tavoli, si perdevano nel buio fitto di un angolo, ramificavano uno specchio o il cavo d'una nicchia di fatue apparenze boschive. L'altro lato che dava su
inquietudine, non osò mostrargli l'incoerenza di cui dava prova. Lo lasciò ripartir per l'Ospizio senza fargli parola, offesa e avvilita di non avere alcun
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«guarda, ora.» La donna in piedi davanti allo specchio prendeva atteggiamenti di tronfia bellezza. Mutevole, si sorrideva, si scrutava, dava un ritocco di
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di folla mai sostante, mai esaurita, che dava immediata, evidente la sensazione della vita e della ricchezza della città. In Piazza del Duomo, sul
soffocato il senso d'angoscia che gli dava il saperla morta. Adesso, accettò il pensiero, lo guardò in faccia, lo interrogò. Non avrebbe più veduto Jetta
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prima, le dava, adesso, un senso di enorme sollievo; era, sì, il solo spiraglio di luce nella torbida vicenda che si ripresentava alla sua memoria e
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Accademia della crusca
