LUIGI CAPUANA C' ERA UNA VOLTA.... FIABE TREDICESIMA EDIZIONE AUMENTATA E RIVEDUTA DALL' AUTORE CON ILLUSTRAZIONI DI E. MAZZANTI
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Passato un po' di tempo, ricomparve la solita vecchia. Era la fata comare della Reginotta di Spagna. — Maestà non vi affliggete. La Cecina è viva, e
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nascondersi dietro un muricciolo, e vide arrivar la strega a cavallo del manico di una granata. — Con chi hai tu parlato? — Col vento dell'aria. — Veggo
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dove fiutavan le pedate. Ma per sua buona sorte era buio fitto; e l'Orco, cercato inutilmente per un po' di tempo, andava via chiamandosi dietro i
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cavallo, la sollevò, e, visto che non s' era fatta nulla di male, cavò di tasca le poche monete che aveva e gliele mise in mano: — Vecchina mia, non
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, si guardarono in viso senza osar di rispondere: — Maestà, è una granata! — Il Re in quella granata ci vedeva la figliuola del ciaba, la più bella
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sonaglino e se lo mise in tasca, insieme con la cipolletta e il coltellino da due soldi. Cammina, cammina, una sera capitò presso una fattoria fuori di mano
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era più difficile. Fra tante migliaia di pesci va a pescare per l' appunto quello lì! Eppure bisognava pescarlo. Prese canna, lenza ed amo, e so n
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e certi occhietti piccini piccini. Il Re non aveva voglia di ridere; ma come vide quello sgorbio, non seppe frenarsi. — Che cosa voleva? — Maestà
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Ma quello cambiava discorso: da quell'altro non ci sentiva neppure. — Bella parola di Re! — gli disse il Nano una volta. — Ah, nanaccio impertinente
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— Mi piace tanto, — rispose lei — che sento una gran voglia di cavalcarlo. — Fecero portare una scala, e la Reginotta montò sul cavallo di bronzo
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po' urtato con l' asse, e lui, stizzito le tirò un calcio. Tizzoncino ruzzolò le scale. Quelle pagnotte e stiacciate, tutte intrise di polvere, tutte
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— Ah, gallinetta mia! L'uovo nero non lo vuol nessuno. — Portatelo al Re. — La vecchia lo portò al Re. — Che uovo è questo? — Maestà, di gallina
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! - La cosa era troppo strana, e il galletto diventò prezioso. Tutti lo guardavano con rispetto; qualcuno anche con un po' di paura. Ed esso se n
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Allora gli tagliarono la cresta, e quella voglia non la ebbe più. E il popolo: — Staremo a vedere! Chi di gallina nasce convien che razzoli. - Dopo
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Regalarglielo non potevano, perchè s'eran già guastati coi parenti di lei. Come fare? — Ci penserò io. — Il Re di Spagna si travestì da gioielliere
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Il giovinotto non avea viso di presentarsi al Re; ma saputo che la Reginotta se l'era cavata con poche scottature, perchè tutti quei della Corte
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— Ed ora che fare ? Come tornare indietro con quella mostruosità? - Risolse di tornar di notte, perchè nessuno lo vedesse. La Regina, accortasi di
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— Buona o cattiva. — Maestà, Serpentina corre pericolo di morte: E se muore Serpentina, Tutto il regno va in rovina. — Che pericolo può correre nelle
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— Se ci si combina, lo prendo. — Ve lo do per un soldo. — Il cenciaiuolo le tolse il bimbo di braccio e le mise in mano un soldo bucato. A quella
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notizia. Il mago rispose: — Raccatti i cocci di quel puttino di terra cotta e li saldi insieme collo sputo. — Il Re, sebbene di mala voglia, raccattò
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— Aprite, Regi-notta mia! aprite! - E Tizzoncino, dietro l'uscio, canzonandolo: — Mucchio di fuliggine! — Apri, Reginotta dell' anima mia! - E
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. Il contadino cessò di sonare; di botto la reggia ridivenne pagliaio, ma di aprire non se ne parlò neppure: e il Re, che bruciava dall' impazienza
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Dopo poco tempo, povero Re, non si riconosceva più; parea fatto di terra cotta, colla pelle bruciata a quel modo. Ma avea un compenso. Di tanto in
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abitava su, nelle stanze reali; pranzava a tavola col Re, colla Regina con tutta la corte, e prima di toccar le pietanze, metteva da parte i meglio
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— Nel canile. L' altra abita nel canile. - Il Reuccio, stupito, scese giù insieme col Re e con la Regina, e trovò Testa-di-rospo nel canile
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Avea davanti una fila di stanze, così ricche e così splendide, che quelle del palazzo reale, in confronto, sarebbero parse vere stalle; e Testa- di
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Il Re diè l' esempio egli il primo; e il palazzo reale fu pieno di gatti, tenuti assai meglio dei cortigiani e anche dei ministri. Inoltre, a tutti
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desinato saporitamente. Il Re, dalla contentezza, ordinò una festa di ballo. Va per indossare il manto reale, e lo trova interamente rosicchiato dai topi
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! — Poteva dire di no alla mamma e alla sua cara Reginotta? Toccò colle mani il cadavere mezzo carbonizzato del Re, e lo fece risuscitare. Ma il Re
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ce n' è‘ più; se n'è perduto il seme. Di quelle che ho io tu non sapresti che fartene. E poi, servono a me per conservarle imbalsamate. Vuoi vederle
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venne ad aprire. — Che cosa volete? E chi è costui ? Temerario, come osi di venire da me! — E voleva scacciarlo via. Quelli la rabbonirono e le esposero
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a riempirsele di questi. Così fino all'ultima stanza, dove, in un angolo, si vedevano ammonticchiate le arance d' oro del giardino reale. C' era lì
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fu quando il Re di Francia mandò a dire che fra otto giorni arrivava. Come rimediare con quella figliolaccia caparbia? Dallo sdegno, le legò le mani e
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Ma ecco, in un punto, un pesce grossissimo; con tanto di bocca spalancata, che voleva ingoiarli: — Pagateli pedaggio, o di qui non si passa. — La
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via. E per un anno non si fece vivo. La Reginotta s' annoiava a star lì senza vedere un viso di cristiano. Ogni giorno chiamava: — Gomitetto
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INDICE DEDICA . . . . . . . . . . . . . . . .Pag. 5 PREFAZIONE . . . . . . . . . . . . . . 7 Spera di Sole . . . . . . . . . . . . . .11 Le arance
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Pagina Indice
giorno, l' idea di scriverne qualche altra pei miei nipotini. In quel tempo ero triste ed anche un po' ammalato, con un' inerzia intellettuale che mi
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Pagina Prefazione
SPERA DI SOLE C'era una volta una fornaia, che aveva una figliuola nera come un tizzone e brutta più del peccato mortale. Campavan la vita infornando
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consultavano anche i dottori di Corte. — Maestà, fate questo. — Maestà, fate quello. - E pillole di qua, e beveroni di là; ma il sospirato figliuolo non
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TESTA-DI-ROSPO C' era una volta un Re e una Regina. La Regina partorì e fece una bambina più bella del sole. Insuperbita di questa figliolina così
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pagnotte e le stiacciate bell' e cotte. Insomma non riposava un momento. Tizzoncino era sempre di buon umore. Un mucchio di filiggine; i capelli
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lì, da un anno all'altro zappando, seminando sarchiando, insomma facendo tutti i lavori campestri. Nelle ore di riposo cavava di tasca uno zufolo e
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E ogni volta che lei gli diceva: tu sarai Re, il bimbo accennava di sì colla testina, come se avesse capito. Un giorno si trovò a passare proprio il
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L'UOVO NERO C' era una volta una vecchia che campava di elemosina, e tutto quello che buscava, lo divideva esattamente: metà lei, metà la sua gallina
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SERPENTINA C' era una volta un Re e una Regina. La Regina era incinta. Un giorno passò una di quelle zingare che van dicendo la buona ventura, e il
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ne dirò un'altra. — E cominciò: — C'era una volta una bambina, che aveva la mamma matta e la' nonna più matta di lei. La nonna le fece un cappuccetto
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IL SOLDO BUCATO C' era una volta una povera donna rimasta vedova con un figliolino al petto. Era di cattiva salute, e con quel bimbo da allattare
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IL CAVALLO DI BRONZO C' era una volta un Re e una Regina, che avevano una figliuola più bella della luna e del sole, e le volevano bene come alla
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RANOCCHINO Questa è la bella storia di Ranocchino porgi il ditino, e sentirete qui appresso perché si dica così. Si racconta dunque che c'era una
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