Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Il capo lievemente chino. Assorta, non ai suoni suscitati  dalle  dita, ma al suono, inudibile, da cui scaturiscono quei
sta passando un camion carico di ferro, ogni parola spenta  dalle  sbarre di ferro, ogni nome folgorato dal clangore del
e la matrona si dibatte, appesa a un sogno isterico.  Dalle  cantine stridevano i galli col canto rauco; e le lanterne
di negre spoglie; e il pispiglio dei passeri sorgeva fuor  dalle  foglie. Ed era un altro dì fra i dì già sorti e scesi al
sollevar ed il bene che non sanno van col vento a ricercar.  Dalle  pozze dalle valli sale il velo e in alto va, non ha forma
il bene che non sanno van col vento a ricercar. Dalle pozze  dalle  valli sale il velo e in alto va, non ha forma né colore
le palpebre pesanti, i piedi gonfi, per un'ora lontane  dalle  case con le serrande, dai mariti sudati. Pregano per
Un giomo fu ucciso un coccodrillo e, squartato, ne uscirono  dalle  viscere chili di braccialetti, anche quelli della donna
sento nel mio sangue mentre il sole m'illumina la faccia e  dalle  labbra mi prorompe il grido: viva la vita! 1° giugno 1905
per morir colla mia sulla tua faccia, e all'inferno volar  dalle  tue braccia! Noli 186...
Su dalla febbre elettrica del selciato notturno. Sfrenati  dalle  elastiche silhouttes equivoche Guizza nello scatto e
sarebbe se più non discendesse sulla terra la sera? Se più  dalle  convesse plaghe dell'orizzonte, dalla boscaglia nera o dal
sua legge Iddio d'esultanza o d'oblio! Né più il pastore,  dalle  prime stelle accorto e dalla bruma, giovenche e pecorelle
di fare vestiti completamente verdi appena rigati di nero  dalle  spine dei ricci. Sopportavo che mi entrassero nelle mani.
esterrefatto, induro. Eppur se il sole che verrà domani  dalle  bianche cortine sul letticciuolo, troverà un sorriso men
madonna chino, e ginocchioni e con giunte le mani!... E  dalle  pinte finestre i bei santi mi ridiranno ancor le avemarie,
madre ha accanto che le abbassa il velo, e la dilunga ognor  dalle  mie mura.
 Dalle  nevose gole, dai torbidi monti lontani con lena rabida, con
di chi visse di te, mio venerando. Mio bel vecchietto  dalle  chiome bionde, che già osservi e già pensi, cui non
presti il cielo, a te per sempre annodala; sciogli le nubi  dalle  sue sembianze, guidala mollemente ove, al sereno, le stelle
i suoi racconti, mia madre era morta all'alba, la sua voce  dalle  sere d'inverno era venuta lì nel corridoio, era la musica
del crepuscolo si intendono delle risa, serenamente, e  dalle  mura sporge una torricella rosa tra l'edera che cela una
guarito all'aer gioioso! - Avremo un figlio! Fanciulle mie,  dalle  cantine ai tetti al nascere d'ogni anno è un coro uguale;
meglio, assai meglio che non faccia l'amor vivo dell'Eve,  dalle  braccia di cui spesso mi sveglio col capo greve. Ma cotesto
anche il suono della trenula che ruota nell'aria sospinta  dalle  mani di un ragazzo, e la donna nerovelata che cammina nel
bruchi, larvuccie e farfallucce, lumache e rane fuor  dalle  tane: il segno è certo, tutti all'aperto! Presto, rotonda -
depositi misteriosi e inaccessibili, traversine consunte  dalle  quali spuntavano sterpi, fili d'erba e sassi odorosi di
addormentare. Pazzo! e sia. Gelo, il verno; nell'estate  dalle  inferriate mi piove olio bollente... Ma nella mente, sia
antiche. Le falangi dei Cimbri incatenati qui passár,  dalle  invitte alme imprecando ai ferri e alla fatal legge del
quelle cui veglian, nelle grotte buie, gli Incubi, iddii  dalle  pupille fuie, la cospergean di innumeri scintille.
bevan l'abisso delle tue pupille, e l'aurora che vola  dalle  tue labbra colla tua parola... Sarà l'inno del verme
pace del mare lontano  dalle  verdi trasparenze dell'onde dalle lucenti grotte profonde
pace del mare lontano dalle verdi trasparenze dell'onde  dalle  lucenti grotte profonde dal silenzio senza richiami - Itti
sponde che serrano il mare sulle case tristi ammucchiate  dalle  trepide cure avare «Questo è morte, Senia» - egli disse -
che ortiche, e rovi, e squallida verdura d'aglio e cipolle.  Dalle  ceneri nostre, ancor frementi del vasto incendio che abitò
correano invide occhiate dietro il vol di Libellula  dalle  ali dorate. La leggiadra creatura, bianca come la neve,
urlare ai pioppi e si vorrebbe che tutti dal giardino e  dalle  case intomo ci capissero qualcosa e applaudissero magari,
nel canto degli uccelli e nell'uguale mormorare dell'acqua,  dalle  ripe alte del fiume e pur dalle pareti della mia ignuda
mormorare dell'acqua, dalle ripe alte del fiume e pur  dalle  pareti della mia ignuda stanza, a piena voce il tuo nome
di canzoni; brillavano le mummie nelle corteccie frolle, e  dalle  vecchie ampolle frangea scintille il sol. Il sol che le
di canzoni; brillavano le mummie nelle corteccie frolle, e  dalle  vecchie ampolle frangea scintille il sol. Come una freccia
gli odii, i dolor!... ma nuove! Sian della neve al par, che  dalle  vecchie tettoie si dismuove! Marzo è la Gioia in culla. È
le vite esso tace o fanciulla. E quando la mamma mi trae  dalle  aride ciglia una stilla e quando la morte mi tocca, mi
nel nostro sguardo allor che senza fine immoto intenso  dalle  nere ciglia arde di vicendevole calore? Perché di fosca
in bando è l'alta società! Tornano a coppie i poveri lattai  dalle  cascine, che la sera amoreggiano le fulve contadine, mentre
detti, le trasparenze! E una testa di satiro sbucava fuor  dalle  pieghe della mia cortina, e dondolando e ghignando cantava
cadranno i miei versi; parlate, e le imagini verran  dalle  stelle per farsi più belle tra i vostri doppier! ……………………
lo Sposo del ciel non giunge mai!... Le son fiabe ordite  dalle  badesse, perché mai nessuna si rompa il capo alla muraglia
o divino primitivo!) 21 Settembre (presso la Verna) Io vidi  dalle  solitudini mistiche staccarsi una tortora e volare distesa
nudrita? L'onda di un core che una volta appena sia stato  dalle  muse a pranzo o a cena? Secol decimonono, noi dividemmo i
dopo l’aspre fatiche, O cortili ingombrati dai cardi e  dalle  ortiche, O gotici leggii, o vetri istoriati, O figlie
intorpidiva allora nella rete dei canali: fanciulle  dalle  acconciature agili, dai profili di medaglia, sparivano a
solitaria all'ombra delle modeste navate, io stringevo Lei,  dalle  carni rosee e dagli accesi occhi fuggitivi: anni ed anni ed