, e che nella 4.ª edizione furono tralasciati. Abbiamo eziandio data la traduzione italiana di alcuni luoghi latini o francesi, citati dall' autore
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; . 14.° Non rimettere nel piatto comune le vivande che furono sul tuo; 15.° Ritirando qualche cosa dalla bocca non lasciarla cadere dall' alto ma
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scostarsene, quando la bellezza individuale si scapita. In fatti gli abiti, oltre di difenderci dall' intemperie delle stagioni e servir di velo al pudore
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Dall'antecedente discussione risulta che chi riguarda la moda come segno e causa della corruzione de' costumi, la sbaglia così come la sbaglierebbe
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d'esempio, si presto i denti a chi ha l'abitudine di lavarsi la bocca ogni mattina; è represso lo sviluppo di più malattie cutanee dall' uso della monda
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IV. Il complimento deve serbare un'aria di spontaneità, naturalezza, candore, sicché colui cui viene diretto s'induca a credere che parte dall' animo
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ch'egli ti comparte, e ricordati che da un lato la comune urbanità tributa lodi a fior di labbro, ove non è palese la finzione; dall' altro chi ti
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, l'inopportunità d'una visita si conosce a manifesti segni; giacché, in onta di tutti gli sforzi, allegrezza simulata è diversa dall' allegrezza reale; allorché
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assomigliare il loro animo; se una foglia cadendo, o un lieve zeffiro passando, viene ad agitarne la superficie, tutti gli oggetti sembrano vacillanti. Dall
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che troppo frequenti i passaggi dall'amicizia all'odio, dalla stima al disprezzo, dall' affezione al livore. Molti sotto coloro che tengono in serbo i
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alla morte di ciascuno di essi; 3.° Stabiliscono de' trattati di commercio, che, secondo i casi, possono essere approvati dall' economia egualmente
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, presi dall' alta idea del loro sapere, cedono più d'ogni altro al prurito di sconsigliare.
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3.° Dall'irregolarità del passo non si può dedurre la qualità degli affetti buoni o rei, ma soltanto la loro irregolarità e la loro forza.
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della natura 2.° Confidando in rimedi ridicoli; 3.° Cedendo a prevenzioni stolte; 4.° Giudicando le persone da' nomi, dall' abito, dell' opinione, dal
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l'impeto e la forza; dall' urto di queste due idee emerge il timore di qualche disastroso evento, timore accresciuto dall'incomoda giacitura di esse (1
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. * Gli indiani, allorché bevono, tengono il vaso sospeso in modo che non tocchi nè i denti né le labbra, e versano il liquore dall' alto, stoltamente
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» Dall'opinione eventuale di questo o di quello, » e soprattutto è pazzia l'apprezzare soverchiamente
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vero bisogno; allora egli soffoca ogni altro sentimento e ci abbassa al grado degli animali, i quali in nulla più si distinguono dall' uomo morale
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» funzioni, ecc. » con quel che segue e colle note (1) e (2), trasportato dall' autore a pag. 280. 1. I giuochi buffoneechi, mimici, teatrali prima del XIV
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