SENTITE ora il mio segreto, uno spaventoso segreto che rode I'anima. L'ho taciuto sinora per l'orrore della mia mostruosità. Ma dentro, lo spasimo
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mettere in carta. E diciamo pure che tutta quella roba gli restasse un po' confusa, là dentro. Ma era
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non diretti a voi, improperii enormi di facchini e di marinai, voci rauche e stridule di donne avvinazzate; colmo dell'abominio. E dentro, poi! Va bene
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vagheggiava, nell'atto di calarli là dentro, li palpava, li accarezzava amorosamente, i bel volumi legati di marocchino lionato e marezzato, colle grandi
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parole, senza ficcarne dentro una mezza dozzina di francesi; che sciocco! Ahi misera creta umana! Così l'uno per l'altro, Bendinello Sauli e Gian
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