Italia dal gran pubblico, sia perché esse, pur componendo Un quadro di esperienze vastissimo, che comprende la prima e la seconda fioritura impressionista
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Organizzare una mostra che pareva un viaggio se non proprio ecclettico, senza dubbio antologico nell’arte francese dal 1870, puntare sulla irrequieta
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Nella ultima, lunga e serena fase pittorica che va dal 1940 alla morte dell’artista, Pougny illimpidisce la sua tavolozza, allarga progressivamente
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mente Goja per l’altro dipinto dal titolo «Paolo a quattro anni in costume da torero», 1925); ma l’opera, tutta giuocata nel contrappeso di zone
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specie di trofeo di espressioni sorretto dal collo a triangolo, sormontato dal cappellino, narici, orecchie, occhi, è la impressione che proviamo
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dare la impressione che la signora dal cappellino non poteva essere dipinta che così.
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le opere di Picasso dal 1948 al febbraio 1953, raggruppate in catalogo sotto il titolo «I familiari».
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Dal Guernica ai due famosi pannelli della Pace e della Guerra la pittura civile di Picasso passa attraverso tappe di alta suggestione: dalla serie
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trascrizioni dal floreale come in «Crepuscolo», palestra, quest’ultimo, del futuro Mirò) non vogliamo affermare che la produzione dell’artista non sia
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’arte moderna di Roma perché dal 1927 al 1959 ci è dato di ricostruire passo passo il cammino del massimo artista inglese vivente, a cominciare dal suo
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surrealisti si tumefanno, mettono buche di urli, e i loro corpi di geometria respirano in possenti incavi, si coprono di elmi e di scudi, tratti dal più
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arrivato. Inoltre, benché tra Brancusi e Moore non vi sia alcun rapporto di sudditanza, lo scultore inglese seppe ereditare dal maestro rumeno l’amore
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Ché tutto il breve e intenso arco produttivo dell’artista dal 1939 al 1955, specchio di una intensa e appassionante ricerca, molto spesso fortunata
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chiarimento dell’asserto: la già descritta «Luna», ad esempio, vien fuori dal Klee e dal Picasso surrealisti, e, per il fantomatico favolistico, anche da Mirò
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Bacon — che per otto anni non dipinse — dopo i primi avvii originali dal 1930 al 1949; quello di mezzo, dal 1950 al 1957; e l’ultimo, che va dal 1957 ad
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», circostanziata in una illustrazione: dal cielo violetto, al prato, al nudo chiaroscurato come quello di un Bonnard semispento, alle pareti nere, che
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La seconda fase delle opere di Ben Shahn va dal 1935 al 1948 circa e rappresenta, con punte di maggior realismo populista e qualche intrusione
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di acquario, sedute su sedie d’incubo, che voltano le spalle al loro uguale destino, sorvegliate da quella scritta che penzola dal manifesto. E
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Oggi, a distanza di un anno, presentando al Don Chisciotte ventiquattro disegni di Alberto Giacometti dal 1922 ad oggi, penso che la risposta dello
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dolce fanciulla», «Donna soave», opere dal 1941 al 1946 nelle quali la grazia di un tono pare allarmarsi dinnanzi al trepido vibrar di un rilievo, il
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Quanto poi al suo variegatissimo espressionismo, dal tipo «lineare» (come nel quadro bellissimo de «La mezzana») a quello più sanguigno (toni
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cose vicine e lontane, dal cortile di via Galileo Ferraris a un angolo della cucina, dalla spiaggia dei suoi viaggi domenicali, all’incontro coi
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Ci voleva una guerra spaventosa e il nostro riscatto dal fascismo, lento, faticosissimo, ma non per questo meno completo e cosciente, per giungere
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Il pittore Mario Mafai è artista e maestro così conosciuto in Italia e così seguito dal pubblico e dalla critica, da sostenere con disinvoltura anche
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quarantina di dipinti ad olio di varia misura e di varia data, dal 1938 al 1960: vent’anni di attività, dall’epoca in cui operava ancora il suo fascino
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ricollegarsi a certe scoperte ed esperienze dal vero che i nostri non avevano fatto o (peggio) avevano creduto di fare nell’Ottocento, cogli Scapigliati e
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ininterrotto allo scopo di non essere inghiottito dal presente. Per Spazzapan disegnare era ricordare e insieme vivere; e alla fissità dei motivi (i
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considerazioni sul cammino dell’arte italiana dal futurismo all’informale, perché Prampolini ne è stato uno dei personaggi più notevoli.
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stesso una parte, dal Kandinskij dei «cerchi» e dei «tasselli» a Klee, prendendo del primo la magica purezza, del secondo l’eterno sperimentare quasi
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. Il pittore è romano di nascita e di formazione artistica, ma «veneziano» dal 1927 e benemerito cantore della luce lagunare in paesaggi che sono rimasti
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Tutta la mostra può essere suddivisa in tre gruppi di lavori, i primi due appartenenti alla lunghissima preistoria di Guidi — parola usata dal
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Che poi, come scrive Marchiori, il raggiungimento della libertà interiore abbia salvato Guidi dal declino della vecchiezza, è vero soltanto sul piano
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rifiuta di misurare Manzù, lo esclude dal novero degli artisti che parlino con un linguaggio d’oggi, lo ricolloca nel Museo.
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Le cento e più opere ad olio e monotipi eseguite dal 1929 al 1934 da Carlo Levi ed ora esposte compongono il quadro di un impegno e di un risultato
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solitudine e in quel taglio patetico, modiglianiano dove impressiona la spoglia semplicità della esecuzione pittorica: dal «Profilo» (’29) alla parte
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Noi non sappiamo proprio fino a qual punto oggi l’interesse verso l’arte italiana dal 1930 al 1945 sia puramente storico o anche, in un senso più
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della Quadriennale: sono, insomma, gelose opere della nostra cultura cittadina, queste dello «sguardo» di Castelfranco, uno «sguardo dal ponte» si
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Un altro aspetto del cammino dell’arte romana dal 1940 al 1945 ed oltre che dalla mostra non emerge in maniera evidente, non solo per la scarsità
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suoi seni paiono addirittura strappati dall’asse del corpo e formano un’unica linea con la direzione del vento; anche le sue gambe, dal ginocchio in
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pacifica del Guerreschi. Eppure in tutti i personaggi descritti dal pittore si avverte la medesima urgenza di pericoli, l’imminenza o addirittura l
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dal titolo «Il bambino nel pozzo», per quella nuda, la infanticida, per quei marescialli draghi, che fanno un arabesco così italiano, un Maccari nero
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Ma la mostra non è fatta soltanto di queste «nature morte» scure, di questi oggetti dal significato patriottico; c’è nella esposizione di Gianquinto
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dei padri dell’astrattismo storico italiano; mentre Gerardo Dottori, fin dal 1915 dà la prova del suo Liberty, di quel cattivo gusto agitato e
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Indépendants, che giudicò l’opera «oscena» e la fece togliere dal Grand Palais.
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successivi al primo trentennio di questo secolo: è vero, si, che l’artista non inventò numerosi altri motivi dal nucleo di quelli cui aveva dato vita dal
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così di esistere non appena un osservatore riconosce quale è l’oggetto pensato dal pittore».
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Schmidt-Ruttluff; d’altra parte, al di fuori di questa felice stagione, illuminata dal cupo sole della Brücke, nell’età di mezzo e in questa ultima
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alla scommessa; si dirà che i dipinti dell’artista sono stati eseguiti dal 1957 al 1959, che sono già stati oggetto di commenti lusinghieri della
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capovolti, il bambino che piange, l’ecclesiastico dal ciclopico anello, il viso verde-nero, le trine-ragnatela) e un desolato inventario tra visivo e
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Paolozzi. Augusto Perez, dal canto suo, sembra ormai aver rinunciato e con vantaggio ad esprimere la corruttibilità della carne umana aggredendo le
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