non offrisse modo anche più agevole di sorprendere il | Dami | in contraddizione patente con se medesimo. |
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insomma dei valori dell'arte senese. Se domandiamo al | Dami | di spiegare più ampiamente questa sua scissa concezione |
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meccanismo che informa questa concezione storica del | Dami | è anche troppo evidente. Noi anche desideriamo con lui una |
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il tempo artistico. Sicché temiamo che sia facile per il | Dami | cadere, seguendo questa scissa concezione, in una storia |
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che il diritto di affermare che la prima parte (se il | Dami | ha seguito a puntino i suoi principi) non può fregiarsi del |
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una conclusione del sommario archivistico, mentre il | Dami | ha asserito che i due lavori debbono restare perfettamente |
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allora questa sfortunata dissertazione del | Dami | e vediamo dove egli pensi risiedere il valore dell'arte |
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al | Dami | interessa più una spiegazione muscolare schermistica della |
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potremmo citare a iosa, di esempi siffatti. Il | Dami | non fa certamente troppa fatica nell'esporre |
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v'è poi una divagazione dove il | Dami | ribatte, ciò che sembra gli stia molto a cuore, il chiodo |
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avvenuto insomma che il | Dami | non s'è fatto ben chiaro concetto di quello che sia |
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dunque queste tristezze ed osserviamo lo studio del | Dami | alla pari, come cioè s'egli non avesse voluto fare una |
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storie nell'arte senese sono rarissime» (pag. 210), ma il | Dami | non pare accorgersene; Duccio ha già per noi tutti i |
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i prodromi delle blandizie lineari di Simone, ma per il | Dami | infervorato del motore immobile, «le linee di contorno, in |
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Guidoriccio da Fogliano. E qui, state bene attenti, il | Dami | riconosce che in esso siamo agli antipodi quanto a visione, |
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strette con le rimanenti opere del pittore». Ed ecco che il | Dami | senza avvedersene dà un buffetto gioviale al suo povero |
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noi non potremmo abbastanza ringraziare il | Dami | per la deferenza che ha mostrato verso una nostra idea, |
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non possiamo aderire all'opinione candidamente avanzata dal | Dami | in un altro scritto che «lo stile... nelle arti figurative |
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forse perché il Longhi non interessava abbastanza. Il | Dami | anzi, nel suo discorso del 1924, affermava che il pittore |
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ideati, esistenti o no, poco importa. Ma questo pare che il | Dami | non veda. Né s'accorge che non si può dire: «Palazzo |
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loro isolata e staccata corporeità. Ma pare che questo il | Dami | non senta; poiché soltanto quando parla d'interni la sua |
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un vero amatore dell'arte, si manifesta nell'impegno che il | Dami | pone ad affermare che il proseguitore vero di Simone, non |
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| Dami | accettiamo, per finire, almeno una frase su se medesimo |
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esiste - creda il | Dami | - che una storia dell'arte, che comincia quando comincia il |
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fa della bicromia dell'interno del duomo senese? Secondo il | Dami | essa vale come «clamore a un sol tono e d'immutata |
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il | Dami | con una discussione generale - e che ha tutta l'apparenza |
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e per tutto la costruzione. E bisognerebbe consigliare al | Dami | lo studio del romanico e del gotico un poco più a nord, |
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anche smontare, pezzo per pezzo, l'analisi che il | Dami | s'ingegna di fare della facciata del Duomo di Orvieto, ma |
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un comico irrefrenabile. E vien voglia di ricordare al | Dami | la storiella, medievale di certo, la quale narra che le |
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ci sentiamo voglia di dir altro. Dico che, ascoltando il | Dami | asserire che «il programma di Ambrogio (in quegli |
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vero che il | Dami | dopo lo sdrucciolone tenta di risalire a poco a poco, |
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da parte della Commissione esecutiva locale, di cui il | Dami | era segretario generale). |
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