Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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L'idioma gentile

209633
De Amicis, Edmondo 31 occorrenze
  • 1905
  • Fratelli Treves Editori
  • Milano
  • paraletteratura-ragazzi
  • UNICT
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latino e del greco, insuperata nell'abbondanza del vocabolario e nella vivezza del colorito comico, maravigliosa " per l'immensa facoltà delle metafore

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delle più belle parlate dei personaggi del Decamerone, decine di pagine del Machiavelli, quasi intera l' apologia di Lorenzino dei Medici, lettere del

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delle parole. C'eran disegnati un violino e una finestra, con su scritti i nomi di tutte le loro parti, e una figura umana in caricatura, che aveva

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; e via discorrendo. Vedete come e quanto si può studiare sul Vocabolario! E non dico delle nuove parole che imparo, che ignoravo affatto; delle nozioni

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sopra una tavola - per dire una quantità di bicchieri in disordine, e si attuffarono per vennero alle mani? E anche per quei nomi delle citazioni

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. Ma sul genere delle lettere bisogna fissarsi bene perchè occorre spesso di rammentare questa o quella vocale o consonante per canzonare errori

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ai quali portano il loro amor proprio, non solo d' uomini d' affari, ma d' uomini di mondo, l' ambizione di contar qualche cosa anche fuor delle

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palladiane, dai paleosauri fossili ai bacilli del Pacini! Abbiamo visto passare la paggeria pomposa delle Corti, i principi orientali portati in

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. - PÌARE, degli uccelli che cantano in amore, e Pio Pio; e si dice anche PIARE delle castagne e delle patate che metton : - Non lo vedete che queste

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palle degli occhi, a mangiar certe bazzoffie delle trattorie. - Ti s'ha a portare il panchetto? A chi non fini- sce di chiacchierare per la strada. A

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. - PULISCISCARPE e PULISCIPIEDI, che si mette all'entrata delle case, e che si chiama Raschino se è di ferro. - PULSANTINO, la mollettina degli orologi, che

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metterla in mostra a te stesso. Quando n'avrai bisogno davvero; saranno le tue idee urgenti e imperiose che andranno a picchiare all' uscio delle mille

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, contentando ad un tempo l'animo con molte piccole conquiste quotidiano determinate, con infinite piccole compiacenza prOdotte dal continuo ripetersi delle

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, in somma, non come un mezzo, ma come un fine, e diventare uno di quei perdigiorni delle lettere che badano soltanto a baloccarsi con le parole e con

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dire, all'annunzio di non so che nuovo Ministero: - Ministro dei lavori pubblici quello sgrammaticante Ne vedremo delle belle! - Non avevano altra

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scolpire e a colorire le proprie immagini? E tanto più se il suo ingegno è di quella natura particolare che si chiama spirito, inclinato a coglier delle

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lingua non hanno l'uso, perché delle frasi e dei vocaboli, che cercano e trovano nello scrivere, non vien loro alla bocca, non avendoli essi famigliari

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da esprimere, tante cose da dire, delle più difficili a dire e a sentire, e che può e sa dire essa sola, e che da lei sola si vogliono udire? E come

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osservato che si ride involontariamente, spesso a nostro malgrado, anche degli errori delle persone che amiamo e rispettiamo. È quasi un istinto

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capire dal fiaccheraio, al quale, invece di: - Alla Stazione di Porta Nuova - diceva: - Alla Nuova -; fino a non pronunziar mai che una delle due

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libro notissimo di scienza popolare, che è una delle opere più eloquenti e meglio scritte della letteratura scientifica d'Italia. Lo scienziato, ch'era

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piccole cose, benchè non sian molte e sian semplici, consiste principalmente il parlar male di quasi tutti. Bada anche a questo. Una delle nostre miserie

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italiana; ma una baldoria linguistica, dove si fa del vocabolario e della grammatica quello che in certe baldorie bacchiche si fa delle stoviglie e del

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; s'assida, ingrato amico, e si scagioni. - Anche parlando delle cose più comuni usava questo linguaggio di gala. Era famosa fra i suoi conoscenti la

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così devi far tu nel giro delle persone fra cui vivi, usando francamente le parole insolite, come se ti venissero spontanee, vincendo la "vergogna fuor

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suonano come note di canto, se le dolci noi inaspriamo pronunziando delle s che sembrano fischi di serpenti, se fiacchiamo le forti scempiando le consonanti

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strage delle z; nè il tuo fratelo veneziano che di tutti i cittadini dell'aregno d'Italia è il più indomabile ribelle alla leie della doppia consonante. E

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dire impropriamente e a un di presso una grande quantità di cose, ciascuna delle quali può esser detta con una parola o una frase propria, che dice per l

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del pensiero, che tu devi prendere. Delle moltissime parole che non sappiamo molte le abbiamo lette o intese dire; ma non ci sono rimaste nella

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uno, scorrendolo con l'occhio solamente, vi ritrovo in pochissimo tempo tutto quanto v' è di meglio in materia di lingua, e con la memoria delle voci e

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partizione dell'Ira, mi par d'entrare in una bolgia dell'inferno, in mezzo a una moltitudine d'energumeni, dove ciascuno grida una delle parole o delle

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