Giardino de’ Grimaldi fuori di Genova.
proporzionatamente maggiori quando si considerino le quantità della pioggia caduta e il numero de' giorni piovosi dei singoli mesi. Nella tabella seguente si
Pagina 21
pioggie di Milano compilata dall'egregio sig. Emilio De Marchi, dottor in matematiche, sulle osservazioni pluviometriche di Brera. .
Pagina 23
l'istmo de' Pirenei, arriva sul nostro mare dal Golfo di Biscaglia; altri vengono dallo stretto di Gibilterra, e questi per lo più operano
Pagina 31
Donna Marina di Malombra alla signora Giulia De Bella Dal Palazzo, 2 settembre 1864 Sospetto di aver indovinato il nome dell'autore di Un sogno. Mi
, con certe manicacce sformate da cui usciva la mano bianca e bellissima. Portava un cravattone nero; de' solini si vedevano appena le punte. "Prima
moveva fronda de' fichi, de' gelsi, degli olivi pendenti dai campicelli delle rive sull'acqua morta; le loro immagini e quelle dei muriccioli, delle rade
Donna Marina Crusnelli di Malombra alla signora Giulia De Bella ... 26 agosto 1864 Graziosissima toilette! Ma come t'è venuta la povera idea dei
"Ah Dio, Silla, che orrore!" disse la signora De Bella entrando come un nembo di seta in cui due piedini nervosi tempestavano a colpi sordi. "Buona
. "Una cosa naturale, una cosa semplice, una cosa comoda! Va bene!" esclamò rialzandosi. V'era sul piano un vaso con delle rose e de' grappoli di
un bambino. È bene che questa povera signora è venuta matta; e alla notte, neh, faceva dei versi e cantava de lle ore e delle ore sulla stessa musica
conosceva. Sognava aver trovato una donna simile all'alta idea che portava in mente al di sopra degli opifici, delle macchine, delle ferrovie, de' suoi
, Benché re de tutti i corni, in una minutaglia di cornetti burla, piovuta sui bottoni, sulle spille, sui fazzoletti del pusillanime nipote, malgrado la
interlocutore l'avvocato Mirovich e gli parlò di Venezia, de' suoi amici di colà, del caffè e pannera in gelo, dell'Istituto Veneto e delle gondole, tirando
avete creduto, un dono de' suoi parenti; il giorno prima ell'aveva portato al gioielliere i suoi ultimi brillanti, una memoria cara di famiglia." "Il Suo
parecchi tegami e cocci preistorici, scoperti nello scavo delle fondamenta, fregiavano adesso il suo museo privato. Annunciava che le tepide coste de
persone che portano quest'abito? Sì, lo dica pure francamente. Crede che non ne conosca, io, de' preti furfanti? Dunque Lei ne ha concepito un grande
: "Taci, Veuillot." "E io mi godo di tenerlo in gabbia" soggiunse ferocemente don Innocenzo, raccontato l'aneddoto. Aveva pure a mostrare de' nuovi tegami
quell'altro famoso del conte De Maistre. La st anza era grande, alta e quadrata. Un pesante letto di legno scolpito; di fronte al letto, fra due larghe
giardino, i nitidi profili de' monti lontani spiccavano nel cielo vitreo. Molti viaggiatori salivano sul treno, aspettati, salutati da' loro conoscenti. In
, alzando la testa dal cuscino e facendosi puntello de' gomiti, considerava con occhi diffidenti il vassoio, la tazza, la sottocoppa, la zuccheriera, il
di andare pure a letto. Appena si dileguò su per le scale il rumore de' passi di costei, Edith giunse le mani e guardò il curato. "Dio L'ha esaudita
punta de' piedi la ghiaia traditrice , salì lentamente la scalinata fra i cipressi, fermandosi nelle nere ombre oblique che fendevano, come grandi
dalla torbida poesia de' sensi che non è del tutto abbietta e mette almeno qualche volta in ogni anima il suo fervor vitale, il suo cupo fiore di un
Gualdo e Navarro della Miraglia e Sogliani e Ghislanzoni e Giarelli e Borghi e Pozza e Colombo e De-Marchi e Barbavara e Guarnerio e Barbiera, e come
rado le stelle ed uno de' suoi desiderii più vivi (in ragione forse della poca probabilità di vederlo realizzato) è quello di ingrassare. Per farsi un
J'ai plus de souvenirs que si j'avais mille ans.
l'incomoda scaletta di legno. Appena entrammo nella camera, prima ancora ch'egli avesse aperto bocca, il signor De Boni, a cui l'inserviente aveva
Il signor De Emma aveva avuto una gioventù burrascosa. Travolto, fin dai primi anni nelle fortunose vicende del 1821 aveva visto il padre, antico e
. La famiglia De Boni, il terribile Sindaco, l'abatino, il caffè di Zugliano, il signor Intendente, quel misterioso De Emma, passarono nel mio cervello
consolava a vicenda, e si parlava de' nostri poveri morti. «Ma pur troppo la nostra quiete non durò a lungo. «La professione di Rosilde non è fatta per star
che quello era un gran cuore, e che il suo era un errore sublime. Il signor De Emma pronunziò queste parole con forza e ci guardava colla sicurezza
Baccio che mi passa accanto frettoloso senza vedermi. Entrando nel cortiletto mi sgomenta un po' il trovarvi il cavallo del dottor De Emma. Fosse malato
Si chiamava Angelo De Boni. La sua famiglia, oriunda di Zugliano, il capo-luogo del circondario, era un tempo fra le più agiate di quelle valli
intenerito: - Tu non tornerai più dal De Boni. È la Provvidenza che mi ti manda; ch'ella sia benedetta, poichè si è degnata di soccorrere la mia debolezza
Dopo agitatissimi sogni, fui risvegliato dal signor De Emma, o, - per essere più veritiero, - dai ferri aguzzi del suo ronzino, i quali, così, tra la
giravano per il capo come le aste di un arcolaio; pensavo a Rosilde, al dottor De Emma; costui mi stizziva; mi pentivo di avergli accordata la mia
lume su per la scaletta: - Sono i coloni del signor De Boni che portano a casa Bazzetta, ubbriaco fradicio. E con questo bel corollario di quella bella
suo padrone. Il signor De Boni battendo il piede con impazienza, gli disse imperioso: - Orsù va a sollecitare que' poltroni. E il cursore a galoppare
madre era la sorella di Mansueta .... e il signor de Emma .... - Zitta! sclamò Ermenegilda, additando l'impennata della farmacia. Bazzetta riapparve
, noi due eravamo alla Cascata, capitò il dottore De Emma. Era stato a casa, non ci aveva trovati ed era venuto a raggiungerci. Sedette sotto i noci e
fu quello delle mie nozze con Gina? Sono passati undici anni. Il mio testimonio era quel galantuomo del signor De Emma. Come scampanavi di gusto, buon
aguzzino. Egli continuò: - Qualche giorno dopo, la zia cominciò a parlarmi di andare col signor De Boni. Aggiunse per ispiegazione che egli era parente del
voluto profanare colla curiosità inopportuna i miei cari ricordi, mi levava l'appetito. Passai la sera a Zugliano, dove il dottor De Emma mi fe
lunghi di marmo bianco, levigatissimo. Un muricciuolo girava tutto all'intorno; in esso erano praticati de' sedili, e vi pioveva ombrie profonde una fila
che il suono de' miei passi e di quelli del campanaro che mi seguiva zoppicando. L'idea del sindaco pareva averlo messo di cattivo umore; giacchè la
e riccamente documentata di più che cinque secoli; chè tanti ne abbraccia la sua letteratura, da Pietro de Bescapè e fra Bonvisin da la Riva ai nostri
selvaggina, all'aroma dei tartufi e de' pasticci esposti in copia maravigliosa ad ogni passo, si marita sempre il sito dell'inchiostro tipografico. È un
ella aveva consentito che Donna Mercede de las Torres, sua nipote di Spagna, sostenesse una parte nella rappresentazione. Donna Mercede, giovane
de' suoi domini: fuori i bastioni si poteva stonare senza timore d' essere additato all' ira pubblica nell' appendice del magno foglio del mattino