Ecco il testo cavato dal Ms. Marciano (Mss. Ital. 5571, f.65).
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come variazioni sul tema della congelazione formale portata da Cézanne e dal cubismo; ciò che non sarebbe ancora un'obbiezione e un biasimo se non mi
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lampada raggiante dal ventre della plastica non credo che si approderebbe a un resultato di molto superiore o diverso dal ritmo raggiato di un qualsia
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geminazione delle polpe, risentirne dapprima la materia d'impressionismo rassodato, poi l'organismo genuino impresso ad esse dal plasticheggiare
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La materia è di tal peso che la sostanza articolata non riesce quasi a organizzarsi dal centro, sicché sulle masse più inesorabilmente gravitanti
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Quando dal calice mobile della natica e dell'anca - poggiate sulla coscia che offre l'affilato declivio di un vomere, e pizzicate nell'alto da una
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Mi basti infine la convinzione di non aver lasciato intentato alcun mezzo per estrarre dal fondo di queste creazioni la massima facoltà di stimoli
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obbiezione fondamentale che quella fatta dal Brunelli («L'Arte», 1906, pag. 395) alla storia del Quattrocento catalano condotta dal Sampere y Miguel: «l'A
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Fromentin. Lo dimettiamo un poco dal nostro spirito.
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Una delle prime opere di questa ripresa, forse la prima, è una bellissima tela in Sant'Adriano al Foro Romano, rompicapo, dal '600 in poi, delle
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Siamo, dunque, non molto lungi dal 1593.
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gli affreschi citati e lodati dal Soprani nella Loggia di Sampierdarena, invisibili, almeno per me, i molti quadri citati dal Ratti nei palazzi di
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Si potrebbe cominciare dal nulla e procedere verso la massima vitalità artistica, verso i prodromi migliori della modernità, la quale era tutta nella
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Che i modi di Orazio non languissero in patria: a questo pensò la figlia dal nome favoloso e serico come le pitture del padre: Artemisia.
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scolari diretti o indiretti come il de Fondutis, i Solari, l'Amadeo - aiutato nelle ricerche dal Nicodemi, dalla Ferrari, dal Biscaro, ecc., ecc., sono già
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dal comparire nel Rinascimento sono semmai l'eredità più bella e fantastica del «torpore» medievale e dei quanto mai caldi « freddi principî dell'arte
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Si crederebbe di essere saltati involontariamente dal «sommario» al «lineamento dei valori d'arte senese »; eppure non è così.
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sforzo, davvero grande, compiuto dal Dami, per insignorirsene.
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verbali non escono a questo riguardo dal fioretto dello scrittore!
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, riducendolo a tono, e dotandolo di una corposità profonda, che prima veniva tribuita ai corpi dal chiaroscuro.
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A. BRASCHI, Storia popolare della pittura italiana dal XIV al XIX secolo. Milano, Vallardi, 1915 (Bibl. pop. di cult., n. 56) (in: ‘L'Arte’ 1916, p
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L'Annunciazione (n. 200), creduta di scuola secentesca milanese, è invece una cosetta del Cortona, o dal Cortona.
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potrebbe passare a «fenomeni » più evidenti come sono a Ferrara il passaggio dal Grandi al Mazzolino; a Cremona dal Boccaccino ad Altobello; a Brescia
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Il San Carlo orante della Galleria Colonna è stato restituito da tempo al Borgianni, dal sottoscritto (' L'Arte', gennaio 1914) *
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Così manca qualche elemento di controllo nel giudicare di certe opinioni espresse dal F. in questo -scritto particolare; e tuttavia si può ben dire
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Questa seconda puntata tratta dell'attività di Paolo Veronese dal 1555, cioè da quando egli prende stabile dimora a Venezia.
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angolo vivo. Dal punto più presso a voi al più lontano il corpo si sviluppa per angolarità successive costruendo il quadro contemporaneamente in altezza e
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Non si comprende neppure come mai il M.-V. dopo aver asserito che i limiti impostisi nella trattazione dipendevano soprattutto dal desiderio di non
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Altre opere del Rustici sono alcune terrecotte per la Villa Salviati, ora Villa Turri, citate anche dal Vasari. Il De Nicola aggiunge infine, in una
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A Fano è del 1617 la Resurrezione della Tabita, quadro fatto a concorrenza col Guercino e pubblicato dal Frimmel nei «Blätter für Gemäldekunde» (IV
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Il figlio Geronimo Giacinto, dichiarato dal Mayer, se non erro discendente del Ribalta, si manifesta tuttavia soprattutto allievo del padre nella
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asterischi un certo spostamento del polo magnetico dal quattro e dal cinquecento al sei e al settecento; se una riflessione oltremodo facile non
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tempo, la siciliana, rappresentata dal caravaggesco Stomer, dal vandyckiano-napolitano Novelli, da Alonso Rodriguez e dallo stesso Vandyck di cui una
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ritenere insostenibile la scissione tentata dal Voss dello Stomer da un ipotetico Maestro detto del Catone morente appunto dal quadro di Catania. Un
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La cerchia accademica romana che teneva le redini della critica e giudicava del Rembrandt così era appunto quella che il Preti, richiesto dal Ruffo
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Il passaggio dal 5 al '600 presenta tappe formali intensamente analoghe a quelle che conducono dall'arte imperiale romana all'arte bizantina; e il
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Ma non è di Gherardo, come pensa I'Hoogewerff, seguito dal Sapori, il telone con Cristo deriso in S. Maria della Concezione, opera mediocre di un
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L'idea che i Lombardi avessero usato la volta dalla prima metà dell'XI secolo (che il Porter riprende dal Rivoira) non incontra grazie presso il Mâle
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dal sig. Thomas Ashby nel «Burl. Magaz.» del novembre 1918.
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Il Kehrer non ha fatto a tempo neppure a servirsi della «Vita del Greco» a Roma data dal Mancini e da me pubblicata nell' «Arte» del 1914.
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quelle meno artifiziose, e più vere introdotte dal Saraceno, dal Renieri Mabuseo e, in parte, anche dal Vecchia ed altri che per brevità trapasso
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Bencovich noto talvolta come Federighetto di Dalmazia; dal Lattuada trasmutato in Fedrighetti Veronese; aspramente biasimato dal Guarienti; commendato
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dal crederla di G. Badaracco.
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252. Il congedo di Tobiolo. Roma, Galleria Nazionale [figura 228]. Mi pareva soltanto copia settecentesca (forse del Diano) dal Cavallino, ma non
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215. Cristo scaccia i mercanti dal Tempio. Berlino, Museo. Credo che per una grossa svista figurasse come Carpioni, trattandosi di un caravaggesco
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488. Cristo esce dal tempio. Raccolta Harris. Mi pareva più probabilmente del Volterrano (come veniva riconosciuto subito dopo anche dal Giglioli).
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Gatteschi. Incerta anche l'autografia del Cristo deriso di Casa De Mari, pur firmato e datato dal 1638. L'unico profitto fu di poter trasferire dal
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855. La congiura di Catilina. Firenze, Casa Martelli. Mi tornava copia dal dipinto delle Gallerie.
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Inutile cercare a Firenze dove il colorismo gotico dopo aver lanciato le ultime occhiate dal filo nervoso delle palpebre di Baldovinetti, salvo
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Dal 1455 al 1470 vediamo Giovanni Bellini creare piccole grandi opere che si sentono collaterali di un capolavoro più complesso che non conoscevamo
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