composizione del grande pittore veneto presenta poi una particolare struttura fatta di rispondenze: la traiettoria verticale descritta dalla figura del
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apostoli, mentre sotto di loro i morti sorgono dalle tombe o dalla terra.
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gli scudi, dalla luce accecante causata dall’apparizione di Cristo; soltanto Paolo, disteso in terra ha gli occhi ben aperti, pronto ad accogliere
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concitazione si sostituisce una statica contemplazione (figura 57). Qui il Cristo non è raffigurato ma simboleggiato dalla luce che investe Paolo, con le
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SAN GIORGIO E IL DRAGO: L’iconografia risale al XIII secolo e può riferirsi a due momenti diversi della storia che ci viene tramandata dalla Leggenda
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dalla presenza di un orribile drago che esigeva tributi umani; avrebbe prima ferito con la lancia l’animale, liberando la principessa che era l
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Il primo importante contributo alla “lettura” di un’opera d’arte fu quello fornito dalla teoria della pura visibilità, messa a punto da Konrad
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possiamo apprendere dalla Susanna e i vecchioni del Tintoretto conservata nel Kunsthistorisches Museum di Vienna (figura 64).
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Giuditta ne approfittò per decapitarlo con la sua stessa spada, mettendo poi la testa in un sacco portato dalla sua ancella.
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San Cristoforo: L’iconografia presenta un uomo dalla statura gigantesca che tiene sulle spalle un bambino; ha il corpo parzialmente immerso nelle
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Sant'Onofrio: Santo eremita, raffigurato come vecchio dalla lunga barba con indosso una tunica; i suoi attributi sono due leoni e alcune monete
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Figlia di Giove e della titana Dione (oppure nata dalla spuma del mare formatosi attorno ai genitali di Urano evirato da Saturno), è la dea dell
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Figlio di Saturno e Rea, figlia di Gea e Urano, è il dio del mare e protettore dei naviganti. Ha l’aspetto di un vecchio barbuto e dalla capigliatura
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goccia d’olio dalla lampada, che raggiunse il corpo di Cupido destandolo.
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dardo dalla punta d’oro (che fa innamorare) mentre trafigge Dafne con un dardo dalla punta di piombo (che fa disamorare), con il risultato di far cadere
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Europa, figlia del re di Tiro, giocava sulla spiaggia con le sue ancelle, quando apparve Giove sotto forma di toro. La fanciulla ingannata dalla
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Perseo, figlio di Giove e Danae, dopo aver ucciso Medusa (dalla cui testa nacque Pegaso, un cavallo alato poi utilizzato dall’eroe) liberò Andromeda
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suggere il latte dal proprio seno. L’iconografia mostra una giovane fanciulla con un seno scoperto mentre un uomo canuto con la barba sugge dalla mammella
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certa teatralità, espressa dalla violenza con cui i soldati romani compiono l’azione e dalla disperata reazione delle vittime. Pietro da Cortona nel
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Non è però esatto spiegare soltanto con l’uso delle maschere il verismo della ritrattistica romana dell’epoca repubblicana, che nasce invece dalla
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, moglie di Cosimo De’ Medici, a partire dalla posa e dal ricchissimo abito (figura 104).
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esempio, nel ritratto di Carlo V a cavallo, conservato nel museo del Prado e dipinto dalla stesso Tiziano.
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non vuole assolutamente riferirsi a questa simbologia, quanto piuttosto alla selvaticità dell’animale che viene “domato” dalla donna.
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pittore predilige immagini di vecchi, di uomini che sono già usciti dalla vita sociale e che assomigliano a dei patriarchi biblici. I loro volti recano i
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smarrito, caratterizzato dalla enormità degli occhi e della bocca; è nuda e con il corpo è come ripiegata su se stessa, trasmettendoci angoscia e
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La tendenza è quella di idealizzare la natura, con un paesaggio che si allontana sempre di più dalla realtà, una sorta di giardino delle delizie in
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Georges Braque nel dipinto II castello a la Roche-Goyon, conservato nel Musée d'Art Moderne di Villenueve d'Ascq, traendo spunto dalla lezione
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dell’arco trionfale, dandoci l’illusione di un vano con volta a croce, dalla quale pende un lampadario. Un altro esempio è quello offerto da Taddeo Gaddi
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la musica ha un potere curativo, soprattutto per quei mali generati dalla malinconia e dalla tristezza. L’umore malinconico, in ambito antico, era
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testimonianze del nudo ci sono offerte dalla scultura, essendo la pittura del tutto perduta, ma la diffusione del tema nell’arte vascolare, che ne ripete
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esemplato dalla drammatica composizione di Masaccio nella Cappella Brancacci, a Firenze, o dalle opere visionarie di Hyeronimus Bosch, dove il nudo
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Un discorso a parte merita l’interpretazione di Tamara de Lempicka, che deriva la sua figurazione dalla lezione del Bronzino, di Ingres, con
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Il secondo ancora più esplicito e provocante dipinge immagini ad alto tasso erotico, senza volto come Wesselmann, connotate dalla presenza di simboli
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3. Stile lineare greco-bizantino: Questo stile deriva dalla tradizione greca, dove la forma è configurata dalla linea e il colore sembra combinarsi
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decontestualizzarli, renderli avulsi dalla realtà, che è fatta di spazio e di tempo.
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Chevreul distinse i colori in “primari” (giallo, rosso, blu) e “secondari” (arancione, verde, viola); i secondari derivano dalla mescolanza di due
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antichi veniva ricavato dalla malachite ma dal XIX secolo in poi dalla sintesi chimica di una tintura detta “giada di Scozia”. Anche per il verde esiste
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derivandolo chimicamente dalla Robbia. Nel Medioevo contraddistinse il vestiario degli scrivani e degli addetti ai lavori subordinati.
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La forma è dunque il risultato di una visione interiore; è una forma affrancata dalla sua fisicità, come possiamo vedere nell’arte bizantina: le
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sganciata dalla realtà, ormai rappresenta solo se stessa e così facendo “rappresenta” l’artista.
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; Madonna in Maestà; Pala di Sant 'Anna Metterza-Uffizi) rappresentano gli Angeli più piccoli, mentre a partire dalla seconda metà del Quattrocento
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dalla Maestà della Madonna del Maestro di San Martino conservata nel Museo Civico di Pisa (figura 6), oppure dalla Madonna col Bambino di Coppo di
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comparve nel momento in cui esso sorvolò la testa del Cristo, durante l'andata al Calvario, e togliendogli una spina dalla fronte si macchiò del sangue del
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A questi si accompagnano elementi simbolici supplementari, tratti dai Vangeli Apocrifi e dalla Leggenda aurea di Jacopo da Varagine.
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RIPOSO DALLA FUGA IN EGITTO: Prima del XVI secolo nessun artista aveva mai rappresentato il tema che trovò nella pittura nordica la sua prima
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ripararsi gli occhi dalla luce abbagliante.
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(figura 26). Gli apostoli e Gesù, che compare a sinistra, sono distesi attorno ad un desco dalla curiosa forma a D, sul quale campeggia un piatto con due
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simbolicamente dalla figura del Cristo.
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altri generi di dipinti, ossia “l’immanenza” del divino (espressa dalla immobilità) e la “transitorietà” dell’umano (espressa dal movimento). Nelle
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DEPOSIZIONE DALLA CROCE: Le prime rappresentazioni inerenti a questo tema risalgono al X secolo, in ambito bizantino; gli elementi iconografici sono
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