madre, che si cura degli uccelletti. Alcuni mesi dopo uno dei due pappagallini muore, nessuno in casa appura se il maschio o la femmina. La vecchia
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degli ulivi. Il secchio appeso all'arco di ferro, sopra la cisterna. E il mondo, intero, in quella luce che divora gli alberi.
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sfide degli altri, tutti i pomeriggi per lunghe ore, a Modena, nella vecchia piazza d 'armi, fra la Cittadella e la via Emilia. Ogni tanto lo accompagnavo
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quadro - che conserva le ossa degli 800 martiri in una cappella della cattedrale di Otranto. Con un'ostinazione che non doveva conoscere noia, il
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Cos'è un nome? Nulla. Un suono che chiama un corpo, un campanello che ti aggioga. Ricevere un nome è la prima prova che siamo in balia degli altn
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, polvere luminosa che posa nell'enigma degli specchi. La portiera guarda la porta d'argento. Fuori è la notte chiomata di muti canti, pallido amor
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lunga notte piena degli inganni delle varie immagini. ... Si affacciavano ai cancelli d'argento delle prime avventure le antiche immagini, addolcite da
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. Come una fonte semplice e tranquilla donò la gioia alle riarse gole degli umani e non seppe, ahimè! tenere per la sua sete giovane una stilla! Morì
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. Intorno, a distesa d' occhio, l' iniquità degli oggetti persiste intangibile. La grotta incrostata di conchiglie dev' essere rimasta la stessa nel
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dove il malato non si attendeva di vedermi: sulla balconata degli incurabili, stesi al sole. Mi scorse subito e non parve sorpreso. Aveva sempre i
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agitano il seno te nel canto lontano degli uccelli nel frusciar delle nascenti piante; te nell'astro che sorge trionfante ed in fra muti sconsolati avelli
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la polvere degli avi e i propositi dei savi rompi e l'ombra delle chiese. Ed il pavido borghese che nell'essa porta il gelo dell'inverno trapassato e
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vento e lo sciame ronzante degli insetti. - Delle rondini il volo affaccendato segna di curve rotte il cielo azzurro e trae nell'alto vasti cerchi il
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dal volto mi par ch'altri mi legga il pensiero di te che sei lontana. Dal commercio degli uomini rifuggo allora alla campagna solitaria o alla mia
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scintillare traggan le lunghe dita pel sereno che al piano oscuro ed ai profili neri degli alberi dei monti si congiungono. Ma nel cielo e nel piano, ma
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degli uccelli vedi che oscura è l'aria ed è fuliggine nel raggio d'ogni luce e dal profondo sembra levarsi tutto quanto è triste e doloroso nel
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Quando ti parlo,come uno sparviero sono leggero ; come l'augel che bee l'aure remote in cui le note vibran forse degli angioli d'Iddio! Sul cranio
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vede; e il verme s'arresta, ripensa il cammino, le scarpe degli uomini, la neve, lo spino... L'allegra foresta, l'aiuola s'infosca, e il verme le
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mento, evoca da quei fogli impolverati i suoi studi passati, e vi rannoda, palpitando, i fili degli anni giovanili.
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infinita; fratello, inginocchiati, degli angeli è l'ora; le guance mi sfiora l'aurora del ciel... Son tre che mi accostano, son tre che rammento; son
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assorto, tu puoi morir!... Degli Antecristi è l'ora! Cristo è rimorto! O nemico lettor, canto la Noia, l'eredità del dubbio e dell'ignoto, il tuo re
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corteccie frolle, e dalle vecchie ampolle frangea scintille il sol. Il sol che le miriadi dei vermi e degli insetti, già, nell'orto botanico, scalda ai
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bugie vestito, ripenserà la gloria dei poveri defunti, e i bei profili smunti a liberar verrà. E l'armonia degli organi, e il fumo degli incensi non
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, e che preghi il Signore; rifioriran, mia mesta giovinetta! Nessun ci toglie un angolo di terra dove, esperti del cuore e della vita, dimenticar degli
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: è l'ora di alzar le penne! Oh baci, oh soli prodigati al bimbo, ironie degli aprili e delle madri!... Meglio una bara di due palmi, e il limbo dei
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l'arte congiunge in un sorriso Golgota e gloria; tre di costoro per salir sui monti ove l'Eterno addita ch'è infinita - la via degli orizzonti! E
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belle donne, o poveri fanciulli? Ma gli è dono degli angeli svanire, e l'infrangersi appunto è dei trastulli. Non credete che il suo corpo divino sia
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ch'hanno gli amici delle donne belle si specchiava. Gli scandagli sognai degli occhi abbietti fra le celate invan magnificenze; i contatti sognai, gli
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bulbilli, intemerato popolo di ebrei, stan la manna a aspettar della rugiada, sotto le branche degli scarabei, sbadigliando; quando gracchian le rane i
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l'amai! Ma le trombe di Gerico tacquero una mattina: sparve dal ciel degli angeli la tinta porporina, e innanzi a un muro orribile torvo piantossi e
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, che il calice pieno hai gettato alle spine del suol! Or, dal cielo, tu, artista giocondo, alle tele incompiute sorridi, e dell'arte degli uomini ridi
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volo degli anni, sconfitte immagino e disinganni, dopo il divino premio, promesso quel dì che all'Arte ho dato il primo amplesso! Oh come parvemi piana
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innamorata, e di me più mendica!- Il giovinetto comprerà la vesta, perché la sorte degli amanti è questa; oblierà vedendola giuliva il focolar ch'ei di
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fiori al crine degli amanti ponean donne latine, e barcollava in mezzo all'orgie doma la vetustà di Roma. Or sulle basi e i capitelli immani, e fra i
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gelosie di mestiere, e vivono in famiglia codice e canzoniere. Vi son volumi fracidi dei secoli passati, dal tabacco degli avoli dipinti e consacrati, vi
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davanti a un'altra stola potrà dare un altro anel; più il riccone invecchia e al parroco sospirar fa i bruni arredi, più la rabbia degli eredi gli
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, inconsci villici parlan di gelsi e viti, e degli armenti aviti, e dei pruneti in fior! E intorno a lor, corteggio quasi di antichi amici, belan le capre
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, poveri illusi, come in un tempio l'onde ammaliatrici dei profumi diffusi, le care istorie degli anni passati!... Ai piè dell'Alpi, oltre il mare, avventure
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, pian piano, compare un nano. E il bel mar degli azzurri e delle calme si popola di chiostri e di romiti, ed ecco Abido e il suo serto di palme, e il
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aurora, forse ameresti tu... povero spetro, la vita ancora! Oh! la ameresti ancor! Ti sovverresti unicamente degli amici buoni; dei nostri viaggi pe
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: - Usciamo, andiam nei prati! Di illusïoni abbellirà la strada il ronzìo degli insetti spensierati che imperla la rugiada. La abbellirà la placida
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degli steli alla luce, e il rintocco dell'ave che a meditar ti adduce, e l'apparir dei fatui fochi e il rezzo di cui lo spiro è olezzo! Addio lugubri
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i balli del carnevale sdrusciscono fanciulle e guanti gialli, cercan la fonte degli eterni falli di quest'età mortale e rugiada di mistici conforti in
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freme e rugge e turbina la bufera degli eventi! Non un solo all'empia Satira, alla livida Ironia... Diedi il braccio alla mia patria, le negai la
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pinta navata, volerà, dal suo genio portata, via, fischiando, la scettica età. Che terrori nel nido latente degli ignari augelletti quel giorno! Da
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