infatti lo era davvero, si presentò allo sportello della biglietteria e disse educatamente: - Per favore un biglietto per Parigi. Seconda classe
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giú e la zia la abbracciò. Lei lasciò fare. Stava a testa bassa, senza guardarci. - Non può essere vero, - disse di nuovo. Come un disco che si è
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perché dovesse prendersela tanto se avevamo fatto una figura un po' ridicola davanti a suo zio. - Hai visto come fa, - disse. Anche dalla voce si
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una specie di nicchia nella parete di fondo. Forse era quello l'ingresso del condotto. - Palpitante! - disse Ippolita: era una parola delle sue. (Di
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lucertole si arrostivano beatamente al sole. Nella seconda grotta invece c'erano i pipistrelli, disse Ippolita. Questa grotta era come una porta nel
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disse: - Caso mai prendo l'impermeabile. Cercai di scovare dei dubbi piú intelligenti: quello del passaporto, che ci voleva, a quei tempi, per andare
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minestrone di pensieri che rni bolliva nel cervello, non sapevo neanch'io cosa dire. Fu di nuovo Ippolita a parlare. - Loro sanno bene, - disse, - che se
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preferita ero io, oppure un'altra qualunque sarebbe andata bene lo stesso? - Ma sí, che lo sanno, - disse Ippolita quando glielo domandai. - Anzi zio
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? Non poteva negarlo, dunque disse: - Già. - Ma a Parigi ti aspetta qualcuno? Qui andava sul sicuro: - Sí, mia madre. - E come ti chiami, di' un po
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, molto vicino dunque, cosí che presto loro due, madre e figlia, avrebbero avuto la gioia di potersi rivedere. Ippolita non disse che di tutto questo
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, avesse fatto lo stesso quel che le comodava fare. Non glielo avrebbe mai perdonato, mi disse un giorno. Disse proprio cosí. In cuor mio non me la
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, senza fiato. - Proprio magnifico. Ippolita, senza muoversi dal suo angolo, fece una risatina. - È tutto finto, sai, - disse, sporgendo un po' il labbro
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di gaie e sciocche pulzelle, - disse, parlando anche lui alla medioevale, ed entrò in casa. Avrei voluto sprofondare, non mi ero mai sentita cosí
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della biblioteca (d'ora innanzi li chiamerò zii anch'io, quando mi vien bene, tanto per semplificare). Salutò la signorina e disse a Ippolita, senza
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contro uno. - Oh santa polentina! - disse forte la cuoca, si vede che aveva perso la pazienza. Allora la Vittorina rise e anche a noi, di fuori
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mai capitava di nominarla. - Ma stava a... - , e disse un altro nome americano che non mi ricordo. - Perché a New York? Di colpo si illuminò tutta, tipo
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non le comodava. Ma cosa avevano oggi tutti quanti, da comportarsi in modo cosí strano? Ippolita però disse a muso duro che se non venivo io non usciva
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aveva anche da bere gratis. Le pareva di essere una mendicante, mi disse poi, ed era felicissima. Dopo andò filata in stazione, che era lí vicina
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