visione giorgionesca. Siamo, cioè, all’inizio del viaggio attraverso le potenzialità pittoriche della luce, un viaggio che andrà dalla assolutezza
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Szépmüvészeti Múzeum. Dio a essere padrone dell'universo, all’uomo dei giorni nostri, privo di certezze e angosciato dalla propria fragilità biologica
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, un abbozzo di testa in cui è però riconoscibile un’espressione assorta, trasognata. Ebbene, come è anche testimoniato dalla moglie dell’artista, il
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Ciò non comporta affatto una visione pessimistica o millenaristica. Nel rapporto col mondo esterno (simbolizzato dalla rappresentazione della “luce
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fondamentale. Anche nel Ritratto di Madame de Poulhariez e di sua figlia (fig. 78), che deriva evidentemente dalla grande cultura classicistica
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che divenne la sua amante e la sua musa a partire dalla seconda metà degli anni Trenta. Il suo viso spigoloso e scomposto è una delle immagini cubiste
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comprendiamo la lingua e dalla cui cultura siamo stati lungamente lontani. Perché un artista pachistano o afghano entri nella classifica dei cento più
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appropriazione, diventata via via sempre più rapida, sia per cercare di colmare la distanza temporale e il vuoto intellettuale lasciato dalla fine del
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delle categorie estetiche. Nel momento in cui un potere politico diventa ordinatore della vita, i principi basilari del pensiero umano, dalla democrazia
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dalla più grave manifestazione di odio che l’uomo abbia saputo dare verso se stesso una ferita che si rinnova ogni volta che si ha notizia di una
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. Il fiato poetico di questi interventi scaturisce non solo dalle motivazioni ideologiche che guidano gli artisti, ma anche dalla loro rinuncia al
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Maja Bajević si è avvalsa di ricamatrici provenienti dalla sua terra, la Bosnia-Erzegovina, per farsi aiutare a ricomporre i brandelli lasciati dalla
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• L’utilizzo dell’oggetto preso dalla vita reale, come per primi fecero Georges Braque, Pablo Picasso e Marcel Duchamp.
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• La pratica del montaggio, che va dal bricolage domestico al remix musicale, dalla postproduzione che passa per l’assemblare, l’incollare e il
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follia; le nuove immagini offerte dalla fotografia e, poi, dal cinematografo, che hanno sollevato i pittori e gli scultori dalla necessità di
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Il brivido estetico prodotto dalla proliferazione dei materiali venne annunciato nel 1912 dal futurista Umberto Boccioni con queste parole: anche
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definito «shock dell’eterogeneo», un’inquietudine che deriva dalla perdita dell’unità e dalla comparsa, al suo posto, di un cumulo poliforme di cocci.
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sociologo Richard Sennett ha definito «uomo artigiano» la cui attività si espleta spesso in gruppo. Dalla pittura sui vasi a quella sui muri, dalla
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comprovato cominciò a essere sostituito dalla pittura a olio su tavola e su tela, una tipologia «portatile» che meglio si confaceva all’ascesa della
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’idea di qualcosa che si definisce nel tempo. Pensiamo, ad esempio, al dripping, che allude, dalla pratica di Jackson Pollock in avanti (senza però
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. Il doganiere si rifiutò di alleviarne il dazio fiscale secondo quanto prescritto dalla legge americana, che prevedeva una minorazione per i beni
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famoso come Jackson Pollock, e che in America lo scandalo creato dalla sua opera avrebbe minacciato l’equilibrio dei rapporti tra musei e governo
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implicite, che vanno dalla pregnanza del contenuto alla sua capacità comunicativa e alla sua forza anticipatrice. Non si dovrebbe invece esagerare l
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Il primo riconoscimento di un'opera non è connotato soltanto dalla sensibilità culturale del pubblico e dell’artista. Il successo iniziale passa
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del mondo dell’arte al quale sognano di integrarsi». Chi vuole distinguersi e smarcarsi dalla concorrenza, oltre ad avere un’indole decisa e coraggiosa
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Dalla seconda metà del Novecento, molti artisti hanno cercato di mettere in primo piano l’interazione che il pubblico ha con l’opera. La cosiddetta
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grazie a un sapiente uso della matita, del pennello, dello scalpello o del bulino è stato per lo più sostituito dalla rapidità e dalla precisione
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di Bisanzio, al “brutto” della modernità, in una caduta dalla grazia che pare inarrestabile. In due secoli il bello si frantuma contro l’umanità del
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potente nella diplomazia, intraprendendo il viaggio dalla natale Anagni all’università di Parigi. Si scopriva il ruolo dello “studium”, quello che
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trovare legittima la schizofrenia delle lingue d’oggi che tentano di liberarsi dalla norma d’un globalismo uniformante. E verrebbe naturale accettare
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dalla follia, dalla follia concessa per divino entusiasmo». Questo è il percorso dell’entrata in fusione col divino, cioè dell’entusiasmo, esaltazione
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Il codice etico del Medioevo mette le cose a posto e pone l’ebbrezza alla radice dello sviluppo di non pochi fra i vizi capitali, dalla lussuria all
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fondativi di queste lingue espressive, quanto lo è la scrittura che con loro evolve e dalla loro passione figurativa scaturisce. I grandi popoli
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buona volontà e capeggiati da Ignazio di Loyola (1491-1556), spagnolo di quarantatre anni che era passato dalla divisa militare e aristocratica alla
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futuro Barocco e quindi dalla stesura definitiva della facciata. Nei medesimi anni Carlo Borromeo incarica Pellegrino Tibaldi (1527-1596), anche lui
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parte dalla spiritualità dei Borromeo e in parte dal ritrovamento a Roma di un sarcofago classico.
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la mimesi aristotelica all’archeologia dalla quale sorse e dalla quale risorgerà solo in epoca neoclassica. Siamo figli perenni d’un cocktail storico
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e trasversali, non necessariamente ed esclusivamente tipici dei totalitarismi o dell'Italia del Ventennio. La mascella volitiva parte dalla Grecia
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, stabilito come nuovo paradigma nella mostra parigina del 1925, periclitò rapidamente a partire dalla crisi economica del 1929 dovuta al crollo di Wall
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lo mostra Hans Baidung Grien. Ma tutti anticipavano la grande spaccatura religiosa di un’Europa che nel Medioevo era unita dalla stessa fede e dalla
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ripartiva dalla centralità del dogma cristiano e dalla sua accettata irrazionalità, si ripartiva dalle pratiche popolari che andavano incanalate in percorsi
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sapienza. In rapida successione figura 52 arrivarono, durante il conflitto, i surrealisti più lontani dalla figurazione, Gorky e Matta, a rafforzare
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Al suo opposto filosofico, lontano dalla concettualità, anzi impegnato in una pittura che si sforza d’essere popolare, Daniel Santoro, il vate di un
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. In mezzo al salone un vasto divano di velluto cremisi con al centro, talvolta, una fioriera; sulle pareti i dipinti resi gravi dalla luce uniforme e
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Romagna, Montegridolfo. Usciti dalla chiesa di San Rocco, che ospita un’opera giovanile di Guido Cagnacci, formidabile pittore barocco, nato a Sant
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incapacità di distinguere l’arte dalla realtà quanto l’incapacità di quell’arte, ossia dell’arte esposta in quelle Biennali, di farsi percepire come arte
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passo dalla pittura figurativa a quella astratta rinunciando a gran parte della loro creatività. Questo vale soprattutto per molti artisti della Scuola
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-finanziari - che li mantengono e traggono in qualche modo profitto dalla propria attività di apparente mecenatismo.
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Il Leoncavallo è sempre stato un luogo guardato con sospetto perché “occupato”. Dalla sede storica del Casoretto, nell’area nord-est della città
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Il Padiglione Italia, dunque, si è configurato in questa dimensione non misurabile e soprattutto dominata dalla mia mente, nel senso che ho indicato
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