Faldella | Donna | Folgore CAPRICCI PER PIANOFORTE Parte terza DONNA FOLGORE |
Versione elettronica di testi relativi al periodo 800 - 900 Donna Folgore -
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Faldella Donna Folgore CAPRICCI PER PIANOFORTE Parte terza | DONNA | FOLGORE Romanzo verista scritto da Spartivento (non per |
Versione elettronica di testi relativi al periodo 800 - 900 Donna Folgore -
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. . . . . . . . . . . . . . . . ... Come vuoi che sia? Una | donna | come le nostre; un po' più nera ... |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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| donna | è un capolavoro abortito, il grande errore della creazione. |
Racconti fantastici -
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donna, senza saperlo, è la loro fatuità. La bontà nella | donna | è debolezza, nell'uomo carattere; però più frequente in |
Racconti fantastici -
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natura non ha dato alla donna. Il difetto essenziale della | donna | è l'incompletazione, dell'uomo l'esuberanza. Il legame più |
Racconti fantastici -
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l'esuberanza. Il legame più potente che ci unisce alla | donna | è quello della maternità. Quasi tutti i grandi uomini non |
Racconti fantastici -
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da esse come un libertino. La nostra società ha fatto della | donna | un puro strumento di piacere. Ogni donna non è considerata |
Racconti fantastici -
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ha fatto della donna un puro strumento di piacere. Ogni | donna | non è considerata oggi mai che sotto questo punto di vista. |
Racconti fantastici -
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che cedono quasi sempre alla sorpresa. L'ingenuità nella | donna | è più pericolosa della malizia. Non vi è uomo sì abbietto, |
Racconti fantastici -
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malizia. Non vi è uomo sì abbietto, che non vi possa esser | donna | più abbietta di lui; non vi è uomo sì nobile, che non vi |
Racconti fantastici -
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di lui; non vi è uomo sì nobile, che non vi possa esser | donna | più nobile. A che scopo dolerci delle donne? Noi possiamo |
Racconti fantastici -
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di tutti i popoli la prima notizia che si ha della | donna | accenna ad una seduzione. Le tradizioni bibliche sono in |
Racconti fantastici -
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bibliche sono in ciò piene di molta sapienza. La prima | donna | si fa sedurre, la prima volta, dal più vile degli animali, |
Racconti fantastici -
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mi imbattei nella dama di compagnia, miss Lucy Wilkye; | donna | peritissima delle lingue straniere e ignorantissima della |
Il maleficio occulto -
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Allora miss Lucy mi passò innanzi e disse: - Oh, signora! | Donna | Clara è impossibilitato a ricevere voi. Voi sarete così |
Il maleficio occulto -
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voi. Voi sarete così gentile da ritornar domani. La nobil | donna | aveva l'abitudine di mutare il genere ai vocaboli; nella |
Il maleficio occulto -
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di mutare il genere ai vocaboli; nella sua lingua, | donna | Clara figurava come un maschio ed io come una femmina. - |
Il maleficio occulto -
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E' fuori di casa? La cameriera mi ha detto.... - Oh, certo. | Donna | Clara non è uscito, ma sta preparando sé alla teatra. |
Il maleficio occulto -
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tornare domani, perché parto. Vogliate dir questo a | donna | Clara. aggiungendo che desidero e debbo salutarla. - Ma |
Il maleficio occulto -
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e debbo salutarla. - Ma signoro, questo è ordine per tutte. | Donna | Clara non riceve, quando va alla teatra teatraIo non sono |
Il maleficio occulto -
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uno sbatacchiar di porte mi fece rivolgere il capo; e vidi | donna | Clara sul limitare della sala, ed ella esclamò |
Il maleficio occulto -
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sospeso al collo le insegne del suo ordine accademico, | donna | Transita fece un leggiero cenno di saluto gridando con voce |
ABRAKADABRA STORIA DELL'AVVENIRE -
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povera | donna | che ha bisogno di cinque lire per pagare il padrone di |
IL VENTRE DI NAPOLI (VENTI ANNI FA - ADESSO - L'ANIMA DI NAPOLI) -
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per pagare il padrone di casa, va a cercarle in prestito da | donna | Carmela , che dà il denaro cu a credenza . Prima di |
IL VENTRE DI NAPOLI (VENTI ANNI FA - ADESSO - L'ANIMA DI NAPOLI) -
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vergogna, ma visto che non può fare diversamente si decide. | Donna | Carmela è una donna grassa e grossa che esercita per lo più |
IL VENTRE DI NAPOLI (VENTI ANNI FA - ADESSO - L'ANIMA DI NAPOLI) -
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non può fare diversamente si decide. Donna Carmela è una | donna | grassa e grossa che esercita per lo più una professione di |
IL VENTRE DI NAPOLI (VENTI ANNI FA - ADESSO - L'ANIMA DI NAPOLI) -
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vera professione è il prestar quattrini alla povera gente. | Donna | Carmela è verbosa e affettuosa in questo primo colloquio |
IL VENTRE DI NAPOLI (VENTI ANNI FA - ADESSO - L'ANIMA DI NAPOLI) -
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Si paga anticipato: quindi, sulle cinque lire, la povera | donna | lascia cinquanta centesimi. Gli otto giorni passano, le |
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otto giorni passano, le cinque lire da restituire la povera | donna | non le ha, allora, tutta rossa di vergogna, prega donna |
IL VENTRE DI NAPOLI (VENTI ANNI FA - ADESSO - L'ANIMA DI NAPOLI) -
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donna non le ha, allora, tutta rossa di vergogna, prega | donna | Carmela di contentarsi di un'altra settimana d'interesse, |
IL VENTRE DI NAPOLI (VENTI ANNI FA - ADESSO - L'ANIMA DI NAPOLI) -
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di un'altra settimana d'interesse, cinquanta centesimi: | donna | Carmela non dice nulla e intasca i dieci soldi. Così |
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cinque, fino a dieci settimane, senza che la povera | donna | abbia mai potuto riunire le cinque lire: e ogni lunedì le |
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dieci per cento per settimana, e dopo la quinta settimana | donna | Carmela è diventata una iena, bisogna pregarla perchè non |
IL VENTRE DI NAPOLI (VENTI ANNI FA - ADESSO - L'ANIMA DI NAPOLI) -
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officine, ogni sabato, ogni lunedì, si ode la voce irosa di | donna | Carmela : essa, dal mattino, è in giro per esigere, |
IL VENTRE DI NAPOLI (VENTI ANNI FA - ADESSO - L'ANIMA DI NAPOLI) -
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ribellarsi, potendo aver sempre bisogno di lei. Quella | donna | grassa è implacabile: sa la sua potenza: se una serva non |
IL VENTRE DI NAPOLI (VENTI ANNI FA - ADESSO - L'ANIMA DI NAPOLI) -
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essa minaccia di fare uno scandalo con la padrona, se una | donna | non paga, essa minaccia di dirlo al marito, se un operaio |
IL VENTRE DI NAPOLI (VENTI ANNI FA - ADESSO - L'ANIMA DI NAPOLI) -
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e cercano sempre di mansuefarla. Quando una povera | donna | napoletana ha bisogno di un grembiule, di un vestito, di un |
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non avendo quattrini per comperarle, si decide ad andare da | donna | Raffaela che dà la robba cu a credenza . Quest'altra |
IL VENTRE DI NAPOLI (VENTI ANNI FA - ADESSO - L'ANIMA DI NAPOLI) -
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la veste è lacera, le camicie sono bucate, e la povera | donna | ne ha pagato tre volte il valore, e il debito rimane |
IL VENTRE DI NAPOLI (VENTI ANNI FA - ADESSO - L'ANIMA DI NAPOLI) -
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ha pagato tre volte il valore, e il debito rimane uguale: | donna | Raffaela è furibonda, ella grida come una energumena, vuole |
IL VENTRE DI NAPOLI (VENTI ANNI FA - ADESSO - L'ANIMA DI NAPOLI) -
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grida come una energumena, vuole strappare dal collo della | donna | il fazzoletto che le ha venduto, vuole sciogliere dai |
IL VENTRE DI NAPOLI (VENTI ANNI FA - ADESSO - L'ANIMA DI NAPOLI) -
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lire, in una di queste agenzie, tenuta da una grossa | donna | Gabriela : n'ebbe trentasei lire, di cui ritirò soltanto |
IL VENTRE DI NAPOLI (VENTI ANNI FA - ADESSO - L'ANIMA DI NAPOLI) -
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così apparve dal libro. Ebbe poi il piacere d'incontrare | donna | Gabriela al teatro col suo vestito indosso e carico di oro |
IL VENTRE DI NAPOLI (VENTI ANNI FA - ADESSO - L'ANIMA DI NAPOLI) -
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agenzie private. Ora, calcolate. Ogni vicolo ha la sua | donna | Carmela , ogni strada la sua donna Raffaela , ogni angolo |
IL VENTRE DI NAPOLI (VENTI ANNI FA - ADESSO - L'ANIMA DI NAPOLI) -
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Ogni vicolo ha la sua donna Carmela , ogni strada la sua | donna | Raffaela , ogni angolo di piazza ha la sua agenzia |
IL VENTRE DI NAPOLI (VENTI ANNI FA - ADESSO - L'ANIMA DI NAPOLI) -
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leggenda di Donnalbina, | Donna | Romita, Donna Regina, corre ancora per la lurida via di |
LEGGENDE NAPOLETANE -
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leggenda di Donnalbina, Donna Romita, | Donna | Regina, corre ancora per la lurida via di Mezzocannone, per |
LEGGENDE NAPOLETANE -
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io vi narrerò la leggenda delle tre sorelle: Donnalbina, | Donna | Romita, Donna Regina. Erano le tre figlie del barone |
LEGGENDE NAPOLETANE -
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la leggenda delle tre sorelle: Donnalbina, Donna Romita, | Donna | Regina. Erano le tre figlie del barone Toraldo, nobile del |
LEGGENDE NAPOLETANE -
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del barone Toraldo, nobile del sedile di Nilo. La madre, | Donna | Gaetana Scauro, di nobilissimo parentado, era morta molto |
LEGGENDE NAPOLETANE -
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dal re Roberto d'Angiò che la sua figliuola maggiore, | Donna | Regina, potesse, passando a nozze, conservare il suo nome |
LEGGENDE NAPOLETANE -
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1320 si morì, racconsolato nella fede del Cristo Signore. | Donna | Regina aveva allora diciannove anni, Donnalbina |
LEGGENDE NAPOLETANE -
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aveva allora diciannove anni, Donnalbina diciassette, | Donna | Romita quindici. La maggiore, dal superbo nome, era anche |
LEGGENDE NAPOLETANE -
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dell'onore, della gloria; era nel suo fragile cuore di | donna | che dovevano trovare aiuto e sostegno queste cose - ed ella |
LEGGENDE NAPOLETANE -
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storie di famiglia e ridiventava l'inflessibile giovinetta, | Donna | Regina, baronessa di Toraldo. Donnalbina, la seconda |
LEGGENDE NAPOLETANE -
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nella svelta e gentile persona. I tratti duri, fieri, di | Donna | Regina diventavano femminilmente graziosi in Donnalbina. E |
LEGGENDE NAPOLETANE -
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che niun affetto faceva sussultare - se ne doleva per | Donna | Romita. Perché Donna Romita era una singolare giovinetta, |
LEGGENDE NAPOLETANE -
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faceva sussultare - se ne doleva per Donna Romita. Perché | Donna | Romita era una singolare giovinetta, mezzo bambina. Così il |
LEGGENDE NAPOLETANE -
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fessure delle porte, urta nel camino, del largo focolare, | Donna | Romita si rannicchiava in un seggiolone come un uccello |
LEGGENDE NAPOLETANE -
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le occupazioni di ogni settimana, di ogni mese. Dappertutto | Donna | Regina andava innanzi e le sorelle la seguivano; ella aveva |
LEGGENDE NAPOLETANE -
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sentimento dello scambievole rispetto: in Donnalbina e in | Donna | Romita un ossequio affettuoso per Donna Regina. Le sue |
LEGGENDE NAPOLETANE -
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in Donnalbina e in Donna Romita un ossequio affettuoso per | Donna | Regina. Le sue parole erano una legge indiscutibile, cui |
LEGGENDE NAPOLETANE -
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Un giorno re Roberto si degnò scrivere di suo pugno a | Donna | Regina Toraldo che le aveva destinato in isposo Don Filippo |
LEGGENDE NAPOLETANE -
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corte napoletana. Imbruniva. Nel vano di un balcone sedeva | Donna | Regina, col libro delle ore fra le mani. Ma non leggeva. - |
LEGGENDE NAPOLETANE -
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Regina, scuotendosi. - Voleva dirvi che la nostra sorella | Donna | Romita mi pare ammalata. - Non me ne addiedi. Mandaste per |
LEGGENDE NAPOLETANE -
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- Ahimè! sorella, dubito che i farmachi possano guarire | Donna | Romita. - E qual malore grave e strano è il suo, che non |
LEGGENDE NAPOLETANE -
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malore grave e strano è il suo, che non trovi rimedio? - | Donna | Romita soffre, sorella mia. Nella notte è angosciosa la |
LEGGENDE NAPOLETANE -
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ed ore nell'oratorio inginocchiata, col capo su le mani. | Donna | Romita si strugge segretamente. - E sapete voi la causa di |
LEGGENDE NAPOLETANE -
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di tanto struggimento, Donnalbina? - chiese con voce aspra | Donna | Regina. - Io credo saperla - rispose, facendosi coraggio, |
LEGGENDE NAPOLETANE -
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- Ma la vedete voi? - Ve la chieggo. Tardaste troppo. - | Donna | Romita si strugge d'amore, o mia sorella. - D'amore, |
LEGGENDE NAPOLETANE -
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insegnato la triste scienza? Di chi io debbo crucciarmi, di | Donna | Romita che me lo cela, o di voi, Donnalbina, che lo |
LEGGENDE NAPOLETANE -
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di nobil sangue, bello, dovizioso. - Il suo nome? - | Donna | Romita è stata affascinata dalla eloquente parola, dallo |
LEGGENDE NAPOLETANE -
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parole di preghiera. - Ma per chi mi chiedi pietà? - gridò | Donna | Regina, rialzando bruscamente la sorella in un impeto di |
LEGGENDE NAPOLETANE -
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sorella in un impeto di collera per chi me la chiedi? - Per | Donna | Romita… - rispose l'altra smarrita. - Chiedila anche per |
LEGGENDE NAPOLETANE -
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bianco e lungo in cui è avvolta ha qualche cosa di funebre. | Donna | Romita è là da più ore, dimentica di tutto, nell'abbandono |
LEGGENDE NAPOLETANE -
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del suo dolore, è la sua ombra che si desola; è Albina. | Donna | Romita fugge, fugge invasa dal terrore e dalla vergogna, |
LEGGENDE NAPOLETANE -
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da letto, sola, seduta presso il tavolo di quercia, veglia | Donna | Regina. Sta immobile, non prega, non piange, non |
LEGGENDE NAPOLETANE -
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si respira amore. Le due sorelle minori hanno chiesto a | Donna | Regina un colloquio particolare ed essa lo ha accordato; |
LEGGENDE NAPOLETANE -
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e il duolo nella loro casa, lo scompiglio tra i famigliari. | Donna | Regina è nella grande sala baronale, dove in antico si |
LEGGENDE NAPOLETANE -
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un'austerità calma, quasi decisa. Entrano Donnalbina e | Donna | Romita. Sono vestite di bruno, senza ornamenti. La gaia |
LEGGENDE NAPOLETANE -
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il suo soave sorriso, è perduta la sua bionda bellezza. | Donna | Romita china il capo, abbattuta; ancora non ha avuto il |
LEGGENDE NAPOLETANE -
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irresistibilmente attirata dalla morte. Esse s'inchinano a | Donna | Regina ed ella rende loro il saluto. - Parlate anche per |
LEGGENDE NAPOLETANE -
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- Parlate anche per me, Donnalbina - mormora a bassa voce | Donna | Romita. - Veniamo a dirvi, sorella nostra - prende a dire |
LEGGENDE NAPOLETANE -
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palpebra, aspetta. - È mia intenzione, è intenzione di | Donna | Romita, dare una metà della nostra dote ai poveri e l'altra |
LEGGENDE NAPOLETANE -
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in se stessa. - Siateci generosa del vostro consenso, | Donna | Regina. Troppo vi offendiamo, è vero… - Desistete - fece |
LEGGENDE NAPOLETANE -
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bacio dei figliuoli… - Voi v'ingannate, o sorella - rispose | Donna | Regina lentamente. - È da tempo che ho deciso prendere il |
LEGGENDE NAPOLETANE -
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anelo al chiostro. Egli mi ama - pronunziò con voce rotta | Donna | Romita. E le due sorelle baciarono Donna Regina sulla |
LEGGENDE NAPOLETANE -
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con voce rotta Donna Romita. E le due sorelle baciarono | Donna | Regina sulla guancia e ne furono baciate. - Addio, sorella |
LEGGENDE NAPOLETANE -
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Addio, sorella mia. - Addio, sorella mia. - Addio, sorelle. | Donna | Regina si alzò, prese lo scettro d'ebano torchiato d'oro, e |
LEGGENDE NAPOLETANE -
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due sorelle vecchie, grinzose e brutte da far paura. | Donna | Peppa era lunga lunga, secca secca con la testa tutta |
Al tempo dei tempi. Fiabe e leggende delle Città di Sicilia -
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di rospo che guardavano uno a levante e l'altro a ponente. | Donna | Tura invece era piccina, tonda, sciancata, con due |
Al tempo dei tempi. Fiabe e leggende delle Città di Sicilia -
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vide una pulce attaccata alla carne del collo di una povera | donna | di faccende. Dunque il Re cercava sempre donne di servizio |
Al tempo dei tempi. Fiabe e leggende delle Città di Sicilia -
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che aveva veduto cader l'acqua dal terrazzino della casa di | donna | Peppa e di donna Tura. - Don Giovanni, - gli disse il Re - |
Al tempo dei tempi. Fiabe e leggende delle Città di Sicilia -
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cader l'acqua dal terrazzino della casa di donna Peppa e di | donna | Tura. - Don Giovanni, - gli disse il Re - che novità ci |
Al tempo dei tempi. Fiabe e leggende delle Città di Sicilia -
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a bussare all'uscio delle due sorelle. - Chi è ? - domanda | donna | Peppa fra il sonno, con una vociaccia più brutta di lei. Il |
Al tempo dei tempi. Fiabe e leggende delle Città di Sicilia -
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di lei. Il cameriere, nel sentire quella voce chioccia di | donna | bavosa e vecchia, stava per fuggire, ma poi pensò : - Sarà |
Al tempo dei tempi. Fiabe e leggende delle Città di Sicilia -
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e vecchia, stava per fuggire, ma poi pensò : - Sarà la | donna | di servizio, - e rispose : - Sono il cameriere di Sua |
Al tempo dei tempi. Fiabe e leggende delle Città di Sicilia -
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dove sono ? - Ma si può sapere chi cercate ? - domandò | donna | Tura mettendosi le mani sui fianchi e fissandolo con gli |
Al tempo dei tempi. Fiabe e leggende delle Città di Sicilia -
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sorella Peppa. - Chiamatela, che debbo parlare con lei. - | Donna | Tura, lemme lemme andò a chiamarla. Quando il cameriere si |
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facciano spavento tutt'e due. - Allora il cameriere disse a | donna | Tura, che era la maggiore : - Il Re vi vuole subito, e il |
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chiacchiere inutili. Piuttosto sbrigatevi in un momento. - | Donna | Tura andò in camera sua tutta tremante e confusa. E mentre |
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e i cavalli partono. Ma avevano fatto pochi passi che | donna | Tura disse : - Fatemi il favore di far fermare un momento |
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mal vestita. Il cameriere chiama il cocchiere, fa fermare e | donna | Tura scende e tutta piangente imbocca un vicolo e si mette |
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mai in un sontuoso mantello tutto foderato d'ermellino. | Donna | Tura, quando si vide così ben vestita da parere una |
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per una porticina e per una scala di servizio, condusse | donna | Tura in un salottino privato del Re e le disse d'aspettare. |
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la squadrò da capo a piedi. - E lei chi è ? - le domandò. | Donna | Tura fece una bella riverenza e rispose con una vocina |
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molto esagerato per la pulizia. - Per questo, - rispose | donna | Tura - Vostra Maestà può stare tranquilla, perché io sono |
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che la pagherò bene e alla mia Corte potrà invecchiare. - | Donna | Tura fece un';altra bella riverenza e uscì per farai |
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doveva fare. Ora lasciamola e torniamo all'altra sorella. | Donna | Peppa, il giorno dopo, aspetta aspetta, e non vedendo |
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al Palazzo del Re a cercarla, e là giunta la fa chiamare. | Donna | Tura le va incontro tutta impettita e la guarda d'alto in |
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dice: - Buona donna, eccovi una moneta, andate in pace! - | Donna | Peppa se ne andò, brontolando e sputando veleno, e si fece |
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; il quarto rieccola a Palazzo Reale a far chiamare | donna | Tura. Questa scende, la guarda, al solito, d'alto in basso, |
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- Buona donna, eccovi una moneta, andate in pace! - Ma | donna | Poppa le aggranfia la mano mentre l'altra le faceva |
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e poi ti faccio arrestare. - Zitta, zitta ! - rispose | donna | Tura. - Vieni stasera sotto la Torre Pisana, alla |
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in cima alla torre, comparve una testa, e una voce di | donna | chiamò : - Peppa, ci sei ? - Ci sono; - rispose donna Peppa |
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di donna chiamò : - Peppa, ci sei ? - Ci sono; - rispose | donna | Peppa di giù. Allora dall'alto cadde un sacchetto pesante |
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Allora dall'alto cadde un sacchetto pesante ai piedi di | donna | Peppa, la testa di donna scomparve e il finestrino si |
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un sacchetto pesante ai piedi di donna Peppa, la testa di | donna | scomparve e il finestrino si richiuse. - Mi voleva |
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il finestrino si richiuse. - Mi voleva ammazzare ! - disse | donna | Peppa - e per questo ha sacrificato anche dimolti danari. |
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quattro mori con la papalina e vanno per chiapparla. Ma | donna | Peppa spalanca le braccia per chiedere aiuto, e i quattro |
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chi sa per quale strega e fuggono spaventati. Allora sì che | donna | Peppa arrancava per isbrigarsi e giungere presto a casa, ma |
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perché non ne poteva più, e in letto lesse il biglietto di | donna | Tura, che diceva : Chi bella vuol apparire Qualcosa ha da |
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e bella. Qui troverai il danaro per le spese necessarie. " | Donna | Peppa quella notte non chiuse occhio, e, volta di qua, |
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renderete è pessimo. - II barbiere stese la dichiarazione e | donna | Peppa la firmò. - Ora scorticatemi, - disse - Un momento, |
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ed egli, volendola intaccare, le tagliò il gargherozzo e | donna | Peppa morì senza farsi cavare le radici dei denti rotti, e |
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strapparsi i cernecchi, che non aveva. Alle grida della | donna | si radunò una gran folla davanti alla bottega, e la gente, |
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in prigione, ma il barbiere cavò fuori la carta firmata da | donna | Peppa e nessuno osò più accusarlo. Ora lasciamo la vecchia |
Al tempo dei tempi. Fiabe e leggende delle Città di Sicilia -
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rasoio che il barbiere aveva dato in mezzo alla fronte di | donna | Peppa, nello stesso punto preciso era caduta la pelle nuova |
Al tempo dei tempi. Fiabe e leggende delle Città di Sicilia -
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nello stesso punto preciso era caduta la pelle nuova a | donna | Tura ed a quel posto erano ricomparse le rughe. Più il |
Al tempo dei tempi. Fiabe e leggende delle Città di Sicilia -
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aveva perfidamente consigliata a farsi scorticare. Quando | donna | Peppa tirò il fiato per l' ultima volta, donna Tura era |
Al tempo dei tempi. Fiabe e leggende delle Città di Sicilia -
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Quando donna Peppa tirò il fiato per l' ultima volta, | donna | Tura era ridotta un mascherone e le sue vesti belle, linde |
Al tempo dei tempi. Fiabe e leggende delle Città di Sicilia -
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vostre manacce la mia biancheria ? Andatevene ! Io voglio | donna | Tura. - La vecchia ebbe un bel dirgli che donna Tura era |
Al tempo dei tempi. Fiabe e leggende delle Città di Sicilia -
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! Io voglio donna Tura. - La vecchia ebbe un bel dirgli che | donna | Tura era lei ; il Re la fece cacciare dalle guardie, ed |
Al tempo dei tempi. Fiabe e leggende delle Città di Sicilia -
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A un tratto vide sorgere in mezzo al mare una figura di | donna | che, dal petto in giù, aveva forma di pesce. Nuotava, |
IL RACCONTAFIABE - Seguito al "C'era una volta …" -
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Bambolina? - Cadde in mare e se la mangiarono i pesci. La | donna | scoppiò in pianto: - Maestà, non è vero! L'ha venduta alla |
IL RACCONTAFIABE - Seguito al "C'era una volta …" -
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d'acqua tutta grondante. Il Reuccio ebbe paura di quella | donna | dalla coda di pesce e si mise a strillare. Ma il pescatore |
IL RACCONTAFIABE - Seguito al "C'era una volta …" -
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darti in compenso? - Mi basta il buon cuore. La povera | donna | picchia e chiama: - Donna-pesce! O donna-pesce! - Chi mi |
IL RACCONTAFIABE - Seguito al "C'era una volta …" -
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tirato il busto e il collo, e casca morta per terra. La | donna | prese Bambolina per una mano e il Reuccio per l'altra e |
IL RACCONTAFIABE - Seguito al "C'era una volta …" -
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| Donna | Marina di Malombra alla signora Giulia De Bella Dal |
Malombra -
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si deve trovar tutto. Marina La signora Giulia De Bella a | Donna | Marina di Malombra Varese, 4 settembre Hai pigliato fuoco? |
Malombra -
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ecco la realtà che potrà surrogare una idea; ecco la | donna | meglio adatta per sostituirsi ad una larva ... Il Virey |
ABRAKADABRA STORIA DELL'AVVENIRE -
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... - La preferenza che voi mi accordate - rispose la | donna | con amabile accento - mi colmerebbe di troppa gioia, se in |
ABRAKADABRA STORIA DELL'AVVENIRE -
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- Sia fatta la vostra volontà! - rispose con tristezza la | donna | inghiottendo le pillole; - ma un buon pranzo è una grande |
ABRAKADABRA STORIA DELL'AVVENIRE -
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- rispose il Virey. E in così dire, pose innanzi alla | donna | una fotografia colorata che ritraeva l'Albani in tutto il |
ABRAKADABRA STORIA DELL'AVVENIRE -
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Presto! che tardiamo? non si perda un istante! - esclama la | donna | con voce affannata, appoggiandosi al braccio del medico. E |
ABRAKADABRA STORIA DELL'AVVENIRE -
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agli appartamenti superiori, e chiuse il passo alla | donna | esclamando con terribile voce: - Fermatevi! voi obbliate le |
ABRAKADABRA STORIA DELL'AVVENIRE -
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bianco dei denti balenava in un tremolìo di perla. - Quella | donna | mi guarda, quella donna è mia! Oh! grande Ferravilla! O mio |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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in un tremolìo di perla. - Quella donna mi guarda, quella | donna | è mia! Oh! grande Ferravilla! O mio solo ammonitore nella |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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... Eppure ... eppure come non vedere che quella era una | donna | disfatta dalla passione e che l'oggetto della sua passione |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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era affidata agli inquilini, piano per piano. Giusto, | donna | Orsolina che abitava al primo piano, era ancora incinta, |
O GIOVANNINO, O LA MORTE -
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pace alla serva Mariagrazia: quella domenica, specialmente, | donna | Orsolina non arrivava più ad abbottonarsi il vestito di |
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la coppia Ranaudo posatamente si preparava alla messa: | donna | Peppina Ranaudo, a cinquant'anni, grossa, grassa, più larga |
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grassa, più larga che lunga, con un viso roseo infantile di | donna | pingue che non ha avuto figliuoli, con la testa che si |
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interi brani da certi documenti, credendosene poi l'autore: | donna | Elisabetta Manetta, buona donna che si era maritata assai |
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credendosene poi l'autore: donna Elisabetta Manetta, buona | donna | che si era maritata assai tardi, a quarantacinque anni, e |
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ha suonato due volte". "Una, una" diceva pazientemente | donna | Elisa, infilando i mezzi guanti di reticella nera sulle |
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sbattere di porte e un andirivieni, e una forte voce di | donna | gridò: "Chiarina, Chiarina!". "Chi è?" rispose una voce da |
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"È suonata la seconda volta, la messa" gridò la voce di | donna | Gabriella, mentre ella si affibbiava un braccialetto d'oro, |
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sua stanza. "Ti vuoi perdere la messa, non è vero?" gridò | donna | Gabriella, affibbiandosi un altro braccialetto d'oro, ad |
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"Sentite chi ha il coraggio di parlare, sentite!" urlò | donna | Gabriella mentre cercava invano di abbottonarsi i pesanti |
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ribatté Chiarina, mostrandosi in sottana e bustino. | Donna | Gabriella, grande, grassa, con un viso rubicondo che la |
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nella sua stanza, per finire di vestirsi, sbatté la porta. | Donna | Gabriella fu lì lì per correrle dietro, ma si contenne per |
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letto, occupata dall'ampio letto coniugale di ottone, dove | donna | Gabriella dormiva i suoi vedovi sonni, dall'ampio armadio |
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erano tanti scatolini aperti, di pelle, di velluto, da cui | donna | Gabriella aveva tolto i grossi gioielli di cui si era |
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tre o quattro cifre, a caratteri d'inchiostro rosso. | Donna | Gabriella, che aveva sempre caldo, tanto era forte e |
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la sgridavano. "Questa ragazza mi farà crepare" disse | donna | Gabriella a Carminella, in forma di osservazione. "Offrite |
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potrebbe fare la grazia di aggiustarle la testa" borbottò | donna | Gabriella," ma mi sembra più dura del piperno". "Sono i |
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cappello di castoro nero era stato portato tutto l'inverno. | Donna | Gabriella squadrò la figliastra e aggrottò le sopracciglia: |
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"Domani..." "Va' a metterti il vestito, Chiarina" disse | donna | Gabriella. "È tardi ". "Aspetterò, ma ti devi mettere il |
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e le gentili labbra rosse tremavano di rabbia. "Sentite, | donna | Gabriella " disse a bassa voce, "che voi vogliate insultare |
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sottovoce il vostro cuore duro. Non parlate di mia madre, | donna | Gabriella. Quella sta in paradiso: e il Padre Eterno ha |
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voi ". "Per questo non ti vuoi mettere il vestito?" domandò | donna | Gabriella, soffocata dalla collera, mentre fuori il |
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pure ad Aversa". E fece per rientrare nella sua stanza: ma | donna | Gabriella la raggiunse e con la grossa mano calzata da un |
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disperatamente. "Zitta!" diceva con voce bassa e rauca | donna | Gabriella. "No, no" urlava Chiarina, per farsi sentire da |
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strillava come convulsa. Sul pianerottolo del primo piano | donna | Orsolina che chiudeva la porta, menandosi innanzi la sua |
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appoggiata a un bastone per sorreggere la sua grassezza, | donna | Peppina scendeva le scale, crollando il capo, un po' rado |
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scendeva dal secondo piano, dando il braccio a sua moglie, | donna | Elisabetta. "Elisa, hai preso il libro da messa?". |
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hai preso il libro da messa?". "Sicuro". "Perché grida | donna | Chiarina?". "L'avrà bastonata la matrigna". "Oh gioventù, |
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cercando di tranquillizzare la propria fisionomia, | donna | Gabriella scendeva a messa anche lei, seguita da Carminella |
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serrata in casa, piangente a terra la sua sorte crudele: | donna | Gabriella sapeva che gli studenti del terzo piano, che |
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orologi e anellini d'oro, la salutavano per ischerno: | donna | Gabriella, passando per la rampa del primo piano, aveva |
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passando per la rampa del primo piano, aveva sentito che | donna | Peppina Ranaudo mormorava: povera creatura, povera creatura |
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povera creatura, povera creatura ; aveva sentito, più giù, | donna | Elisabetta Manetta dire a suo marito: ma non ha un tutore? |
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tutore, cara Elisa, potrebbe intervenire...; aveva visto, | donna | Gabriella, il sorriso di scherno del cocchiere e del mozzo |
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il silente, quieto aere mattinale primaverile. Solo | donna | Orsolina, che ella incontrò sotto l'androne, cercante |
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invano di regolare il passo alla sua mandria di figli, solo | donna | Orsolina le diede un buongiorno umile, quasi piaggiatore. A |
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un buongiorno umile, quasi piaggiatore. A ogni suo parto | donna | Orsolina si era nuovamente indebitata con donna Gabriella: |
O GIOVANNINO, O LA MORTE -
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suo parto donna Orsolina si era nuovamente indebitata con | donna | Gabriella: tutto il suo tesorino di oggettini d'oro, di |
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fine, di casseruole lucenti, era in deposito all'agenzia di | donna | Gabriella, e costei minacciava sempre di porre tutto in |
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e costei minacciava sempre di porre tutto in vendita: | donna | Orsolina, la povera, non poteva neppur pagare i rinnovi, |
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capo, impallidiva, salutava con un tremito nella voce. Ma | donna | Gabriella ben sapeva che, anche in fondo a quell'umiltà, vi |
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maggiore, nella bella e vecchia chiesa piena di devoti. | Donna | Orsolina in ginocchioni, buttata sopra una sedia, pregava |
O GIOVANNINO, O LA MORTE -
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gloria , ricòrdati ". Seduti uno accanto all'altro, | donna | Olimpia e don Alfonso Ranaudo sorridevano fra loro. |
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pinzochera, che pregava rapidamente, macchinalmente; solo | donna | Gabriella ancora agitata, ancora calda d'ira, in collera |
O GIOVANNINO, O LA MORTE -
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lei. "Perché?". "Non ho voluto andarci". "Di' la verità: | donna | Gabriella ti ha maltrattata?". "No, no". "Di' la verità, |
O GIOVANNINO, O LA MORTE -
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"Le ho detto la centesima volta: o Giovannino, o la morte. | Donna | Gabriella non può udire questa parola e mi ha |
O GIOVANNINO, O LA MORTE -
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che ci parli io?". "Non ne ricavi nulla". "Chissà!". "È una | donna | vile, non apprezza che il denaro". "Il denaro è una bella |
O GIOVANNINO, O LA MORTE -
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in cui mi trovo, con la forza dell'amor tuo". "È una | donna | cattiva " mormorò lei turbata, "non ti crederà ". "Proverò |
O GIOVANNINO, O LA MORTE -
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"Gli schiaffi sono serviti a niente" osservò ridacchiando | donna | Peppina, sull'ampio ballatoio che dava sul cortile. |
O GIOVANNINO, O LA MORTE -
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dietro i figliuoli e sapendo di avere alle calcagna | donna | Gabriella. Levò il capo donn'Orsolina, vide gli innamorati, |
O GIOVANNINO, O LA MORTE -
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o distratti di tutti che fingevano di non vedere. Anche | donna | Gabriella aveva visto, entrando. Ma il silenzio indulgente, |
O GIOVANNINO, O LA MORTE -
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umile caffè. Questa roba agghiacciò tutti. "Scusi" mi disse | donna | Valentina "cosa l'è venuto in mente?" "Che vuole?" risposi. |
IL FIASCO DEL MAESTRO Chieco (Racconti musicali) -
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ardeva, l'altra sera, nel salottino giallo di | donna | Valentina. Il calorifero ci soffiava fuoco nelle gambe. La |
IL FIASCO DEL MAESTRO Chieco (Racconti musicali) -
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una fragranza così turca di sigarette di Salonicco; e poi | donna | Valentina era così africana, con quei capelli neri più |
IL FIASCO DEL MAESTRO Chieco (Racconti musicali) -
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maturo ufficiale di artiglieria, innamorati tutti e tre di | donna | Valentina, erano in ebollizione. A lei poi venivano delle |
IL FIASCO DEL MAESTRO Chieco (Racconti musicali) -
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disputò se la musica possa raccontare e descrivere, o no. | Donna | Valentina compativa nel suo languido modo indolente, con le |
IL FIASCO DEL MAESTRO Chieco (Racconti musicali) -
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capo alle due pagine di musica: R. SCHUMANN (Dall'Op. 68 ) | Donna | Valentina vide il sorriso e, perché ci conosciamo bene, |
IL FIASCO DEL MAESTRO Chieco (Racconti musicali) -
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Il vecchio signore, il giovine biondo ed io, presentammo a | donna | Valentina le nostre opere complete. "Adesso si legge" |
IL FIASCO DEL MAESTRO Chieco (Racconti musicali) -
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giovine diventò rosso e voleva riprendere il suo parto, ma | donna | Valentina non lo permise, riconobbe che la musica era una |
IL FIASCO DEL MAESTRO Chieco (Racconti musicali) -
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tempio si fa menzione fin dal secolo XI come fondato da | donna | di famiglia cospicua. Nel secolo XVIII fu ridotto alla |
MILANO IN PERCORSA IN OMNIBUS COMPILATA DA GAETANO BRIGOLA ED ILLUSTRATA DA NOTIZIE STORICHE ED ARTISTICHE DA FELICE VENOSTA -
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cavalieri grandi di Spagna di prima classe come lei, stava | Donna | Anna di Medina Cœli. L'occhio grigio dal lampo d'acciaio, |
LEGGENDE NAPOLETANE -
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con trasporto. Solo per questo ella aveva consentito che | Donna | Mercede de las Torres, sua nipote di Spagna, sostenesse una |
LEGGENDE NAPOLETANE -
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di Spagna, sostenesse una parte nella rappresentazione. | Donna | Mercede, giovane, bruna, dai grandi occhi lionati, dai neri |
LEGGENDE NAPOLETANE -
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nelle sale del palazzo Medina; si guardavano, | Donna | Mercede fremente di gelosia, l'occhio nero covante fuoco, |
LEGGENDE NAPOLETANE -
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smorta, rodendo un freno che la sua libera anima aborriva; | Donna | Anna, pallida di odio, muta nella sua collera; si |
LEGGENDE NAPOLETANE -
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impassibile e fredda Donn'Anna, agitata e febbrile | Donna | Mercede. Scambiavano rade ed altere parole. Ma se la |
LEGGENDE NAPOLETANE -
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si gloriano del numero degli amanti - rispondeva vivamente | Donna | Mercede. - Voi siete l'amante di Gaetano Casapesenna, Donna |
LEGGENDE NAPOLETANE -
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Donna Mercede. - Voi siete l'amante di Gaetano Casapesenna, | Donna | Mercede. - Voi lo foste, Donn'Anna. - Voi obliaste ogni |
LEGGENDE NAPOLETANE -
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ritegno, ogni pudore, dandoci vostro amore a spettacolo, | Donna | Mercede. - Voi tradiste il duca di Medina Cœli, mio nobile |
LEGGENDE NAPOLETANE -
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egli non vi ama, Donn'Anna. Vinceva la bollente spagnuola e | Donna | Anna si consumava dalla rabbia. Ma egualmente l'odio |
LEGGENDE NAPOLETANE -
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della duchessa contro cui s'infrangeva ogni slancio di | Donna | Mercede, tormentava la spagnuola. Esse avevano nel cuore un |
LEGGENDE NAPOLETANE -
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di amore e di odio. Donn'Anna celava il suo spasimo, ma | Donna | Mercede lo rivelava nelle convulsioni del suo spirito e del |
LEGGENDE NAPOLETANE -
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spirito e del suo corpo. La duchessa agonizzava sorridendo; | Donna | Mercede agonizzava, piangendo e strappandosi i neri |
LEGGENDE NAPOLETANE -
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dove era il convento. Invano Gaetano di Casapesenna cercò | Donna | Mercede in Italia, in Francia, in Ispagna ed in Ungheria, |
LEGGENDE NAPOLETANE -
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ma la stessa compassione di quelle illustri ragazzone. | Donna | Adelasia e donna Gesumina, che avevano sempre biasimato il |
Giacomo l'idealista -
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compassione di quelle illustri ragazzone. Donna Adelasia e | donna | Gesumina, che avevano sempre biasimato il sistema rigido e |
Giacomo l'idealista -
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inglesi, via, il risultato non poteva essere piú desolante. | Donna | Cristina, piú di ogni cosa al mondo, temeva le grandi |
Giacomo l'idealista -
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e grande e terribile per tutti. Quando Giacinto seppe che | donna | Fulvia di Breno era interessata a fargli del bene, le |
Giacomo l'idealista -
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di suppliche e di tenerezze. L'antica amicizia, che legava | donna | Fulvia a mammà, aveva abituato il giovine conte a |
Giacomo l'idealista -
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giovanile, quando gli occhi del ragazzo cercano nella | donna | un'esperienza matura e non barcollante. "Dica a mammà" le |
Giacomo l'idealista -
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e non mi lascio piú vedere, come un esploratore qualunque". | Donna | Fulvia rispondeva, sempre in nome di mammà, che lo scoglio |
Giacomo l'idealista -
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che, dopo il Signore e la Madonna e i Santi, veneravano | donna | Adelasia e donna Gesumina quasi come il Papa, sentivano |
Giacomo l'idealista -
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Signore e la Madonna e i Santi, veneravano donna Adelasia e | donna | Gesumina quasi come il Papa, sentivano l'obbligo di |
Giacomo l'idealista -
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biscotti li comperavano prima di salutare Maria Santissima. | Donna | Gesumina, nella sua vecchia innocenza molto ben conservata, |
Giacomo l'idealista -
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sfuggono all'inesperienza d'una zitella; e per parte sua, | donna | Adelasia, mentre si sentiva lusingata da questa affezione |
Giacomo l'idealista -
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degli inviti straordinari, pure era tale la deferenza di | donna | Gesumina per donna Adelasia che, senza accorgersi, vedeva, |
Giacomo l'idealista -
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pure era tale la deferenza di donna Gesumina per | donna | Adelasia che, senza accorgersi, vedeva, pensava e parlava |
Giacomo l'idealista -
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dove passavano gran parte delle loro tranquille giornate. | Donna | Gesumina, per rompere la tetraggine del tempo, ripeteva sul |
Giacomo l'idealista -
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delle dame inglesi, la bellezza di quarant'anni fa; quando | donna | Adelasia che ricamava a un telaio presso la vetriata, sorse |
Giacomo l'idealista -
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po', Gesumina, chi arriva con questo tempo. La carrozza di | donna | Cristina entrava in quel momento nel cortile sotto una |
Giacomo l'idealista -
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sala, capirono che qualche cosa di grosso era nell'aria. - | Donna | Cristina, con questo tempo? non è mica successa una |
Giacomo l'idealista -
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con questo tempo? non è mica successa una disgrazia . | Donna | Adelasia invitò la parente a prendere posto nell'angolo a |
Giacomo l'idealista -
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destra, dove essa soleva ricevere il lunedí e il mercoledí. | Donna | Gesumina riceveva ogni giovedí nell'angolo a sinistra. Le |
Giacomo l'idealista -
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nel gran rispetto che le due dame avevano per la virtú di | donna | Cristina di San Zeno, nipote d'un vescovo, una delle piú |
Giacomo l'idealista -
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piangere cosí amaramente da far temere una crisi di nervi. | Donna | Adelasia afferrò subito la gravità della disgrazia e |
Giacomo l'idealista -
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davanti ai buoi? - chiese la maggiore delle due sorelle. | Donna | Gesumina, che nella sua semplicità di spirito non poteva |
Giacomo l'idealista -
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piú liberamente. - Se Giacinto fosse un servitore - riprese | donna | Adelasia, interpretando il lungo silenzio della contessa |
Giacomo l'idealista -
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- Sicuro, Madonna benedetta! - fece dal suo cantuccio | donna | Gesumina, che cominciava a capire qualche cosa. - Noi |
Giacomo l'idealista -
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vuoto del salone. - Ci sono doveri e doveri, non è vero, | donna | Cristina? - insinuò donna Adelasia. - Ho io mancato al |
Giacomo l'idealista -
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sono doveri e doveri, non è vero, donna Cristina? - insinuò | donna | Adelasia. - Ho io mancato al dovere di madre? - uscí a dire |
Giacomo l'idealista -
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combattuto tutta la vita. La nobiltà ha i suoi doveri, sí, | donna | Adelasia; ma nessun dovere si compie bene, se manca la |
Giacomo l'idealista -
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Il tono doloroso, non privo di dignità, col quale | donna | Cristina pronunciò queste parole, sgomentò non poco le due |
Giacomo l'idealista -
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- chiese la madre, stendendo la mano in segno di pace a | donna | Adelasia. I progetti messi innanzi e discussi furono molti. |
Giacomo l'idealista -
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dispetto e di fastidio. Sandro l'aveva tradita. C'era una | donna | nella vita di lui, una donna che doveva piacergli più di |
Un fatto di cronaca -
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l'aveva tradita. C'era una donna nella vita di lui, una | donna | che doveva piacergli più di lei poiché per quella l'aveva |
Un fatto di cronaca -
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della | donna | sull'avvenire di un popolo — Lo spirito femminile — L'uomo |
Vita intima -
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di un popolo — Lo spirito femminile — L'uomo e la | donna | — Loro dif- ferenza — L'educazione femminile — La missione |
Vita intima -
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dif- ferenza — L'educazione femminile — La missione della | donna | — La cultura della donna — La donna e la poesia della casa |
Vita intima -
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femminile — La missione della donna — La cultura della | donna | — La donna e la poesia della casa — I diritti dei genitori |
Vita intima -
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— La missione della donna — La cultura della donna — La | donna | e la poesia della casa — I diritti dei genitori per |
Vita intima -
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e il buon senso, portarono a concludere, che la | donna | istruita e saggiamente educata, ha una grande, |
Vita intima -
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togliendogli la facoltà di illuminare. In questo secolo la | donna | fu definita: « una creatura uguale all'uomo per quanto a |
Vita intima -
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di quella dell' uomo. Nel cuore e nello spirito della | donna | istruita e seriamente educata, hanno in gran parte culla e |
Vita intima -
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il ricordo del tempo in cui, filosofi e poeti chiamavano la | donna | ora angelo e ora demone; in cui la società tutta quanta, |
Vita intima -
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offesa e insulto d'ogni momento, adesso è successo per la | donna | un sentimento di stima, di rispetto, di affetto vero e |
Vita intima -
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cui, in concilio, si lanciava seriamente la domanda, se la | donna | avesse un'anima. Per chi sente e pensa, adesso, la donna é |
Vita intima -
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la donna avesse un'anima. Per chi sente e pensa, adesso, la | donna | é un essere uguale a l'uomo per quanto da lui differente. |
Vita intima -
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corrispondenti diritti e doveri. L'uomo d'oggi vuole nella | donna | la compagna; cioè una creatura, che come lui possieda i |
Vita intima -
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nell'uomo guidata da calcolo e interesse personale e nella | donna | dal sentimento e dalla passione ? L'uomo giudica per |
Vita intima -
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e dalla passione ? L'uomo giudica per riflessione, la | donna | per istinto. L' uomo vede il vero; la donna lo sente. |
Vita intima -
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riflessione, la donna per istinto. L' uomo vede il vero; la | donna | lo sente. L'uomo è assennato per logica, la donna per |
Vita intima -
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vero; la donna lo sente. L'uomo è assennato per logica, la | donna | per ispirazione. Ciò che per l'uomo è giustizia, per la |
Vita intima -
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per ispirazione. Ciò che per l'uomo è giustizia, per la | donna | è quasi sempre carità ; la filo- sofia della donna è |
Vita intima -
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per la donna è quasi sempre carità ; la filo- sofia della | donna | è filosofia del sentimento, il cuore della donna aspira |
Vita intima -
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della donna è filosofia del sentimento, il cuore della | donna | aspira alle affezioni esclusive, di modo che in essa |
Vita intima -
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della patria e dell'umanità: l'uomo ha il potere, la | donna | ha i diritti. E tutto ciò è giusto perchè è nell'ordine |
Vita intima -
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Questo ora l'uomo sente e ca- pisce e vuole nella | donna | non la schiava, non l'idolo, non la serva, ma la compagna. |
Vita intima -
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de- lusione. L'uomo di adesso sa valutare i pregi della | donna | e trova in essa valido aiuto, consigli, incoraggiamenti, |
Vita intima -
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aiuto, consigli, incoraggiamenti, riposo. E vuole nella | donna | sua la reggitrice, la regina della famiglia. Ma una |
Vita intima -
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andati. Poi che l'ideale della famiglia come quello della | donna | è oggi assai diverso dall'ideale che se ne facevano i |
Vita intima -
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a tutto quanto non fosse l'azienda domestica. Ma la | donna | moderna non può nè deve essere una semplice Cenerentola, |
Vita intima -
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chi sostiene, che lo studio ed il sapere possano deviare la | donna | dalle occupazioni, dai piaceri della famiglia. La donna |
Vita intima -
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la donna dalle occupazioni, dai piaceri della famiglia. La | donna | dell'Inghilterra, dove, circa cinquant'anni fa, si produsse |
Vita intima -
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molto saggiamente educata e buona massaia ad un tempo. La | donna | americana, nei grandiosi collegi di New- York, del |
Vita intima -
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Nei collegi universitarii di Oxford e di Cambridge, la | donna | si abilita nelle arti e nelle scienze, e non per questo si |
Vita intima -
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possano urtare contro l'onestà e il buon costume. Così la | donna | è quivi come in America, tenuta in alta stima; ed è spesso |
Vita intima -
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consentanea a la sua natura. Chi negherebbe che più la | donna | coltiva il suo spirito, più diminuisce la sua ignoranza, e |
Vita intima -
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suo scopo e nei suoi doveri e più si fa virtuosa? ... La | donna | saggiamente istruita e educata, sente in tutta la sua |
Vita intima -
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piccole umili cose, poesia ascosa e gentile, di cui la | donna | è la vera ispiratrice; è la poesia della casa e della |
Vita intima -
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ragioni per far valere e appoggiare la sua domanda ? La | donna | ha o non ha -- si disse nel secolo XIX -- il diritto di |
Vita intima -
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giustizia e sopratutto la stima dell'uomo per la donna. La | donna | amata di amore dignitoso e elevato, stimata nel suo giusto |
Vita intima -
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fino a vedere e sentire con gli occhi e con il cuore della | donna | amata e stimata, finisce per lasciarsi a sua volta |
Vita intima -
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per la riforma femminile, non pensò certo di strappare la | donna | al suo centro naturale, che è quello degli affetti ; ma |
Vita intima -
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soddisfazione generosa, acchetano e addolciscono. E più la | donna | è istruita, più sa e più ha l'animo temprato al coraggio, |
Vita intima -
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Avvenne ciò che avviene sovente nelle presentazioni. | Donna | Clara pronunziò il nome di lui con tono così fievole, ch'io |
Il maleficio occulto -
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non saprei per qual ragione, mi dispiaceva profondamente. | Donna | Clara, durante la nostra conversazione, si sarebbe detta |
Il maleficio occulto -
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dentro di me del caso singolare; e la nervosità insolita di | donna | Clara mi distraeva sovente. Le lanciavo delle occhiate per |
Il maleficio occulto -
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del Don Giovanni Giovanni- Andiamo via, - osservò | donna | Clara. - Volete scherzare. - Niente affatto. E avendo io |
Il maleficio occulto -
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di mineralogia, perché il Commendatore era di pietra. | Donna | Clara sorrise, ma l'incognito che avevo di fronte non ebbe |
Il maleficio occulto -
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per sempre, ed il cuore mi si allargò. Gli occhi grigi di | donna | Clara, di sotto le lunghe ciglia sfavillarono, gettandomi |
Il maleficio occulto -
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guastandomi intera la serata, impedendomi di parlare a | donna | Clara con la intimità che ella mi aveva concessa, |
Il maleficio occulto -
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mano. Fortunatamente io commisi un'altra storditaggine. | Donna | Clara, che sentiva una inimicizia spontanea e reciproca |
Il maleficio occulto -
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or sono... - mormorò il gentiluomo incognito rivolgendosi a | donna | Clara. - Sicuro - disse quella misteriosamente, non |
Il maleficio occulto -
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a spiegare l'enigma di quel disagio che aveva afferrato | donna | Clara e il mio interlocutore. Alzando gli occhi, vidi che |
Il maleficio occulto -
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- L'assassinio di una baronessa..... - Scusate - disse | donna | Clara rapidamente. - Volete favorirmi l'albo che è sulla |
Il maleficio occulto -
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strada. Quando rientrai alfine nella sala grande, vidi | donna | Clara che passeggiava innanzi e indietro, come sanno |
Il maleficio occulto -
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di minerali era scomparso. - Che avete fatto? - esclamò | donna | Clara. - Ho cercato e non ho trovato nulla - risposi con |
Il maleficio occulto -
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testa lunga dal naso rostrato. - Ma prima di tutto, | donna | Clara - osservai, puntando io pure il dito contro la |
Il maleficio occulto -
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fatto andar via; non vi basta? Volete seguitar con me? - | Donna | Clara...... - Fate finta di non sapere chi fosse! Non ve |
Il maleficio occulto -
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Non ve l'ho presentato? A che servono le presentazioni? - | Donna | Clara, è quello che andavo chiedendomi: a che servono le |
Il maleficio occulto -
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bisogna raccontarla, amica mia. Vedevo che a poco a poco | donna | Clara si lasciava vincere dalla sua naturale festosità; e |
Il maleficio occulto -
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posto di poco prima, innanzi alla poltrona del dilettante. | Donna | Clara mi raggiunse e sedette sul largo divano, al mio |
Il maleficio occulto -
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elettriche; ma quasi avesse sentito il mio sguardo, | donna | Clara si ricompose prestamente e mi fissò con gli occhi |
Il maleficio occulto -
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del mordace liquore; ma senza curarmene, guardai fisso | donna | Clara; poi, alzandomi, cominciai a passeggiare per la |
Il maleficio occulto -
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con quella testa equina....! - Amico mio - interruppe | donna | Clara - calmatevi.... Ho suonato perché vengano a ripulire |
Il maleficio occulto -
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Andai a sedermi innanzi al pianoforte, volgendo le spalle a | donna | Clara e vi rimasi finche non udii richiudersi la porta |
Il maleficio occulto -
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sentii sulle spalle premere dolcemente le piccole mani di | donna | Clara. - Ve l'avevo detto, che un giorno avrei dovuto |
Il maleficio occulto -
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- Oh Clara! - esclamai, rivolgendomi e avvinghiando la | donna | con le braccia attorno al busto. - Clara, dammi ancora la |
Il maleficio occulto -
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continuai, seduto sullo sgabello del pianoforte, mentre la | donna | stava a qualche passo da me, in piedi, addossata all'uscio |
Il maleficio occulto -
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che barba, che naso! - Non cercavo un Apollo - interruppe | donna | Clara seccata. - Ah lo si vede, non dubitate; si vede |
Il maleficio occulto -
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visto oggi per la prima volta!... Che cosa siete diventato? | Donna | Clara inoltrò, lanciandomi uno sguardo severo. Io le presi |
Il maleficio occulto -
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la baciai e la abbandonai, senza tentar più d'attirar la | donna | a me. - Avete ragione - dissi poi, sono in un periodo |
Il maleficio occulto -
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della forma ci ha attratti. Non è vero? Non è così? La | donna | tacque. - Non crediate che questo preambolo ci conduca a |
Il maleficio occulto -
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il barone.... Devo andarmene? - aggiunsi, vedendo che la | donna | rimaneva in piedi. - Se credete. E' tardi. E domani |
Il maleficio occulto -
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Giovanni Affaitati si trovava in casa, nel salone insieme a | donna | Gabriella, per cercare di vincere la crudeltà ostinata |
O GIOVANNINO, O LA MORTE -
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e un giorno, senza dirglielo, scrisse una lettera a | donna | Gabriella, chiedendole un colloquio. Strano a dirsi; la |
O GIOVANNINO, O LA MORTE -
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"Il tuo innamorato mi ha scritto" disse a un tratto | donna | Gabriella. "Ah!" fece l'altra, cercando di reprimere un |
O GIOVANNINO, O LA MORTE -
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odore acuto di conserva di pomodoro veniva dai balconi di | donna | Peppina Ranaudo; la indolente grassona usciva ogni tanto |
O GIOVANNINO, O LA MORTE -
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non le pareva che da quel colloquio di Giovannino con | donna | Gabriella dovesse uscir nulla di buono. Era in attesa |
O GIOVANNINO, O LA MORTE -
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i suoi nervi, da venti ore: ella non aveva avuto da quella | donna | un solo beneficio, mai: ella le doveva tutte le sue |
O GIOVANNINO, O LA MORTE -
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guardò nello specchio senza vedersi e si avviò al salone. | Donna | Gabriella, vestita di una vestaglia bianca, carica di |
O GIOVANNINO, O LA MORTE -
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anche di più il colorito rosso mattone delle grosse guance. | Donna | Gabriella portava agli orecchi due magnifici solitari e |
O GIOVANNINO, O LA MORTE -
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quella viva tinta della grossa faccia. Gli occhi di | donna | Gabriella erano luccicanti. Seduto sopra una poltroncina |
O GIOVANNINO, O LA MORTE -
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il cuore sotto la gola. "Vieni qua, Chiarina mia" disse | donna | Gabriella con insolita dolcezza. Di nuovo, senza una |
O GIOVANNINO, O LA MORTE -
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matrigna. "Ti ho voluto far contenta" pronunziò lentamente | donna | Gabriella, "Poiché pare che ci stia la volontà di Dio, e |
O GIOVANNINO, O LA MORTE -
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una santa decisione" disse quella benevola grassona di | donna | Peppina Ranaudo, mentre contrattava, sul pianerottolo, un |
O GIOVANNINO, O LA MORTE -
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serva pinzochera. "È una combinazione" mormorò bonariamente | donna | Orsolina, che aveva bisogno di stare bene con tutti, "ogni |
O GIOVANNINO, O LA MORTE -
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si sarebbero mangiati questi confetti. Don Vincenzo e | donna | Elia Manetta, un giorno, sotto l'arco del portone, mentre |
O GIOVANNINO, O LA MORTE -
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come per combinazione, si univa alle due donne senza che | donna | Gabriella facesse alcuna osservazione e le accompagnava |
O GIOVANNINO, O LA MORTE -
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al palco. In verità, a tutti i colloqui dei due innamorati, | donna | Gabriella era sempre presente, non si allontanava un |
O GIOVANNINO, O LA MORTE -
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dare una forma al tremito nervoso che le agitava le mani: | donna | Gabriella, ora in vestaglia rosa, ora in vestaglia azzurra, |
O GIOVANNINO, O LA MORTE -
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la sera insieme: ma Chiarina era sempre un po' nervosa e | donna | Gabriella sbadigliava, dimenticandosi di agitare il suo |
O GIOVANNINO, O LA MORTE -
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a se stessa, la fanciulla. "Eccolo" diceva, a voce alta, | donna | Gabriella. Era Giovannino che passava a quell'ora, per |
O GIOVANNINO, O LA MORTE -
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la fanciulla, quietamente. "A spender denari" borbottava | donna | Gabriella. Chiarina la guardava in faccia, ma senza dirle |
O GIOVANNINO, O LA MORTE -
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ostinato, pronto all'emozione, ma non facile a dimenticare. | Donna | Gabriella, annoiata, picchiava col suo ventaglio sul |
O GIOVANNINO, O LA MORTE -
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in cucina. "Diciamoci questo santo rosario" mormorava | donna | Gabriella, senza muoversi dalla sua poltrona, dove stava |
O GIOVANNINO, O LA MORTE -
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e il viso sulle mani: poi cominciava a dire il Mistero. | Donna | Gabriella ascoltava, attentamente, movendo un po' le labbra |
O GIOVANNINO, O LA MORTE -
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Maria" continuavano a dire, finendo l'Ave, le due donne, | donna | Gabriella a voce alta. Chiarina sottovoce. Quando |
O GIOVANNINO, O LA MORTE -
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appoggiandosi alla sedia come la serva Carminella. Solo | donna | Gabriella restava seduta. potendo difficilmente |
O GIOVANNINO, O LA MORTE -
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di Chiarina, curvata a pregare, si vedevano trasalire. | Donna | Gabriella si fermava dal dire le litanie, distratta. E la |
O GIOVANNINO, O LA MORTE -
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la matrigna, tale una cortesia di modi, che questa feroce | donna | grassa, bitorzoluta e coperta d'oro, pareva incantata. Ora, |
O GIOVANNINO, O LA MORTE -
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cucina, roba impegnata e mai spegnata: come i vestiti di | donna | Gabriella: come le gemme e l'oro che portava addosso donna |
O GIOVANNINO, O LA MORTE -
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donna Gabriella: come le gemme e l'oro che portava addosso | donna | Gabriella. Lacrime e sangue di povera gente, come tutte le |
O GIOVANNINO, O LA MORTE -
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nostra" disse Giovannino con la sua voce da seduttore. | Donna | Gabriella si faceva vento, estasiata. Poi, chiamata, lasciò |
O GIOVANNINO, O LA MORTE -
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il palazzo, il giorno seguente, parlava della generosità di | donna | Gabriella, che faceva fare a Chiarina un corredo degno |
O GIOVANNINO, O LA MORTE -
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di lagrime, una fantastica sottana di sangue... e che | donna | Gabriella e Giovannino di ciò ridessero assai, assai. Ci |
O GIOVANNINO, O LA MORTE -
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toelette di mogano col marmo grigio" suggeriva maternamente | donna | Gabriella. "Anche la toelette , naturalmente, e una bella |
O GIOVANNINO, O LA MORTE -
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quello che vuoi, sta' tranquilla ". Si lasciarono turbati. | Donna | Gabriella stava in piedi, nella stanza da pranzo, come se |
O GIOVANNINO, O LA MORTE -
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E intanto, dovunque andava, sentiva dir bene della bontà di | donna | Gabriella, una santa donna, che dopo aver dato alla |
O GIOVANNINO, O LA MORTE -
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che discorreva di quelle tetre cose. "L'ufficio" diceva | donna | Gabriella, quando voleva nominare l'agenzia. "L'ufficio" |
O GIOVANNINO, O LA MORTE -
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di Chiarina, ogni volta che cominciavano questo discorso. | Donna | Gabriella si lagnava amaramente che quelle streghe di |
O GIOVANNINO, O LA MORTE -
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queste brutte scellerate che lavoro fanno?" soggiungeva | donna | Gabriella quasi arrabbiandosi, "aspettano il povero |
O GIOVANNINO, O LA MORTE -
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Una sera, per spiegare meglio a Giovannino certe cose, | donna | Gabriella andò a prendere di là, i registri dell'agenzia. I |
O GIOVANNINO, O LA MORTE -
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domata. Tutta la sera, piegati sui grossi libri sudici, | donna | Gabriella e Giovannino stettero a studiare il crudele |
O GIOVANNINO, O LA MORTE -
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a conti fatti, l'oggetto resta a noi" finì trionfalmente | donna | Gabriella, richiudendo il suo grosso e sudicio libro. "È |
O GIOVANNINO, O LA MORTE -
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supplichevoli occhiate della sua fidanzata, egli chiese a | donna | Gabriella di prestargli quei libri, solo pel giorno |
O GIOVANNINO, O LA MORTE -
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subito tutto, si faceva esperto, dava dei consigli pratici; | donna | Gabriella lo guardava con l'occhio intenerito. E, |
O GIOVANNINO, O LA MORTE -
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verso le dieci si recò all'agenzia, dove troneggiava | donna | Gabriella, e vi restò sino alle dodici. Finì per andarvi |
O GIOVANNINO, O LA MORTE -
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e rapace accumulatore di soldi, di mezze lire, di lire, che | donna | Gabriella era in uno stato di beatitudine. Ora, per andare |
O GIOVANNINO, O LA MORTE -
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non ricompariva. "Carminella, che fa Chiarina?" chiese | donna | Gabriella alla serva che aveva chiamata. "Sta dicendo le |
O GIOVANNINO, O LA MORTE -
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Chiarina "Andate andate, Giovannino, contentatela" fece | donna | Gabriella con la sua aria di protezione materna. "Per |
O GIOVANNINO, O LA MORTE -
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terrazzo del primo piano, la serva della bella grassona, | donna | Peppina Ranaudo, tirava su faticosamente un secchio |
O GIOVANNINO, O LA MORTE -
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tutte le finestre, tutti i pianerottoli s'illuminarono: | donna | Gabriella urlava dalla terrazzetta urlava: "S'è buttata nel |
O GIOVANNINO, O LA MORTE -
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a tirare. Pesava. Egli portava il corpo. A un certo punto, | donna | Peppina Ranaudo che singhiozzava gridò: "Morta o viva?". |
O GIOVANNINO, O LA MORTE -
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due sorelle, | donna | Caterina e donna Concetta, erano sedute dirimpetto, da un |
IL PAESE DI CUCCAGNA -
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due sorelle, donna Caterina e | donna | Concetta, erano sedute dirimpetto, da un lato e dall'altro |
IL PAESE DI CUCCAGNA -
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due grossi sedani. Con un'occhiata, la servetta interrogò | donna | Caterina, sulla sorte dei maccheroni che restavano in fondo |
IL PAESE DI CUCCAGNA -
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mortificate. - Non sei andata al lavoro, oggi? - domandò | donna | Caterina a Nannina. - Ci sono andata. - rispose subito, |
IL PAESE DI CUCCAGNA -
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così siamo venute… - Da chi lo voleva, il favore? - disse | donna | Concetta, levando il capo dalla coltre. - Da voi, proprio, |
IL PAESE DI CUCCAGNA -
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perduta la lingua? Di che si tratta? - chiese, ridendo, | donna | Concetta. - Ecco, donna Concettina, ora ve lo dico io - |
IL PAESE DI CUCCAGNA -
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che si tratta? - chiese, ridendo, donna Concetta. - Ecco, | donna | Concettina, ora ve lo dico io - riprese la biondina |
IL PAESE DI CUCCAGNA -
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dovrebbe trovare qualcuno che garantisse lei… - borbottò | donna | Concetta. - Ma a che ti serve questo vestito? Quello che |
IL PAESE DI CUCCAGNA -
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per l'amica. - Anch'io ci ho avuto l'innamorato, - replicò | donna | Concetta - e non se ne vergognava, quando io era mal |
IL PAESE DI CUCCAGNA -
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allarmata. - Al più, al più, - disse levando il capo, | donna | Concetta - io posso darti a credito della lanetta per farti |
IL PAESE DI CUCCAGNA -
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colore deve essere, questa lanetta? -chiese maternamente | donna | Concetta. - O blù marino, o verde bottiglia… blù marino mi |
IL PAESE DI CUCCAGNA -
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- E non si scolorisce tanto facilmente, - finì di dire | donna | Concetta. - Quanti metri te ne servono? La ragazza contava |
IL PAESE DI CUCCAGNA -
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- Cinque canne? Gesù! Già, te lo vorrai fare alla moda? - | Donna | Concettì, compatite… - rispose sorridendo Antonietta. - Va |
IL PAESE DI CUCCAGNA -
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s'avventurò a dire la sartina. - Senti, figlia mia, - disse | donna | Concetta, - io vengo domani, che è sabato, dalla sarta a |
IL PAESE DI CUCCAGNA -
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- Però sei sempre a tempo di non farne niente, - conchiuse | donna | Concetta, gelidamente, riabbassando il capo, per trapuntare |
IL PAESE DI CUCCAGNA -
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diciotto? - Ci vediamo domani, - disse licenziandola, | donna | Concetta. - E portate la roba? Portate i danari? - A questo |
IL PAESE DI CUCCAGNA -
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non trovando più forza né di parlare, né di sorridere. Una | donna | che saliva, in fretta, le urtò, borbottò uno scusate |
IL PAESE DI CUCCAGNA -
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alla fine, eh? Dà qua. - Voi avete voglia di scherzare, | donna | Concetta mia, - disse la misera, abbozzando un pallido |
IL PAESE DI CUCCAGNA -
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ma che! - E tu perché ti fai mangiare i denari? - domandò | donna | Concetta, cedendo al suo bisogno di far predica di saggezza |
IL PAESE DI CUCCAGNA -
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- Sei una bestia, ecco quello che sei. - Ma come, | donna | Concè? - gridò desolatamente Carmela; non ho da dare un |
IL PAESE DI CUCCAGNA -
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gli ho da negare i cinque o sei soldi! Con che core, | donna | Concetta mia? - È Raffaele che ti spolpa, è Raffaele! - |
IL PAESE DI CUCCAGNA -
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faceste questa carità, voi! - Tu sei pazza, figlia mia. - | Donna | Concetta, donna Concetta, che vi fanno a voi, dieci lire? E |
IL PAESE DI CUCCAGNA -
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carità, voi! - Tu sei pazza, figlia mia. - Donna Concetta, | donna | Concetta, che vi fanno a voi, dieci lire? E io ve le |
IL PAESE DI CUCCAGNA -
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un centesimo a nessuno. Non mi fate buttare sulla strada, | donna | Concetta, fatelo per chi vi è andato in paradiso! - No, no, |
IL PAESE DI CUCCAGNA -
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avrò restituito le dieci lire. - Io non impegno, - rispose | donna | Concetta, dopo aver sogguardato gli orecchini. - Ma non è |
IL PAESE DI CUCCAGNA -
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tre o quattro lire. Fatelo solo per questa volta, | donna | Concetta, la Madonna vi guarda dal cielo! E convulsamente |
IL PAESE DI CUCCAGNA -
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li guardava ancora, intensamente, licenziandosi da loro. | Donna | Concetta li prese con una smorfia di disgusto: con sua |
IL PAESE DI CUCCAGNA -
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le dicesse di sì, col battere delle palpebre. Muta rigida, | donna | Concetta si levò, portando via gli orecchinelli, entrando |
IL PAESE DI CUCCAGNA -
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e chiudere dei cassetti, con intervalli di silenzio. Poi, | donna | Concetta ricomparve. Portava nella mano due rotoletti di |
IL PAESE DI CUCCAGNA -
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quello che fate a me. - Va bene, va bene. - conchiuse | donna | Concetta, rimettendosi al lavoro. - Ma ti avverto che io |
IL PAESE DI CUCCAGNA -
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- disse Caterina, che aveva l'occhio acuto. - Già, - disse | donna | Concetta. - Ma Carmela pagherà, è una buona figliuola. Di |
IL PAESE DI CUCCAGNA -
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il tagliatore di guanti… - Bel galantuomo! - esclamò | donna | Concetta, mettendo una striscetta di carta nel suo anello |
IL PAESE DI CUCCAGNA -
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bellissimo regalo. - Non v'incomodate, - disse ironicamente | donna | Concetta. - Se non li prestate a me, questi soldi, a chi li |
IL PAESE DI CUCCAGNA -
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garantisce per voi, io vi do i denari, - disse subito | donna | Concetta. - E allora me li darebbe lui, - obbiettò lo |
IL PAESE DI CUCCAGNA -
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mie. - Bè, ci vediamo domani. Sapete l'interesse? - disse | donna | Concetta. - Quello che voi volete, - replicò galantemente |
IL PAESE DI CUCCAGNA -
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al caffettiere. Eppoi è gobbo: porta fortuna, - soggiunse | donna | Concetta. - Se ci portasse fortuna, dovrebbe finire per noi |
IL PAESE DI CUCCAGNA -
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e il vivace candore del mattino. Ad incontrarlo mosse una | donna | vestita di tunica bianca, le chiome raccolte in una |
ABRAKADABRA STORIA DELL'AVVENIRE -
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vermiglio delle labbra, l'ebano delle chiome, rivelavano la | donna | sotto la effige dell'angelo. - Che cercate, o fratello, |
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cercate, o fratello, nella casa di benedizione? - chiese la | donna | all'Albani con soavissimo accento. - Io cerco - rispose il |
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di fratello consolatore. - Il ministro è assente - disse la | donna | - ma egli sarà di ritorno fra poco. Noi dobbiamo uscire |
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... - Fidelia! ... Il nome che voi profferite - disse la | donna | - mi dà a conoscere il vostro ... Voi siete l'Albani ... il |
ABRAKADABRA STORIA DELL'AVVENIRE -
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le tue colpe, prevenendoti col mio perdono. La | donna | che si consacra ad un uomo per tutta la vita, non solo deve |
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il di lui passato, ma anche il di lui avvenire. In ciò la | donna | è più sublime di Dio! Così parlando, Fidelia chinò le |
ABRAKADABRA STORIA DELL'AVVENIRE -
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voluttà dell'amore, quand'egli non sia ben certo che questa | donna | non abbia mai appartenuto ad alcuno ... - E potrei io |
ABRAKADABRA STORIA DELL'AVVENIRE -
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una volta una povera | donna | rimasta vedova con un figliolino al petto. Era di cattiva |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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come se avesse capito, e non strillò più. Allora la povera | donna | si persuase che quel figliolino doveva avere una gran |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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la sua discendenza fosse sparito. Gli occhi della povera | donna | parevano un fiume. Andava attorno tutta la giornata, |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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Le cento lire, le mille lire erano subito lì. La buona | donna | non si teneva questa fortuna per sé sola; faceva spesso la |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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di terra cotta e lo ridusse in mille pezzi. Alla povera | donna | parve di vedersi squarciare sotto gli occhi il figliolino |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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e un giorno le spie gli condussero dinanzi ammanettata la | donna | del bambino rubato: Era lei che aveva detto: "Soldino mio, |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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suo soldo bucato. Il Re non ne sapeva nulla; ma la povera | donna | rispose subito: - Eccolo qui. Sentita la storia di quel |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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a salutar la padrona di casa. "Che orrore, eh?" disse | donna | Giulia. Presentò Silla e riprese: "Che orrore, cara te!" |
Malombra -
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le fantasie sensuali, a mostrar loro negli occhi d'una | donna | certi languori, certi ardori che forse non ci sono. Tre o |
Malombra -
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neh, Laura?" le disse la padrona di casa. "Cara..." rispose | donna | Laura che badava ad altro. "Giboyer, neh?" "Oh giusto!" |
Malombra -
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"Ah, sicuro, perché ci stai sopra." "Ora capisco!" esclamò | donna | Laura. "Altro che orrore. Me l'ha detto mio marito. Vi |
Malombra -
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che stava preparando il thè, corse rossa rossa incontro a | donna | Milla Mirelli, una bella piccina, rotonda, pallida, con gli |
Malombra -
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sera." Tutti si erano ricomposti, facevano ressa intorno a | donna | Mina per salutarla, con un fervore insolito. Giulia tornò |
Malombra -
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dirgli in segreto che lo approvava, che la Desclée era la | donna | da lei più invidiata sulla terra, che quella gente lì non |
Malombra -
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di thè vuota. "Guarda l'Antonietta" disse una signora a | donna | Mina. "Adesso comincia a parlar d'amicizia. Non credi?" "Ma |
Malombra -
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a parlar d'amicizia. Non credi?" "Ma lui, chi è?" rispose | donna | Mina, distratta. "Un certo Silla, nipote di filandieri, |
Malombra -
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gli si strinsero attorno insistendo con la voce e il gesto. | Donna | Giulia gli mandò senza muoversi una delle sue vocine |
Malombra -
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stupendamente. "Oh, troppo poco" disse l'agente segreto di | donna | Giulia. "Ci vuole un gran pezzo di concerto." A quel tempo |
Malombra -
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la sua fantasia sulla Sonnambula. "Ecco il temporale" disse | donna | Giulia a Silla, mentre il maestro tuonava sulla tastiera |
Malombra -
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"si chiama...?" "Oh come corre, come corre!" rispose | donna | Giulia con una risatina sottovoce. "Questa signorina non si |
Malombra -
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gli stese la mano sorridendo e trattenne quella di Silla. | Donna | Giulia aveva una bella riputazione di civetta. Si diceva |
Malombra -
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questa musica?" gli sussurrò a fianco la vocina morbida di | donna | Antonietta. Egli si voltò bruscamente, come sorpreso; |
Malombra -
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rifarla io la Sua educazione musicale." "Antonietta!" disse | donna | Giulia. "Mi accompagni un po' di Schumann?" "Certo cara. |
Malombra -
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un po' di Schumann?" "Certo cara. Lei stia attento" disse | donna | Antonietta a Silla, sottovoce; e andò al piano, levandosi i |
Malombra -
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e finisce piano piano il suo quarto di g iro." Intanto | donna | Giulia cantava con poca voce ma con molta arte |
Malombra -
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Mirelli ch'era pallidissima e aveva le lagrime agli occhi. | Donna | Giulia cantava: Ho pianto in sogno, ho pianto: Ero tradito |
Malombra -
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di sognarne un altro, amaro anche questo. L'amica di | donna | Giulia era Marina. Marina avea tanto pensato a lui! Ah, |
Malombra -
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parola di lode per il poetucolo, rosso rosso. Egli ebbe da | donna | Giulia uno special sorriso a cui parve tenesse molto. |
Malombra -
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special sorriso a cui parve tenesse molto. "Dunque?" chiese | donna | Antonietta a Silla, riassettando i guanti alle sue dita |
Malombra -
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Silla fu degli ultimi che vennero a stringer la mano a | donna | Giulia. Ella gliela rifiutò. "Aspetti lì" disse. "La |
Malombra -
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Egli discese le scale dietro la Mirelli, ch'era con | donna | Laura. Pareva che avessero lasciato in sala il loro viso |
Malombra -
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| Donna | Cristina giunse alla villa di donna Fulvia di Breno verso |
Giacomo l'idealista -
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Cristina giunse alla villa di | donna | Fulvia di Breno verso le tre, come aveva scritto. |
Giacomo l'idealista -
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di Breno verso le tre, come aveva scritto. Quantunque | donna | Fulvia fosse di alcuni anni piú giovane, la loro amicizia, |
Giacomo l'idealista -
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avevano forse potuto modificare ma non cambiare. Quanto | donna | Cristina era inclinata ai pensieri alti e alla compostezza |
Giacomo l'idealista -
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parte un po' per simpatia, un po' per forza di contrasto, | donna | Cristina si lasciava volentieri trascinare a cercare nella |
Giacomo l'idealista -
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necessario o piacevole. La missione spirituale di | donna | Cristina sull'anima ribelle dell'amica non era ancora |
Giacomo l'idealista -
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sull'anima ribelle dell'amica non era ancora finita, quando | donna | Fulvia (fu verso la metà di settembre) ricevette una |
Giacomo l'idealista -
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continuò per due o tre giorni a molinare nel suo capo | donna | Fulvia, che aveva sempre avuto bisogno che pregassero gli |
Giacomo l'idealista -
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- Tu hai una faccia malata, mia cara! Forse don Lorenzo . | Donna | Cristina si affrettò a rispondere di no con un forte |
Giacomo l'idealista -
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Dopo aver inghiottiti amaramente i suoi singhiozzi, | donna | Cristina riprese a dire: - Sai che ho in casa una povera |
Giacomo l'idealista -
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in singhiozzi rauchi e poderosi. - Povera me! - balbettò | donna | Fulvia, che dal suo posto di spettatrice poté abbracciare |
Giacomo l'idealista -
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quanti. Non era proprio il momento, - cosí andava ripetendo | donna | Fulvia, come se parlasse a sé stessa, mentre il pianto |
Giacomo l'idealista -
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ti pare? - Già, il tuo Giacinto non può mica sposarla. | Donna | Cristina, abbassando la testa, acconsentí con un sospiro. - |
Giacomo l'idealista -
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un operaio? A queste domande cosí incalzanti e taglienti, | donna | Cristina Magnenzio non seppe rispondere che con uno sguardo |
Giacomo l'idealista -
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che il diavolo la batte con una catena . - Taci! - pregò | donna | Fulvia, impallidendo, con voce spaventata, rabbrividendo |
Giacomo l'idealista -
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e sorpresa in fondo all'animo di dover fare verso una tal | donna | la parte di madre consolatrice. - Tu hai troppi meriti, |
Giacomo l'idealista -
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che le permetteva di passar l'inverno a Roma, non era | donna | da dormire in pace su questo peccato di Giacinto come aveva |
Giacomo l'idealista -
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hanno su noi dei diritti più urgenti. Così parlando, la | donna | guardava il nano fissamente, colla espressione |
ABRAKADABRA STORIA DELL'AVVENIRE -
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vedendo che quegli non accennava ad arrendersi, la trepida | donna | rivolse la parola all'uomo che le dava di braccio, |
ABRAKADABRA STORIA DELL'AVVENIRE -
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di un assorbente eminentemente simpatico, e in questa | donna | soltanto ho potuto scorgere le facoltà che al mio caso si |
ABRAKADABRA STORIA DELL'AVVENIRE -
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- E viene spesso in cerca di voi? - Mi ama! - sospirò la | donna | con un gesto di orrore. - Se sapeste quale tremenda cosa |
ABRAKADABRA STORIA DELL'AVVENIRE -
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scossi da un elettrismo simpatico. - Primate! - esclamò la | donna | rianimandosi improvvisamente - gli è che quella effigie ... |
ABRAKADABRA STORIA DELL'AVVENIRE -
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effigie e quelle sembianze mi hanno ricordato ciò che una | donna | della mia condizione ha l'obbligo di obliare, che anch'io |
ABRAKADABRA STORIA DELL'AVVENIRE -
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a predispor ben feci: a quest'ora Consalvo già appresta; | donna | Bella finge di coricarsi e rimanda l’ancella... Grazie! |
FIABE E LEGGENDE -
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suon della mandola, in faccia al dì nascente, alla più vaga | donna | ti inchinerai del mondo! Solo il vederne gli occhi ti |
FIABE E LEGGENDE -
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il cuore in disordine, a vedere l'immagine di quella | donna | dappertutto, come un luminello bianco dopo che si è |
Demetrio Pianelli -
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vedova di Milano, figure scialbe di camposanto. Quella | donna | l'aveva commosso, gli aveva rotto il cuore con quel suo |
Demetrio Pianelli -
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delle Cascine, prendere sul serio un Paolino qualunque, una | donna | come lei, abituata alla vita di Milano, una donna molto |
Demetrio Pianelli -
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una donna come lei, abituata alla vita di Milano, una | donna | molto elegante, una donna ancor giovane e fresca, una |
Demetrio Pianelli -
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abituata alla vita di Milano, una donna molto elegante, una | donna | ancor giovane e fresca, una donna, insomma, che poteva ben |
Demetrio Pianelli -
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Paolino mettesse fuori il nome di Beatrice. Per la buona | donna | questo matrimonio sarebbe stato naturalmente una disgrazia. |
Demetrio Pianelli -
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pascolavano nell'insalata nuova. Capiva benissimo che una | donna | saggia e prudente non poteva consigliare a un buon |
Demetrio Pianelli -
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lavoro della | donna | fuori casa — La madre operaia — La necessità del lavoro |
Vita intima -
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operaia — La necessità del lavoro femminile — L'ideale — La | donna | negli stabilimenti industriali — Il progresso dei |
Vita intima -
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intimità in molte famiglie, è, mi pare, la necessità della | donna | di lavorare fuori di casa. Il lavoro della donna negli |
Vita intima -
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della donna di lavorare fuori di casa. Il lavoro della | donna | negli stabilimenti industriali, nelle case di commercio, |
Vita intima -
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possibile l'indipendenza e spesso il mantenersi oneste. La | donna | che lavora fuori delle mura domestiche, che può entrare |
Vita intima -
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al di là del con-tatto della vita materiale. Per costoro la | donna | amante, vergine, angelo, giovine, bella, un essere che a |
Vita intima -
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e i più rozzi dei nostri montanari, possono condannare la | donna | al duro lavoro. C'è chi pensa, che il titolo di sposa vuol |
Vita intima -
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piedestallo ed esporla agli sguardi di tutti. Imporre a la | donna | le fatiche della vita, obbligare la sposa a la dura lotta |
Vita intima -
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qualità squisita e armamento. Ma chi ancora idealizza la | donna | in questa maniera, dimentica una cosa: che la donna deve |
Vita intima -
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la donna in questa maniera, dimentica una cosa: che la | donna | deve vivere , provvedere a se stessa e spesso anche a la |
Vita intima -
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di essere d'aggravio a la famiglia. Sicuro; la | donna | dovrebbe essere l'angelo della casa e non occuparsi che di |
Vita intima -
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taluni può parere bello, avrebbe per fine di ripiombare la | donna | nell'antico stato dal quale si è elevata con tanto stento e |
Vita intima -
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dalla pietà e da generoso desiderio, la condizione della | donna | operaia , esposta a lavoro spesso dannoso a la salute , |
Vita intima -
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per certo, vi si ricorse in principio per emancipare la | donna | patrizia dalla dura schiavitù coniugale. Ma il rimedio di |
Vita intima -
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non sono sempre considerati nel matrimonio. Spesso la | donna | si sposa per avere una posizione, per acquistare |
Vita intima -
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tutta poetica, anzi fantastica e tale che ritorna la | donna | allo stato di schiava volontaria. Ecco quanto dice |
Vita intima -
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Ecco quanto dice l'illustre professore « L'uomo vuole nella | donna | un essere che non solo lo ami, ma che anche lo comprenda. |
Vita intima -
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matrimonio fra gli operai ? In generale l'operaio sposa una | donna | perchè l'ama. Ma nè pure nell'operaio è raro il caso del |
Vita intima -
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matrimoniale; egli pensa al vantaggio del lavoro della sua | donna | e vede nei figli appena grandicelli strumenti di un lavoro |
Vita intima -
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non tornando a casa che il sabato sera. Il lavoro della | donna | e dei fanciulli accresce sempre più, sopra tutto nelle |
Vita intima -
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le idee una realtà, anzi la sola realtà. Le idee uomo e | donna | non le abbiamo foggiate noi, ma Dio o la natura, o non |
Racconti 2 -
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volontà permisero di cavarsi il capriccio di crearsi una | donna | ... - Oh! Oh! - urlarono tutti. - La vostra incredulità non |
Racconti 2 -
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punto di raggiungere la felicità suprema; potrò crearmi una | donna | a modo mio". "Sarà una bella cosa! Ed hai cominciato?" |
Racconti 2 -
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incubarlo, trarne insomma la creatura nuova, la | donna | pe rfetta che egli intendeva creare per sé. "Vedrai!" Gli |
Racconti 2 -
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dell'ambiente; e lui, meridionale, voleva crearsi una | donna | meridionale, forse in omaggio al proverbio: moglie e buoi |
Racconti 2 -
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uscendo di là. - Ho voluto incarnare il piú alto ideale di | donna | che mente umana possa concepire. E sarà mia e m'amerà, come |
Racconti 2 -
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io non potessi piú distinguere lei da qualunque altra | donna | che avesse raggiunto l'età di vent'anni. Che incanto però! |
Racconti 2 -
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da quel che sono. Egli aveva potuto creare, infatti, una | donna | ideale perfetta, ma in questa creatura si era incarnata |
Racconti 2 -
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questa creatura si era incarnata l'idea superlativa della | donna | coi pregi e coi difetti che ne costituiscono l'essenza. |
Racconti 2 -
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l'aveva chiamata cosí - tutto era riuscito estremo; e mai | donna | ordinaria aveva accumulato in sé tanto orgoglio, tanta |
Racconti 2 -
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Bussarono all'uscio, e s'udì miss Lucy. - Sono tornato | donna | Clara, Avete ordini? ordini?- Sì - rispose Clara, |
Il maleficio occulto -
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- - Sei pazza! - susurrai. - Va bene, va bene | donna | Clara, - rispondeva già miss Lucy: e aggiunse con voce |
Il maleficio occulto -
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di legge ... - Non è il caso ... non è il caso - interruppe | donna | Transita; - il nostro stabilimento, nol dico per |
ABRAKADABRA STORIA DELL'AVVENIRE -
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... e le buone grazie dello czarre pel nostro incomodo». | Donna | Transita, alla vista di una pernice truffata apparsa sulla |
ABRAKADABRA STORIA DELL'AVVENIRE -
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andato a rischio di cadere nei lacci di una donna... una | donna | che non vale un tuo capello... ma per puro capriccio, vedi, |
Nanà a Milano -
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mia testa fu per te. Io sento di essere tuo e che nessuna | donna | potrà prendere il tuo posto qui nel mio cuore. - Allora |
Nanà a Milano -
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Enrico. In questo s'intese la voce vibrata e severa di | donna | Eugenia che chiamava: Elisa. E la madre comparve sulla |
Nanà a Milano -
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poi si giuocava a mercante in fiera fin verso le undici. | Donna | Elena aveva già dato ordine al servitore di far preparare |
Nanà a Milano -
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si sentì una vampa alla testa: avrebbe voluto fuggire. La | donna | lo chiamò con voce soave come un liuto lontano. Era |
Senso -
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con un piano vigoroso e largo; le narici gonfie, da cui la | donna | sbuffava alle volte al pari d'una cavalla araba; le labbra |
Senso -
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gli prese la mano, e la strinse, e il prete s'avvicinò. La | donna | continuava sommessamente: - Don Giuseppe, guidatemi. |
Senso -
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minaccioso e fierissimo. Il prete scattò e, prima che la | donna | potesse pronunziare una sillaba, era uscito dalla stanza. |
Senso -
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eterna, mi sembri un chiosco la casa materna. Voglio una | donna | cui tutte somiglino le cento donne a vent'anni sognate; |
FIABE E LEGGENDE -
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somiglino le cento donne a vent'anni sognate; voglio una | donna | di tempre infocate, che sia la santa, che sia la |
FIABE E LEGGENDE -
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e dall'ira, aveva dato un colpo di coltello alla misera | donna | e l'aveva stesa morta. Fu arrestato, confessò e gli toccò |
Il maleficio occulto -
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per ricostruire la figura del barone. Lasciata appena | donna | Clara, presi per via Tornabuoni, mi fermai a lungo sul |
Il maleficio occulto -
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dalla casa, ristette esitante. Sulla porta aveva veduto una | donna | secca, con un viso arcigno, una di quelle facce d'arpia che |
LE NOVELLE DELLA NONNA. Fiabe fantastiche -
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morto senza un qualche ristoro, vinse il timore che la | donna | gl'incuteva e si fece avanti umilmente, dicendo: - Buona |
LE NOVELLE DELLA NONNA. Fiabe fantastiche -
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darmi un po' di vino e un po' di pane per ristorarlo? La | donna | lo guardò sinistramente, e con una vociaccia aspra, |
LE NOVELLE DELLA NONNA. Fiabe fantastiche -
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caricatosi in ispalla gli arnesi, si avviò alla casetta. La | donna | lo aspettava sull'uscio. - Credevo che tu avessi fatto come |
LE NOVELLE DELLA NONNA. Fiabe fantastiche -
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l'appetito. Dopo che ebbe mangiato a sazietà, la | donna | gli disse: - Vedi quel ciuffo di castagni giù in quella |
LE NOVELLE DELLA NONNA. Fiabe fantastiche -
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la sera riportò a casa un bel fascio di rami potati, che la | donna | gli fece riporre in cantina, e, dopo aver mangiato la |
LE NOVELLE DELLA NONNA. Fiabe fantastiche -
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gli era stato preparato. La mattina dipoi, per tempo, la | donna | lo destò per mandarlo al lavoro, e gli disse di segare il |
LE NOVELLE DELLA NONNA. Fiabe fantastiche -
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sgabelli, di modo che, in capo a un mese, la casa della | donna | era tutta rifornita di attrezzi nuovi. Il ragazzo, spirato |
LE NOVELLE DELLA NONNA. Fiabe fantastiche -
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spirato quel tempo, credé di avere abbastanza rimunerato la | donna | per il piccolo servigio resogli, e le disse: - Sapete, ho |
LE NOVELLE DELLA NONNA. Fiabe fantastiche -
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e lavorava per dieci, ma non vedeva mai un picciolo. La | donna | ogni tanto gli faceva un vestito grossolano, un paio di |
LE NOVELLE DELLA NONNA. Fiabe fantastiche -
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te ne faresti dei quattrini ora? Sul finir dell'inverno la | donna | ammalò gravemente e Fazio l'assisté con amore di figlio. |
LE NOVELLE DELLA NONNA. Fiabe fantastiche -
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mai. - Sei più che un figlio per me, - disse la | donna | una notte che era proprio in fin di vita, - e voglio |
LE NOVELLE DELLA NONNA. Fiabe fantastiche -
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nel camposanto della Verna. Fazio s'era affezionato alla | donna | e piangeva sentendola parlare così. Però non voleva farla |
LE NOVELLE DELLA NONNA. Fiabe fantastiche -
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bastò per insospettirli. La loro parente aveva fama di | donna | denarosa. Fazio dunque doveva avere spogliato la casa a |
LE NOVELLE DELLA NONNA. Fiabe fantastiche -
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sotto al patibolo, narrò come egli stesso avesse udito la | donna | indicare a Fazio dove stava il tesoro e aggiunse: - Dormivo |
LE NOVELLE DELLA NONNA. Fiabe fantastiche -
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e un mormorìo sì strano lasciò uscir dalle labbra che | donna | Bella pianse. Staman, quasi ruggendo, l'anel di nozze |
FIABE E LEGGENDE -
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- Ma dunque lei crede, sul serio ... ? - Che la | donna | è una creatura «preumana». E non è opinione mia soltanto, |
Racconti 3 -
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a che non sarà intervenuta la scienza per ricondurre la | donna | a quel che è stata sempre e che sarà sempre (giacché non |
Racconti 3 -
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pochi anni, tra pochi secoli ... tra qualche millennio, la | donna | e l'uomo non avranno rapporti tra loro molto diversi da |
Racconti 3 -
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ora abbiamo con le nostre mandrie, coi nostri armenti. La | donna | sarà la Magna Parens , la covatrice artificiale, e l'uomo |
Racconti 3 -
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di nulla ; venite a casa mia e tutto si accomoderà. - | Donna | Paola, la vedova, lasciò a casa sua le tre figlie maggiori |
Al tempo dei tempi. Fiabe e leggende delle Città di Sicilia -
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Aspettatemi un momento qui, ché salgo e scendo subito. - La | donna | aspettò e lo vide salire al primo piano e di lì a poco |
Al tempo dei tempi. Fiabe e leggende delle Città di Sicilia -
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verranno a chiedervi la mano della vostra figliuola. - La | donna | era mezza sbalordita e appena appena lo ringraziò e corse a |
Al tempo dei tempi. Fiabe e leggende delle Città di Sicilia -
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la conduco da persone che le diranno chi era e chi non era | donna | Paola Ciraulo non più tardi che un mese fa. - La signora |
Al tempo dei tempi. Fiabe e leggende delle Città di Sicilia -
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nella strada, socchiudendo l' uscio. - Comare, la conoscete | donna | Paola Ciraulo ? - E come no ! Siamo state vicine vent'anni |
Al tempo dei tempi. Fiabe e leggende delle Città di Sicilia -
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si sentì morire. Egli non voleva dire che i quattrini a | donna | Paola glieli aveva dati lui, e a Maricchia non voleva |
Al tempo dei tempi. Fiabe e leggende delle Città di Sicilia -
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- Non sono calunnie; è la verità che un mese addietro | donna | Paola stava in una catapecchia ed era una pezzente, dunque |
Al tempo dei tempi. Fiabe e leggende delle Città di Sicilia -
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sposo a prender notizie, e la cameriera fa l'ambasciata a | donna | Vincenza. - Mi manda la signorina Maricchia a prendere |
Al tempo dei tempi. Fiabe e leggende delle Città di Sicilia -
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dire che aspetta con impazienza una sua visita. - Risponde | donna | Vincenza trionfante : - Dite a Maricchia, figlia di Totò il |
Al tempo dei tempi. Fiabe e leggende delle Città di Sicilia -
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del Cavaliere seppe che cosa era accaduto a Maricchia, ma | donna | Vincenza si guardò bene dal dirle che era caduta in terra |
Al tempo dei tempi. Fiabe e leggende delle Città di Sicilia -
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avessero cambiato opinione, tornò subito tutto contento e | donna | Vincenza, che gli andò incontro per le scale, gli disse con |
Al tempo dei tempi. Fiabe e leggende delle Città di Sicilia -
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e piangenti. Al rumore che fa, esse alzano la testa e | donna | Paola gli va incontro e gli dice : - V'ha mandato Iddio! - |
Al tempo dei tempi. Fiabe e leggende delle Città di Sicilia -
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l'aveva fulminata. - Ma dunque è così da un pezzo ? - | Donna | Paola gli fece cenno di sì. - E non s'è alterata? Non s'è |
Al tempo dei tempi. Fiabe e leggende delle Città di Sicilia -
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o morta, ti serberò sempre fede di sposo, e che nessuna | donna | fuori di te sarà mia moglie! A quel bacio, a quelle parole, |
Al tempo dei tempi. Fiabe e leggende delle Città di Sicilia -
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ho tanto sofferto da quando mi fu fatta l'ambasciata di | donna | Vincenza. Sentivo tutto e non potevo nè movermi, nè |
Al tempo dei tempi. Fiabe e leggende delle Città di Sicilia -
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ma uno è bell'e andato da un pezzo". "Battista" disse | donna | Valentina "non essere insopportabile! Vediamo un poco lei, |
IL FIASCO DEL MAESTRO Chieco (Racconti musicali) -
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canzoni, mentre il corpo tripudia nelle immense oblivioni! | Donna | Bella a che pensa ?... Oh le forme divine! E la è degna |
FIABE E LEGGENDE -
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di don Stellario Blanco era un arsenale. Egli e sua sorella | donna | Salvatrice aggirandosi per quegli stanzoni mezzi |
Racconti 2 -
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un tanfo di cose vecchie in fermentazione. Don Stellario e | donna | Salvatrice ne avevano pieno il naso e non ne provavano piú |
Racconti 2 -
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barzellette del compare, chiamato anche Noce di collo; ma | donna | Salvatrice, spettinata e con quei cenci stinti addosso, che |
Racconti 2 -
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col lume in una mano e una pistola nell'altra, seguito da | donna | Salvatrice, che saltava giú dal suo canile, buttandosi su |
Racconti 2 -
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Che è stato? - Nulla. Torna a letto. Darò io un'occhiata -. | Donna | Salvatrice, senza dargli retta, gli andava dietro, |
Racconti 2 -
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di animali domestici, che non se ne curavano. Solamente | donna | Salvatrice faceva attenta rassegna dei coperchi, |
Racconti 2 -
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- Per grazia della Madonna dalla Stella! - rispondeva | donna | Salvatrice. - Fammi lume, e chiudi l'uscio -. Cosí evitava |
Racconti 2 -
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con quello della sorella. Ogni notte cosí. All'alba però, | donna | Salvatrice era in piedi e chiamava comare Stella, che |
Racconti 2 -
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giornata, pel tozzo di pane duro e la manciata di fave che | donna | Salvatrice le regalava ogni sera, all'avemmaria, prima di |
Racconti 2 -
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un boccone: minestra di verdura e quattro olive salate, che | donna | Salvatrice masticava spesso in piedi, per accorrere |
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guasto. Se non si dà via presto, si farà aceto - brontolava | donna | Salvatrice. - Cola Nasca ne voleva un carico. - E un tumulo |
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di argento. - Venti sacchetti! - Sí, venti - ripeteva | donna | Salvatrice. E quando veniva Cola Nasca a prendere il solito |
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il piede sul suolo, diceva per chiasso: - Il morto è qui! - | donna | Salvatrice trasaliva, quantunque il morto non fosse proprio |
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in su del cocchiume, per garentire il vino dal guastarsi. E | donna | Salvatrice aveva aiutato il fratello a cavar la terra e a |
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con la cassa da morto. - Portatela su, nel camerone -. | Donna | Salvatrice strabiliò e si fece piú volte il segno della |
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versando il resto per terra. - Che ne faremo? - ripeteva | donna | Salvatrice nei primi giorni, imbroncita contro il fratello |
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- È una cassa come un'altra; vuoi capirlo? - Parve anche a | donna | Salvatrice una buona ragione. Cosí, un giorno, non sapendo |
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rubato! - E batteva i denti, non per la febbre soltanto. | Donna | Salvatrice, vedendo da due giorni che suo fratello |
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-. Di tratto in tratto giungevano gli avventori consueti, e | donna | Salvatrice accorreva; e tornando presso il letto del |
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- Tu bada a guarire, e la Madonna t'aiuti! - ripeteva | donna | Salvatrice, tutte le volte ch'egli entrava a ragionare di |
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E attraversando il camerone, nel passare davanti la cassa, | donna | Salvatrice, con le lagrime agli occhi, levava via ogni |
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capisco -. E parve rassegnarsi. Appena il prete avvertí | donna | Salvatrice che egli sarebbe tornato poco dopo col viatico e |
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trovava appunto a bocca spalancata, come lo aveva lasciato | donna | Salvatrice nella fretta di sgombrarlo dai fichi secchi. Don |
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- La cassa è dunque destinata per me! - pensava spesso | donna | Salvatrice. Talvolta pareva, sto per dire, che ella volesse |
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si rosichino lassú cassa e fichi! - rispose don Stellario. | Donna | Salvatrice però si era fissata di non volerla piú lí; e |
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badar bene, attraversandolo, per non spezzarsi una gamba. | Donna | Salvatrice fu piú piccosa. Approfittando d'una gita in |
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soffitta, grondanti di sudore, ansimanti, stracche morte. | Donna | Salvatrice, bevuto un po' di vino, ne diede un dito anche a |
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mentre don Stellario sorvegliava il misuratore, e | donna | Salvatrice e comare Stella, con le granate, s'affaticavano |
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per vuotare, in una sola volta, la botte di san Francesco. | Donna | Salvatrice stava nella dispensa fin dall'alba, seduta in un |
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insaccare ... Ah, Madonna dalla Stella! - Egli aveva visto | donna | Salvatrice impallidire, stralunare gli occhi e piegare il |
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è niente! ... Salvatrice! ... Tappa il cocchiume, Cola -. | Donna | Salvatrice, bianca come un cencio lavato, non rinveniva, |
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- Sissignore! Non c'entra! ... - ripeté singhiozzando la | donna | ... Don Stellario scattò: - Non c'entra? ... Bestia! ... In |
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