Ho detto che il Francia è il più insigne pittore che Bologna vanti; ma, se taluno mi domandasse: “ è veramente tra i pittori bolognesi quello che ha
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maestri, ma, come ho detto, per inesorabilità di leggi storiche; giacchè, giunti tardi, domando come avrebbero potuto fare ad astrarre del tutto da ciò ch
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’ingannava. Ho detto tino dei tipi, perchè io principalmente ne discerno due, ben distinti. Il primo proviene dalla Niobe, la cui testa egli doveva aver
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. Egli, del resto (l’ho già detto), non avea bisogno di educazione artistica propriamente detta. Salvo la tecnica del colorire, che gli era necessario
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fu detto grido dell'anima, quel poderoso scatto delle sensibilità eccezionali, quel fremito che or delizia lo spettatore, or l’impaura, sempre lo
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logoreranno sino a diventar lerce, ina ai futuri che liberi di ogni passione giudicheranno quel periodo di storia. Francesco Raibolini, detto il Francia
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Ramenghi, detto il Bagnacavallo. Il buon Francesco Francia morì a tempo, quando il mutato atteggiamento delle intelligenze giovanili non consentiva ch’egli
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(accenno all’arte di Pellegrino Pellegrini detto il Tibaldi), assistè al primo levar dell’ala del gentil Sabattini, ma non c’è mai nell’arte sua un
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’adolescenza allievi del Francia; il primo dei quali s’innamorò dell’arte di Raffaello, conoscendo e avvicinando il grande artista, come ho già detto; l’altro
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Ho detto che è facile distinguere l’un dall’altro questi due artisti. Il Bagnacavallo è coloritore più succoso, più armonioso. C’è un suo quadro d
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Pace in S. Petronio, ov’egli dipinse storie della vita di Cristo e della Madonna in concorrenza con Girolamo Marchesi, detto il Cotignola, con
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bolognese; ma basterà dir poco, che all’importanza loro sarebbe sproporzionato un lungo discorso. Girolamo Marchesi, detto il Cotignola, peregrinò per l
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L’altro di cui mi resta a parlare è Biagio Pupini, detto Biagio dalle Lamme, la cui adesione ai raffaellisti non cancellò la sua provenienza dal
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