Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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La scienza in cucina e l'arte di mangiar bene

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Artusi, Pellegrino 10 occorrenze

Non ve lo do come piatto fine, ma per famiglia può andare.

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Avverto qui una volta per tutte che nella mia cucina non si fa questione di nomi e che io non do importanza ai titoli ampollosi. Se un inglese

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Non ve lo do per un piatto fine; ma come piatto di famiglia può benissimo andare, anzi potrete anche imbandirlo agli amici di confidenza. A proposito

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Questo è uno sformato da farsi quando i carciofi costano poco e ve lo do per uno de’ più delicati.

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Questa che vi do è la dose per un litro di piselli freschi. Prendete due cipolle novelline, tagliatele a metà per la loro lunghezza, richiudetele con

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Sono parecchie le specie de’ pesci che si possono marinare; ma io do la preferenza alle sogliole e all’anguilla grossa. Se trattasi di sogliole

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ve la do qui imitata perfettamente.

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Questo ve lo do per un dolce assai delicato e gentile. Mandorle dolci, grammi 150.

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Ve lo do per un buon ragazzo, questo Cesarino, e ve lo vendo col nome strano con cui lo comperai da una giovane e piuttosto bella signora, religiosa

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Chiudo quest’appendice e do termine al mio lavoro descrivendo per voi signore di gusto delicato e fine, il seguente nuovo gelato, nella persuasione

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XVII Legislatura – Tornata del 10 marzo 1891

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Biancheri 1 occorrenze
  • 1891
  • politica - sedute parlamentari del Regno d'Italia
  • UNITUSCIA
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presidente. Onorevole ministro delle finanze, se intende rispondere subito, glie ne do facoltà.

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IL MAESTRO DI SETTICLAVIO

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Boito, Camillo 12 occorrenze

profon- do, scendendo al Do sotto, toccando appena il Re sopra; e non ostante gorgheggiava con facilità, interrompendosi spesso per ischiarirsi la gola con

soltanto la dolcezza e l'affetto, chinò la testa, mormoran- do: "Va' pure, e ricordati la tua santa madre". La mattina del Redentore il vecchio volle vedere

solfeggiare e a cantare. Le sale, i corridoi e il giardino echeggiavano spesso di voci, che ripetevano per ore ed ore: Do Re, Do Mi, Do Fa, Do Sol, Do La

' miei, e mi chiama: "Carlo!" mi fa ribollire nelle vene un sangue da giovinotto. Per conto tuo non hai bisogno di nulla. Sei solo, agiato e non avi- do

professore. Il metodo splende da sé, come il sole. Quale è la tonica nella chiave di Do". "Le sono riconoscente, maestro, veramente riconoscentissimo di

, lentamente, origlian- do, apriva la pesante porta, la quale girava senza cigolare, dacché la prudenza aveva consigliato di ungere i cardini e il catenaccio

, l'organista s'ammala, e vieni da me a pregarmi di sostituirlo". "No, maestro. Ella non esce di casa la sera, e poi con questo cal- do, in una sala affollata

contrarietà. Do- po i saluti, assai freddi dall'una parte, assai impacciati dall'altra, il soprano, che non sapeva come principiare, disse: "Dunque è scappato

. Dalla parte di San Gottardo sai che si va a Bagolino, costeggian- do il melanconico Lago d'Idro, passando dalle mura merlate della Rocca d'Anfo e

- do il mare è grosso, e quando è tranquillo rompono a' loro piedi le onde placide, che pure mandano romore a intervalli misurato e grave, quasi

di sole e luccica qualche macchia dorata; chi sen- tiva invece la pace maestosa e solenne del tempio; chi; non badan- do ad altro che allo sfarzo

avrebbe dovuto seguitar nel mestiere del barcaiuolo; senonché, non poten- do attendere al remo tutta la giornata, il soprano si impegnava di anticipargli

LE DUE MARIANNE - I CONIUGI SPAZZOLETTI

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De Marchi, Emilio 1 occorrenze

gattin. LEI: Guarda, el gh'à due oggitt che paren do' stell. ( gnau ) baciando il canestro : Cara, cara el me borlin. NARCISO: El mancava domà lu per

IL PAESE DI CUCCAGNA

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Serao, Matilde 7 occorrenze

, - soggiunse l'altra, affannosamente, - questi orecchini che porto, furono pagati diciassette lire, quattro ducati, dalla mia comare: io ve li , non ho altro

completare il favore. Domani ho una piccola scadenza di cinquecento lire e non sono pronto… dovreste prestarmi voi, queste cinquecento lire e io ve ne

, allora, vi tutto a voi, tutto vi . - Oh, povera sorella mia! povera sorella! - disse Annarella, presa da una malinconica tenerezza. - Deve venire

. - Li volentieri. Per l'onor nostro. Non oserei tenere queste pietre, queste gioie, inutili, quando siamo in pericolo di mancare all'onestà

. - Anche qui, le do fastidio? - chiedeva lui, fremente. E poiché la cameriera Margherita assentiva, sì, era vero, anche da lontano egli la faceva soffrire

altre napoletane! Levagli il latte. - Oh, signore mio! - esclamò ella, spaventata. - Levagli il latte, - replicò lui. - E che gli ? - diss'ella, quasi

, mortificato dall'insistenza della moglie. - Gli si dice. - Ora gli prima un bicchiere di vino, Luisella: ancora un po' di pazienza e poi lo faccio