Piangendo e singhiozzando si dirige verso il portone che dà sulla strada. Lo apre. Vede tutto buio, fuori, e arretra. E si odono, vicine, le due voci
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Gherardo ha assistito al breve assedio dei due soldati dal cortile della sua casa. Due tre volte ha mosso il piede, per andare e intromettersi, ma
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Gherardo si riscuote, si desta. Alza il capo, si volge e vede i due, là in fondo presso la porta. Sta intento ad ascoltare, un momento. Poi si muove
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La piazza è per metà occupata da popolo in tumulto. Quattro famigli armati, che tengono per le braccia due ragazzi, avanzano a stento tra la folla
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Le due guardie vanno verso Gherardo, che indietreggia sino al camino, tendendo le braccia quasi a difesa.
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Rumore di passi dalla strada verso il torrente: son due uomini armati, famigli del Podestà. Gherardo li vede: afferra per un braccio Mariòla, e
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A questo punto Glierardo balza, ed è di fronte ai due, con gli occhi dilatati e sbarrati dal terrore.
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diverse strade dalla piazzetta. Due tre volte alza il braccio per un gesto che non riesce a compire: due tre volte apre la bocca per un grido che gli rimane
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Accosciato sull'ammattonato, la testa sul braccio appoggiato alla panca, Gherardo dorme. Due guardie armate di picca stanno ai lati della porta
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, chiusa, alla quale si accede per due scalini, v'è una tettoia di legno sostenuta da travicelli infissi nel muro. Le finestre sono tre, una a lato
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Le voci dei due ubriachi si confondono, lontane, in una sghignazzata. Gherardo lascia cadere il coltello e si volge. Mariòla è là, appoggiata al
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ha udito viene sulla strada per sapere. Due donne, sopraggiunte dalla prima strada a destra, s'incontrano in un uomo che veniva dalla strada più
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Uno stanzone a pian terreno del palazzo vescovile, verso il cortile. Due strette ed alte finestre inferriate nel muro di fondo, una porta a sinistra
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, che da lontano s'avvicina, un canto s'ode venir dalla strada. Due voci alterne cantano la canzone d'un trovatore di Provenza: le voci son d'uomini
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All'ordine del Vescovo, due dei famigli si pongono ai lati di Gherardo e lo fanno avanzare, la faccia rivolta al popolo, sino al limitare della
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lato sinistro della scena ed ha al piano terreno due finestre inferriate e un portone a sesto acuto preceduto da un pianerottolo rialzato su tre
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La Piazza Maggiore di Parma. A destra il Palazzo del Vescovo, preceduto da un ripiano rialzato su due scalini: un loggiato chiuso da cancelli di
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momento dopo si vedono schiudersi le due ante del portone ed essa esce sulla strada. Esita, guarda in giro, si ferma presso uno dei pilastri. E chiama
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esce. Esce e si appoggia al muro, come ebro, quasi impotente a camminare. Lentamente le due ante girano sui loro cardini e si ricongiungono. Al
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