Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Penombre

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Praga, Emilio 14 occorrenze

Penombre

Quando ti parlo,come uno sparviero sono leggero ; come l'augel che bee l'aure remote in cui le note vibran forse degli angioli d'Iddio! Sul cranio

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vede; e il verme s'arresta, ripensa il cammino, le scarpe degli uomini, la neve, lo spino... L'allegra foresta, l'aiuola s'infosca, e il verme le

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mento, evoca da quei fogli impolverati i suoi studi passati, e vi rannoda, palpitando, i fili degli anni giovanili.

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infinita; fratello, inginocchiati, degli angeli è l'ora; le guance mi sfiora l'aurora del ciel... Son tre che mi accostano, son tre che rammento; son

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assorto, tu puoi morir!... Degli Antecristi è l'ora! Cristo è rimorto! O nemico lettor, canto la Noia, l'eredità del dubbio e dell'ignoto, il tuo re

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corteccie frolle, e dalle vecchie ampolle frangea scintille il sol. Il sol che le miriadi dei vermi e degli insetti, già, nell'orto botanico, scalda ai

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bugie vestito, ripenserà la gloria dei poveri defunti, e i bei profili smunti a liberar verrà. E l'armonia degli organi, e il fumo degli incensi non

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, e che preghi il Signore; rifioriran, mia mesta giovinetta! Nessun ci toglie un angolo di terra dove, esperti del cuore e della vita, dimenticar degli

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: è l'ora di alzar le penne! Oh baci, oh soli prodigati al bimbo, ironie degli aprili e delle madri!... Meglio una bara di due palmi, e il limbo dei

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l'arte congiunge in un sorriso Golgota e gloria; tre di costoro per salir sui monti ove l'Eterno addita ch'è infinita - la via degli orizzonti! E

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belle donne, o poveri fanciulli? Ma gli è dono degli angeli svanire, e l'infrangersi appunto è dei trastulli. Non credete che il suo corpo divino sia

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ch'hanno gli amici delle donne belle si specchiava. Gli scandagli sognai degli occhi abbietti fra le celate invan magnificenze; i contatti sognai, gli

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bulbilli, intemerato popolo di ebrei, stan la manna a aspettar della rugiada, sotto le branche degli scarabei, sbadigliando; quando gracchian le rane i

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l'amai! Ma le trombe di Gerico tacquero una mattina: sparve dal ciel degli angeli la tinta porporina, e innanzi a un muro orribile torvo piantossi e

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