; e, dalla fatica, sudavano. Arrivati nella pianura, e messo il Re a pancia all' aria, uno degli uccellacci gli diè una beccata sul pancione, e, che ne
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cominciò a gridare pietosamente, dietro al portone: — Ah, Reginotta! rendetemi gli occhi. - La Reginotta, dalla finestra, rispondeva: — Sposare una
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mastini: — Té! Té! — Quando fu giorno, il Re, che tremava ancora dalla paura, scese da quell'albero e cominciò ad inoltrarsi cautamente. Incontrò una
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! - E in quel momento di furore, la strangolò colle sue mani. Il babbo tornò dalla figliuola minore, e raccontò, piangendo, quelle disgrazie. — Babbo
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Regina. C'era quel chiodo piantato lì, che glielo impediva. Il Re scoppiava dalla rabbia. Fece chiamare novamente il mago, e gli raccontò in segreto
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! - E il Re gli tirò un calcio alla schiena, che lo fece saltare dalla finestra. — Doveva esser morto! — Andarono a vedere in istrada; ma il Nano non c
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, come se non gli avesser mai tirato il collo e non lo avessero mai pelato e abbrustolito. Il cuoco corse dalla Regina: — Maestà, il galletto è risuscitato
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, piantò il pugnale in terra, e vi attaccò la catena. Il mago non potei muoversi. — Sei più potente, lo veggo! Torna dalla Reginotta, cavale di dito
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. Che cosa vuole da me? — Vuole un pezzettino di panno rosso; gli si è bucato il mantello. — Che seccatura! Prendi qua. - E gli buttò dalla finestra un
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nulla, e potrò arrivare dalla Fata gobba: altrimenti non ci sarà verso. — Il Re le turò le orecchie a quel modo, e lei partì. Giunta davanti la grotta
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pelle nuova. E dava in un dirotto pianto; era inconsolabile: — Lasciatemi qui sola. Anderò dalla Fata gobba. — Non potendola persuadere altrimenti, il
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ridevano in viso. Quel giorno della disgrazia, la vicina le aveva dato il soldo bucato messole in mano dal cenciaiuolo; ma la povera donna, dalla gran
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abbracciarlo come un figliuolo; ma quello corse prima dalla sua mamma e non sapeva staccarsela dal petto: — Bimbo mio, tu sarai Re! Ed era già Reuccio
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passione lo conteneva. Eran passati sei anni, sei mesi e sei giorni. Il Re, dalla contentezza, si fregava le mani. Fra poco quella ragazza più bella della
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desinato saporitamente. Il Re, dalla contentezza, ordinò una festa di ballo. Va per indossare il manto reale, e lo trova interamente rosicchiato dai topi
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fatica sprecata. — Non importa; proverò. —- Tornò addietro e andò dalla Bella addormentata nel bosco: O Bella addormentata, vi prego, venite con me
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, o nessuno! — Te lo do io Ranocchino! — E il Re, afferratolo per una gambetta, stava per sbatacchiarlo sul pavimento; ma entrò un' aquila dalla
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: — Senza-orecchie, Senza-orecchie, ecco roba per te! — La Reginotta accorse: eran davvero le sue orecchie. Tremante dalla contentezza se le adattò al capo
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! — Maestà, è impossibile. — Scendi, scendi, scendi, la Regina non si reggeva più dalla fame. Vecchiarella, prendiamo un boccone, sento svenire
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domandò: — Chi siete? che cosa volete? Son io, figliuola mia; siam venute per te! — Dall' allegrezza stava per saltar dalla finestra. - Ascolta
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più. - La Reginotta era stata indettata dalla vecchiarella. Non doveva fermarsi un passo, nè mangiare, nè bere, ma aggomitolare, aggomitolare e
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Re di Francia per domandarla in sposa. Il Re e la Regina, che non sapeano staccarsi dalla figliuola, risposero: — È ancora bambina. anno dopo, mandò il
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allattarla. Il Re, angustiato, disse a un servitore: — Prendila e portala giù; mettila fra i cagnolini figliati dalla cagna. Però se morisse, sarebbe
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lamentìo: — Ahi! ahi! ahi! — Lei, dalla paura, si voltò di qua e di là, ma non vide nessuno. — Ahi! ahi! ahi! —- Allora, fattasi coraggio, avvicinossi
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disse — non vi arrischiate più a dire così, o guai a voi! - La povera donna, dalla paura, non disse più nulla. Però quel figliolino, ora che la sua mamma
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Re, dalla Regina, dalla corte e da un popolo immenso, tra pianti ed urli strazianti, s' avviò verso il bosco. Arrivata lì, abbracciò il Re e la Regina
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nivea di cattivo umore. Il Lupo Mannaro russava tutto il santo giorno e la notte andava via. Siccome la bimba, quando lo vedeva, strillava dalla paura
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babbo se li fece venire tutti dinanzi. — Figliuoli, — disse — son due giorni che non gustiamo neppure un gocciolo d'acqua, ed io, dalla disperazione, non
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belle figliuole del sarto aveano gli anelli della buona Sorte. Il Re del Portogallo dovea prender moglie e venne a vederle. Rimase ammaliato dalla
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. Le vicine, dalla curiosità, si rodevano il fegato. E appena vedevano quello splendore che abbagliava e sentivano il ritornello della vecchia, via
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somigliavano a setole di spazzola, gialli, stenti, si fermò, colpito dalla meraviglia, e disse ai ministri: — È proprio una bellezza! Lo comprerei
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