(I tre uomini la depongono appiè dei gradini, mentre Olga e Marka le dispongono, sotto la testa un cumulo di guanciali.)
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(Cirillo risale verso l’anticamera: passando vicino a Fedora, s’inginocchia e le bacia la mano, piangendo: poi va a confondersi nel gruppo dei
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(Olga, vestita ostentatamente quasi a lutto, scende dal villino malinconiosa: scorgendo i due amanti, si ferma appiè dei gradini. Loris e Fedora le
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(Cirillo, vestito alla foggia dei cocchieri russi di grandi case, s’avanza lentamente dal fondo, e si pianta dinanzi la scrivania. – Fedora abbandona
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’affannoso moto della vita cittadina, le strida dei merciaioli, le minaccie dei samouraïs, le ansanti cadenze dei djin, i diversi idiomi dei dragomanni
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Iris, i mostri non abitano soltanto il mondo infantile dei sogni!
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E le spensierate mousmé, lasciate le ceste del bucato, guardano commentando l’avvicinarsi dei commedianti burattinai.
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Come lugubre visione e Teatro, e guèchas, e pupi si dileguano col suono dei sàmisen, cymbali e tamburelli e gongs!
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Ecco fuori il Yoshiwara; la via ampia, diritta, uguale, colla sua luce multicolore dei mille e mille palloncini, riflettori, trasparenti e rosarie!
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Così Iris risvegliata invano cerca l’amicizia dei piccoli giocattoli e degli inutili ninnoli così cari e prediletti nella esistenza di una fanciulla
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Iris è svenuta; essa giace ora rivolta nel tetro velo del Vampiro, e intorno la Morte e la Bellezza vigilano ad eludere gli sguardi dei passanti.
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silenzii delle sere, – bello e antico Genio dei fiori e dei pittori, non dunque gaiezza di colori vivaci, non bianchi chiarori di lune o distese di prati
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occhi di Iris si arrestano su di una piccola tavola dove tutto vi è pronto per dipingere, essa vi si accosta e, tentata ora dal mistero dei colori
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Iris prorompe in gran pianto; – le lagrime che le tumultuano nel cuore sono salite agli occhi e pel varco dei bruni sguardi che esse velano, inondano
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il rumore dei diversi linguaggi sale, sale alto vertiginoso, e le parole diverse, acute, basse, gioviali, provocanti, nell’entusiasmo del senso
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affievoliscono lontano, lontano, i suoni dei sàmisen, cymbali, tamburelli e gongs!
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(I due uomini si soffermano sul limitare e guardano la fanciulla seduta ancora avanti al tavolino dei colori. Anche così raggomitolata sulla piccola
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fole infantili, bello e antico Genio nipponico; sono dei cenciaioli, quaggiù sospinti dalla lotta per la esistenza!
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dov’è la pace dei campi intorno e il silenzio ristoratore come il riposo della tua vallea entro all’ampia circolare distesa di monti e, in alto, la
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Mentre tu accorri al tuo vecchio e cieco padre dietro il gruppo dei pallidi e sottili bambou, due mostri, più maligni di quelli del tuo sogno, hanno
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Per la strada che, flessibile come un ramo di volubile, segue tortuosa le capricciose sinuosità di una riviera nel disegno bianco dei pruni selvaggi
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Sono voci che rassembrano quelle dei tre personaggi della sua breve esistenza, il Giovane delle voluttà, il Taïkomati, il Padre cieco, ma, in quella
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(Kyoto fa preparare il Teatro dei Pupi. – Vi si mettono avanti, accosciati a terra, i suonatori; dietro ai paraventi tre guèchas attendono il loro
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a un tratto rimane isolata dal gruppo delle mousmé; e un pronto giro di danza e un alto e vertiginoso volo dei veli della Bellezza, della Morte, del
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