religiosa, non è il sentimento della natura, ma il sentimento di Dio. Da questo appunto ci ha distolti la logica, ponendo tra Dio e la natura (e la storia
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La società che rende l’omaggio allo Stato e, attraverso lo Stato a Dio, è la società reale, con i suoi costumi, le sue convenzioni, le sue mode
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perfino ovvia laicità del «pittoresco», il «sublime» vuol essere arte religiosa, contatto con Dio; ma, poiché Dio è inconoscibile, solo vagamente
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Contatto con Dio: ma come si prepara, come si giustifica, come si raggiunge questo incontro provocatorio e inevitabilmente blasfemo? Come si
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Santo Dio! in astratto sembrerebbe quasi quasi che avessero ragione, ma quando si riflette che ogni cosa va sottoposta a modificazioni, allora quella
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avvicina l'uomo al suo Dio.
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oro incenso e mirra a Gesù Bambino, per adorarlo e compiere un atto d’umiltà nei confronti del figlio di Dio che si è voluto incarnare per la salvezza
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Com’è noto, il soggetto della formella è tratto dalla Bibbia. Per mettere alla prova Abramo, Dio gli ordina di immolare il figlio Isacco. Abramo, pur
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tema è sempre stato identificato come una prefigurazione del sacrificio sulla croce di Cristo, figlio di Dio. In altri termini, per la teologia cristiana
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messaggera, spesso usata come immagine allusiva del dio stesso.
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Figlio di Giove e Latona, dio della poesia e della musica ed in seguito dio solare, ha una immagine di giovane sbarbato, con un volto dai tratti
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Figlio di Marte e Venere, incarna il dio dell’amore e viene raffigurato come un fanciullo alato, armato di arco, frecce e faretra.
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Figlio di Giove e Giunone, dio della guerra, corrisponde iconograficamente ad un tipo virile, con la barba oppure col volto glabro, armato di spada
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Figlio di Giove e Giunone, dio del fuoco nonché fabbro al servizio degli dei e di eroi, per i quali forgia le armi. È rappresentato con la barba
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Figlio di Saturno e Rea, figlia di Gea e Urano, è il dio del mare e protettore dei naviganti. Ha l’aspetto di un vecchio barbuto e dalla capigliatura
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Figlio di Giove e di Semele, è il dio della fertilità e della vendemmia, che ha l’aspetto di un giovane nudo, coronato da tralci di vite e con in
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Figlio di Urano e di Gaia (la madre terra), dio della terra e del tempo, è raffigurato come un vecchio barbato che reca una falce, simbolo relativo
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osserva gli animali che dovrebbe tosare, mentre in primo piano fa bella mostra di sé un bizzarro dio fluviale (figura 74) Figura 74 - GIULIO ROMANO
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, altri, a destra, osservano la scena e il dio Apollo, a sinistra, è intento a suonare una lira da braccio.
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Il dio Pan inseguiva la ninfa Siringa per possederla, ma ella, in prossimità del fiume Ladone, invocò gli dei di trasformarla in canna per sfuggire
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in onore di Poseidone. Minosse però cambiò idea facendo arrabbiare il dio del mare, che rese il toro furioso; Ercole riuscì a domarlo e a portarlo a
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PESCE: Le lettere della parola greca pesce ιχθυς costituiscono le iniziali della espressione, in greco: "Gesù Cristo, di Dio, il figlio, salvatore"1
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MANO CHE ESCE DALLE NUBI: È una raffigurazione eoe che è simbolo di Dio.
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MANO CHE ESCE DALLE NUBI: È una raffigurazione codificata in epoca bizantina che è simbolo di Dio.
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e Psiche, ossia dello sposalizio del dio dell’amore con l’anima umana.
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Questa simbologia ha una sua spiegazione teologica: a Dio sono estranee “morte” e “generazione”; se la divinità si incarna per subire il destino
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Questa identificazione tra erezione e Resurrezione ha radici nell’antico Egitto: Osiride, dio dell’oltretomba, viene raffigurato con il membro che
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, intermediaria tra l’uomo e Dio. Appare nel cielo ma non è priva di forza di gravità infatti si appoggia su una nuvola e sotto di lei i due bambini sembrano un
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: Dio può largire le grazie spirituali e temporali, ma gli uomini devono chiederle con la preghiera.
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è andato avanti e va avanti a casaccio e Dio non lo governa, assiste dall’empireo alle follie degli uomini che trascinano nel tempo le stesse colpe e
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la tecnica non è data a priori nella natura-modello creata da Dio, ed è un'attività puramente umana, cade la tesi classica dell'arte-mimesi: l’arte non
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natura, l'uomo conosce ad un tempo Dio e se stesso, poiché l’uomo è fatto ad immagine di Dio: dalla conoscenza della verità eterna celata sotto le
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natura e poi quella della storia: il fine ultimo è l’incontro diretto e personale con Dio (fu, notoriamente, in contatto con i circoli romani della
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contraddittori di riconoscere il creatore nella creatura e di condizionare il pensiero e l’agire umani alla logica eterna di Dio. Il domma è verità di fede
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tra l'individuo e lo Stato ripete o riflette il rapporto tra uomo e Dio. Per i protestanti il solo legame tra Dio e l’uomo è la grazia, se non si può
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molto più del motivo sociale della devozione popolare: è il farsi presente di Dio nei fatti della vita quotidiana, nell’umanità senza convenzioni
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miracolosamente fermato. È l’istante in cui il calcolo matematico coincide con il percorso della fantasia che tende a Dio, l’istante in cui Dio si
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superiore e -miracolo!- le vide sortire in blocco di ganga, mio dio, ancora classica o michelangiolesca, ma in moti rattratti dovunque salvo che alle
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Oh Dio! questa Santa Cecilia Corsini è bene una «nobile signorina decaduta disposta a dar lezioni di musica (viola, violoncello, arpa) anche ad
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quell'altro; perché, mio Dio, Leonardo per non essere filosofo sarà volta a volta nel suo trattato positivista, idealista, pratico, e teorico. E
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Non vorremmo però che da questo lungo esame il lettore venisse disamorato a leggere e ad ammirare quanto nel libro del Petraccone (che sa Dio se non
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totale col Dio Padre dei Van Eyck a Gand o col Cristo di Memling ad Anversa; in essi non si potrà riscontrare che un'apparente simmetria superficiale
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Dio ci guardi dall’asserire che la ragione non debba rimanere soddisfatta dall’arte; ma se i realisti volessero fare di codesta soddisfazione una
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ed empia pretensione di volere correggere, di volere abbellire le cose create da Dio.
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Colui che voleva sapere come il buon Dio metterà insieme nella ultima valle le sparpagliate molecole dei corpi di tutti gli uomini, potrebbe
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Oh Dio, come si muta! Ci rammentiamo di alquanti anni addietro una nostra gita in Baviera, ed i nostri fervori per le sculture del Rauch e dello
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destrissimo, che tutti i popoli non hanno in dono da Dio.
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Il Makart s’è inviscerato i Veneziani del Cinquecento: non li imita, li rinnova. Dio ci guardi dall’affermare che sia grande quanto Paolo o quanto
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mali e non lo fa, sì aggrava di una tremenda responsabilità dinanzi a Dio ed agli uomini.
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infatti con i cocci di Dio che l’immaginazione pittorica lavora: è quando il tutto viene distrutto, è allora che è possibile rimontare le rovine in una
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