dincibacco! mio caro signor Gaspero, posso aver ragione io, e lei torto!... » « Ma la si quieti, signor don Gioachino, e mi badi.... » « Eh le zucche
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' era fatto amico del suo don Carlo, e appunto per questo doveva essere un po' diverso dagli altri; poi, nessuno gli aveva cercato che venisse da loro; e
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piuttosto come due gelose potestà rivali. Nè, del resto, don Gioachimo era uomo da legarsela al dito, per qualche motto lanciato alla sua pretensione
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sapeva il perchè. Ma bisognò farlo; sua madre non aveva posta altra condizione, tranne questa, che vi fosse il consenso di don Carlo. Chi si pigliò la
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spassi, dimenticarono il lago e i suoi pacifici ozii. Ma così Don era di Maria. Essa non aveva creduto, da prima, che così presto si sarebbe trovata sola
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lunga sopravveste di panno oscuro. Don Carlo, se già non ve lo dissi, toccava al più a' trent' anni; pure sul suo volto , simpatico e sereno, leggevasi
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don Carlo. Ma intanto, qual' era l' agitazione della compassionevole Elisa?... Ella si teneva cara Maria, e da qualche tempo, turbata da un sospetto
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buona Caterina del fattore vecchio si ricordasse ancora di lei. Nell'ignota dimora della vedova Giuditta, don Carlo dunque pensò di nascondere Maria
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, affidate che potesse mai in quel mezzo ritornare don Carlo. Ma il posdomani passò, nè comparve persona, nè venne parola. Perduta quella poca speranza, che
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terribile nuova ne giunse pure alle sventuratissime due donne, che la medesima notte, colto da Abita e crudele malattia, in poche ore, il povero don
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? non sa che sono tutti morti?... cioè, la Caterina e don Carlo.... e che di Maria non s' è avuta più nuova nè ambasciata, dopo quella gran disgrazia
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strane e scucite parole, lasciava sfuggire certe mute risa, da disgradarne il don Bartolo della commedia; al quale somigliava, imbacuccato com'era in
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disgraziato don Carlo, aveva smesso non poco del
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' incontrarono, vidi don Carlo farsi tutto bianco in viso, e levar la mano verso di lui, come per parlare e non poter dire parola; ma poi subito ricomporsi
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Milano. Tornai alla casuccia del mio buon alpigiano. E con lui, il seguente mattino, volli visitare quella ch' era stata la dimora dell' infelice don Carlo
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prete con certa bruschezza; « non v'accorate in questa maniera: non avete già pianto abbastanza? » « E siete voi che parlate così, don Carlo
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giovine Arnoldo. Sulle prime don Carlo, il quale aveva tutt' altra voglia che di parlare, e peggio con uno sconosciuto, pensò di rispondere al saluto, e
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In quel mezzo, dopo il primo incontro d' Arnoldo e di don Carlo, lungo il solitario sentiero della montagna, la conoscenza loro s' era fatta non
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meglio che don Carlo, il quale de' dolori di questa terra aveva abbastanza veduto per poterli prendere sul serio. Qui Arnoldo gli scoperse il perché ruppe
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, che la zia trova indegno del palazzo di suo fratello don Emanuele*** commendatore e deputato al Parlamento. Che sia una brutta casaccia, non c' é che
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, scoccano dodici tocchi. Don, don, don.... L'aria fredda porta via per la valle il suono lento e grave della, campana che batte la solenne ora della notte
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