Fine dell’Atto Secondo.
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Fine dell’Atto Primo.
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Fine dell’Atto Terzo e del Dramma lirico.
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(Ciascuno tocca il bicchiere dell’altro, tracannando poi d’un fiato il proprio. – Un trillo di campanello elettrico li interrompe.)
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servi si aggruppano nel fondo sulla soglia dell’anticamera.)
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Ecco il Yoshiwara; l’ora del desiderio lo affolla della gaia, fastosa e spensierata gente cercatrice della voluttà, del piacere o dell’amore – della
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audaci «Poemi dell’origliere» di Outamaro e i soavissimi vaporosi chiaroscuri di Hokusaï, con tutte le meraviglie del mare, del cielo, della fantasia e
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’idea dell’avvicinarsi del vecchio iracondo ed inumano genitore).
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Oh, il disperato urlo di terrore di Osaka, ritto davanti alla finestra spalancata, gli occhi in quel profondo nero dell’abisso nel cui fondo, ironia
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conforto di oggetti noti la di cui mancanza rattrista. La vita è fatta dell’amore di tutte le cose.
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più angoscie, affanni, paure, dolori. – Il suo sogno è di luce – è di fiori! – E raggi e fiori parlano il linguaggio eterno della pietà, dell’amore! –
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profonda e rapida lucidità dell’agonia che fa svanire tutte le delusioni, esse si appalesano nei diversi egoismi umani che hanno fatto della vita di
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, Iris ha pel Sole tutto il tesoro delle piccole confidenze. – Onde il raggio del pianeta e il raggio dell’anima della mousmé confondono insieme cielo
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Leggiere brume erranti fuggono ai venti; – e al di là, lontano, lontano, nelle immensità profonde dell’azzurro, immobile come un gran mare calmo, già
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suo capriccio, come iddii, le rivelate l’angoscia dell’anima sua!
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, azzurrognolo con awabis sguscianti fra alghe e diafano a fior dell’onde, finalmente si fa azzurro cupo verso l’alto della tua testa, ad imitare il
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figlia – e s’abbassa!, e grida!, e impreca!, raccoglie, gitta fango!, ne raccoglie dell’altro e continua in quella violenza di gesti, imprecazioni a
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