del cielo. Il suo, insomma, non è più l’oro piatto e indifferenziato della tradizione medievale, che rimanda ad una concezione metafisica dello
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Quattro Santi coronati in una nicchia di Orsanmichele, opera capitale dello scultore Nanni di Banco (fig. 93).
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sua Adorazione dei Magi, non ignorano l’uso dello scorcio prospettico, ma a differenza di Masaccio e degli altri innovatori fiorentini non applicano
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le quali esse sono state concepite. A noi, che viviamo in un mondo assai differente da quello in cui esse sono nate e abbiamo una percezione dello
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il modo approssimativo con cui ciascuna figura prende possesso dello spazio virtuale del dipinto: anche se non «danzano» più sulle punte, come quelle
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prospettico della pittura italiana. Un illusionismo che, fin dall’antichità classica, ha sempre fatto perno sull’attiva complicità dello spettatore
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principali dello storico dell’arte vi è quello di attivare tutti i canali conoscitivi l’indagine archivistica e documentaria, quella storicofilologica e
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affrescato da Masaccio su una parete della fiorentina Cappella Brancacci. La prospettiva conferisce profondità spaziale alla scena, guidando l’occhio dello
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Siamo dunque di fronte ad una scena in cui l’organizzazione prospettica dello spazio è utilizzata non solo in funzione compositiva, per rene eie
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La tecnica proiettiva dello scorcio è connaturata allo sviluppo della prospettiva rinascimentale, ma fu investigata, teorizzata e messa in pratica
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effetti non lo era. Gli bastò pochissimo spazio per realizzare un finto coro a tre arcate che, mediante la forzatura dello scorcio prospettico della
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Battista Tiepolo, del quale ci limiteremo ad illustrare uno dei più grandiosi esempi di «sfondato»: quello che deflagra nella volta dello scalone
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modo da ottenere sul foglio una serie di punti che, una volta uniti, delineeranno l’intera «circoscrizione» del liuto. Il limite operativo dello
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rappresentazione dello spazio basata su principi e pratiche figurative diverse da quelle prospettiche.
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andavano di pari passo nell’intento di mettere a punto gli strumenti e le tecniche di una corretta rappresentazione dello spazio fisico allo scopo di
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. Dietro la capacità di rappresentare in maniera rigorosa lo spazio tridimensionale s’intravede quella volontà di dominio dello spazio fisico e di
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va di pari passo con la tecnica dello «sfumato»: nello sfondo dei suoi quadri (fig. 141), le montagne, avvolte da nebbie e vapori, assumono toni
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risultati prospettici abbia raggiunto questa tecnica di rappresentazione dello spazio, che fu messa a punto da Donatello e si diffuse largamente, sia
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’occhio dello spettatore, il rilievo si fa via via meno sporgente, fino a divenire appena accennato. Per alludere ad una distanza ancor maggiore, in certi
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spazi. Il congegno spaziale escogitato da Paolo Uccello finisce così per apparirci come una sorta di racconto dello spazio prospettico, prima ancora
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A partire dal Cinquecento, la pratica della scenografia teatrale fu, accanto a quelle dello «sfondato» illusionistico e del vedutismo, il campo di
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palazzo, ma un’aulica e sovrabbondante cornice, che invece di fare da sfondo convoglia lo sguardo dello spettatore al di là di se stessa, nello spazio
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Il principale elemento dello spettacolo teatrale nell’età della Maniera e poi in quella barocca fu proprio la scenografia, con le sue spettacolari
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«documenti» di carattere visivo e si fa, come amava ripetere Giulio Carlo Argan, «in presenza degli eventi». A differenza dello storico tout court, lo
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durata temporale, mentre le arti figurative sono «arti dello spazio», perché si offrono allo sguardo simultaneamente, avendo, diremmo noi oggi, come
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vedere, è tutta la scena centrale che funge mirabilmente da snodo dell’intero racconto tripartito, indirizzando lo sguardo dello spettatore con
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dei più irrequieti e audaci esponenti. Uno sperimentalismo che mette in crisi anche l’ormai tradizionale organizzazione prospettica dello spazio
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, definendo la prima «arte dello spazio» e la seconda «arte del tempo». Anch’egli insiste sulla «staticità situazionale» delle arti visive, che non possono
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contenuti tipici delle Arti liberali all’interno dell’operatività del pittore e dello scultore. Anche lo studio sempre più approfondito dell’anatomia
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definizione tratta dall’Ars poetica dello scrittore latino Orazio, che a sua volta discendeva da una formula di Simonide di Ceo (VI-V sec. a.C.), circa la
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fisiologia, verificati attraverso la rappresentazione grafica, e sono stati essi stessi da lui progettati e perfezionati per mezzo dello
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’attitudine analitica e indagatrice dello scienziato. In Leonardo la curiosità per ogni fenomeno naturale si concretizzava con il disegno, per mezzo del
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’altare con l'Assunta, in modo che l’attenzione dello spettatore sia riconvogliata verso di essa, dopo essere stata risucchiata dal magnetico dispositivo
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al dramma lasciando libero campo all'immaginazione dello spettatore.
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essere il degno sostituto, e la Cattedra (fig. 49), sollevata in gloria tra le nubi dorate dai Padri della Chiesa, con la colomba dello Spirito Santo
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bizantina (fig. 62), il pittore russo Andrej Rublëv, che eleva all’apice della squisitezza e dello splendore formale il repertorio di forme che ha
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delle immagini sacre e respingere le accuse di idolatria mosse da alcuni settori neo-iconoclasti dello scisma protestante, è il fondamento dottrinario
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saggio dello storico olandese Johann Huizinga, pubblicato nel 1919. Un autunno dorato e prolungato, in cui prevale la cultura sofisticata delle corti
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