Se la rappresentazione formale non è più conoscenza positiva del mondo, sorge il problema della giustificazione non più intellettuale ma etica dell
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La tecnica del Bernini è guidata dall’immaginazione del possibile, quella del Borromini dalla fantasia dell’assurdo: il Bernini può chiamarla
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Così si spiega perché l’antitesi e la continua tensione tra la tecnica estensiva del Bernini e la tecnica restrittiva del Borromini siano anche
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dell’antichità cristiana. Formulato in termini umanistici da Niccolò V alla metà del Quattrocento e impostato in senso classicistico da Bramante e da
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La ricerca del moderno esclude la restitutio o la rinascita, non la conservazione e il restauro dell’antico come documento autentico e significativo
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Non soltanto a causa del fallimento dell’effetto idealo Borromini cerca di distogliere l’attenzione dalla navata centrale e portarla sulle minori: se
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Conforta l’ipotesi di un’intenzionale, o soltanto nostalgica, evocazione preromantica del passato oscuro e angoscioso del medioevo, la ricomposizione
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ripercuote sull’altra, come in uno sbalzo. È quanto si vede chiaramente nella facciata, dove la concavità absidale del braccio d’ingresso si traduce nella
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osservazioni. Le due ali concave alle spalle della facciata fanno del corpo avanzato un forte organismo plastico, rafforzato dalle colonne angolari, libere
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del limite della materia e della forma stessa rispetto alla trascendenza del «concetto». Come tale è stato studiato, ma nell’ambito delle singole
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, contrapponendosi nettamente alla profondità scura del portico e del loggiato, mentre la parete di fondo è così lontana da non entrare nel sistema dei valori. È
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Mi propongo di individuare un problema centrale della cultura artistica del Seicento, attraverso l’analisi formale di uno dei monumenti più singolari
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Per Michelangiolo l’arte è la totalità dell’esistenza perché discende dalla storia, si attua nella realtà naturale del presente, tende a un fine d
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Allorché, ricalcando la definizione settecentesca e neoclassica, si parla del Barocco come arte «senza regole», bisogna sempre tenere presente che la
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Il primo progetto, del 1505, è un mausoleo, cioè un organismo plastico-architettonico isolato nello spazio, degradante verso l’alto con tre piani, e
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storia». Ma questo superamento non si compie nel senso del «genere», benché di un’architettura di «genere» non manchino esempi nella seconda metà del
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, proiettata nella dimensione dell’eterno. Il monumento, che è insieme memoria o rievocazione della persona o dell’evento storico e consacrazione del fatto
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Condizione fondamentale della progettazione è «fare il tutto colla minore spesa possibile» (T. 1°, cap. III, osser. 11). La posizione ideologica del
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Uomo di pensiero e di scienza, il Guarini è cosciente della distinzione tra i diversi campi del sapere; non può più pensare che l’arte sia conoscenza
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Questo interesse alla realtà sociale si può spiegare con la posizione religiosa del Guarini: intransigente sul punto del dogma, ma aperto e
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; esaltando lo Stato, il Sovrano, Dio esalta se stessa. L’architetto non rivela, non interpreta, non rappresenta: si limita a fornire gli strumenti del
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La scena del Juvarra è insieme architettura e paesaggio: quand’è paesaggio forma atrii, arcate, corridoi; quand’è architettura, ha colonne come
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Il meglio del pensiero urbanistico e architettonico di Benedetto Alfieri è rimasto inespresso, ma si può ricostruirlo sugli atlanti di disegni «ch
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Quando Michelangiolo concepisce la prima idea della tomba si propone di creare, come s’è già detto, un «monumento» nel senso classico del termine
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Il repentino formarsi e il rapido svilupparsi della scuola pittorica inglese del Settecento si spiegano appunto con la critica di quella cultura e
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Il motivo del nobile fanatico, che crede di intendersi d’arte ed è gabbato dall’antiquario imbroglione, è un motivo già sfruttato dal teatro del
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dell’architettura, come rappresentazione storico-allegorica. Michelangiolo non è stato il primo a proporre il tema ideale del «monumento»: pochi anni
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neppure la perfezione del modello, sia esso la natura o l’arte del passato; si legittima così la critica, che estrae le «qualità» dal confronto tra le
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Finché si parla di Hogarth e dei suoi «soggetti morali moderni» la funzione esplorativa, associativa e interpretativa del «wit» è evidente: vuole
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La prima teorizzazione di questa spazialità pittorica sarà tracciata, nel 1759, dal Cozens; e sviluppata dai teorici del «pittoresco» con una
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Nel primo progetto i termini del problema sono ancora la scultura e l’architettura nella sintesi storico-ideologica del monumento. Nel progetto del
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Per intendere la gravità della frattura aperta dal biforcarsi del concetto dell’arte nelle due poetiche contrapposte e complementari del «pittoresco
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Turner non sia che uno sviluppo della poetica del «pittoresco» sotto una forte e in certo senso deformante attrazione del «sublime», è da rammentare che
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critica, che trasforma in principi di giudizio quelli che erano, all’origine, principi del fare artistico. La critica dell’Ottocento, la critica di Ruskin
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L’ipotesi che, con il progetto del 1513, Michelangiolo si sia coscientemente proposto una sintesi formale di architettura, scultura e pittura trova
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Philosophical Enquiry del Burke, a cui fa esplicito riferimento il nome di Longino, era uscito fin dal ’57, Ritornando, nel ’90, sul paragone tra «i due uomini
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Se ciò che si spezza, col Manierismo, è l’idea del classicismo come sintesi di storia e natura, ora che questi due termini sono in contraddizione, l
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Il genio di Shakespeare, altrettanto alto, è molto diverso da quello di Michelangiolo che stringe tutti aspetti del mondo e tutti moti dell’anima
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scala che le sottragga alla percezione del sensi. A chi, se non a un patito di Shakespeare, poteva venire in mente, negli anni eroici del Neoclassicismo
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Uno dei precetti fondamentali del Sublime concerne la linea di contorno, che dev’essere dura e precisa come fosse scalfita dal ferro tagliente in una
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Uno dei personaggi che ha più direttamente influito sulla cultura e sul costume inglese del Settecento fu un grande interprete di Shakespeare, David
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’arte di dare alla figura principale del quadro il dominio dell’orizzonte è forse il solo punto in cui l’arte moderna sia più avanti dell’antica
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Shakespeare al Manierismo, all’eufuismo del suo tempo. Né più risoluto e moralmente forte è il suo atteggiarsi di fronte ai grandi problemi del suo tempo. All
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Nel gruppo marmoreo che Antonio Canova, poco più che ventenne, scolpì a Venezia per il senatore Pietro Pisani ed espose alla Sensa del 1779, Dedalo
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Nella Euridice del ’73 aveva tentato, per tutt’altra strada, il superamento della teatralità barocca: dal trucco scenico, prologo-epilogo, del
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Alla garbata polemica verso gli scultori veneziani del tempo si accompagna una proposta di riforma. Il Settecento, a Venezia, è notoriamente un
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Quasi tutta la critica identifica l’intenzionalità riformistica del Canova giovane con un ritorno alle origini cinquecentesche della scultura
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strumento della sua salvezza, o forse sa che per volare nel cielo dello «ideale» o del «sublime» ci vuol altro che ali di cera e di penne legate con lo spago
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, infine, un oggetto ben definito, una funicella o, nel gruppo marmoreo, un tondino di ferro. In tutta la scultura del Settecento, dal siciliano Serpotta
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Non poteva ignorarlo il Canova, benché a quell’epoca la sua cultura fosse tutt’altro che raffinata (ne fanno fede gli sgrammaticati appunti del
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