Don Gino che illuminandosi mi redarguì dicendo: «Dante sì, ma dopo Sant'Agostino».
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Quella ciarliera, Angelica, fante di casa mia, mi narrava di un Tizio morto di apoplessia, e raccontar credevasi un'alta verità, dicendo: " Quel buon
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l'ostriche e il merlano. - La gente crolla il capo e se ne va, dicendo : - É un pazzo - ed io soggiungo piano : - V'ha chi tali ci crede anche in città. -
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e il patriarca; rassomigliava a Spartaco e ad Abramo, all'uom che pugna e il campo orribil varca dicendo intorno : " V'amo ". D'alte vicende
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colle carezze si van dicendo " io t'amo! ", cullati dalla calma e dall'oblio... Chi non m'intende non intende Iddio. Quanti veglian solinghi! e, mentre
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