pugnale, e con la punta di esso incise sulla corteccia del carrubbo il suo nome; poi, senz'andare alla Reggia di Palermo, si recò alla Kalata Busambra
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consegnò il sacchetto, dicendole: - Eccoti il danaro, disponne tu, perchè t'appartiene! - Nel sentir questo, Maricchia smise di filare, buttò la conocchia
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i genitori del bambino, rispondeva con una barzelletta, li trattava di curiosi, ma non dava nessuna risposta concludente. L'ultima volta che andò al
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palazzo del Duca era più bello e più vasto dì quello del suo Sovrano e cognato. Basti dire che nel cortile del palazzo c'era un giardino grandissimo
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, pane? È chiuso il tuo cuore alla pietà? Guarda là quel gruppo di gente. In mezzo c'è un uomo che agonizza per inedia. Ora quei pietosi gli danno un po
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Al tempo dei tempi, quando in Sicilia regnava Ruggiero II il Normanno, venne a morte il Principe di Morvagna. Costui era tanto avido di danaro, che
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Al tempo dei tempi c'era un Re di Sicilia che aveva moglie da un pezzo, ma questa moglie non gli faceva nessun figlio. Il Re pregava sempre Iddio che
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il Reuccio porta in dito e questi pezzetti di vetro che gli si erano conficcati nelle carni. - Vi sia concesso, - disse il Re. Il finto medico se li
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chiusi, intirizzita come se fosse di marmo. La portarono sul letto e chiamarono subito i medici della città che tentarono tanti rimedi, ma Maricchia
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mondo e nessun uomo può vederla meglio di te, perchè nessuno è trasportato quassù da un uccello. Guarda che fiamme, guarda che getti di materie infocate
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zio, pensando che un giorno il nipote sarebbe stato Re ed egli avrebbe potuto chiedergli molti favori in compenso di quello, gli prestò il porco. Il
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Ruggiero non aveva avuto fin allora da tutte le donne che sguardi di sprezzo e parole di scherno. Figuriamoci se gongolasse, vedendosi trattato tanto
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Al tempo dei tempi vivevano a Palermo in una casuccia di loro proprietà due sorelle vecchie, grinzose e brutte da far paura. Donna Peppa era lunga
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neppure amici perchè era tanto brutto che gli dispiaceva di farsi vedere. Questo Principe dunque non sapeva a chi lasciare i suoi fendi e per questo
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fatto fare una gran mazza di piombo e prima del banchetto nuziale si nascose fra il baldacchino degli sposi e il muro. Il Re, la Regina, il Reuccio, la
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prima delle sette serrature per rinchiudere Mariuccia nel palazzo e farla assistere alla morte del figliolino e farvela morire di fame anche lei
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cosa volete che vi porti dal viaggio? - La maggiore disse: - Io voglio un vestito di broccato color di rosa. - La mezzana disse: - Io voglio un vestito
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sua sola ricchezza. Per questo alla domanda del fabbro rispose: - Che so? m'hanno detto che sono figlio del principe di Cattolica e che quel perfido
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Al tempo dei tempi viveva nella città di Trapani, dove approdavano tante navi, una povera vedova che aveva quattro femmine, tutte giovani e belle
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se ne accorse, e conficcata la torcia in una punta di ferro, incominciò a dar colpi ripetuti contro il coperchio del sarcofago, che conteneva il
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termine anche quella passeggiata notturna per le vie di Palermo. Appena a casa la vecchia dovette mettersi a letto perchè non ne poteva più, e in letto
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Ruggiero accennò che non era lei. Allora si avanzò la seconda e fece la stessa domanda. Ruggiero accennò di nuovo che non era lei e così fece per le
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. - Vengo - rispose Mariuccia. Ma invece di chiamare le cameriere e farsi vestire, si mise a gridare: - Povera me! Povera me! Dopo tanto aspettare
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con la sua vociaccia di dispettosa. - Lei ora è giovane, è bella, è al servizio del Re e finge di non conoscermi più. Ma che posso fare per diventar
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Al tempo dei tempi abitava a Palermo, in un vicoletto che sboccava davanti al Monastero di Santa Chiara, un gobbetto, figlio unico di una gobba, e
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Poi prese lo scettro e lo scaraventò in terra dicendo: - A che mi vale questo scettro se non comando nulla in Sicilia e i giudici comandano più di me
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fosse pagato con uno scudo d'oro nascondeva un tranello del re Guglielmo, e poichè non bramava altro che perdere il fratello, si sarebbe disfatta di
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innocente, - disse stringendo a sè il piccino. Il serpente le ordinò di salire la gradinata, d'entrare nel palazzo, e sempre sibilando, sempre
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Al tempo dei tempi regnava in Sicilia il re Guglielmo II che era così virtuoso, onesto e pio, che il suo popolo gli aveva messo il soprannome di
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voglio che mia madre sappia che filavo alla finestra, di domenica per soprappiù. Facciamo così, invece: io calo il filo, Vostra Signoria ci lega il
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su un timbro d'argento. Comparve un cameriere, e il Re gli ordinò di portargli tre canne di corda ben solida. Quando gli fu recata, la porse al
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barbiere disse: - Siate forte però e sedete qua, - e le indicò una sedia. Poi prese un rasoio e incominciò a tagliarle una striscia di pelle in mezzo alla
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giorno non ebbe più pace e smaniava sempre. Finalmente prese la determinazione di andare lei stessa a Palermo dal Re, e tanto disse e tanto fece, che
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pezzetti di cristallo! - esclamò la ragazza. - Insegnatemi come debbo fare per guarirlo. - Vossignoria si vesta da dottore, con un lungo gabbano nero
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Il Duca rimase in possesso del bel cavallo e con quello compì imprese gloriose e conquistò in un torneo la mano e il cuore di una bella Principessa
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la neve col collarino nero, una da levante e l'altra da ponente. Esse si posano su un ramo basso di querce, a pochi passi dal Reuccio, e una dice
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magari il Regno, mandò a chiamare l'armaiuolo più abile, l'orafo più celebre della città e dà loro ordine di fare una cosa magnifica e di non risparmiare
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dice: - Padre, fate chiamare il primo sarto del Regno e le più abili ricamatrici, perchè voglio un vestito di velluto, con un mantello tutto ricamato
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Il Reuccio si desta e vuol correre a spron battuto alla Reggia per chiedere al padre il consenso al suo matrimonio. Di fatti, va dal Re e gli espone
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Quando fu vicina la mezzanotte si rinvoltò in uno scialle e pian piano s'avviò al Palazzo Reale e si mise sotto la Torre Pisana. Di lì a poco s'aprì
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occhio, e, volta di qua, volta di là, non pensava altro che a tornare giovane e bella e andare a presentarsi al Re come cameriera. - Ai miei tempi
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Nel dir questo, il Principino divenne di marmo dai piedi fino alle ginocchia. Il Reuccio sentendo quel che diceva Gaetanino e vedendo che era
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superbo . . . . . . . . . . . » 85 La bella ragazza . . . . . . . . . . » 99 Guglielmo il Malo e lo scudo d' oro . . . . . » 121 La visione di Guglielmo il
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città, nonchè danari e gemme da ornare dieci signore, dopo il bando si presentò una quantità enorme di pretendenti da tutte le parti dell' isola. C'erano
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E si mise a piangere. Il padre gli disse: - Domani lo conduci nella distilleria del palazzo dove estraggono l'essenza di bergamotto; se perde i sensi
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AL TEMPO DEI TEMPI... Fiabe e leggende delle Città di Sicilia ADRIANO SALANI EDITORE SALANI NOSTALGIA 8 Al tempo dei tempi... di Emma Perodi
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Pagina Copertina illustrata
88-7782-062-4 Copyright © 1988 Adriano Salani Editore s.r.l. Firenze, via del Giglio 15 AL TEMPO DEI TEMPI.... FIABE E LEGGENDE DELLE CITTÀ DI
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