risultarono agli occhi della critica più aggiornata come dei ritardatari, e addirittura dei reazionari. Anche il tentativo compiuto in un secondo tempo (con
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Ma cerchiamo ora di analizzare un po’ più minutamente la serie dei «buchi» e dei «tagli».
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. Non a caso nelle pitture d’uno dei migliori tra i seguaci di Fontana, Castellani, i fori si tradurranno in estroflessioni della tela dovute alla
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Un discorso analogo a quello dei buchi vale anche per i «tagli»: anche qui si tratta quasi sempre di vaste tele monocrome, segnate da uno o più tagli
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Un altro genere di applicazione dei tagli a cui l’artista si era dedicato durante un breve periodo (1960) fu quello dei «quanta». Il nome, ovviamente
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», «volti», rimangono tuttavia quanto mai ambigui e costituiscono una sorta di controfigura all’ambiguità «cosmica» dei fori e dei tagli.
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Come dovrà essere inteso, allora questo fenomeno al quale la critica nuova ha dato sinora così poca importanza? Credo che questo sia uno dei tanti
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giunge alla purezza ma anche all’armonia dei King, dei Tucker, dei Kelly, del vecchio ma agilissimo Sandy, del poliedrico Paolozzi che ha qui una sua
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Che la semiotica e lo strutturalismo siano divenuti negli ultimi tre o quattro lustri dei fenomeni «di moda», è ben noto, ma anche di questo non
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Questi, in definitiva, alcuni dei motivi e dei momenti più rilevanti di questa importante esposizione, che ha indubbiamente il merito d’aver operato
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sintagmi, e di cui alcune vengono a costituire dei repertori legati ad una data scuola, epoca, cultura.
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Ma, a questo punto, c’è un’importante premessa da fare: negli ultimi anni in Italia - specie in seguito ai numerosi incontri dei diversi gruppi
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Molti altri pittori italiani hanno svolto nella loro opera un analogo dialogo pittorico-letterario; potrei ricordare ad esempio alcuni dei
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mercificato in mano a grossi collezionisti e mercanti): quanto basta per affermare che, se si dà un prodotto dei nostri giorni che rientri in pieno nell
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esperimenti prepuberali) come a quella dei nevropatici, degli psicotici e che comunque sono una chiara riprova di questa quasi coercitiva volontà
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ricerche (e che è facile trovare qua e là soprattutto nei padiglioni dei paesi meno aggiornati) per accorgersi che l’informale, il materico, sono
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Del resto la proiezione di opere di alcuni dei migliori nostri «sperimentalisti filmici» (così diversi tra di loro come Baruchello, Leonardi, Patella
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dall’elemento tecnologico (tipico della civiltà dei consumi di cui siamo partecipi e succubi) con quelli d’un’arte decisamente nemica e contraria a
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Opere come quelle di Kienholz, di Indiana, di Lichtenstein, o dei francesi Raysse e Arman, rappresentavano, in fondo, una cristallizzazione
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Tutto ebbe inizio - si sa - con la famosa mostra dell’«Armory Show», quando Duchamp, Brâncusi, e un folto gruppo dei maggiori cubisti e postcubisti
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- legato com’era alla società consumistica, all’era del supermarket, all’influenza dei mass-media e della pubblicità, alla nuova mitologia del divismo
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, ha trovato in Italia numerosi seguaci, molti dei quali non hanno fatto altro che riecheggiare gli esempi americani o riallacciarsi alla «vecchia
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Uno dei difetti più gravi del mezzo televisivo - è cosa nota - è senza dubbio la sua monopolarità: il fatto cioè che la trasmissione televisiva, così
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Un settore finalmente dove è parso che si schiudesse la possibilità d’individuare un’universale determinazione dei valori estetici, non solo nell
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constatare ogni qualvolta ci è stato dato di osservare alcuni dei prodotti della computer art (che ormai sono molto numerosi e sono stati più volte
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alcune delle più recenti correnti dell’arte concettuale; e prova come l’arte visuale dei nostri tempi stia ritrovando - attraverso una «naturalizzazione
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È a questo punto che vorrei innestare il mio discorso a proposito dei valori socio-estetici che risultano presenti in alcune forme di recente arte
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A queste quattro fasi, che segnano la dialettica dei rapporti tra opera d’arte e impegno sociale, si aggiunge negli ultimi sei o sette anni l’avvento
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Dunque: dopo la «gioire è l’objet» dei surrealisti, e dopo la ricca vicenda dei ready-made duchampiani e del loro rifiorire attraverso il pop
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Sta di fatto che la crisi dell’oggettualità, e la parallela spinta verso l’anogettualità e la concettualizzazione dell’arte visiva, sono dei segni
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«arti figurative astratte», «arti dei suoni e dei colori».
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«epochizzare» il nostro giudizio assiologico almeno rispetto ad alcuni dei prodotti (più o meno) artistici dei nostri giorni.
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Per una coerente interpretazione dei fenomeni stilistici e del gusto occorrerà dunque rivolgersi più che ai dati storici a quelli psicologico
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Questo mi sembra uno dei punti più cruciali di tutto il discorso attorno all’«universalità» del linguaggio artistico (o almeno d’una relativa
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agisce una componente etica (come nel caso delle operazioni sadomasochistiche dei Nitsch e dei Brus, degli Acconci e dei Schwarzkogler, deprecabili
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Ma il fatto più rilevante è l’esistenza stessa di questa mescolanza dei media, di questo voler liberarsi dalla soggezione a tecniche e poetiche
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L’errore dei non-marxisti è spesso quello di non accorgersi di quanto detto ora, e dei rimbalzi e contraccolpi che si determinano in tutta quanta la
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Uno dei primi aspetti che ci colpisce in questa Biennale è la presenza d’una interessante ripresa di «figuralità». Intendendo con questo termine il
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degli assurdi di molte etichette odierne ma anche uno dei fenomeni di più rapido contagio tra le fitte schiere dei pittori internazionali.
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Era necessario, evidentemente, distruggere quella falsa immagine fotografica ridotta a mera funzione illustrativa, ed era stato questo il compito dei
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nettamente tanto ai giochi informali e tachisti, che a quelli (cui presto accenneremo) del «segno» e del «gesto», attraverso una più meditata ricerca dei
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Non dirò certo che il valore dei lavori di Burri sia dovuto all’uso dei legni combusti, degli stracci, dei rattoppi (anche se c’è qualcosa di vero
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Il futurismo - l’unica vicenda artistica italiana di levatura internazionale - era ormai lontano e la maggior parte dei critici militanti cercava
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Ecco, dunque, perché crediamo che proprio questo movimento, pur nella limitatezza dei suoi mezzi e dei suoi fini, dovesse costituire (assieme agli
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notevoli - come un Schumacher, un Canogar, un Riopelle - (e cito alcuni dei nomi migliori) - sono del tutto o gravemente decaduti. Altri hanno dovuto
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oggetti una qualità di «gusto», di piacevolezza, quale di solito attribuiamo a molte opere d’arte, anche dei nostri giorni. È questo uno dei punti chiave
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indicare come quello d’una trasformazione dei valori dell’elemento tecnico.
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Era ovvio che vittime dei pericoli derivanti da codesta tecnica disintenzionata (e perciò alienante) rimanessero i più fragili, i più impreparati fra
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alcuni elementi (bersagli, bandiere, manichini, bottiglie, fotografie) che sono una chiara denuncia dell’importanza di tali elementi per la pittura dei
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Ecco, dunque, che questa Biennale ci pone - proprio per merito dei pop artisti americani e dei programmatori europei - di fronte ad un preciso
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