Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Fedora

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Colautti, Arturo 17 occorrenze

Nel mezzo della parete centrale un uscio chiuso: quello della camera da letto.

melodramma

(Loris appare dal fondo, scostando i lembi della gran cortina divisoria, senza osare tuttavia d’inoltrarsi. Sotto la pelliccia, invece della marsina

melodramma

Ricevimento in casa della principessa Fedora Romazov, a Parigi.

melodramma

Pietroburgo, d’inverno, in casa del conte Vladimiro Andrejevich, capitano della Guardia.

melodramma

A sinistra del proscenio un caminetto a mensola, la quale sorregge una pendola e due candelabri: più indietro l’usciale della galleria.

melodramma

(Olga va a staccare la sua bicicletta deposta sul fianco della gradinata. – Fedora ricade nel suo abbattimento: De Siriex, tra le due, non sa

melodramma

(Dimitri corre verso la comune del fondo: gli altri, meno Desiré, che nasconde i dadi del domino, scappano a sinistra dall’usciale della galleria.)

melodramma

(Fedora corre all’uscio della camera di Vladimiro, e sta in ascolto. Tutti si voltano a quella parte, tendendo l’orecchio. Breve silenzio. – L’Agente

melodramma

(Fedora rimane per alcun tempo come schiacciata dalla sciagura, il capo riverso sulla spalliera della seggiola, gli occhi sbarrati, le mani penzoloni

melodramma

All’alzar della tela, è cominciato il ricevimento. Nel fondo circola, aggruppandosi variamente, una folla multicolore di dame e cavalieri in abito di

melodramma

(Egli s’alza e va a frugare nella tasca della sua pelliccia: e, toltone un pacco di lettere, lo getta sulla piccola scrivania. – Fedora lo afferra

melodramma

(De Siriex s’inchina. – Marka appare al sommo della gradinata, recando un servizio da thè.– Olga sta fiutando i fiori colti da Fedora. De Siriex le

melodramma

(L’uscio della camera da letto si spalanca: Lorek ricompare sulla soglia. Fedora, tutta intenta a guardare dalla finestra, non se ne accorge. – De

melodramma

(Loris prende il calice dalle mani di Borov, e lo porge a Fedora, della quale Olga sorregge la testa. – Fedora ne beve un sorso, ma poi lo rifiuta

melodramma

(Borov, introdotto da Basilio s’avanza rapidamente dal fondo. – Marka, scende dalla casina, recando un paniere, ma resta attonita appiè della scala

melodramma

, riscintillante al chiaror della luna. – Più in su, una credenza russa con suvvi il samovar e un servizio da thè.

melodramma

(Fedora scompare nella camera, l’uscio della quale resta spalancato. Oltre il basso del letto e il canterale, si scorgono ora le sacre iconi appese

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Iris

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Illica, Luigi 33 occorrenze

Ecco il Yoshiwara; l’ora del desiderio lo affolla della gaia, fastosa e spensierata gente cercatrice della voluttà, del piacere o dell’amore – della

melodramma

Ed è in quella trionfante visione che gli occhi della mousmé si chiudono, onde sul suo pallido viso è ancora la calma della tenera giovinezza

melodramma

Così qui muore la vergine, il picciol corpo abbandonato all’abbraccio della bomhêria velenosa e della scirpa pungente.

melodramma

stelle del cielo, – la notte senza riflessi delle acque morte, – la notte senza lacrime della insensibilità della natura.

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(La mousmé – che fantasiosamente sente il linguaggio caldo della Luce e lo traduce in bontà, carezze, promesse, è Iris; è lei che infantilmente si

melodramma

(e Iris fa sedere il vecchio padre sulla soglia della casetta, verso il giardino)

melodramma

la bellezza della Vita creata da Te penetra col Sole nella mia vecchia persona!

melodramma

Sono voci che rassembrano quelle dei tre personaggi della sua breve esistenza, il Giovane delle voluttà, il Taïkomati, il Padre cieco, ma, in quella

melodramma

’effetto della rappresentazione. Oh, strane danzatrici! Oh, strane danze! Portano sul viso bizzarre maschere e le vesti, a veli, quando sono agitate dai

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E le voci misteriose, così come hanno favellato alla fantasia della morente fanciulla, si estinguono bizzarramente.

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Muore la Vergine colla visione splendente della immortalità; essa vede intorno a sé una fantasia di fiori – tutti i fiori della terra – che allungano

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E le mani alte si stendono sopra le teste dentro ai cui occhi passa il rapido incendio della più esaltata cupidigia!

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E Kyoto sogghigna, sporgendosi sul parapetto della sua verandah, bonariamente ammiccando degli occhi scaltri all’amico suo e suo padrone, il pubblico!

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Bella e antica fantasia nipponica, sono essi forse gli Ōni del tuo mondo superstizioso che scendono radendo gli squallidi fianchi della squallida

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La Notte abbandona il cielo; – il suo lavoro vivificatore è finito; – uomini e cose hanno riposato e sognato; – essa cede il governo della vita al

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Tu ora giaci nel cuore affannoso della città gaudente ove più accelerato batte il palpito delle esistenze nelle diverse febbri che agitano le genti

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Ancora i suoi primi raggi tremuli sussurrano lontanissimi l’annunzio della sua discesa benefica al mondo; – e l’aria già tutta intorno vibra armonie

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del sangue della giovinezza.

melodramma

(E il giovane, improvvisamente fatto appassionato alla rivelazione di quella bellezza, quasi pazzo, si aggrappa ai sostegni di ferro della verandah e

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il pallido volto della fanciulla.

melodramma

Colle loro lanternuzze, bizzarre umane lucciole della Vita cittadina, errano, l’uncino acuto a mano, guardando, desiderando, sognando i più pazzi

melodramma

Qui, nella dolcissima ora del drago, non verrà il Sole a dissipare i piccoli sogni paurosi della tua infantile fantasia!; – qui, nella misteriosa ora

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Le mousmé, ginocchione, sedute sopra i piccoli piedi, guardano, ascoltano. Le loro anime pendono dalla cadenzata voce della guècha che si espande

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Potere misterioso del fantastico e della melodia;! — la voce del falso Jor si eleva alta come il Sole e si espande ovunque come l’aria. Le mousmé

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(allora tutto l’orgoglio di Osaka si scuote. È una sfida? – Egli la raccoglie e dominando tutto, tutti con la potenza della sua voce, si rivolge a

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dov’è la pace dei campi intorno e il silenzio ristoratore come il riposo della tua vallea entro all’ampia circolare distesa di monti e, in alto, la

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Presso al tuo letto, come spettri, stanno ancora le guèchas, ancora dentro a le loro orribili maschere. La guècha della commedia accosciata sussurra

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più angoscie, affanni, paure, dolori. – Il suo sogno è di luce – è di fiori! – E raggi e fiori parlano il linguaggio eterno della pietà, dell’amore! –

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, sulla soglia della piccola casetta di Iris, con tanta abilità da non risvegliare il sensibilissimo udito del Cieco, e raggiunge correndo la comitiva che

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E in quell’aere freddo e muto, che la primissima alba ingrigia debolmente, in quei supremi delirii del dolore fisico e della disperazione del

melodramma

, sembrano guardare… Sono i guizzi della luce entro alle gocce delle lacrime sue!, e allora le anime di quei merciaioli sono invase da un gran senso di

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’affannoso moto della vita cittadina, le strida dei merciaioli, le minaccie dei samouraïs, le ansanti cadenze dei djin, i diversi idiomi dei dragomanni

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, Iris ha pel Sole tutto il tesoro delle piccole confidenze. – Onde il raggio del pianeta e il raggio dell’anima della mousmé confondono insieme cielo

melodramma

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