Talchè le onde nel loro andamento sono indipendenti dalla posizione del prisma e dipendono dall’esser la stella a levante o a ponente.
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variazioni che soffre lo spettro della stella prodotto dalla nostra atmosfera. Infatti le palpitazioni dello spettro atmosferico or lungo or corto or
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sono quelle mostrate dalla stella di Ticone, se pure non allude alla scintillazione.
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Ticone credeva che la stella del tempo suo fosse formata dalla condensazione della materia nebulosa della via Lattea. Questa idea era ardita all
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periodo incerto, si accosta a 371 giorni, e varia dalla 7a alla 10a grandezza, ed è di colore rosso.
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ν Idra va dalla quarta alla decima in 449 giorni.
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η Aquila dalla terza e mezza alla quarta e mezza in 7 giorni.
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α Ercole è pure variabile e passa dalla terza alla quarta grandezza in un tempo non ancora ben definito. Il suo spettro è nell’epoca del minimo più
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Uno di questi gruppi rappresentato nella fig. 37 consiste di molte stelline disposte sopra certi archi curvilinei ben distinti che dalla loro forma
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La stella principale a sta in AR 18h 9m e Decl. − 19° 6', dalla quale partono come raggi le linee az, as, am, ao ecc.
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formate dalla materia nebulare. Ma su queste ritorneremo a luogo più opportuno.
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Ciò si capisce meglio supponendo che la molecola si fermi dopo finita la prima ondulazione, poichè tutte le onde che nasceranno dalla prima si
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esso fu acquistato dalla Società Reale di Londra un Refrattore parallattico di 15 pollici di apertura, corredato di tutti i più squisiti apparati e
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apparentemente dalla stella.
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valore che è quasi il medio di tutte le precedenti determinazioni. Ultimamente mentre scrivo ilsig. Leo de Ball dalla discussione delle osservazioni
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movimento è affatto ignoto, se pure vi è un centro materiale, e la curva non dipende dalla risultante combinata dall’azione di più centri; i
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pag. 185 nelle colonne 7, 8, 9 sotto le lettere q, q' e σ. Siccome però questo valore dipende dalla distanza supposta, ed essa è incerta, esso ha
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Questa figura è tratta dalla triangolazione realmente fatta dal Boscowich tra Roma e Rimini, ed è una delle più semplici e brevi.
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Astraendo per ora dalla piccola inclinazione che l’orbita del pianeta possa avere su quella descritta della Terra attorno al Sole: sia (fig. 55) S il
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base del triangolo e i due angoli adiacenti. Per trovare gli elementi necessari alla sua soluzione, avvertasi che come dalla prima osservazione si cava
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Se a è la distanza della Terra dal Sole e a' quella di Venere, la differenza a – a' sarà la distanza di Venere dalla Terra, onde conosciuta questa
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proporzioni si sa che può scriversi Se a è la distanza della Terra dal Sole e a' quella di Venere, la differenza a – a' sarà la distanza di Venere dalla Terra
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Distanze assolute dei corpi celesti dalla Terra.
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contemporaneamente. Si potranno da questi due angoli concludere i loro supplementi LBC, e LSC. Ora dalla posizione, nota sul globo dei due osservatori, si
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). Siccome l’osservatore in O vede Venere abbassata dalla parallasse, è chiaro che esso dovrà in un certo istante vedere il suo lembo a contatto col
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osservatori differiscano di 15 a 20 secondi, e probabilmente ciò deriva dalla diversa sensibilità del loro occhio, o anche dalla diversa luce che può
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Alla parallasse 8", 91 corrisponde una distanza dal Sole dalla Terra di 23150 semidiametri terrestri, ossia 148 milioni di chilometri, il che è un
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Parallasse solare conclusa dalla velocità della luce.
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la fisica perfezionata riuscì a trovare mezzi abbastanza delicati e indipendenti dalla distanza solare per definire la velocità della luce, e allora
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Distanza del Sole conclusa dalla aberrazione delle stelle.
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raggio luminoso inclinato secondo la diagonale AC, che nasce dalla combinazione del suo moto di traslazione AB con quello della luce emanata dalla
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Terra, e quello percorso dalla luce, era chiaro che misurato esattamente il valore dello spostamento prodotto e conoscendo la velocità della luce, si
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le barriere di una sfera materiale, le stelle erano tanti Soli, la mente restò sbalordita dalla vastità dell’Universo che gli si veniva logicamente
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delle grandezze fondandosi sui risultati già esposti al Capo III.° § I.° pag. 191, che diamo qui sotto in confronto con quella desunta dalla fotometria.
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Tavola comparativa delle distanze stellari, concluse dalla fotometria e dai moti proprii.
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Dalla semplice ispezione del globo apparisce che in somma il maggior numero delle stelle dalla prima alla quarta grandezza trovasi in questa zona. A
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Qui si vede a colpo d’occhio che domina una maggior frequenza di stelle nelle regioni II e V in cui la zona è attraversata dalla Via Lattea più che
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principale, essa si avrà dalla tavola seguente data da Struve dietro i suoi calcoli, fondati sugli scandagli di Herschel.
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indirettamente si potrà conoscere dal confronto di questi raggi sferici colle distanze medie concluse di già dalla fotometria e dai moti proprii. Ecco il
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sole pinnule ad occhio nudo: questi cataloghi furono recentemente ripubblicati dalla Società Astronomica dietro i codici più sicuri.
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L’opinione che le comete siano corpi di origine nebulosa, può anche convalidarsi dalla presenza de’ fori neri che si trovano in certe regioni lucide
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leggi di movimento e di equilibrio sono ancora ignote. Questi agglomerati sono formati di masse discrete, cioè di stelle nettamente separabili dalla forza
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2.° Questi sistemi che possiam chiamare di prim’ordine e che sono simili al nostro planetario, sono governati dalla forza di gravità e sono soggetti
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Catalogo di Lalande tratto dalla sua Histoire celeste, contenente 47390 stelle ridotte al 1800 per cura della Società Britannica.
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In mezzo a tanta moltitudine pochi gruppi risaltano indicati dalla natura come spontaneamente congiunti. Tali sono le sette stelle presso al polo che
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Rapporto dalla 1.a alla 2.a = 3.75; 2.a alla 3.a = 2.25; 3.a a 4.a = 2.20; 4.a a 5.a = 1.95.
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osservazioni con quelle di Struve, Argelander, Groombridge,J. Herschel conclude che in medio, progredendo dalla minore alla maggiore tal rapporto è = 0,412
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leggere la bussola usano un debole lume a trasparente nella rosa dei venti. Il chiarore generale del cielo però include quello proveniente dalla via lattea
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mostrano una astronomia originale indipendente dalla nostrana. Certi caratteri con cui si indicano le costellazioni dai Cinesi sono così poco capiti dagli
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Il numero più o meno abbondante delle macchie dipende dalla copia delle eruzioni solari, e quindi dalla attività interna dell’astro che produce tali
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