Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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TAVOLOZZA

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Praga, Emilio 22 occorrenze

TAVOLOZZA

il nome dei compagni suoi: scusatemi, dei vizii è la brigata, che per danzar dimenticaste a casa; e è la virtù di gigli incoronata, quella che entrar

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Quando in marzo fuggirono le insegne giallonere, e alle nostre bandiere risero i tre color; noi cantavamo, pargoli, l'Inno di Pio nono, che dei

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torvo su un letto d'ortiche le sue colonne antiche. Le falangi dei Cimbri incatenati qui passár, dalle invitte alme imprecando ai ferri e alla fatal legge

TAVOLOZZA

, e lieto si apparecchia alla discesa in mar! Or che son muti i cembali nell'aule dei palazzi, e, in larghe pieghe, immobili riposano gli arazzi, né

TAVOLOZZA

Oh ditemi il segreto, erranti stelle, dei vostri eterni palpiti! Qual desio vi commove il petto ardente, quale amor, nella bruna aura tranquilla, vi

TAVOLOZZA

Preda dei vermi languidi, sarà vendetta mia, per entro all'ossa putride studiando anatomia, nuda veder l'origine d'ogni mia pena, il cor! E la ragion

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al mattino un puro gelsomino; quando, coll'alba, discendean, sull'ali dei sogni, a' miei guanciali, palpiti strani e idoleggiate torme di seducenti

TAVOLOZZA

, e io lasciando i pennelli con dispetto il guatai torvo e bieco. Ché all'entrar suo mi rientrò nel core tutta la noia dei passati inciampi, quando

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muro, monumento futuro, in cui di verde l'edera ha vestito i fior che adora il profumier perito, e, amor dei vati e amor dei ciabattini, i pampini

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mezzo a lor! Ma non val sospiro o lagrima quest'oblio dei visitanti: siamo tutti commedianti, commediante è il tuo cantor! Spesso i giorni dei superstiti

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volto e le parole dei primi amici, e del mio primo amore?

TAVOLOZZA

gli eventi agli amici del tuo viaggio lontano, e innamorarli dei lidi ridenti! E quando, solo al tuo lavor, la mano trascorre, e vola il cuore, ancor

TAVOLOZZA

becchino? Deh, profumami, madre, il moccichino coll'olezzo dei colli, e la sottana dammi ch'io vi ricami un fiorellino ... ma il vecchierello ov'è che

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carole, e affumicate dei sorci le tane, sbadigliando si scrive un inno al sole!

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sbadato ai margini un mazzolin di fiori, e fa un pazzo miscuglio di forme e di colori: qui fuggendo i papaveri dei greci e dei latini, raccolsi del

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nel loro inferno! Brindisi ad essi, e agli angeli dei cielì, brindisi al sole, e agli astri pellegrini, brindisi al mare, al fulmine, e agli steli dei

TAVOLOZZA

Datemi un nappo, datemi dei versi; le imposte aprite, entrino i venti e il sole: quanti fantasmi nel cervel dispersi! Che musica di forme, e di

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Dante, di Virgilio cercando l'avel, ben trovava uno sempre il sembiante dei fratelli, e il sorriso del ciel! Sol cambiava divisa lo sgherro che spiava il

TAVOLOZZA

un tremulo bosco di antichi olivi, e la cadenza dei suoni giulivi anch'essa, a poco a poco, fra i rami si perdette ... Oh dolce cherubino risali il tuo

TAVOLOZZA

O notturno splendore, o vergine divina! Tu che commuovi, sorridendo, il core dell'uomo e dell'oceano, solitaria dei cieli, adoro la tua luce, amo i

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le lagrime dei primi disinganni; del bisogno la maglia non ti comprime il cuore, che eterna, puro e vergine, l'inno del primo amore. Ah! chiudi le

TAVOLOZZA

i pescatori abbaglia più del lucro promesso ... e che non luce! Il lucro è rame, povere monete, che dei pesci hanno l'odore. Vegliarono tant'ore per

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