedersi poi cambiare pel primo che la vuole!... Ma lasciami